Tempo da lupi

Da bambino avevo una fifa boia dei temporali e i tuoni mi facevano piangere. Poi un pomeriggio mio papà mi ha affacciato alla finestra spalancata durante una tempesta dicendomi: "Vedi? Non ti succede niente. Tu sei qua e lui è la non ti tocca non ti fa niente! Di cosa vuoi aver paura?" e da quel momento mi è passata.
Adesso impazzisco quando il tempo si scatena quando piove forte e l'acqua scende come un rubinetto acceso quando nevica e quello che vediamo fuori dalla finestra è bianco e diverso da pochi istanti prima quando il vento soffia forte e ulula di là del muro e piega gli alberi e quando il cielo s'illumina all'improvviso per poi esplodere fragoroso! Mi metto alla finestra ad ammirare questo naturale spettacolo incantato dalla sua ineluttabilità.
Ieri sera il luogo della mia fantasia si è materializzato a casa di Anna. La casa dei suoi nonni a Longara è un grande fungo appuntito degli anni '60 costruito sui colli vicentini con splendida vista sulla città. Gli  impianti sono da rifare del tutto e i serramenti non lasciano fuori ne' l'aria ne' l'acqua e il salone è molto pratico per la dispersione del calore. Ma ci sono due stufe a pellet è un bel camino che all'occorrenza funzionano benone.
Da qualche tempo la nuova caldaia invece non da segnali positivi e spesso va in blocco, quindi niente riscaldamento ne' acqua calda. Ieri è stato uno di quei giorni e il termostato registrava 12° in sala, 9° in camera!
Stufe e caminetto al massimo per non ibernarsi nel corso della giornata. E fuori un sussulto di inverno con il vento che si faceva sentire forte. Non il massimo della situazione...
Quando sono arrivato da lei la sera il vento sbatteva le fronde delle piante nel bosco si infrangeva sui muri  della casa facendo tremare i sottili vetri delle finestre protetti dalle persiane.
Lei era disperata. Io ero preda della meraviglia di questo spettacolo! 
Ho tirato su una persiana per poter vedere di la del vetro nel buio come si divincolavano i rami.
L'ululato del vento era bestiale forte e il collo del camino accentuava il rumore come se in cima al tetto ci fosse un branco di bestie enormi incazzate ed affamate.
Bellissimo! Ero eccitato dalla forza che si sprigionava fuori.
Mentre stavamo guardando la tv è saltata la luce. Credevo che il vento avesse tirato giù un palo, anche le case attorno erano al buio.
Illuminati dalla torcia siamo andati a sistemare il contatore e il salvavita per sistemarlo ma niente da fare. 
Il vento si infilava impetuoso tra le mura della casa e della rimessa fischiando ossessivo. Mi sono sorpreso a non sentire freddo anche se ero in felpa. Il cielo sopra di noi era scuro e pauroso di un colore mai visto prima.
Ero inquieto agitato mi opponevo al vento che mi passava tra le gambe sbattendo i pantaloni della tuta come bandierine. Non avrei voluto tornare in casa ma stare lì in mezzo.
Tornato dentro mi sono accorto che nemmeno l'acqua usciva dai rubinetti. Anna stava per issare bandiera bianca e far ritorno dai suoi. Ma era un peccato andarsene da lì! Una sera così quando si ripresenta?
Così l'ho aiutata a portare giù una rete e un materasso per poter dormire in sala (su in camera 8° mentre giù in sala era arrivato a 20!). Quando mi ha chiesto cosa volevo fare ho risposto in tono sospeso e incerto: "Dovrei avvisare a casa e sono già le 22:30..." mentre mi alzavo per avvisare i capi benda che dormivo nel grande fungo appuntito in mezzo al bosco sferzato dal vento.
Abbiamo preso un'altra rete e un altro materasso. Li ho già il pigiama e lo spazzolino. Altro non mi serviva.
Così abbiamo sistemato i letti di fronte il caminetto e infilati sotto le grosse coperte sintetiche, a debita distanza dal fuoco per evitare spiacevoli risvegli improvvisi.
Fuori il vento soffiava sempre più forte pareva volesse sradicare la casa dalla roccia. Dentro Anna e io infagottati nelle morbide ad ascoltare e a guardare il fuoco.
Al momento l'unica luce che c'era in casa.
 
Non potevo chiedere di meglio! Mi sentivo quel bambino piccolo che sono stato e si immaginava scenari dell'altro mondo per i suoi personali giochi di ruolo fatti di John Jack e Ken in mezzo a mostri e spari.
Quella non era più la casa dei nonni di Anna e non era nemmeno più sopra i colli. Poteva essere un castello delle montagne del nord  attaccato dai barbari e dalle loro bestie giganti e rabbiose o un vascello che solca l'oceano in una notte di tempesta.
Chi sarebbe riuscito a dormire?
Anna era ormai mezza andata soffocata dagli strati di tessuto. 
Io in pigiama e scalzo ammiravo il caminetto che scintillava nel buio ascoltando il suono del vento di là del muro inquieto e contento.

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