Buon anno nuovo! Buon 2015!

Professionisti delle lenticchie e festeggiatori pirotecnici. Imbucati alle feste e nostalgici della disco. Feticisti dell'intimo rosso e affezionati del cotechino. Spettatori del discorso presidenziale e sciabolatori improvvisati. Fedeli alla religione del "chi non tromba a Capodanno non tromba tutto l'anno" e venditori di vischio. Contatori di chicchi di uva e instancabili giocatori di Risiko. Chissenefreghisti dell'ultimo dell'anno e stappatori di spumanti. Organizzati all'ultimo momento e villeggianti da passaporto. Selfieisti protagonisti del social web e pellegrini maniaci. Cuoche e cuochi dell'inverosimile e perfezionisti della tavola imbandita. Menefreghisti del bon ton e  collezionisti di due di picche. Organizzatori di feste pubbliche e organizzatori di cene. Bambini ammalati e genitori incazzati. Cacciatori di un bacio e alcolizzati come grondaie. DJ's e bariste/i. Auguratori di tante care cose e sfoglliatori di calendari. Netturbini e maratoneti del primo dell'anno e inauguratori dell'anno nuovo sulle piste da sci.
Auguri di buon anno nuovo! Che sia per tutti un bel 2015!

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Vigilia e Natale

Probabilmente qualcuno si è arrogato il diritto di interpretare 5 parole che ho d'istinto scritto alla Vigilia riguardo il Natale. Del suo non me ne può davvero interessare di meno, che lo passi sfarzoso o sotto un ponte, amato o odiato non mi tocca.
Non tollero giudizi su cose che non si conoscono ed ancora meno certe esibizioni ed ostentazioni, soprattutto quando non sono richieste. Se poi sono un tramite per suscitare invidia credo che al posto della superiorità quella persona sia più piena di superbia e stupidità invece.
Ma saranno anche più affari suoi che miei.
Come sono affari miei, quindi insindacabili incommentabili incensurabili, quello che penso io sul Natale ed altri giorni dell'anno. 
La Vigilia poi è una giornata particolare, tutto un casino. Sembra prima di andare in scena a teatro e vi assicuro che lo so quello che si prova. La mattina è più o meno serena. Man mano che si avvicina la sera la tensione sale e sono tutti ipertesi o depressi. Io sto un po' di quale e un po' di la. Poi arriva la sera e la tensione svanisce e sei preso come in un limbo. La cena coi genitori è tanto intima quanto tranquilla e molto buona. Vai alla messa della notte di Natale e trovi persone con le quali scambiarti auguri e quattro risate e sei pervaso da una sensazione di pace.
Invece le prime ore del giorno dopo, quello di Natale, concentrano nelle ore dal risveglio al pranzo tutta la tensione della parte centrale della Vigilia. Visita a parenti da una parte e dell'altra e pranzo con zii e cugini in allegria. Per poi lasciar spazio alla digestione in una piacevole agonia.
Quest'anno con Tommaso leggermente più consapevole di quello che succede è anche più rocambolesco. Ma lui meriterebbe un post a parte. Auguri di nuovo!

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Buona Natale 2014!

Parenti stretti, parenti lontani e cugini espatriati. Madri e padri nervosi di figli insonni. Speculatori di sogni altrui e ricercatori di illusioni. Spacciatori di superbia tagliata male e millantatori ignoranti di intelligenza mai dimostrata. Minacciatori di disgrazie altrui e ingenui adoratori adulanti. Apatici positivi e iperattivi depressi. Felici separati e tristi accoppiati. Famigliari abbandonati e figli per conto proprio. Dispensatori di auguri e sinceri stringitori di mani. Pazienti della neve e impazienti del costume da bagno. Festeggianti con i tuoi e impietosi menefreghisti. Esibizionisti di gioia e soddisfazione e questuanti di compassione. Neonati e neo pensionati. Credenti delle scie chimiche e onniscienti del gossip. Neolaureati e alti dirigenti. Pavidi imprenditori e bramosi  di carriera. Partite IVA sgonfiate e dipendenti sereni. Delusi dal prossimo e inappetenti d'orgoglio. Avvinazzati di sproposito e ebbri scontati. Tacciati di blasfemia e titolari di tessere del fedele. Orgogliosi espositori di tavole imbandite di piatti prelibati e mamme spignattanti da giorni. Esaltatori di uve autoctone e devoti delle bollicine. Fedifraghi del vin santo e nuotatori di creme al mascarpone. Presenti alla messa di mezzanotte al Duomo per autoinflazionarsi e idrovore di vin brulè in parrocchia. Stomaci ripieni e fondamentalisti del cotechino. Coriste e coristi. Commesse, commessi e incartatori di pacchi. Cuochi e cuoche. Faraone ripiene e capponi lessati.
Buon Natale a tutti voi!

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Passato. E' passato

Il mondo non solo è piccolo.
Il mondo è anche tondo. 
Per cui puoi correre più veloce e lontano che puoi ma alla fine ritorni sempre dove sei partito.
Vorresti non vedere più certe persone film fotografie non sentire più alcuni profumi canzoni. E ti allontani eviti tutto quello che ti riporta indietro perché l'unica cosa di cui si ha voglia è andare avanti.
Solo che, appunto, il mondo è piccolo e tondo. Ci si può far molto poco. 
In alcuni casi non ci resta che mettersi comodi, gustarsi la musica e bersi quel che ci siamo versati nel bicchiere.

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Questione di giustezza

Alcune cose viste e sentite negli ultimi giorni mi hanno fatto riflettere. Peccato che il risultato delle mie profonde riflessioni siano solo pure superficiali quanto innocue cattiverie.
Poco tempo fa su Facebook ho scritto un post piuttosto astioso rabbioso e rancoroso. Lo riporto qui sotto:

Conosco un signore che fa bene il suo lavoro. Anche troppo e l'Italia non è un mercato tanto attento (eufemismo) a certe logiche. Pochi si chiedono cosa c'è dietro una differenza di costi rilevante. Un motivo c'è sempre. Fidatevi. E questo signore un giorno si è lamentato (eufemismo) con me perché il lavoro non gli andava tanto bene (gli va bene eccome, ma la lacrima fa sempre comodo): parte del mercato gli preferisce la merda (cit.) che c'è in giro perché costa meno. Ed i risultati per loro saranno conseguenti.
Allora mi sono permesso di offrirgli il mio aiuto in qualche modo. La sua risposta è stata esattamente la stessa lamentela che riceve dai suoi clienti. Questioni di soldi ovviamente, come sempre purtroppo. Non mi reputo un fenomeno ma, come mi è già stato detto dallo stesso signore qui sopra durante una precedente collaborazione, sono bravo. Esattamente come sono buoni i suoi prodotti. Però c'è un rilevante fattore economico a bloccare l'accordo.
Poi vedo le collaborazioni di basso livello che ha stretto successivamente ed è più o meno logico che mi incazzi. Almeno legittimo che mi amareggi.
Talvolta penso che sbattersi non serva a niente. Cosa fai e come lo fai non importa agli altri. Ma conta chi sei. Perché ci sono persone mediocri che sanno farsi ascoltare ed ottengono quello che vogliono. E poi conta il momento giusto. Un po' troppo presto o un pelo troppo tardi ed il posto non c'è. 
Se poi c'è l'amicizia giusta i giochi sono più facili. Non importa quale sia il risultato alla fine. E' tutta una questione di giustezza: il modo giusto, il momento giusto, l'argomento giusto, se sei una persona giusta (quindi non nel senso di corretta o precisa), l'amicizia giusta.  
Sarò sbagliato io. Se si è sempre andati avanti così sarà giusto così.

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Sciopero

Prima lo sciopero annunciato nella prossimità di una festività.
Poi quello di oggi al termine di una giornata già corta.
Guardavo le facce delle persone sotto le bandiere rosse le bandiere colorate quelle con le persone morte da quasi 50 anni in mezzo e le musiche ormai banali e private dei loro significati. Mi hanno fatto tutti abbastanza pena. Piacerebbe sapere quanti soldi prende dal sindacato quello che incita alla partecipazione dietro al megafono in cima alla camionetta urlando slogan in rime baciate come il più triste dei capi ultrà mentre le altre pecore sotto lo seguono col fischietto in bocca dietro striscioni d'ordinanza. Tra di loro moltissimi giovani. Almeno quando sono passato. Felici di saltare una giornata di scuola ed accorciare ulteriormente la settimana. Devo dare ragione al mio professore di ragioneria che interrogava i San Bei, i santi protettori degli studenti mona, cioè i sambei che in dialetto vicentino significa stupidi. Siamo sinceri: lo sciopero non ha alcuna utilità. Se non quella di bloccare le città e rompere gli zebedei. E caso mai.... qui serve qualcosa di più di uno sciopero! Ma se i sindacati sono ancora fermi a questo tipo di manifestazione, per i lavoratori italiani la vedo male. Vorrà dire qualcosa se una sigla sindacale non ha partecipato allo sciopero di oggi...
Per fortuna vengo a lavoro in moto. Penso che qualcuno sia ancora fermo in coda. A lodare fino alle lacrime chi sciopera e si sacrifica anche per i suoi interessi, facendolo arrivare in ritardo in ufficio. Per il suo bene.

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Rifugio: la musica

Non va bene un cazzo. Nel senso che tutto quello che sento attorno fa schifo. Un post che non ha affatto un bell’inizio. Ma coerenza vuole che questo non voglia essere un bel post. Mi sento intossicato dalle brutte cose che sento che vedo attorno a me ed ai miei amici. Posso solo immaginare come stanno loro. Mi hanno chiesto una preghiera ma per certe cose esce di bocca il suo esatto opposto. E purtroppo non ho alcuna possibilità di fuga da queste cose capitano tutte insieme per rompere le scatole e dare un tremendo fastidio e non ci posso fare proprio un beato cazzo per sistemarle. Perché sono ad un livello troppo alto per qualsiasi intervento. Quando sto così di solito qualche soluzione la trovo: la moto è una buona terapia, oppure correre o andare in bici o magari capita il giorno che ho allenamento. Ma un coglione in macchina giovedì scorso con un colpo solo (è più corretto dire con una mossa sola) ha tolto di mezzo tutte queste possibilità: moto dal dr. Mariano e corpo a casa a riposo forzato a recuperare le botte varie (per fortuna solo queste!!!). 
Questa inerzia influisce sempre nel mio carattere e mi sento piuttosto di conseguenza, nervoso irascibile e più realista (ovvero pessimista) del solito. Fix you dei Colpplay o La cura di Battiato sono e rimangono (belle) canzoni al massimo dei buoni intenti e servono a poco. Ma in casi come questi trovo un appoggio valido nella musica. Una specie di rifugio. Per fortuna c’è e per fortuna mi piace. Questa mattina pensando alle varie vagonate di letame che passano mi sono venute in mente alcune canzoni per fare da sfondo alla mia inquietudine. Canzoni di un certo tipo che mi fanno venire ancora più voglia di uscire a correre, come se fossi una locomotiva e loro la legna che brucia e la alimenta. Human Wheels di John Mellecamp mi sembra quella più adatta: perché il ritmo contrasta con la poca speranza che le parole fanno intendere. Un po’ come mi sento in momenti così: indomito ma in gabbia. Poi quando sento Billy Corgan attaccare con the world is a vampire penso che anche questa possa essere una canzone adatta, soprattutto quando dice 'despite all my rage i am still just a rat in a cage'. Ma anche Strange World di Ke. La stessa cosa succede anche con Mineral dei Buffalo Tom. Allora se non posso fare altro ascolto musica. E scrivo. Pensando a chi non se la sta vedendo bene ed augurandole di poter sconfiggere tutto il male che gli è capitato. Quando si dice Una musica può fare.

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Calendario Coppa del Mondo Sci Alpino 2014-2015

La Coppa del Mondo di Sci Alpino 2014-2015 maschile e femminile è già cominciata con il week end di Soelden in Austria a fine ottobre.
Ed essendo maniaco di calendari, come da tradizione non potevo non fare il solito calendario con tutte le gare della stagione, diviso per data, luogo e specialità.
Un calendario della Coppa del Mondo di Sci Alpino 2014-2015 maschile ed uno della Coppa del Mondo di Sci Alpino 2014-2015 femminile. Non sara The Cal della Pirelli, ma non importa. Il mio punta di più all'utilità che all'onanismo.
Vorrei incollare qui la tabella ma la formattazione è davvero incasinata e non sono un web master così master, anzi! Però ho trovato uno stratagemma e provvedo in un altro modo. Spero possa andare bene anche così.

Calendario della Coppa del Mondo di Sci Alpino 2014-2015 maschile:










































































Calendario della Coppa del Mondo di Sci Alpino 2014-2015 femminile:


































































Ecco, ho rimediato in questo modo.

Essendo piuttosto difficile da accontentare non trovo calendari che mi piacciono. Vuoi perché le date sono scritte in formati stranieri (p.e. anno/mese/giorno) o perché ci sono informazioni che non mi interessano o perché l'impaginazione non permette una stampa di una sola pagina. Già, perché alla fine i calendari li stampo e li appendo per controllarli con comodità.
Così faccio a modo mio e lo ordino per benino, o almeno così mi pare. Certo per completezza di informazione dovrei aggiungere gli orari ma mi basta sapere cosa c'è quel giorno. Per la programmazione tv cerco in altri modi e poi lo sci, al momento, si vede solo su RaiSport (non commento i commentatori...).
Avevo provato a fare un calendario unico per uomini e donne ma non mi ci stava in una pagina e veniva incasinato. Poi mi è sorta la paronoia sessista: in caso di concomitanza chi metto prima, uomini o donne (gli orari potrebbero risolvere questo dubbio)? Così per evitare questo malessere ed altri meglio fare così, più ordinato. 
E così me li faccio io, come quello delle gare di F1, MotoGP e SBK: riesco a farne uno che mi piace molto, includendo tre competizioni in una pagina ben distinte per week end.
Adesso andate nel sito della FISI o googleatene altri online e ditemi come vi trovate.
Quando sarà il momento pubblicherò quello dei mondiali 2015 a Vail/Beaver Creek (quanto mi piacerebbe andare a sciare in quella pista!) e poi quelli motoristici. 
Intanto godiamoci le gare, sempre nell'attesa di un nuovo messia, perché dopo Tomba e la Compagnoni più di qualche meteora non abbiamo visto.

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E-bow the letter - R.E.M. w. Patty Smith

I R. E. M. si sono sciolti il 21 settembre 2011. L'ho saputo dal Televideo. Ho vissuto 10' peggiori per carità ma quelli (anche i giorni) passati dopo aver letto la notizia non li ricordi per i migliori della mia vita.
Do molta importanza alle emozioni che la musica sa trasmettere, sentire, vivere e ricordare.
Per fortuna sono riuscito a vedere tre concerti di Michael Stipe & co. prima che salutassero le scene. A Padova il 22 luglio 2003 sembrava di bollire dentro lo stadio Euganeo. Avevo una maglia azzurra e sono uscito che era blu scura. Ed un paio di chili in meno.
Al palasport di Bolzano il 16 gennaio 2005 in una freddissima sera. Il pubblico quella volta rispecchiava il clima e forse il gruppo ne ha risentito: la performance è stata comunque ineccepibile ma non sono stati travolgenti come la volta precedente.
Infine a Milano una bella sera di luglio 2008. Anticipati dagli Editors che ho potuto finalmente sentire live anche se per poco, abbiamo fatto una mezza bischerata per passare dalle gradinate al prato dell'Arena Civica per gustarci il concerto.
Tutte e tre le volte ero accompagnato anche da due persone importanti per me che poi sono diventati moglie e testimone.
Adoro andare ai concerti ma mi piacciono di più se sono con le persone giuste con quelle che so di poter condividere sia i gusti musicali che le storie che accompagnano le canzoni. Così lo spettacolo si arricchisce di sensazioni forti provocate dalla musica e dalle persone con le quali sono.
Inelluttabile poi quando mi ritrovo a ripensare alle emozioni del concerto, di una canzone piuttosto che di un'altra, mi sorprendo ad emozionarmi per aver condiviso quelle sensazioni con quelle persone. Un doppio brivido che mi trapassa.
Nel comunicato che annunciava il loro scioglimento, Stipe diceva che 'tutto ha una fine'. Ma certe cose continuano a vivere. Le emozioni ed i ricordi non hanno mai fine. 
E adesso fatevi prendere dai brividi.
New Adventure in hifi è un album da enciclopedia musicale.

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Il senso della motocicletta - 2

A proposito del perché a noi piace la moto, dopo la citazione di Dan Aykroyd questo video lo spiega bene.

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A modo mio

Sapersi adattare è un gran pregio. Sapersi adattare è una capacità molto simile alla mimetizzazione degli animali. Ti permette di vivere bene alcune situazioni, a volte al meglio godendo dei conseguenti vantaggi. Forse mi sbaglio o sarà questione di punti di vista ma a  mio modestissimo parere lo trovo diverso dal detto "far buon viso a cattivo gioco" che mi sembra più uno sforzo di pazienza. Chi sa adattarsi sfrutta a suo favore le situazioni alle quali riesce ad adattarsi, che sia al lavoro come tra amici.
A dirla tutta, la capacità di sapersi adattare a me manca. Sono più uno che porta pazienza. Fino ad un certo punto e per un certo genere di cose.
E questa è una lacuna del mio carattere che mi penalizza parecchio.
Sono stato insieme ad una ragazza che voleva e doveva essere perfetta: ogni cosa che faceva doveva esserlo o lo era. A suo modo di vedere. Il più delle volte invece io non lo trovavo così.
Ho avuto un gruppo di amici che faceva certe cose perché bisogna farlo in quel modo o perché lo facevano anche gli altri. Spesso non mi ci trovavo. E mi trovavo fuori dal cerchio.
Accetto differenze di vedute, con più difficoltà quando qualcun altro agisce perché "così è perfetto" o "così si fa".
Finché non infrango la legge, esiste anche un altro modo di fare le cose.
Mi piace agire usando la mia testa. Preferisco sbagliare perché ho agito seguendo quello che credevo e non ascoltando gli altri. Che per molti è il modo sbagliato.
Ma esiste davvero il modo giusto ed il modo sbagliato? E chi lo dice?
Roberto Baggio era un fantasista e per definizione mal si adattava agli schemi. Ma giocava a calcio in modo divino. A modo suo. Un po' come Ezio Vendrame, ma meno plateale di lui!
I Pink Floyd facevano musica splendida fuori da ogni logica. A modo loro.
Anche San Francesco professava in modo rivoluzionario rispetto ai modi del tempo.
Il 1968 è stato anche l'anno della rivoluzione dell'atletica leggera grazie a Dick Fosbury che cambiò per sempre la tecnica nel salto in alto. 
Mi viene in mente quel ragazzo che ad ogni tappa del country tour ballava ai margini della pista per i cazzi suoi emarginato dal resto del clan. Aveva iniziato da poco a ballare country e soprattutto aveva imparata guardando. Almeno, non sapevo fosse iscritto a qualche corso. Ballava in modo decisamente più spettinato rispetto a quanto insegnano ai corsi ma nonostante questo riusciva ad andare più a tempo degli altri molto più laccati e precisini. E soprattutto, ballava accompagnato dal sorriso più luminoso di tutti, divertendosi un mondo.
Preferisco così. A modo mio.
Qualcuno così riesce ad adattarsi per non sentirsi isolato o per approfittare di alcune situazioni. Ma così perdiamo un po' di noi stessi e mi piace poco.
Altri invece se ne sbattono e preferiscono andare per la loro strada.
Come dice Robert De Niro in Casinò: "ci sono tre modi di fare le cose qui: il modo giusto, il modo sbagliato e il modo in cui le faccio io". Questa frase mi riassume bene.
Anche se talvolta mi mette nei casini. Ma preferisco mettermici a modo mio e non secondo gli usi ed i costumi.

 

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Giovanna d'Arco: e 3

Ieri la compagna teatrale di Ospedaletto i-permiracolo è tornata in scena per la 3a di Johanne d'Arc
Dovevo scrivere qualcosa e subito. Ho provveduto così. Spero si riesca a capire la mia calligrafia. E passatemi qualche errore. Sono pensieri scritti di getto senza tanti ripensamenti di genere ortografico ed etico.




Ma non ci fermiamo mica qui! "Johanne d'Arc, lo spettacolo" espatria da Ospedaletto: infatti la prossima data è prevista per domenica 23 novembre a Sandrigo. E non sarà l'ultima!

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Il senso della motocicletta

Tornando a parlare di moto dopo la bella domenica del Distinguished Gentleman's Ride, su un gruppo di motociclisti (biker, per dirla in modo figo) che seguo su Facebook ho trovato una citazione di Dan Aykroyd: "se hai una moto non hai bisogno di un terapista". 
Siccome non mi accontento facilmente e sono uno di quelli piuttosto curiosi (e curioni, se volete) ho fatto una veloce ricerca e sono riuscito a trovare la chat da dove è stata estrapolata quella citazione
Secondo me, è una bellissima descrizione di cosa significa avere una moto e chi è motociclista può capire bene. Non importa il modello: per ogni motociclista la  propria moto da le stesse sensazioni che da la slitta con le renne a Babbo Natale.
La incollo qui sotto. 

Vigo The Carpathian says: Hello Dan! During his Empire webchat a few weeks back, Nicolas Cage said he owns a Romanian staff with magical properties. What’s the most supernatural object that you possess?
My 2003 Harley Davidson police pursuit motorcycle, because when I ride it enables me to transcend all of the earthly stresses and cares and takes me to another dimension. You do not need a therapist if you own a motorcycle, any kind of motorcycle!

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A Genova alluvione delle banalità

Guardo le immagini della tragedia di Genova e rimango senza parole. Le uniche che mi vagano per la testa formulano domande per lo più banali. Per esempio: perché i genovesi piangono se hanno costruito o sono andati a vivere dove si è costruito oltre il limite della sopportazione della natura. Ma mi suonano piuttosto ingenerose. Penso alla precedente alluvione di Genova di un anno fa e mi correggono dicendomi che è successa 3 anni fa. Come passa il tempo! Mi verrebbe da dire che di acqua sotto i ponti ne è passata così tanta che è passata pure sopra ai ponti. Mi sembra impossibile eppure in tre anni i genovesi hanno subito due alluvioni molto pesanti. Così dopo le domande di prima ce ne sono altre, questa volta ingenue: mi chiedo infatti perché i lavori di messa in sicurezza dei corsi dei fiumi (sentivo parlare di torrenti....) ed altri vari interventi indispensabili per la sicurezza dei cittadini non sono ancora stati realizzati né tanto meno iniziati? Poi penso che dall'alluvione di Vicenza sono passati quattro anni e non si è ancora vista una ruspa per i lavori relativi alla realizzazione di bacini di laminazione ed altre opere indispensabili per la sicurezza dei cittadini (nel frattempo però sono stati eseguiti i lavori per la realizzazione dei servizi per la caserma Del Din con conseguenti disagi...). Quindi se i vicentini ma anche veronesi e padovani godono (si fa per dire...) di un anno di vantaggio immagino che i genovesi debbano portare ancora pazienza. Nonostante paghino le tasse locali sulle varie municipalizzate create per dare una poltrona... garantire la sicurezza idrogeologica alla città ed alla sua popolazione. Nonostante ci siano un sacco di 'nonostante' rispettati dalla maggior parte dei cittadini, gli stessi non vedono tornare indietro sotto forma di servizio nemmeno un quarto delle tasse e delle imposte pagate (un quarto sarebbe già tanto!). E allora dove finiscono i nostri soldi? 
Negli stipendi di parlamentari, senatori, senatori a vita, dipendenti dei palazzi romani? 
Nei conti correnti di amministratori locali?
Nella bustarelle di mafiosi e lobbisti? 
Nei conti correnti off shore di imprenditori che si accaparrano finanziamenti pubblici per portare all'estero la propria attività lasciando a casa senza lavoro gli ex dipendenti? Negli F14? 
Nei giudici del CMS? 
Nella cassa per pagare le spese mediche dei parenti dei politici o quelle di trasporto e divertimento personale? 
Non si trovano i soldi per garantire la sicurezza pubblica ma quelli per il tornaconto personale o di altri personaggi non ci sono problemi? In effetti capisco: chi cazzo siamo noi se non semplici cittadini che non portano alcun vantaggio? Siamo solo una pesante responsabilità alla quale vendere slogan elettorali oppure spacciare hashtag in tempi più moderni. Non valiamo niente quindi non veniamo ascoltati né calcolati.
Intanto, ad una poliziotta che presta servizio pubblico con un certo grado, per lo spostamento casa/lavoro viene pagato al massimo il biglietto del treno A/R Vicenza-Padova così può portare a casa €1.000,00 al netto delle spese di autostrada e carburante e con quello deve mantenere due figli, se stessa e pagare tasse ed imposte per assicurare lo stipendio a chi non le vuole pagare un biglietto di un treno migliore. 
Una risposta altrettanto banale e superficiale sul dove vanno a finire i nostri soldi ce la avrei. Chi deve prendere le decisioni per il bene del Paese che amministra e per il bene delle persone che lo votano (ma anche di quelle che non lo votano... sarà per questo?) porta a casa uno stipendio da brividi tanto è alto. Sono dipendenti pubblici come lo è la poliziotta che magari deve garantire la loro sicurezza..... E poi quelle persone incravattate o dentro i tailleur non sanno dove andare a prendere i soldi per pagare i poliziotti gli insegnanti i bidelli gli infermieri ... Com'è ridicola e banale la vita. La domanda che si dovrebbero fare è: ci dimezziamo di numero e ci dimezziamo tutti i soldi che prendiamo a vario titolo a favore delle casse dello Stato, dei cittadini e degli altri dipendenti pubblici che svolgono un servizio pubblico e sociale più importante del nostro oppure ci teniamo tutti i soldi se non di più. Datevi una risposta, ben sapendo che sarà sbagliata.

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The Distinguished Gentleman’s Ride, Vicenza 2014

È con un certo ritardo che mi metto a scrivere di domenica 28 settembre. Avrei voluto (e dovuto) scrivere qualcosa prima del 28 settembre, ma le mie giornate durano 24 ore e va bene che ho una conclamata tendenza a tirar tardi con attività più o meno amene, ma questa volta non ho trovato né posto né la giusta concentrazione.
Tant’è, non penso che un post sulla Zona Verde avrebbe potuto influenzare l’affluenza. 

Le 5 W del Distinguished Gentleman’s Ride (who, what, when, where, why)
don draper mad men matchless distinguished gentleman's rideMa quello che è successo domenica 28 settembre parte molto prima. Con precisione nel 2012 quando Mark Hawwa, motociclista australiano dal forte retrogusto cafe racer, viene colpito dall'immagine di Don Draper, personaggio del telefilm Mad Men, che col suo tradizionale abito elegante da uomo pubblicitario degli anni ’50 se ne sta in sella ad una Matchless.
Da qui l’idea: non tutti i biker rispecchiano quel negativo stereotipo collettivo nel quale chissà perché sono caduti, anzi! Come Don Draper, ci sono molti motociclisti ‘fuori dal comune’ e per dimostrarlo ha legato questa iniziativa ad una raccolta fondi per beneficenza. E così è nato il Distinguished Gentleman’s Ride, letteralmente il giro in moto del distinto gentiluomo.
Con lo scopo di dimostrare che i motociclisti non sono rudi, villani e screanzati (e caso mai sono solo più agili in mezzo al traffico) nel 2012 ha radunato un gruppo di motociclisti: loro vestiti alla Don Draper, in abito elegante, da distinguished gentleman appunto, mentre le moto dovevano rigorosamente essere in stile classico, al massimo con un tocco in stile cafe racer.
Il Distinguished Gentleman’s Ride quindi è un evento che vede dei motociclisti in ghingheri radunarsi e fare del bene, perché chi partecipa è invitato, non c’è alcun obbligo al riguardo, a fare una donazione per la ricerca alla lotta al cancro.
Nel 2012 il DGR ha visto la partecipazione di oltre 2500 motociclisti di 64 città. Nel 2013 i partecipanti sono saliti 11.000 in 145 città raccogliendo più di 277 mila dollari a favore della ricerca sul cancro alla prostata.
Le donazioni per l’edizione del 2014 andranno alla Prostate Cancer Foundation del Regno Unito, Stati Uniti e Australia. L’aspettativa era quella di raccogliere 1 milione di dollari: cifra raggiunta alcuni giorni prima del 28 settembre grazie ad oltre 250 città di 57 nazioni!

Distinguished Gentleman’s Ride, Vicenza, 28 settembre 2014
Non so come non so quando ma questa bellissima iniziativa è approdata anche a Vicenza. La prima volta, due anni fa, c’erano pochissime persone, e non potevo esserci. L’anno scorso ero libero ma ha piovuto come tutto il 2013. Così appena saputa la data dell’edizione 2014 mi sono messo in contatto direttamente con Mark Hawwa per sapere chi contattare a Vicenza per aiutarlo nell'organizzazione. Mi ricordo che ci eravamo sentiti  l’anno scorso con alcuni messaggi però poi la cosa era finita li. Questa volta però siamo andati avanti, ho incontrato Enrico una sera per una birra, buttato giù qualche idea e qualche domenica dopo ci siamo ritrovati per studiare il percorso. 
Qualche messaggio per alcuni dettagli e poi il ritrovo stabilito a Monte Berico per le 15:30. 
La mia organizzazione si è limitata alla semplice propaganda, ho gettato la rete nel mare dei biker veneti (sconfinando in Friuli) sperando di raccoglierne il più possibile ed anche nella loro influenza sui loro amici. 
Salendo la strada verso la Basilica di Monte Berico ho detto ad Anna che ero senza i documenti della moto. Quando ho visto i vigili mi stavo già immaginando la scena di un mestissimo ritorno verso casa in autobus. 
Arrivato al Piazzale della Vittoria e scorti i primi manubri, alcuni luccicanti sotto il sole, sono stato attraversato da un brivido profondo!
Sarà che ho chiamato le persone giuste. Sarà stata la bellissima giornata che ci ha concesso il cielo (non ricordo domeniche estive così belle e calde!). Sarà che l’iniziativa motociclistica mista a goliardia e beneficenza è piaciuta. Tanto che è voluta venire anche Anna e sono stato molto felice! Sarà anche un sacco di altre cose ma più di 200 moto né io né Enrico ce le aspettavamo! Mi si sono sbiancate le basette!
Ci siamo guardati senza dirci una parola. Abbiamo aspettato un po’ per aspettare che arrivassero tutti, pur senza sapere quantificare la parola ‘tutti’. Nel sito ufficiale del Gentleman’s Ride avremmo dovuto essere circa un centinaio, sulla pagina di Facebook del DGR Vicenza qualcosa di più. Eravamo il doppio. Capisco i passeggeri , ma vederli tutti quanti li è stato bellissimo. 
C’erano moltissime Triumph, dalla Bonneville alla Thruxton passando per numerose Scrambler, tutte ormai poco vergini. Non mancavano le Honda CB, le Harley, tante special su basi diverse (mi sono piaciute due BMW R, una color caffè latte ed una total black con faro anteriore a gas) e le immancabili Moto Guzzi V7. Una Honda Goldwin ultimo modello e una BMW Nine T rappresentavano il futuro delle moto classiche ed allo stesso tempo esaltavano il fascino di quelle più datate.
Da ammirare una Trident viola, la preferita di Anna, una Bonnie anni ’70 mentre la nonna era una bellissima BSA degli anni ’60 (non ricordo con la precisione, forse ’62?) in splendida forma.
Quando siamo partiti da Monte Berico tutte le moto hanno fatto sentire la loro voce. Mi sono girato verso Anna e le ho detto: “Adoro questo suono!” pervaso da un secondo brivido. E' stato splendido sentire le moto rombare insieme in un'espressione di distinta arroganza per prendersi per un giorno lo spazio tutto per loro.
Siamo scesi verso il concessionario Triumph per una marketta: la casa inglese quest’anno è stata sponsor mondiale della manifestazione quindi un passaggio è stato più che dovuto. Almeno ho potuto salutare Sandra Jenny e Marcello che non vedevo da tempo. Non penso che Enrico e Federico si aspettassero così tante persone… almeno l’apertura domenicale è stata più che giustificata!
Di li la partenza vera e propria per il Distinguished Gentleman’s Ride, un serpentone lungo e dal piacevole sound basso e grintoso che ha riempito i colli ed è salito sui colli, da Villabalzana a San Gottardo e…. poi boh perché ad un certo punto mi sono fermato perché una splendida Ducati Scrambler aveva problemi alla candela. Una sosta tanto breve quanto fatale per perdere il resto dei gentlemen e delle ladyfolk. D’accordo con Enrico avrei dovuto essere la moto scopa ma ci siamo trovati troppo indietro (in effetti, Enrico mi ha detto che su in salita andava fisso… ma capisco l’adrenalina che gli pulsava nel polso!). Ecchissiricordava la strada? Ricordo che doveva essere un giro inverso a quello studiato inizialmente ma non sono riuscito a trovare la strada. Imbarazzo totale ma nessuna paura: tanto che abbiamo prolungato il giro salendo a S. Giovanni Monte e scendendo al lago di Fimon e Fimon paese. Tanto lungo che una splendida Honda CB 750 di oltre 30 anni è rimasta senza carburante! Da li siamo tornati verso la città al bar Smeraldo al lato est di Campo Marzo: è stato splendido ammirare il semicerchio di moto che si è sistemato in modo improvvisato ma ordinato. Diverse strette di mani, molte conoscenze. Mi scuso se a qualcuno sarò sembrato un po’ freddo (cagacazzi in gergo tecnico) e mi spiace ma ero rapito dalle impressioni che mi hanno sorpreso.
E' stato bello, un po' improvvisato perché fuori misura. Ma già non si vede l’ora dell’edizione 2015.
















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Cosa me ne faccio della tecnologia?

Mi autocopio, o mi autocito, faccio l'autoreferenziale... Qualunque cosa stia facendo, incollo di seguito quello che ho scritto sul post di una amica sul social network più famoso del mondo, riguardo un suo vaneggiamento notturno sulla tecnologia. 
Molti la detestano, ma non ne sanno fare a meno (eccolo qua uno per esempio!). Molti altri la amano per principio.
Voi da che parte state?

lo sviluppo tecnologico degli ultimi anni è stato impressionante, così tanto che le batterie degli apparati non la supportano!
i cellulari stanno tornando grandi come quelli che una volta venivano chiamati 'cabine telefoniche', degli orologi qualcuno se ne era dimenticato e adesso che ci hanno messo una mela sopra è tornato in voga come strumento indispensabile (e pensare che il primo orologio 'intelligente' è italiano, ma nessuno se lo è filato perché non aveva il marchio giusto... questa è una delle dimostrazioni di quanto siamo deficienti!).
Michael Night di Supercar era avanti 30 anni! però lo prendavamo per il culo dandogli del mona perché parlava con un orologio. adesso ci sono già milioni di persone che sognano di essere mona come lui.
a mio modestissimo parere, lo sviluppo è tale e utile però se è messo a disposizione di tutti. prendete le auto ecologiche, quelle elettriche/ibride intendo: un lusso da minimo 40 mila euro. lo sviluppo deve aiutare la collettività e non soddisfare le esigenze di un individuo.
qualcuno dirà che ci sono tante app belle e utili ma la loro funzionalità sono soggettive: tripadvisor, per esempio, si basa sulle opinioni personali della gente (tra le quali anche quelle di chi deve essere giudicato....) e chi sceglie dove andare si deve fidare degli altri (quando esistono).
a parte il videoregistratore e l'mp3, la tecnologia non mi piace. non ce l'ho nemmeno sulla moto, e quella che ho sulla macchina una volta mi ha lasciato a piedi.
i prossimi passi? magari gli occhiali smartphone dove poter leggere direttamente le notizie, internet, fare le telefonate ed avere tutte le informazioni della gente che abbiamo davanti. alla faccia della riservatezza (cazzo, basta chiamarla privacy!): tanto richiesta e poi auto incendiata sui vari social network. 
e pensare che se vuoi stare su internet ma desideri la tua riservateezza, devi fare richiesta a chi ha le chiavi e ti fa entrare di garantirti qualcosa che dovresti già avere che è il sacrosanto diritto di stare in pace: trovo assurdo che per navigare nell'oceano multimediale devi dare tutti i tuoi dati e tutti possano trovarti.
non salvo quelli che richiedono di stare in pace ma fanno il 'check-in' in varie parti, per far vedere agli altri cosa fanno dove sono con chi sono cosa quanto e quando mangiano.
una volta toccavi le tette delle ragazze, adesso ci si diverte guardandole in uno schermo da 5'. vedete voi cosa è meglio!
abbiamo vissuto più di 2000 anni senza tecnologia. non penso sia indispensabile.


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11 settembre - 13 anni fa

13 anni fa ero in un piccolo pezzo d'America in Italia. Da bravo stagista di una multinazionale USA stavo controllando la rassegna stampa quando ho letto.
"Attentato alle Torri Gemelle". Una manager ha preso un colpo, perché in città c'era una ex stella dell'NBA e ha scambiato le Torri Gemelle per le Torre degli Asinelli (sì, ero a Bologna) e ha preso un colpo. In realtà stava per prendere una testata fa me, ma mi sono trattenuto.

Di colpo mi è venuto in mente il televisore nella sala grande al pian terreno e sono corso giù ad accenderlo. Anche perché i siti dei principali quotidiani non reggevano la mole di visite e non erano raggiungibili.
Dopo pochi minuti sono scesi in molti a seguire quello che stava succedendo. C'era silenzio, incredulità e qualche lacrima.
Abbiamo visto in diretta il secondo aereo schiantarsi sull'altra torre, pensavamo fosse ancora il primo invece era un altro. Dopo l'iniziale sorpresa ci siamo tutti ammutoliti. Anche se volevamo dire qualcosa non ci riuscivamo.

Davanti a quelle immagini mi sono sentito piccolo e impotente. Chi? Perché? Ho visto cittadini americani di fianco a me impietriti. Uno dei manager del settore vendite, cittadino americano, era più incazzato che scosso. Anche se non era di New York si vedeva come l'attacco a uno dei simboli del proprio Paese, non importa di che tipo, era un oltraggio, uno schiaffo in faccia accompagnato da un sorriso beffardo. 
Chissà come avremmo reagito noi se fosse successo in casa nostra.

A distanza di 13 anni, cos'è cambiato? 
La, in Medio Oriente, quasi niente.
Nel resto del mondo, quasi tutto. 
L'esportazione della democrazia che tutto il mondo civile (?) continua unito a supportare ha avuto i risultati che vediamo, pagando un prezzo elevato: sangue innocente e spreco di soldi pubblici.
Quasi non avessimo letto i libri di storia o, in caso, avessimo saltato il periodo dal XI al XIII secolo.
Non si impara mai dalla nostra storia. Peccato. Quello che mi fa più male è che chi dovrebbe pagare le conseguenze non le paga. Le pagano sempre le persone sbagliate, quelle che non c'entrano e nemmeno avrebbero voluto tutto questo.



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Una pedata al calcio giovanile italiano

Il calcio in generale sta diventando più palloso di una partita di cricket (chi lo conosce sa che può durare giorni): tanti passaggi, tanti errori, pochi tiri in porta, poche emozioni. Lo abbiamo visto al mondiale in Brasile, lo abbiamo rivisto nelle due sfide di Supercoppa di Spagna nonostante fosse il derby di Madrid tra Real e Atletico.

Dopo la disfatta del mondiale, dove la nostra Nazionale di è presentata con una età media alta, si reclamava un rinnovamento del calcio italiano, nuova dirigenza e nuova leva calcistica. 

Di conseguenza, il calcio italiano è ripartito con un presidente federale di 71 anni (Ta-vecchio di cog-nome) e con la conferma del fuoco sacro di Pirlo, dimostrando la totale mancanza di un progetto a lungo termine. Ho notato che i dirigenti delle squadre italiane hanno risposto per le rime e con la loro personale coerenza a questo appello di rinnovamento e ringiovanimento: hanno così portato in Italia tanti giocatori stranieri, più o meno giovani, di dubbia o molto incerta qualità. Sono arrivati anche degli ex fenomeni in età matura, scarti di top club europei che vengono prestati ad una Serie A che non se li potrebbe permettere.
La loro coerenza è dimostrata dal fatto che della Nazionale italiana di calcio se ne sono sempre altamente sbattuti le balle.

I nostri giovani invece espatriano (fuga dei piedi?) in campionati esteri come Germania, Inghilterra e Portogallo. Il vice capocannoniere delle ultime due edizioni della Eredivise, il massimo campionato olandese, è finito in Inghilterra al Southampton. E' Graziano Pellè, italiano. Fosse stato di qualsiasi altra nazione, Gambia, Colombia o Uzbekistan, sarebbe stato tutto diverso. 
Intanto nell'Under 21, una volta la fonte della Nazionale maggiore, è ricca di calciatori che giocano in Serie B e nelle competizioni si nota che è una Nazionale giovanile di serie b. 
Poi i giornalisti italiani si riempiono la bocca di parole delle quali nemmeno conoscono il significato come cantera.


Forse meglio così: forse la Serie A non è più il campionato più bello ed ambito del mondo ed in quelli esteri i giovani calciatori italiani possono crescere meglio e possono tornare in Italia più maturi, sia da un punto di vista umano che sportivo e magari potendo dare qualcosa in più alla Nazionale.
In fondo si diceva cosi anche per gli stranieri che venivano nel nostro campionato, venti e passa anni fa!

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Non è un calcio per giovani

Il Milan ieri era interessato a Mattia Perin, il giovane (classe 1992) portiere del Genoa. Oggi leggo che invece avrebbe scelto Diego Lopez (classe 1981) che si sarebbe rotto le balle del Real Madrid. Il giovane portiere italiano è rinviato all’anno prossimo. 
La Juventus tri campione consecutiva d’Italia (vediamo se farà tri figura di merda in Champions League!?) ha/aveva buoni giocatori giovani: Domenico Berardi (classe 1994, 16 gol con la maglia del Sassuolo alla prima esperienza in Seria A), Simone Zaza (classe 1991, 9 gol anche lui con il Sassuolo all’esordio in Seria A, l’anno prima 18 con l’Ascoli in B), Manolo Gabbiadini (classe 1991, non tanto prolifico ma è un attaccante vero e proprio) e poi Ciro Immobile (classe 1990, mica più tanto giovani ma ancora un pulcino per dirigenti e stampa, l’anno scorso capocannoniere della Seria A con 22 gol alla seconda stagione da titolare nella massima serie). Ma i primi due li ha lasciati a maturare ancora un anno in Emilia, il terzo è ancora a metà con la Sampdoria mentre l’ultimo è stato spedito senza pensarci un attimo in Germania al Borussia Dortmund. Nonostante questi buoni giocatori di sua proprietà la Juventus si è svenata (20 milioni di euro) per acquistare dal Real Madrid tale Alvaro Morata (classe 1992), riserva delle Merengues e bomber della squadra B e della Nazionale Under 21 spagnola (con una clausola che permette al Real di riprenderselo, dietro un pagamento di almeno 30 milioni di euro). Inoltre ha prelevato dal Manchester United il 33enne terzino sinistro Patrick Evra.
Si parla di ritorni in Serie A di Zlatan Ibrahimovic e Samuel Eto’o. Ultra trentenni. I dirigenti delle società di calcio danno la caccia ed il benvenuto a giocatori stranieri di dubbia qualità mentre ignorano i giovani. 

Poi ci si chiede perché la Nazionale italiana al mondiale in Brasile ha fatto una figura di merda! Su alcuni motivi mi sono già espresso. Subito dopo la disfatta mondiale, si è fatto un appello per rinnovare il calcio italiano, non solo dal punto di vista dirigenziale, ma anche di lavorare per promuovere i giovani giocatori. 
L’appellò però è stato girato nel cesso e poi si è tirato lo sciacquone dopo averci pisciato sopra.
Se i dirigenti italiani continuano con questa strategia dello straniero mediocre a costo relativamente basso, faremo una collezione di brutte figure mondiali. Se riusciremo a qualificarci.
L’Inghilterra non insegna: prima copiamo i loro stadi dopo anni di ritardo ma al contrario (noi vogliamo ridimensionarli come i loro degli anni ’90 del dopo Rapporto Taylor, mentre i club inglesi adesso li ingrandiscono per aumentare la capienza…) ed ora replichiamo anche la stessa strategia di mercato. La nazionale inglese fa schifo da anni. 
Il calcio italiano ha un settore giovanili enorme, dai dilettanti (anche su questo ho dei sassolini nelle scarpe da togliermi) in poi, vedi i nomi dei giocatori nominati all’inizio. Ma finché non hanno almeno 25 anni sono considerati ancora giovani o non ancora pronti per un (presunto) top club italiano. Allora qualcuno mi può spiegare perché il Borussia Dortmund considera pronto per la Bundesliga Immobile?
Cos’ha Alvaro Morata più di Berardi, Zaza, Gabbiadini ed Immobile? Ha giocato nella squadra riserve del Real Madrid, a livello internazionale a parte qualche apparizione in Champions League ha giocato con la nazionale Under 21. 
Nessuno ha fatto la media dell’età dei giocatori campioni del mondo della nazionale tedesca? 26,2 anni. Che tolti Lahm (1983) e Klose (1978) si abbasserà ancora: ovvero giocatori che possono giocare altri due mondiali. Mario Götze che ha segnato il gol vittoria ha da poco compiuto 22 anni e gioca nel Bayern Monaco. Perché gli attaccanti della Juve sono in prestito/comproprietà in club minori (con tutto rispetto) a giocare per la salvezza?
La Germania, con la sua nazionale, in collaborazione anche con i club, ha seguito un progetto di medio/lungo termine.

I manager (mi fa molto ridere questa definizione, accostata a chi gestisce il calcio e lo sport in Italia) italiani invece dimostrano la totale mancanza di una strategia di 3-5 anni. Parlano di club come aziende ma in pratica la gestione mi sembra tutta un'altra cosa. Oppure abbiamo un concetto diverso di azienda.
Eppure, se tra gli stakeholder dei club vengono inclusi anche i tifosi (certo, come no, è bello dirlo a parole...) che con i biglietti e gli abbonamenti finanziano la società, si deve dare una risposta anche a loro. Ben intenso, non solo a quella decina di capi ultrà ai quali viene riconosciuto il diritto di incontrare il neo allenatore! Ma a quelli che si fanno 400 km per vedersi la partita due volte al mese. 
Preferisco una strategia di qualche anno, che porti a maturazione i giocatori e a vincere piano piano qualcosa. Come il Milan olandese di Sacchi degli anni '90. 
Ma si sa, in Italia certi discorsi sono censurati. Bisogna  vincere subito. Anche se poi non ci si riesce.

L’Italia, non solo nel calcio, non è un paese per giovani
Me la metto via. Prima del mondiale spagnolo del 1982, l’Italia ha aspettato 44 anni prima di vincere di nuovo la Coppa del Mondo. Temo di rischiare di non vedere più l’Italia vincere un altro mondiale.

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Vita

Il mese scorso in un momento particolare di basso livello di euforia avevo scritto qualcosa riguardo le varie fasi della vita.
Adesso pare di essere in quella della maturità, per la precisione in quella delle nascite.
Una mia ex compagna di univeristà ha avuto da pochi giorni il secondo figlio, una bella bambina. Mi ricordo ancora quando in una notte - ma dai? - di primavera ho letto la sua email nella quale annunciava la sua felicità per il primo: era la prima maternità/paternità post universitaria, un altro segno che la vita stava andando avanti con la sua consueta ineluttabilità mentre la mia rimaneva li dov'era.
La cosa bella della vita però è che il suo cerchio, o la sua linea, non è mai così scontata e le sue tappe possono susseguirsi in un alternanza molto soggettiva.
Per esempio, c'è qualcuno che diventa padre per la prima volta passati i 50. E' il caso di un caro ex collega, uno di quelli coi quali ti trovi particolarmente bene da tenersi in contatto anche quando si passa ad altro.
Nei nostri infiniti dialoghi via whatsapp sui massimi sistemi eravamo piuttosto d'accordo sul fatto che non era il periodo più bello per concepire una nuova vita, con poteri forti sempre più tali ed opprimenti mentre quelli più deboli sempre più schiacciati ed emarginati. Scrivevo queste cose guardando il piccolo Tommaso intento a scoprire ogni attimo qualcosa di nuovo attorno a se, quando non era intento a scambiare sguardi di reciproca meraviglia con Pescello sdraiato sulla sua culla ...
Ora anche lui, l'ex collega, si trova con un'altra (piccola) meravigliosa creatura con la quale condividere la sua vita. Mi spiace aver percepito nei nostri messaggi un certo disagio tra le sue parole. Spero possa aver aperto il suo cuore ad un po' più di gioia.
Nel frattempo, vedendo crescere Tommaso e vivendo ed aspettando altre nascite, ho cambiato la mia opinione: è vero che ci sente piuttosto irresponsabili ma è ancora più vero che non ci si può arrendere anzi, si deve rispondere. Tommaso, Anja, Luisa, Agata, Elia, Gioele, Davide sono le risposte a questa situazione. La speranza di una vita migliore più bella ed equa. Sarebbe un grosso errore da parte nostra non voler partecipare al miglioramento. Abbiamo l'obbligo minimo di tentare.

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