2017 out, 2018 in. Gira la ruota.

Quell'ultimo dell'anno vissuto in famiglia è fatidicamente arrivato: colpa di Teresa e dei suoi denti o del suo presunto virus e del medico che ha consigliato di non portarla in posti con altri bambini. Visto che saremmo dovuti andare a casa di amici dove gli infanti sono pari agli adulti, alla fine ce ne stiamo a casa.
La prima reazione è stata quella di andare a prendere il necessario per la paella vino incluso mi par chiaro, un Vermentino sardo per la cronaca. Speriamo bene dobbiamo ancora iniziare.

Anche questi 365 giorni sono andati. L'anno scorso lo avevo mandato a fare in culo. Il 2017 ha non ha voluto essere da meno del 2016 per quanto riguarda il lavoro: anche questo infatti è stato l'anno dei lavori assurdi, assunto per aziende che vogliono andare in America senza metterci piede e spendere un euro, per altre che non sanno nemmeno sia necessario per raggiungere quello che vogliono e altre che sono così incasinate da mandarmi via perché per colpa loro non sono riuscito dopo due mesi a ottenere il risultato richiesto e che loro cercano di realizzare da 2 anni e mezzo (giuro, è vero non c'è alcun errore di sintassi o di logica, non sto scrivendo da ubriaco e presumo non lo siate nemmeno voi) infine non poteva mancare quella che ti manda la bozza di contratto e poi scompare così com'è arrivata.

Le conseguenze di tutte queste roccambolescherie le pagherò la prossima primavera quando farò la dichiarazione dei redditi mannaggia.

T'nT, in arte Tommaso e Teresa, stanno bene per fortuna, ci manca solo che lei attacchi a parlare nel pieno rispetto della sua dinamicità e un po' temiamo il momento in cui inizierà a parlare.


Se non sono stati i figli a regalare emozioni ci hanno pensato i Fast Animals and Slow Kids in una di quelle che sarebbe dovuta essere una sera qualsiasi di fine giugno. Meno male che la musica non tradisce e riesce sempre a farti bollire il sangue nelle vene. Il mio trasporto non è più quello dell'adolescenza ("the more you change the less you feel", ricordate Billy Corgan nel 1995 vero!?) ma al primo ascolto domestico ho capito che loro erano quello che stavo cercando, sensazione confermata alla prima distorsione ascoltate quella sera.


Per il resto mi porto a casa la conferma le persone sulle quali puoi fare affidamento sono davvero poche e che bisogna essere il più forti possibile. Non è una gran bella conclusione ma è quello che trovo alla fine di quest'anno (almeno la scrivo ora ma ci ero arrivato del tempo fa).


In questo 2017 mi sono sentito più vecchio, più fisicamente che mentalente perché la voglia di andare in giro in bici con gli amici di correre c'è sempre ma mi sono reso conto dell'inesorabile allungamento dei tempi di recupero oltre che del rallentamento di un metabolismo mai stato mio amico.

Mi sono anche accorto che ho scritto poco quest'anno. Avrei voluto scrivere almeno una volta al mese. Ma ero privo di argomenti per questo blog (mentre per gli altri invece non mancavano). O di tempo. Di quello giusto per riflettere bene di sentire l'ispirazione (mica come adesso che scrivo un po' per effetto, anche se le mie parole sono sincere, come sempre). O perché non conveniva perché vivo in una città dove molti sanno molto ma non dicono niente perché è meglio così, anche se poi le voci corrono tra le strade e le vie e le piazze perché la gente chiacchiera e di farsi i cazzi propri non è capace del tutto.
Così continuiamo a vivere in questa città dove devi avere le amicizie giuste per essere qualcuno e fare qualcosa altrimenti devi farle in altre città oppure fotterti e stare muto. O anche perché non ho questa arroganza di credere che quello che penso io fotta qualocosa a qualcuno.

Saluto questo 2017 senza rimpianti e non mi faccio aspettative per il 2018, anche perché sapete come la penso su queste baldracche. Ciao 2017, chiudi la porta quando vai via.


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Corsa inaspettata

Oggi sono tornato a correre. 10 km sotto l'ora. Una media al km migliorabile ma non male considerando che sono salito fino a Villa Valmarana ai Nani dalla ciclabile della Riviera Berica, che l'ultima volta che ho corso sarà stato settembre e per circa la metà della distanza di oggi e che continuo a dormire poco e il mio corpo è stanco (di mandarmi a quel paese!).

Dopo lo stretching dovuto ero sulla via di casa casa placido piuttosto stanco e con la testa già alla doccia quando poco dopo la chiesa di Longara incrocio altri due runner.
Più che dalla ragazza mora sono stato attirato da lui: un signore con i capelli bianchi riccioli. Lo guardo e penso: mi sembra lui! Senza occhiali stanco e col sudore che mi manda in confusione la vista non ne ero tanto sicuro.
Mi ha colpito un particolare: mi ha guardato le scarpe con una certa attenzione e poi ha confabulato con la ragazza.A quel punte le mie certezze sono salite. Poco dopo mi giro e vedo che anche loro si sono girati e sembrano guardarmi. " Vieni con noi? Andiamo su fino al bivio dove c'è la rotatoria e torniamo".

Tradotto per chi non conosce il posto: significa farsi la salita di Strada San Rocco fino in cima dove c'è la rotatoria (ebbene si, a Vicenza piazziamo rotatorie anche in cima i colli) dove a destra vai a Villabalzana e a sinistra invece vai in un bel posto dove però si spende tanto per non mangiare né bene né tanto.
Circa 4 km, 260 metri di dislivello e una pendenza di poco superiore al 5%.
Sarei stato anche a posto. Il cardiofrequenzimetro poi poco prima mi aveva informato di aver raggiunto il mio obiettivo della giornata. Però...
Non è ancora mezzogiorno e cosa vuoi che sia andare fino la. "Andiamo su piano" mi rassicura il signore.
Ma sì, dai, facciamocela 'sta corsa, quando mi ricapiterà di correre con Gelindo Bordin???

Già. Una di quelle poche volte che vado a correre quest'anno incontro un campione olimpico che mi invita a correre con lui. Mica una corsa col campione organizzata dal negozio di abbigliamento sportivo con altre 200 persone, ma una corsa uno fianco all'altro.
Prima di partire mi dice che è una cosa tranquilla, anche in rispetto della compagna di corsa.
Io lo avverto che sono così giù di forma che Adriano quando giocava nella Roma era in formissima in confronto.

La prima parte è andata anche bene e mi stavo sorprendendo! Parlavo anche con Bordin sulle mie scarpe (fatalità delle Diadora, per quello me le aveva guardate) sulle mie impressioni e sulla modifica che ho fatto per correre meglio e su quelle che stava testando lui per il 2019. Appunto, parlavo su ua strada in salita. Bravo mona! Ero così preso dal correre con lui che nemmeno ho pensato alla grandissima boiata che stavo facendo. Soprattutto dopo la corsa di prima e nelle mie condizioni fisiche.
Inevitabilmente sono scoppiato, per assurdo in un cambio di pendenza con strada più piana. A quel punto ho alternato corsa e camminata perché comunque volevo arrivare in cima! Ma mi hanno raggiunto prima loro che ormai stavano tornando indietro.
Quella strada infame: ogni volta me la ricordo più corta di quanto non lo sia! E alcuni tratti sale forte.
Poi per uno come me che non somma due ginocchia sane la discesa è ancora peggio della salita. Sì  insomma a un certo punto gli ho anche detto di non aspettarmi e fare il suo lavoro perché mi spiaceva disturbarlo però lui è stato molto comprensivo.
E' stato caso bellissimo, molto emozionante correre così con un campione come lui.

Per la cronaca, prima avevo fatto questi due percorsi:
Andata:


Ritorno:


Di solito quando vado a correre sto via un'ora poco più. Stamattina sono stato via più di due ore. Anna si era preoccupata anche perché quando vado a correre non mi porto via il telefono, mi da fastidio tenere in mano anche un paio di chiavi. Chiaro che quando sono arrivato a casa, mi ha aperto la porta con la sua espressione inceneritrice ma mi ha solo chiesto se mi ero perso. 
Quando le ho risposto che avevo prolungato la corsa con Gelindo Bordin non ha avuto parole per controbattere e ha capito tutto. Forse avrà anche visto le stelline che avevo agli occhi. 

E' mezzanotte passata. Le gambe non mi fanno male e a livello muscolare è una gran cosa. Ma le ginocchia non la pensano allo stesso modo. Dopo tanta inattività la ripresa è stata un po' sconvolgente (eufemismo). 
Ma vuoi mettere. Mamma, ho corso con Gelindo Bordin!!!
E se non è motivante questo non so cosa lo sia. Prossimo obiettivo, salire fino in cima San Rocco senza tornare indietro senza sputar l'anima a metà strada e dover tornare indietro a riprenderla sbucciandosi gomiti e ginocchia!
Che bello correre! E pensare che l'idea era quella di prendere la mountainbike! 

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