Pregiudizi e bisogni

Una maglietta che trasuda tanti significati. Quando ho smesso di giocare a calcio mi ero detto che non sarei più tornato in palestra. 2 anni di palestra pre e post operazione al ginocchio mi erano più che bastati. Inoltre, non mi piace lo sport al chiuso né dover seguire le istruzioni di qualcuno. 

Corro e vado in bici, avevo detto. Ma tra una articolazione dolente, il meteo, gli amici da mettere d'accordo, la famiglia, un gomito che fa contatto col ginocchio e varie ed eventuali non ho mai fatto davvero quello che volevo e come volevo. E tutto è rimasto nelle intenzioni. Belle ma mai concretizzate davvero. 

Cosi quando arrivi a un certo punto, meno male ancora lontano dal limite perché il DNA è una catena che ti lega ineluttabilmente, e ti accorgi che da solo non ce la fai, scatta qualcosa. Perché avrò dato anche spazio alla mia pigrizia, ma resto sempre una persona che ha bisogno di fare attività, che quando sta ferma per troppo tempo diventa irrequieto. E così, lottando contro i miei pregiudizi, una sera ho provato qualcosa di nuovo che non avrei mai detto di poter affrontare. 

Forse non è il mio forte. Per il momento. Ma sufficiente per scoprire che ne avevo bisogno, che la fatica è quello che volevo. E allora va bene anche seguire le indicazioni di un'altra persona e dopo tutto non è tanto diverso da quando facevo gli allenamenti di calcio.



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