Gli Smashing Pumpkins a Bologna - 18 ottobre 2018

Gli Smashing Pumpkins quasi originali hanno suonato per più di 3 ore a Bologna per una Unipol Arena strapiena. Per la quarta volta ero davanti a loro.


Sono le 3 del mattino. O della notte, il confine tra i due mondi è molto confuso a un certo punto. Soprattutto dopo un concerto che ti ha proiettato indietro nel tempo. Di oltre 20 anni, 23 per la precisione che sono quelli passati dalla prima volta che vidi il video di "Bullet With Butterfly Wings" su MTV. Da li in poi gli Smashing Pumpkins, con Mellon Collie and the Infinite Sadness, Gish, Siamese Dream, il cofanetto The Aeroplane Flies High diventeranno la colonna sonora di quegli anni, di due picche, di telefonate infinite e lettere scritte a notte fonda o sui banchi di scuola o di serate trascorse per la provincia attraversata su una Lancia Y o una Peugeot 106. Stanotte faccio più fatica del solito ad andare a letto perché sono appena tornato dal concerto di Bologna proprio degli Smashing Pumpkins e le emozioni sono ancora calde, tenute in circolo dal cuore che le sta pompando forte. 

Allora meglio cogliere l'attimo, perché la musica è qualcosa di pancia e bisogna lasciare spazio alle emozioni schiette, meglio se poi vengono condite da un sonno stanco ma molto felice. Così rispolvero il mio libretto, uno di quelli dov'ero solito trovare sfogo e rifugio, e stendere queste emozioni per non perderle nel sonno. Questo concerto, come tutti quelli che ho visto, è iniziato mesi fa e cioè quando è stata ufficializzata la data di giovedì 18 ottobre alla Unipol Arena di Bologna. Un minitour per celebrare la reunion della band (meno D'arcy). Billy Corgan, James Iha e Jimmy Chamberlin di nuovo insieme in quella formazione che a metà anni 90 ha messo in ginocchio una generazione ora a cavallo dei quaranta. Quasi un privilegio rivederli live visto che Bologna è stata scelta come unica data in Italia e la seconda in Europa dopo Londra, l'altra città europea. Immediatamente dopo l'ufficializzazione della data è iniziato il giro di messaggi: Infe e Jimmy ci sono quindi bene è come se fossimo già la e il biglietto non costa la solita e ormai non più sorprendente esagerazione che ti fa bestemmiare rabbiosamente. 

Peccato avessi tralasciato quel dettaglio non tanto indifferente che non c'erano altre date in Europa e in Italia prima e dopo Londra e Bologna e quindi i biglietti sono stati venduti quasi subito. 
Non mi servirà a esercitare la professione ma meno male che quel tesserino di giornalista pubblicista conserva un'altra utilità e che Veronica & Co. al momento mi lasciano lo spazio digitale per scrivere qui
Non finirò mai di ringraziare Giacomo per avermi dato l'opportunità di assistere a uno dei più bei concerti che abbia mai visto. 

L'ultimo ostacolo è il passaggio per Bologna. Farmela in macchina da solo non mi esalta, fare la strada con uno/a sconosciuto/a non mi attira perché per me il concerto è un evento importante, al quale si va con persone fidate, con le quali sai di poter condividere ogni parola di ogni canzone oltre ad altre discussioni. Eh, sarebbe stato da andare con uno in particolare, avrebbe avuto il suo significato ma è una storia di "se" che vi risparmio. Infe però c'è e con lui ho già visto gli Smashing a Milano nel 2008 e a Padova nel 2011 e ha il cuore con l'SP tatuato nel braccio. Jimmy defeziona e anche Carlotta, l'altra sodale di concerti, purtroppo stavolta non c'è. Il vecchio Santre che sento meno di quanto vorrei ha preso la sua vita e l'ha imbarcata per Amsterdam. Il sito che commercia passaggi auto non mi aiuta proprio per niente. Ci sarebbe la compagnia di Biso ma parte troppo presto ovvero il giusto per evitare di arrivare con l'acqua alla gola. Per fortuna che Infe mi manda il messaggio perfetto: "C'è un posto e partiamo alle 18" e così mi trovo nel van camperizzato di Francesco con Davide e via. 

Arrivati all'arena le strade si dividono perché io e Infe siamo in parterre e loro sugli spalti mentre si unisce Alvise che incontriamo per puro caso alle biglietterie. Abbiamo avuto anche il tempo per un pit-stop nonostante per la prima volta nella storia dell'universo ci sia stata più fila nel bagno degli uomini che in quello delle donne, per l'entusiasta incredulità femminile. Anche se ci gioca la Virtus, l'arena di Casalecchio è un gran bel palazzo dello sport. Ci ero stato l'ultima volta nel 2000 toh guarda sempre per gli Smashing! Come il migliore degli esterni di centrocampo, partiamo dalla parte più laterale per guardagnare terreno e accentrarci piano piano e poco dopo le luci si spengono lasciandoci nell'atteso e richiesto buio. Poi sul fondale del palco appaiono le immagini che raccontano le storia degli SP tramite le copertine degli album e la loro presenza in carne e ossa addirittura: perché sul palco arrivano le bambine di Siamese Dream, con un'aria più trita di quella vista sulla cover, a dar fuoco al cuore simbolo della band, tra il tripudio dei fan.





Smashing Pumpkins reunion a Bologna - Il concerto

E poi William Patrick Corgan appare sul palco, da solo, sotto un fascio luminoso. Una visione divina. E si capisce subito quale sarà il tema, su chi sarà incentrata la serata. Non poteva essere altrimenti visto l'ego di quest'uomo tanto complicato quando capace di scavarsi nel profondo, cantando metafore della vita. 
Le prime note rispecchiano il titolo del brano: un sorriso disarmante al primo acchito, senza tregua. Alle sue spalle le combinazioni di foto di lui in gioventù e parole mettono i brividi. Se si abbinano al testo di Disarm ti assale una forte inquietudine. La stessa di quegli anni. 

E il buco nero verso gli anni 90 si è aperto. Poi una pausa. Breve. Perché la band prende il suo posto e comincia lo spettacolo. Nel senso letterale del termine e cioè di puro show, di vari cambi di abiti di Corgan che da istrionico camaleonte adatta al contesto di alcune canzoni (dalla t-shirt nera con le ossa stampate - e panciute... - alle tuniche nere e argento all'abito quasi papale finale) e alla fine saranno 31, presentate come la band ha abituato i suoi fan ad ascoltare dal vivo, con arrangiamenti inediti lasciando in sottofondo il ricordo della versione album. 

Il concerto chitarra voce con Schroeder annullato il giorno prima per le condizioni di salute di Corgan aveva preoccupato i fan: canterà? Sì, concerto confermato. Sollievo. Rocket Siva e Rihinoceros sono il trenino che porta alla cover di Space Oddity. Come per il concerto di Londra di due giorni prima, anche ieri a Bologna hanno suonato Stairway to Heaven e Landslide, quest'ultima in una versione ancora più struggente grazie alla voce della cantante e attrice danese Amelie Bruun, uscita all'improvviso per questo brano. Nei miei ricordi, questo è uno dei più malinconici della band e ieri l'ha abbinata subito dopo a Porcelina, che non sono riuscito a cantare come succede ogni volta da un triste pomeriggio. Vaffanculo, chissenefrega se più di qualche canzone estirpa ricordi agrodolci, inutile resistere al tempo e alle lacrime, lasciamole scendere perché fanno parte della serata. Penso che il pavimento del palazzetto qualche etto di sale lo avrà raccolto. 

Nonostante le preoccupazioni, la voce di Corgan non cede alla cagionevolezza del giorno prima anche se a dir la verità, nelle canzoni più melodiche, sembra un po' fuori controllo, che gli scappi via e i diversi momenti di pausa tra una canzone e l'altra e i brani cantati da Iha potrebbero confermare la precarietà dell'ugola di WPC. Che però ci da dentro quando c'è da darcene, e nella cover di Stairway to heaven lascia partire un acuto notevole e per il resto non si risparmia. 

Tenerissima la versione di For Martha, dedicata alla madre, rappresentata nel video da una ragazza che danza per l'ultima volta, prima di salutare il suo bambino per sempre e sparire tra le nuvole. 
Questo brano è stato parte di un intimo trio di canzoni insieme a Blew Away e To Sheila che ha visto Corgan (in abito bianco) su un podio a suonare il piano, in perfetta sintonia con Iha, l'altro chitarrista Jeff Schroeder, il bassista Jack Bates e la tastierista Katie Cole chiamati a completare la band. 

Immancabili brani come Zero (la cui scritta appariva ovunque nei display), Today, Bullet with the Butterfly Wings, sorprendente Soma ma mai come quel Billy Corgan in formato martire kitsch che viene fatto passere in processione in mezzo al pubblico esterrefatto. 

Alla fine sono più di 3 ore di concerto, circa 200 minuti. Alla faccia dello stato di salute di Billy Corgan che conclude in versione pontificia. 
Sul front man convergono tutte le grafiche e animazioni: quando non ci sono i collage dei video vecchi e nuovi o le presentazioni di Mark McGrath a introdurre i brani, sui display appaiono in continuazione video e immagini di WPC da bambino in diverse situazioni. Perché in fondo gli Smashing Pumpkins sono lui, lui li ha voluti lui li ha sciolti e dopo tanti anni, troppi, è riuscito a riunirli. 

Mancava la bassista D'arcy Wretzky e mi sono chiesto se quella ragazza bionda che accompagnava la raffigurazione di Corgan non fosse una dedica, ma resto indeciso se come un tributo o una burla. 
Ricollegando le canzoni e la loro storia, perché non ce ne è una che non possa raccontare la mia, con le immagini di Corgan, penso sia stato un viaggio tra i ricordi, i suoi intrecciati con quelli di ognuno di noi. 
Mi piace pensare a com'eravamo messi quando ascoltavamo nelle cuffiette o negli stereo compatti multi CD Gish o Siamese Dream: depressi teenager rabbiosi ingabbiati un po' nei cliché che ci sceglievamo e un po' nella condotta da seguire, e a com'eravamo oggi, completamente diversi, adulti, forse meno depressi e repressi, scappati dalle gabbie e con una rabbia diversa e qualche preoccupazione in più. 
Ma quelle canzoni le ascolti con lo stesso sentimento di quel tempo non ci puoi resistere. Per 3 ore siamo tutti tornati ai maglioni di lana grossa larghi, alle camice a quadroni, ai jeans sdruciti sotto i quali spuntavano gli anfibi. E' stato il mio quarto concerto degli Smashing. Nessuno di questi mi ha deluso. Di certo, questo è stato memorabile! Adesso tornano negli USA per il tour e poi chissà, con uno come William Patrick Corgan ci si deve aspettare di tutto. Spero ami gli Smashing Pumpkins tanto quanto il suo ego. L'abbraccio alla fine con Iha non è del tutto banale. Ma del futuro non c'è certezza.
 

La scaletta del concerto degli Smashing Pumpkins del 18 ottobre 2018 alla Unipol Arena Casalecchio di Reno (Bologna)

Disarm
Rocket
Siva
Rhinoceros
Space Oddity (David Bowie cover)
Drown
Zero
The Everlasting Gaze
Stand Inside Your Love
Thirty-Three
Eye
Soma
Blew Away
For Martha
To Sheila
Mayonaise
Porcelina of the Vast Oceans
Landslide (Fleetwood Mac cover)
Tonight, Tonight
Stairway to Heaven (Led Zeppelin cover)
Cherub Rock
1979
Ava Adore
Try, Try, Try
The Beginning Is the End Is the Beginning
Hummer
Today
Bullet With Butterfly Wings
Muzzle

Bis:

Silvery Sometimes (Ghosts)
Baby Mine (Betty Notes cover)



Ph. Credits: Unipol Arena


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Ebook tributo per i 20 anni della nostra adolescenza


Sono passati più di 20 anni dal primo ascolto di Mellon Collie and the Infinite Sadness degli Smashing Pumpkins. Un fan visionario decide di realizzare un ebook per celebrare l'album e la reunion della band di Chicago. Ecco com'è nato

(almeno la mia parte).

Tutto ha inizio una notte di fine febbraio: curiosando nella timeline di una bonazza che seguo su Twitter (ma solo perché è juventina e ha a che fare col vino) scopro che ha condiviso un tweet. Questo qui: 


Come al solito me lo segno nella cartella "Da leggere" nella barra dei preferiti. A inizio marzo mi ricordo di quel retweet e vado a riprenderlo e scopro una cosa travolgente e affascinante com'era quella cosa alla quale si riferiva il tweet. Seppur 20 anni a passa prima. E come riesce a essere ancora adesso. Rob, un ragazzo di Arezzo, un paio di anni fa nonostante qualche mese di ritardo, pensa di realizzare un ebook per celebrare i 20 anni di Mellon Collie and the Infinite Sadness degli Smashing Pumpkins e la reunion della band (meno D'Arcy). 

Un ebook di racconti, 28 in tutto, uno per ogni brano di MCIS e scritti da 28 autori diversi, da chi ha amato e si è fatto straziare da quell'album, vivendolo al suo stesso ritmo tra rock rabbioso e ballate devastanti. Fanculo se non cade perfettamente con la data corretta, al tempo avrà avuto altri pensieri per la testa invece di quella pelata e indecifrabile di Billy Corgan

L'importante che abbia avuto questa idea grandiosa e non potevo leggere quel tweet con distacco.
Perché sì mi piace scrivere lo avrete capito nonostante l'incostanza che dimostro qui (ma chi vi dice che non scribacchi altrove?) ma non tanto per questa mia tendenza vizio o vezzo, vedetela come preferite. Ma perché per me e come per molti altri che a metà anni novanta si è trovato a vivere quel periodo inconsapevole e superficiale, ribelle e libertino (per chi ci riusciva, io per esempio lasciamo perdere!?), idealista e turbato, mesto e miscellaneo, alcolico e paranoico, di sviluppo e autocritica chiamato adolescenza, quell'album non solo rappresenta un pezzo di quella vita ma è la colonna sonora di ogni ricordo, che risuona dalle sponde dell'alto Adriatico a quelle a picco sull'Atlantico delle scogliere di Moher, dai giri in scooter con le cuffie nascoste sotto il grosso cappello di lana colorata comprato in gita a Praga ai viaggi in treno compiacendomi della mia malinconia, dalle passeggiata per il centro città ai karaoke improvvissati nella camera/soffitta di quello che al tempo credevo fosse il mio migliore amico. Voglio partecipare e non mi lascio perdere l'occasione. 
Non subito però, come al solito lascio decantare gli attimi nell'attesa di cogliere quello d'ispirazione. 

Che a vedere dalle email inviate deve essere arrivato qualche giorno dopo e così a inizio marzo mi decido a scrivere a Rob. Ma cosa gli scrivo? Bhe non trascendo tanto la realtà e gli dico quello che è successo e cioè che sono un suo fresco follower su Twitter (vero, infatti solo dopo aver letto il retweet della bonazza juventina che ha qualcosa a che fare col vino) e che ho letto il suo tweet riguardo "la sua iniziativa dell'ebook celebrativo dei 20 anni di MCIS degli Smashing Pumpkins e la reunion della band (meno D'Arcy). "Idea grandiosa. Mi piacerebbe molto partecipare, quell'album è una parte importante della mia vita." gli scrivo in modo molto originale chiedendogli quali canzoni rimangono libere, perché nel frattempo avendo lasciando decantare gli attimi qualcuna potrebbe essere andata al primo proponente. Mi risponde quattro giorni dopo dicendomi che XYU era l'ultimo che aveva e quindi rimangono le seguenti: 

- Porcelina of the vast oceans
- Tales of a scorched earth
- Thru the eyes of Ruby

Chiaro. Cosa sarebbe potuto rimanere? Avrei tanto voluto Muzzle che è la mia preferita di quell'album. Ma ovvio come la bomba da tre di Step Curry a 2 decimi dalla sirena è già stata presa, come Zero, dallo stesso Rob e solo perché ne aveva lasciate altre e se la era ritrovata nel mazzo. Avrei potuto abbandonarmi a Porcelina, se non fossi caduto in un triste ricordo di una splendida persona. Per quanto bello sarebbe stato rendergli omaggio in questo modo, lo trovavo anche difficile e la difficoltà di esprimermi e di non scadere in banalità ha avuto la meglio. Ho ri-ascoltato e ri-letto i testi delle altre due decine di volte. Sono andato a rileggermi anche le Smemo di quegli anni riscoprendo cose persone eventi persi nella polvere degli anni. Sono canzoni simili tra loro per ritmo e sentimento ed entrambe distanti dai miei gusti. Ma arrivato a questo punto, non potevo trovarmi in una situazione migliore. 

Così senza nemmeno decidere inizio a scrivere qualche riga per Tales of a scorched earth. Sarà il periodo che stiamo vivendo noi, quello che stavo vivendo io fatto di povertà disonestà mancanza di fiducia illegalità ingiustizia iniquità inquinamento nessun rispetto per nessuno arroganza immoralità falso perbenismo stupidità vantata rabbia rancore mancanza di stupore sarcasmo a secchiate (o tweetate) ignoranza e presunzione dilaganti superficialità mondanità spacciata inflazionata millantata falsità senza filtri e malvagità senza remore sconforto mancanza totale di un appoggio di un confronto di condivisione di ideali egoismo malcelato e qualcos'altro che adesso non mi viene in mente ma che non farete fatica a vedere in giro o aprendo un social media. Passo le mattinate a casa da solo, perché a quel tempo andava così, e le notti prima di andare a letto a ri-ascoltare e ri-leggere il testo. Mi vengono da scrivere due tipi di racconto che abbozzo ma l'unica cosa che mi viene voglia di fare è scappare da quelle brutte sensazioni che ho scritto poco prima e il solo modo per lasciarmele alle spalle è salire in moto, col buio fresco delle prime sere di primavera. E così nasce il mio racconto, con il quale sono molto orgoglioso di poter contribuire a questa iniziativa. Non è stata una realizzazione facile, anche Rob ha riconosciuto che era una tra le più complesse ma non ha giustamente mancato di sollecitarmi un paio di volte ma alla fine tra giri in moto di fantasia, dialoghi onirici, dribbling tra banalità e voli pindarici eccolo qui. Sabato 26 maggio, nel primo pomeriggio in compagnia di Sabato Sport su Radio1, finalmente invio il mio racconto a Rob che non perde tempo a rivedere e impaginare. 

Il 7 giugno, così come aveva cercato autori, annuncia l'uscita dell'ebook su Twitter: 


L'ebook lo potete scaricare da questo link: https://laschiumadeiblog.wordpress.com/2018/06/07/una-punta-di-malinconia-e-tristezza-mai-infinita/ dove potrete scegliere la versione che preferite. 
L'ho letto tutto, entrando nelle vite degli altri autori che hanno aperto le porte delle loro vite facendoci entrare e mostrandoci com'erano. 
Non penso sia stato semplice neanche per loro, ogni racconto è un loro pezzo di storia. Un nome, un momento, una sensazione, un pezzo di vita importante. 

Grazie a Rob che mi ha permesso di dare il mio contributo, a tutti gli altri devastati da Mellon Collie and the Infinite Sadness dalla gracchiante voce di Billy Corgan e dai casini che hanno contraddistinto una delle rock band più significative e sottovalutata degli anni '90. 
Grazie a voi che vorrete leggere questi racconti, grazie per la fiducia e buona lettura.

Articolo pubblicato su Gushmag/La Vena Chiusa 

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The Distinguished Gentleman's Ride 2018

Passata anche questa edizione di The Distinguished Gentleman's Ride. Butto giù alcuni pensieri a caldo.
E' stata la settima consecutiva per Vicenza. 
La quinta per me che avevo iniziato a organizzarla con Enrico incontrandoci sotto il portico dell'Osteria al Gallo quel pomeriggio di giugno.

Che storia quella edizione! La numero 0 per concepimento. Come per i film e gli album di musica, il primo della serie resta sempre il migliore. Ha avuto un sapore più autentico reso anche più sorprendente per l'inaspettata massiccia risposta della gente. Avevamo appena iniziato a sfruttare Facebook per invitare le persone, amici e amici di amici e conoscenti. 
Però oltre 200 moto al Piazzale della Vittoria di Monte Berico io e Enrico non ce le aspettavamo e ci sono venute le gambe molli! Ma che soddisfazione!
Se ricordo bene è stata l'ultima edizione con l'unica richiesta di iscriversi al sito. 

Dal 2015 è cambiato molto, si è iniziato a richiedere una donazione in favore della ricerca sul cancro alla prostata, alcune aziende hanno visto l'opportunità e l'hanno sfruttata.
Con ingenua onestà, non guardo gli sponsor, che faranno felici gli ideatori del DGR in Australia, quanto alla possibilità di fare del bene per gli altri per un giorno, facendo una cosa che ci piace che è andare in moto, anche se devo stringermi un nodo al collo per qualche ora, lo posso fare.
 
Oggi si è svolto il DGR 2018 e Vicenza non è mancata.
Almeno, quella parte che la organizza e partecipa, mentre è mancata quella che dovrebbe dare un po' di assistenza e appoggio. Non abbiamo contattato gli uffici del comune che di solito contattavamo ma vista l'ultima esperienza, due anni fa, abbiamo deciso che sono una perdita di tempo e non aiutano affatto nell'organizzazione anzi, la ostacolano con una fierezza nemmeno tanto velata.
Nonostante a inizio settembre avessi chiesto al sindaco di essere presente vista anche la sua passione per le moto (è un harleysta), oggi è stato previsto un blocco del traffico. Indetto con una ordinanza datata il giorno dopo l'invio della email con la presentazione del DGR. Metti pure il caso, perché io e le coincidenze sfigate ci becchiamo con una meraviglia che faccio fatica a capire, e posso comprendere gli impegni del sindaco nel frattempo, ma sarebbe stato un gesto carino se lo staff ci avesse avvisato di questa particolare situazione.
Ma nemmeno le strade chiuse ci hanno bloccato. Certo dispiace non essere potuti passare per le vie del centro città. Ma allora lo potremmo proporre per una prossima edizione.

Non sono mancate le voglie agli antipodi, di prendersi poco sul serio come di crederci veramente, indossando i primi abiti che capitano per rispondere ai crismi del distinto gentiluomo oppure di mettersi d'impegno per impressionare gli altri o semplicemente soddisfare il proprio spirito edonista. Ma va bene così, anche questi aspetti fanno parte del DGR, anzi è il sale della manifestazione.
Non sono mancate le moto fuori tema. Rispetto agli anni passati devo riscontrare che quest'anno si è capito che il DGR è un evento di nicchia dedicato a un determinato stile di moto. C'era chi chiedeva prima se con la sua moto poteva o non poteva partecipare. Un po' più di consapevolezza che fa piacere.
Non sono mancati nemmeno chi sbaglia a partecipare: non sono quelli che capitano li per caso anzi, ci sono di proposito, ma non sono presenti per il motivo più giusto, che è quello di partecipare a una raccolta fondi. 
Capisco che il DGR nasce con quello spirito goliardico di mettersi in strada sulla propria moto vestito in tiro. Ma non è più solo questo e mi spiace molto, ci sto molto male, mi fa molto incazzare, vedere persone che partecipano senza aver risposto a una richiesta che viene fatta per essere presenti ogni ultima domenica di settembre.
Non facciamo una sfilata di pagliacci in abito elegante applauditi dalle persone sorprese dal rumore potente che le fa affacciare alle finestre di casa o girare sui marciapiedi. Ci troviamo per far vedere che i motociclisti sono cosi distinti e gentiluomini che fanno anche del bene.
Se si va a vedere, sembra che ogni partecipante abbia fatto la sua donazione. Farò i miei conti perché mi piace perdermi nei numeri e nelle caselle di Excel, ma questo è un dato statistico falso. La donazione è anche libera, e accettiamo tutti, perché non possiamo rimandare a casa nessuno, ma mi chiedo se provano una piccola vergogna. Che hanno tempo fino al 31 ottobre per far sparire.
Ma preferisco pensare a quelli che ci sono sempre, che si mettono a disposizione, che passano i sabati mattina in giro per una provincia semi sconosciuta a studiare il percorso invece di godersi la splendida giornata in beata pace.
Non è mancata quella voglia di stare insieme, uomini e donne e figli, chi per la prima volta chi per la seconda. Oggi perfino un carlino (se non sbaglio).
Non è mancato chi viene da quell'edizione 0 anche se potrebbe scegliere ride più vicini e comodi e mi fa sempre un gran piacere vedere e con le quali due chiacchiere si scambiano sempre. 

Per quanto mi riguarda, questa edizione è stata la più facile da organizzare: se il luogo di partenza ormai è una tradizione (che l'anno prossimo cambierà, anticipo questa cosa qui per chi non lo sapeva ancora, ma in fondo non cambierà niente...), quello di arrivo è stato trovato subito e la strada per raggiungerla non poteva che essere quella e non vedevo l'ora di farla. Spero che i partecipanti si siano accorti dello spettacolare palcoscenico che hanno attraversato e che splendida vista avessero attorno.
Il DGR è un gran casino e a volte mettersi d'accordo è un'impresa, resa piacevole nelle serate passata con una pizza e delle birre davanti, a volte trascendendo dal motivo vero per il quale ci si trova (ricordo che una sera un paio di anni fa abbiamo mandato in vacca tutto e abbiamo parlato di tutt'altro!). Quest'anno eravamo in tre e questo ha reso le cose un po' più facili: meno teste da mettere d'accordo e un confronto più veloce.
Infatti, è stata anche l'edizione orfana di Matteo e Enrico. Soprattutto Enrico, non che Matteo sia da meno anzi, poi l'ardito ieri è stato al nostro fianco, ma perché il DGR rispecchia l'animo di Enrico e non è un caso se è stato lui a portarlo a Vicenza dal primo anno. In fondo con la Vespa organizzava già qualcosa di simile. Aveva intuito che un evento come questo mancava alla città. Però lui è una persona coerente con le sue idee e lo apprezzo molto.
Avere al fianco Matteo e Enrico gli anni passati è stato bello e stimolante e sono contento di averli conosciuti.
Il DGR è bello anche per questo: perché è una bella occasione per incontrare belle persone. 
E infatti, è stato anche l'origine dei Pochi ma Bonnisti, veri gentlemen e ladies non solo l'ultima domenica di settembre.
Niente foto quest'anno. Detesto farle con il telefono. L'unica che ho fatto è quella in fondo questo post. Purtroppo il 19 giugno qualche sconosciuto ha pensato di entrare in casa e di rubare tra le altre cose anche le macchine fotografiche. 
E' stato anche il DGR vissuto in una nuova posizione: vista l'assenza di Enrico quest'anno sono passato da moto scopa a moto di testa e non avrei proprio potuto staccarmi dal gruppo per fare delle foto.
Stare davanti è una strana sensazione, per me è una posizione scomoda: mi sono sentito responsabile degli altri 179/180 motociclisti, all'inizio guidavo col braccino, non sapevo se andavo alla velocità giusta e per fortuna avevo al fianco Domenico e Andrea che mi davano la situazione della comitiva.
Non vivere il corteo da dentro senza sentirne il rombo che ti circonda è diverso, l'ho sentito meno sotto questo aspetto. Quasi come fossi io a trainare loro e non tutte le altre moto a trasportare me come in passato. E poi quella non è una posizione alla quale sono abituato, così in vista, esposto. Non credo sia quello il mio ruolo.
Non mi resta che aspettare le foto di Mauro, Enrico, il video di Elena e Lisa. E di tutto il materiale che arriverà - spero - da chi oggi c'è stato.

Nel frattempo, finché veniva organizzata la settima edizione del Distinguished Gentleman's Ride, si pensava già all'ottava. Cambierà qualcosa, che non cambierà nulla come ho già detto. Siamo ambiziosi, e speriamo di riuscirci. 
E poi, il DGR Vicenza non ha mai deluso.
Tally Ho!

#JoinTheGentry #RideDapper #DGRVicenza


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