Gioire per una vittoria, piangere per una sconfitta

Al Bernabeu la Juventus si avvicina al miracolo. Poi a 30 secondi dal fischio finale il rigore a favore del Real Madrid che sveglia bruscamente tutti gli juventini. Non c'era modo peggiore di uscire così dalla Champions' League.

Scrivo secondo rabbiosa coscienza

Ho aspettato un po' prima di scrivere di Roma-Barcellona. Volevo individuare un particolare e ricamarci su un po'. Questa volta scrivo subito dopo Real Madrid-Juventus, scrivo di getto a caldo seguendo più che quel flusso di coscienza quella rabbia che mi scorre bollente nelle vene. Anche perché non ho un amico al mio fianco con il quale commentare la partita bevendoci sopra qualche birra. Non è un segreto, ve l'ho già detto qual è la mia fede calcistica e probabilmente penserete che farei meglio a guardare qualche puntata di Trollhunter con un bicchiere abbondante di Laphroaig per quietarmi. Chissenefrega. Questa volta non lascio passare il tempo per riflettere e mi butto a capofitto. Scrivo mandando a fanculo la ragione e sostenuto dall'istinto perché le vere parole nascono così e richiedono di respirare. Se poi un giornale di musica paga un giornalista di cinema per scrivere di moto perché io non posso scrivere gratis di quello che mi pare? Ma questo non c'entra niente.

Real Madrid - Juventus, non poteva esserci modo peggiore

La Juventus doveva compiere una impresa: capovolgere il risultato della partita di andata, persa a Torino 0-3. E ci era quasi arrivata, mancavano 30 secondi per continuare a sognare altri 30 minuti, che avrei sostenuto con tanta fatica. Il Real con la preziosa e fondamentale collaborazione del signor arbitro, l'inglese Oliver, ha posto fine alla mia sofferenza (era da Berlino 2006 che non stavo così  male davanti una partita). Ho iniziato la partita senza speranze. Si sono riaccese dopo 2 minuti e intensificate poco dopo mezz'ora. Sono diventate molto concrete dopo un'ora. Un climax travolgente che non mi sarei mai aspettato. E poi, all'improvviso, dal nulla, un dito che indica il dischetto. Non mi sono neanche accorto cosa era successo. Il replay mi ha fatto vedere un giocatore che inizia a piegare le gambe prima di venir toccato, purtroppo da un Benatia che è arrivato peggio di come facevo io nei principali campi del calcio dilettantistico veneto. A velocità normale non ho battuto ciglio, al rallentatore il dubbio non mi ha neanche sfiorato. Molti si sono chiesti "ma come si fa a lasciare l'avversario solo in mezzo l'area di rigore?" ma anche "ma come si fa a subire un lancio così?" a pochi secondi dalla fine quando si dovrebbe rimanere attaccati agli avversari con l'Attack evitando l'inevitabile.
E invece è proprio il più classico degli errori, perché si deve fare di tutto anche per evitare di instillare il dubbio al direttore di gara e della tua intera stagione. E quando giochi contro il Real Madrid o il Barcellona, il dubbio non esiste e tutto è certo.
Rigore al 93°. 

Potevo vedere la Juve eliminata in tanti modi.Potevo vedere la Juve eliminata in tanti modi. Ero pronto a prenderne altri tre, riconoscendo la superiorità avversaria.
Ma no, non ci poteva essere modo peggiore. 
Poteva segnare Ronaldo con un'altra rovesciata o Isco con una bella serpentina o con Bale che semina Lichtsteiner mulinando le gambe facondo invidia a Bip Bip. Aspettavo di prendere il colpo, quello di bravura di uno degli assi delle merengues. Invece a 30 secondi dal termine dei tempi regolamentari ecco l'episodio che tanto cercato. Per tutta la partita i giocatori del Real hanno scambiato l'arbitro per un disc jockey chiedendogli  ad ogni contatto la combo punizione+giallo. Ottenendola puntualmente. Ronaldo ci aveva già provato a tuffarsi in area, anche in modo palese e uscendone sempre indenne salvandosi dall'ammonizione per simulazione. Penso a quello che hanno vissuto i giocatori della Juve, non solo oggi ma per l'intera settimana: dedizione lavoro concentrazione. Tutto andato in fumo per un probabile rigore.

Gioire per una sconfitta, piangere per una vittoria

Dopo una rimonta così, fa malissimo questo sgambetto. Ronaldo non è Icardi che sensibilmente caccia fuori il gol della vittoria nel derby a porta spalancata. Ho provato una rabbia immensa vedendolo gioire togliendosi la maglia (ovviamente senza essere ammonito). Pensavo che avrebbe dovuto spedire il pallone in curva per giocarsi i supplementari. Quasi sicuramente Benatia e Pjanic sarebbero stati espulsi e lui avrebbe fatto una doppietta. Il Real Madrid gioiva per una (non) sconfitta mentre la Juventus piangeva la vittoria più amara della sua storia (almeno credo!):  vincere al Bernabeu 1-3, pareggiare una situazione sbilanciatissima fuori casa ma alla fine tutto è inutile, non serve a niente. Mr. Allegri dice che sono usciti a testa alta mentre per me sono usciti bastonati. Due volte tra andata e ritorno.

L'ipocrisia del tifo

Martedì sera c'erano oltre 56 milioni di italiani con la maglia della Roma addosso (tranne i laziali). La sera dopo molti di loro sono stati svelti a sfilarsela per sfoggiare ripetitivi sfotto ai rubentini. E non vedevano l'ora, loro che durante la settimana sono liberi di andare a giocare a calcetto perché hanno disdetto la pay-tv da più di qualche anno. Oltre alla beffa degli ultimi 30 secondi mi stanno già sul c***o gli sfottò di tutti quelli che si sono dimenticati di essere "sportivi" ma non si essere anti-juventini (è davvero pessimo essere contro qualcosa!). Basta! Mi sembra che ci sia stata una condanna e che sia stata anche scontata in modo dignitoso e che dopo qualche anno difficile la società sia tornata a livelli altissimi, mentre le altre la prendono ancora come esempio senza imparare per altro.

Le bastonate fanno risorgere

Non si può non pensare a quello che hanno vissuto Roma e Juve ieri e oggi: un'impresa realizzata e una... sfumata. Però mannaggia la miseria, per quanto bello sarà lo sport in questi casi, quello che fatico a capire è perché ci sia bisogna del miracolo? Vuol dire che è necessario sovvertire un risultato davvero negativo e di compiere qualcosa molto prossimo all'impossibile. Ieri i ragazzi di Di Francesco hanno dimostrato che niente è impossibile (a meno che un arbitro non decida il contrario) e hanno festeggiato. Ma non dovrebbe essere così: non dovrebbe essere necessario prendere degli sberloni alla Bud Spencer per rialzarsi e giocare la partita della vita. Perché Roma e Juve una partita come quella di ieri e oggi non l'hanno giocata una settimana fa?  La domanda più stupida è se la squadra vera è "quella vista all'andata o al ritorno?". Entrambe, purtroppo. Perché se si gioca con la paura e deconcentrati fai le figure della prima partita mentre se si va in campo determinati sicuri e concentrati puoi (non è mica detto e si è visto, porco cane!) vincere alla grande. Guardando la fase difensiva della Juve ho visto che la strategia era l'opposto di quella dell'andata: togliere fiato e spazio al gioco dei blancos, anche alti spesso e volentieri nel secondo tempo rischiano anche di scoprirsi pericolosamente. Mi chiedo perché non lo abbiano fatto la settimana scorsa potendo contare sul fattore campo. Il calcio non è bello, è strano: devi prendere una sberla per reagire e capire cosa vuoi.

Come se ne esce da una batosta così

E questo doveva essere l'argomento principale di questo articolo (o post? Veronica, Riccardo, come si chiamano?). Il nocciolo da estratte e sul quale romanzare le parole. Ma non pensavo di dover mescolare bile. Come se ne esce da una botta così? Se potevo sapere qualcosa, nel mio piccolissimo, di quello che ha provato Manolas tra il suo gol e il fischio finale, in questo caso proprio non so a cosa aggrapparmi. Non perché non ho nemmeno sognato di giocare un quarto di finale di Champions' League ma perché una presa in giro del genere non mi è mai capitata. Sì è vero, una volta sono stato espulso ingiustamente e quell'espulsione ci è costata la partita contro una squadra più blasonata, ma non mi è mai successo di farmi portar via la partita, di veder vanificato un gigantesco sforzo di squadra in questo modo brutale, passando dallo 0-3 al 3-0 e non al Westfalenstadion di Dortmund, con tutto rispetto, ma al Santiago Bernabeu contro il Real Madrid. Puoi romperti il crociato ma sai che starai fuori 6 mesi, 4 se sei Roberto Baggio ma lui è unico. Tibia e perone salvo complicazioni 2 mesi non te li toglie nessuno. Uno stiramento richiede un mese se non è di grave entità. Ma in ogni caso stai fuori, rosichi in palestra comunque non giochi e lavori duro per migliorare fisicamente e mentalmente ogni giorno. In questo caso è diverso: questa invece è stata una bastonata sulla schiena e ha fatto malissimo perché domani torni in campo ad allenarti: con che testa prepari la prossima partita? Certo c'è la tensione di un campionato da vincere e una finale di Coppa Italia da contendersi  ma non sai quanto ci vorrà per riprendersi. E quella Champions' League per la Juventus più che un sogno è diventato un incubo, da quando Pavel Nedved non ha potuto giocare la finale - persa - di Manchester passando per tutte le sconfitte che si sono succedute. Come ci si rialza da uno sgambetto del genere, dopo essere stato a un passo dalla leggenda? Dopo una salita spezzagambe la mano era già sulla porta quando questa è svanita nel nulla. Come si fa? Si torna a correre, a lavorare perché questa è una professione che anche se va male per quelli di Vinovo (come di Milanello o di Formello) il ricco stipendio arriva comunque. Però brucia lo stesso. Sono anni che si sbattono per ottenere qualcosa in questa cazzo di Champions' con il fardello di un triplete da ripetere ma una persona ha deciso che tutti gli sforzi sono stati vani e sono terminati adesso. E' il calcio ed è fatto così. Come tutto lo sport di squadra. Ne sanno qualcosa Cecilia Zandalasini e le sue compagne della nazionale italiana di basket, che per colpa di un suo fallo antisportivo inesistente contro la Lettonia, dovranno rinunciare ai mondiali di basket 2019. Devi rialzarti perché hai un lavoro da continuare, un dovere verso la società che ti paga e i tifosi che ti sostengono. Ma anche verso te stesso che ti impegni ogni giorno per raggiungere gli obiettivi. La cicatrice del crociato ti ricorderà di quando il ginocchio ha fatto cronch girandosi improvvisamente mentre tu stavi fermo. In questo caso invece si convive con una ferita invisibile che si rimargina e si riapre a giorni alterni. E la consapevolezza di avercela messa tutta non calmerà alcun dolore. Come la batosta presa all'andata, spero che anche questa serva di lezione. Boskov direbbe che la lezione ha detto che "rigore è quando arbitro fischia" in qualsiasi caso. Come ti rialzi? Con le bave alla bocca, pronto per affrontare una nuova stagione, lavorando per farsi trovare pronto e per evitare di creare qualsiasi dubbio a chi fischia il tuo destino   


PS: come se non bastasse il duello Rossi - Marquez in MotoGP, anche fuori dalle piste la sfida Italia - Spagna è infuocata. Ma non pare giocarsi ad armi pari. 

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Foto di copertina: facebook.com/ChampionsLeague/

Articolo pubblicato su Gushmag.

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Gli ultimi minuti di Manolas

La Roma non ha fatto la stupida e ha battuto il Barcellona di Messi 3 a 0. Non commento la partita che non ho visto ma mi chiedo Manolas...

L'impresa della Roma contro il Barcellona nei quarti di finale di Champions League entrerà nella storia della società ma anche del calcio internazionale. Forse ero uno dei pochi che mercoledì scorso alla fine della partita di andata pensava che c'era più di una speranza per la squadra Eusebio Di Francesco. Il gol di Dzeko al Camp Nou è stato fondamentale, perché in queste partite devi pensare di giocarne una di due tempi da 90 minuti ciascuno. Detta così suona come una banale cazzata.

Andatelo a chiedere ai tifosi romanisti che, se hanno dormito, stamattina si sono svegliati con le guance indolenzite dalla paresi alla Joker dalla quale sono stati colpiti ieri sera e il cuscino zuppo di lacrime di gioia. Non ho visto la partita, ero a casa da solo con la prole e il primo tempo è andato via col bagnetto e il librino da leggere. All'intervallo ho visto il risultato parziale. Sono riuscito per caso a vedere gli ultimi minuti, quelli più bestiali durante i quali tutti i tifosi se non avevano già le mutande sporche avranno avuto i crampi alle chiappe e le mandibole fratturate o le gole arse dai canti e le urla. Temevo in un blitz di Messi ma la fase difensiva della Roma è stata, per quel che ho visto, impeccabile mentre molto meno quella di possesso palla. Due palle perse a fine partita possono essere letali quando ti giochi il passaggio del turno. Ma alla fine è stata festa. Non voglio né posso commentare la partita, perché come detto ero impegnato in altro. Però qualcosa ha colpito la mia attenzione in modo particolare. Anzi, qualcuno e cioè Kōstas Manōlas, stopper della Roma che ha segnato il gol decisivo. Lo guardavo esultare dopo aver infilato la sfera alle spalle di Marc-André ter Stegen con gli occhi spalancati a cercare chissà che chissà chi chissà dove, in percentuali varie di gioia incredulità ed euforia, come tutti i suoi compagni di squadra e tutti i sui tifosi. 


Lui che di professione evita i gol, difende la sua porta, è andato ad attaccare quella avversaria, ha rubato il tempo all'avversario andando incontro al pallone che gli arrivava quasi dritto e lo ha incrociato nel palo più lontano. Il viaggio della palla dalla sua fronte in fondo al sacco è stato un flash ma in mezzo c'era un sacco di cose: fame di vittoria, paura di vincere, speranza, curiosità, caparbietà, desiderio di affermarsi. Un viaggio che ha soffocato il boato dello stadio Olimpico e di tutti gli appassionati di calcio davanti la televisione (perché ieri anche quelli che non lo sono mai stati erano romanisti, ad eccezione dei laziali!). Il colpo che tutti aspettavano, a una manciata di minuti dalla fine. Sono proprio questi minuti che mi hanno elettrizzato: seppur a livelli infimi rispetto a quelli di un quarto di finale di Champions League, so cosa significa essere a un passo da una vittoria sulla quale pochi ci avrebbero scommesso (tra questi pochi un amico, col quale per altro ho condiviso questi momenti sul campo, che adesso offrirà una cena!). E mi sono chiesto, quasi glielo stessi chiedendo direttamente: Sei Kōstas Manōlas, hai appena segnato il gol che qualifica alla semifinale di Champions' League la tua squadra, la Roma, che tutti gli esperti e non del settore davano per spacciata perfino nella fase ai gironi, hai appena messo fuori dalla porta il Barcellona, la squadra più forte del mondo, Andrés Iniesta, Lionel Messi, Luis Suarez, Gerard Piqué, colleghi che una bacheca per loro non basta a raccogliere tutti i trofei conquistati, sei un umile stopper greco e stai correndo in giro per il campo impazzito inseguito da compagni di squadra e dirigenti. Come cazzo la giochi, la vivi, quella manciata di minuti che manca al primo dei tre fischi dell'arbitro? Lo so mica ci sei solo tu in campo, ce ne sono altri 10 ma tu Cristo Santo ma sei l'eroe della serata, sei entrato nella storia dell'AS Roma, te ne rendi conto? Nemmeno la leggenda Francesco Totti era stata capace di tanto! 

 
Manolas ha appena deviato in porta il pallone del 3-0.
Fonte: facebook.com/ChampionsLeague/ 

Te ne rendi conto o l'adrenalina che ti è esplosa nelle vene ti ha mandato in trance agonistico? Mancano 7 minuti più recupero e stai trattenendo una crisi di pianto isterico, ogni palla che passa per i piedi di Iniesta e Messi è potenzialmente fatale, il tuo stomaco sobbalza le tue gambe sono due colonne doriche (o preferisci ionicche? Meglio corinzie? Vedi tu che sei greco!). Non vedi l'ora che l'arbitro fischi, quei minuti finali sono un'agonia, come fai a rimanere concentrato e mantenere la lucidità di non sbagliare una palla una diagonale un contrasto a non farti trasportare dall'entusiasmo e a spingerti oltre? Il ruolo dell'eroe di solito è del centravanti, di Dzeko di El Shaarawy, o ci si aspetta un colpo da Nainggolan (ma è stato sostituito da quel pazzo di Di Francesco con El Shaarawy, un centrocampista seppur offensivo per un attaccante, mica un cambio banale se sei la Roma e ti giochi una semifinale contro il Barcellona) o la resurrezione di Schick. Invece no, come il migliore degli outsider, sei sbucato tu e ci hai messo la capoccia che a Roma piace tanto. Mi hai ricordato il tuo connazionale Traïanos Dellas e il suo gol alla Repubblica Ceca nella semifinale dei campionati europei del 2004: anche lui eroe indimenticabile per averci messo la testa su un calcio d'angolo. E guarda il caso, anche lui al tempo difensore dell'AS Roma. Hai fatto piangere tutti ieri: i tifosi della Roma ma anche quelli del Barca (forse anche quelli della Lazio). Tutti ti ricorderanno, nel bene e nel male. Come hai fatto a gestire quegli interminabili minuti solo tu lo sai. Io posso saperne qualcosa nel mio piccolo, posso immaginare perché le sensazioni possono essere simili ma il confronto è penoso. Poi non potevi più trattenerti e sei crollato lasciando andare quel pianto isterico di gioia ed incredulità. Adesso avete battutto il Barcellona, gli avete dato 3 sberle. Complimenti! Però questa impresa non può rimanere un'autocelebrazione fine a se stessa però, sarebbe un peccato.


 
L'esultanza euforica dopo il gol decisivo di Manolas. 
Fonte: facebook.com/ChampionsLeague/   

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Articolo pubblicato su Gushmag

Foto di copertina: facebook.com/ChampionsLeague/

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La sopravvalutazione del calcio italiano

Juventus - Real Madrid 0 - 3. Un risultato che fa malissimo. Una vergogna negli annali del club di Torino.
La Juve ha perso e male in casa contro il Real Madrid la partita di andate dei quarti di Champions League. Un risultato che non concede repliche.
Tra il serio e il faceto il giorno del sorteggio speravo di prenderne meno di 10 tra andate e ritorno. 

Giocare la partita di andata in casa è delicato ed è fondamentale non prendere gol. Infatti dopo 3' è stato subito suicidio! Nemmemo quel tamarro col 7 che vaga per il campo fosse Cristiano Ronaldo, perché stare addosso a lui invece di quel manzo franco algerino di Benzema? 
Dopo 3 minuti la strada giusta era inevitabilmente presa, in discesa, coi freni rotti: contro il Real non sei sicuro di passare il turno nemmeno se vinci 2 a 0 in casa perché al Bernabeu è durissima, figurati se prendi un pero! 
Quando poi la Juve è rimasta in dieci la strada era ben avviata ma incredibilmente Ronaldo e company si sono divorati un paio di gol.

Ad un certo punto del primo tempo i giocatori del Real davano l'impressione - bhe, la dava di più l'arbitro - di poter tranquillamente giocare indistintamente a pallamano pallavolo pallacanestro e se continuava a diluviare anche a pallanuoto. E pensavo ancora al ritorno al Bernabeu.
Ho una mia filosofia da quando facevo il calciatore dilettante professionista. E cioè, che quando sei tu per primo a sbagliare, è del tutto inutile prendersela con quello che dirige la partita perché non è colpa sua se sei tu a sbagliare, a fare falli stupidi, a mangiarti gol, a fartela nelle mutande.
Ronaldo e tanti dei suoi compagni di squadra, ma lui più di tutti, hanno già avuto un dono. Un talento. Se poi ricevono altri regali come quello della massima libertà in mezzo l'area di rigore, la tua generosità è inesorabilmente la più grande boiata che un calciatore può fare.

La rovesciata di Ronaldo è stata splendida. Ancora di più gli applausi degli spettatori. E cosa vuoi farci. La rovesciata poi è la rovesciata. IL gol, IL gesto del calcio. Certo che però spesso succede se dai all'avversario un aeroporto per farla. Se poi lo lasci a uno come lui, ciao!

Eppure, sotto di un gol, l'undici di Allegri pareva potesse giocarsela contro i Galacticos che da esperti compassati hanno saputo contenere gli sfoghi disordinati e a ritmi troppo alti dei bianconeri. Così Diego Costa non ha trovato uno spazio per imbucarsi, a Dybala giravano le palle (le sue, quelle un po' più in alto di quelle che aveva tra i piedi. Bhè si poi se le è ritrovate li anche quelle...) e Chiellini è andato in sbattimento.

L'espulsione di Dybala è la ciliegia sulla torta. Il bambino deve crescere. Oggi ha avuto una grande lezione da Ronaldo ma chi lo sa se ha imparato qualcosa!?
Se non viene convocato in nazionale argentina un motivo ci sarà. Non mi ha mai convinto. La sua sopravvalutazione (da parte di media lacchè e tifosi col prosciutto negli occhi) dimostra la qualità del campionato italiano e cioè scarsa. Se poi metti De Sciglio contro Ronaldo e Marcelo, sorridendo pensi: "Ma dove vuoi arrivare?" [semi cit.]
Dopo il passaggio del turno di Juve, Real e Lazio, i giornalisti italiani (gli stessi di Dybala eh!) elogiavano il calcio nostrano parlando di riscatto dopo la mancata qualificazione ai mondiali. Ma non hanno contato i calciatori autoctoni in campo. Pochi. E poi piangono perché quest'estate non andranno in Russia spesati dai loro datori di lavoro. Chissà perché eh?! 

Quando giochi e perdi (male) contro Real, Barcellona, Bayern spero sempre che si impari qualcosa. Invece mi pare di no.
Direi che andare a Madrid è superfluo. Si può fare a meno di disturbare il custode del Bernabeu, avrà anche lui diritto di andare al cinema una sera, forse anche a Madrid di mercoledì costa meno?!


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