Mass (murder) marketing

Non voglio peccare di sensibilità. Con tutto rispetto per le vittime, per i loro parenti ed amici, per tutte le persone coinvolte di tutto il mondo, non solo quello vicino a noi e non solo di bandiere che sappiamo come sono fatte, ma da una settimana stiamo subendo un bombardamento mediatico che non fa altro che parlare di morte paura guerra sangue privazione di libertà incertezza sul futuro insicurezza.
Dicono tutti che siamo in guerra.
Ma che dobbiamo continuare a vivere le nostre vite come sempre.
Dicono che c'è il rischio di attacchi con armi chimiche.
Ma che non dobbiamo allertarci.
Dicono che dobbiamo chiudere le frontiere.
Ma che dobbiamo vivere aprendo le porte agli altri e non essere intolleranti.
Dicono che siamo in uno stato di emergenza e per la nostra sicurezza dobbiamo rinunciare ad alcune libertà, perché più sicurezza uguale più libertà.
Niente panico. L'importante è accettare che siamo in guerra. Di traverso, ce lo vogliono far accettare e da una settimana non si parla di altro. Se si parla di calcio si dice che gli stadi saranno blindati (immagino che Vicenza - Cesana di Serie B possa essere un evento di una certa sensibilità).

Intanto, noi combattiamo gli attacchi in casa propria con attacchi in casa degli altri.
Con una differenza: gli altri sanno come, quando, chi e cosa colpire in modo diretto guardandoci dritti negli occhi, noi invece sganciamo bombe a decine di metri d'altezza senza sapere chi e cosa stiamo colpendo perché siamo contro un'entità diffusa senza confini senza una capitale.
Sul web è un'esplosione di video che riprendono civili con i loro bambini colpiti dai nostri bombardamenti. Non ce la faccio a guardare quegli sguardi di padri incazzati e bambini impauriti che non sanno spiegarsi perché. Chiudo il video e vedo la foto con Tommaso che mi segue sorridendo con le manine dietro la schiena.

Questa mattina in macchina la radio dava questa canzone. L'ho ascoltata la prima volta in terza media. All'inizio capivo Angel. Si chiama come la morosetta dell'epoca. Di quando gli annunci allarmanti li vedevi al tg delle 8 della sera e già quelli ti sembravano sufficienti. Di quando accendevi il pc era per giocare con i video giochi.

E' una storia triste ma mi ricorda un bel periodo, uno stile di vita generale che vorrei potesse tornare, tg della sera esclusi. Forse ero meno coinvolto di adesso, ma adesso sembra impossibile non farsi coinvolgere.
Ogni cambiamento è un declino. Quando le cose si sviluppano non migliorano. E non è il mio solito punto di vista pessimista. 
Perché purtroppo abbiamo l'eccezionale capacità di fare un uso sbagliato delle cose di cui disponiamo. 
Angie, when will those clouds all disappear?

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Ha vinto Marquez

Alla fine se l'è presa in quel posto chi è stato in testa dalla prima all'ultima gara, per un intero campionato, dimostrando costanza e fame, nonostante l'età ed una bacheca da spavento.

Però è anche un po' colpa di Valentino Rossi. Non era lui quello tanto abile col manubrio quando con la lingua, italiana o inglese che fosse? Quello dai nervi ben saldi e capace di distruggere quelli degli avversari, in pista e fuori? 
Invece a Sepang ha mandato a puttane una stagione passata al comando con una costanza micidiale: solo 3 volte fuori dal podio (ma troppi terzi posti), 15 podi e 4 vittorie nonostante una sola pole.
Ma se Marquez è stato antisportivo, Rossi è stato mona, p
erché a Sepang è caduto nella trappola della provocazione  del suo ex fan che gli si è ritorto contro (se mai ne fossi capace, mi trovassi a piegare la moto in pista con Carl Fogarty e Troy Bayliss, miei idoli del motociclismo, non mi permetterei mai di andargli a rompere i coglioni in quel modo). E se c'è una cosa che mal sopporto è la reazione alla provocazione.

Nella mia esperienza nei campionati professionistici di 2a e 3a categoria di calcio dilettante odiavo i provocatori ma chi mi faceva girare le balle ancora di più era il compagno di squadra che reagiva alla provocazione. Sono stato provocato più di una volta, ma non ho  mai reagito. Mantenevo la calma, a volte rispondevo ironicamente. Poi aspettavo il momento opportuno per rispondere (come, i miei ex compagni di squadra lo sanno benissimo, ma giuro che a casa non ho una bacheca di tibie ed alle pareti non ho niente, nemmeno i quadri).
Per non so quale legge alla fine paga, o ha la peggio, chi reagisce e non chi provoca.
Così è andata a Rossi. Si fosse accontentato di andare in bagarre con Marquez avrebbe finito il GP di Malesia al 4° posto, male fosse andata, ma oggi se la sarebbe corsa alla pari come avrebbe voluto lui, come sarebbe stato giusto. Poi a vedere i tempi a giro da quando Rossi ha avuto pista libera forse sarebbe finita allo stesso modo, biscotto spagnolo o no non, ma di sicuro sarebbe stata una gara diversa e mica solo per lui.

Invece i suoi nervi d'acciaio si sono sfibrati con un 22enne isterico che diceva di idolatrarlo. Vatti a fidare.
Mentre le mie illusioni si crepavano giro dopo giro, come tutti gli altri che un po' ci credevano che qualcosa sarebbe potuto succedere, saliva l'amara consapevolezza che se Rossi non avesse reagito in quel modo a Sepang, oggi avremmo visto qualcos'altro.
In testa dalla prima all'ultima gara. 
Se succede ad un 22enne si dice che è un fenomeno.
Se succede ad un 36enne si parla di tenacia e caparbietà.
Oggi si è visto un Rossi preso in giro, umiliato ma ne è uscito vincitore morale. Solo che io - e credo anche lui - dei titoli morali me ne sbatto i coglioni.
E se ha fatto fatica in questa stagione con 36 primavere nella tuta, l'anno prossimo lo sarà ancora di più.

Mi chiedo come Lorenzo possa festeggiare un titolo regalato da Rossi e da Marquez. Non dico che non lo ha meritato, perché le prime tre gare sembrava un fantasma senza palle e poi ha messo in fila 4 vittorie e ha corso una seconda parte di stagione alla grande. Ma le ultime due gare sono state una farsa. 
Ma che gusto ha una vittoria mondiale col tuo rivale messo in posizione di svantaggio?
Per me vedere come si svolge una competizione è importante e andando a rileggere la storia, i tre titoli mondiali di Lorenzo saranno pur sempre tre ma non gli posso dare tanto valore perché i suoi avversari non sono stati competitivi.
Nel campionato 2010 Rossi si è spaccato una gamba alla 4a gara mentre Stoner non ha corso tre gran premi a causa di un problema fisico.
Nella stagione 2012 Rossi era in Ducati con i problemi che ha avuto mentre Stoner si è rotto ed ha saltato tre gare.
Certo nei confronti diretti si vedeva una certa supremazia, ma ha vinto due mondiali facili. 
Il terzo, questo, hanno dovuto aiutarlo forte.

Mi chiedo come la Honda possa permettere certi comportamenti da parte di un pilota che paga per vincere.
In Giappone onorerispetto sono due valori importanti.
A Sepang ed a Valencia un dipendente di un'azienda giapponese non ha rispettato questi valori. 
Non dovrebbe essere licenziato? O dovrebbe dimettersi lui?
Oppure, il desiderio di business va oltre l'etica morale. 

Questa cosa  mi ricorda una frase simile su ego e talento detta da Casey Stoner a Rossi al termine di una gara...
Aveva proprio ragione Stoner.
Il mondiale non lo ha vinto Lorenzo. 
Lo ha mandato a puttane Rossi. 
E avendo ottenuto ciò che voleva, ha vinto Marquez.

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Ha ragione Stoner

Di Valentino Rossi, Marq Marquez e Jorge Lorenzo se ne è parato e se ne parla da 10 giorni, fino a fratturarci le balle quasi peggio del trentennale (diomio!) di Ritorno al Futuro! 
Adesso che il TAS ha respinto la sua richiesta di sospendere la penalità, dovremmo lasciare parlare la pista e metterci a guardare e tifare.

Preciso che non sono rossista, non così sfegatato come molti. E' un pilota italiano e merita un occhio di riguardo, ma prima sono ducatista e quando una rossa esce per me la gara è quasi finita. Se escono entrambe posso spegnere la tele (o il pc, che ora i GP li guardi solo in streaming e la lingua turca propone più divertimento di quanto non lo offrano i piloti). E sì, è dal 2011 che soffro.

Quello che a me ha rotto le balle più di tutto è stato il fatto che quando ci sono due piloti a contendersi il mondiale MotoGP, si parla di tre piloti coinvolti.
La vicenda Rossi-Marquez con Lorenzo a fare da terzo incomodo nemmeno doveva esistere perché doveva essere la vicenda Rossi-Lorenzo senza alcun terzo incomodo.

Se Marquez non avesse infranto quella regola che rientra nel codice d’onore dei piloti, una regola non scritta nel regolamento ma è come se fosse scolpita sulla pietra, quella che un pilota estraneo alla corsa per il mondiale non deve intromettersi ed infastidire gli altri piloti che se lo contendono, non ci sarebbero stati tribunali a rovinare uno sport e sponsor (italiani) in fuga (da piloti spagnoli e da uno sport gestito da uno spagnolo) mentre tanto i fan di Rossi quanto i suoi nemici non avrebbero avuto l'occasione di perdere la propria dignità e dimostrare la propria inciviltà su internet e tutti avrebbero passato 10 giorni (più) tranquilli.
Ma Marquez non ha rispettato una regola tanto ovvia che stupidamente non viene nemmeno considerata dal regolamento, che invece prevede una sanzione per la reazione di Rossi, alla fine punito dalla commissione di gara. Allora, Marquez dovrebbe essere punito dagli altri piloti (ma lasciamo stare #escilo #stendilo ed altri inviti social) mentre Lorenzo meriterebbe almeno qualche bacchettata sulle dita per la sua reazione a fine gara.

Solo Laverty (Michael, quello della BSB) e Nieto (il nipote, Fonsi) lo hanno evidenziato e non è un caso se sono due piloti.
E poi Nicholas Spinelli. Chi è? Un pilota all'esordio nel CIV nella categoria Moto3. Classe 2001. Età anni 14. Varrà una briciola di Marquez e spenderà l'impossibile per inseguire un sogno o solo divertirsi. Avrà avuto il braccino dell'esordiente (si ma 3° all'esordio un cazzo di braccino) ma ha dimostrato che essere signori è un'latra cosa, anche se non hai vinto 4 titoli mondiali e 50 gare.

Mi viene in mente Casey Stoner. Che è sceso dalla moto e ha smesso di fare quello che gli piaceva fare ad anni 27, con titoli mondiali 2 in salotto.
E credo che abbia avuto ragione. E non mi riferisco all’ego maggiore del talento.


Nicholas Spinelli a podio al Mugello
Quando due #piloti si giocano il campionato, un terzo cosa può fare? Nel round finale del CIV, Marco Bezzecchi #12 Official e Fabio Di Giannantonio lottavano come non mai per il #titolo. Con loro Nicholas Spinelli, terzo a fine #gara. E che gara: podio con giro veloce al Mugello Circuit, a 14 anni all'esordio su una Moto3! Forse avrebbe potuto osare di più, la sua scelta però è stata diversa. Ascoltiamolo #madeinCIV
Posted by Campionato Italiano Velocità on Lunedì 26 ottobre 2015

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