Auguri di buon anno nuovo (?)

Eccoci, ci siamo. Come ogni 365 giorni (366 ogni 4 anni) è arrivato l'ultimo giorno dell'anno.
Si fanno bilanci previsioni e poi si festeggia.
Una volta, quando scrivevo nelle mie Smemo o sui miei quadernini, partivo con auto filippiche dal sapore piuttosto melenso augurandomi di vivere un anno nuovo vendicativo, portando a casa quanto lasciato per strada in quello che stava per finire.
Poi col tempo forse per vari motivi, tra i quali da non sottovalutare c'è "the more you change the less you feel", pezzo di Tonite Tonite degli Smashing Pumpkins, oltre ad avere smesso di fare bilanci e previsioni, mi sono reso conto che finivo nell'impantanarmi nella retorica più classica.
Cosa significa augurare solo cose belle? Un conto è farlo per le scale ad un condomino, magari per levarselo dalle palle il più in fretta possibile, un conto è dirlo o scriverlo ad amici, quelli veri ai quali ci teniamo per davvero.
Ci ho pensato qualche anno fa e mi è uscito un augurio diverso dal solito ad un'amica. Non sapevo come l'avrebbe presa, ma glieli ho scritti lo stesso e siamo ancora amici e mi cura ancora i miei infortuni fisici in modo sempre impeccabile.
Augurare sempre le solite cose è superficiale, lo fa chi non ha tempo o non ha voglia di trovarlo (scrivo che è il 31 dicembre 2013 da 1h35' minuti) o chi non pensa qualche attimo.

A me non va di augurarvi un buon 2014, un buon anno nuovo splendido e ricco di soddisfazioni. Perché lo sappiamo benissimo che non potrà essere così che qualcosa di storto potrà accadere e che il male che sentiremo alla fine sarà più grande della gioia delle cose che andranno bene. Vi auguro di non abbattervi mai.
Non vi auguro tante care cose come se lo augurano i vecchi o loro lo augurano ai giovani neanche fosse una specie di maledizione travestita. 
Vi auguro che vi succedano cose, ma care o meno, tante o poche che siano, che vi soddisfino lo stesso e che siano costruttive, anche se non saranno come le desideravate. 
Di avere la forza di affrontare e superare gli accidenti.
Non potrà essere un anno a manetta, magari! Ma che qualsiasi strada percorriate, sappia darvi un bel panorama anche se non era quella che volevate intraprendere.
Auguri.
Di quello che volete voi.

Aggiornamento del 2/01/14
Un'amica involontariamente mi suggerisce questa canzone :


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Ultimo dell'anno come sempre

Porca vacca tra 23 h e 5 minuti è il 2014. Si festeggia un anno nuovo e si da una pedata nel culo ad un 2013 che si è portato tutta la merda degli anni passati. Ora ci attendiamo fiduciosi altri 365 più profumati, sapessero già di fieno bagnato sarebbe un miglioramento mica da poco!
Però io quest'anno non sono per niente motivato. A dir la verità è un po' di anni che il 31 dicembre vorrei viverlo in modo diverso. Per me l'ultimo dell'anno si esaurisce con quella mezz'ora buona di botti più pirotecnici e coreografici che fracassoni. Poi si torna dentro e si gioca a qualche gioco in scatola fino allo esaurimento psico fisico. Oppure all'esaurimento degli alcolici. 
Sarò vecchio io forse, ma ho sempre detestato le feste in discoteca (più che altro le discoteche!) o in qualsiasi altra parte che fosse. 

Ricordo ancora l'ultimo dell'anno del 1997, in giro per Cesuna a cercare un'auto introvabile perché il mona del proprietario l'aveva messa in garage (era il riferimento, l'auto) e poi siamo finiti in un posto dall'altra parte dell'Altopiano a cena. La tristezza di scambiarci gli auguri di mezzanotte in macchina per raggiungere la festa alle piscine di Asiago dove sono stato in piedi tutta la nottata bevendo come una grondaia (per altro tenendo botta alla grande!) nonostante fossi sotto antidolorifici con un ginocchio gonfio per essermi rotto il crociato 2 settimane prima. Ricordo gli amici del tempo che ci provavano con alcune biondine che non lasciavano alcuna speranza (sè va là, altro che entrare nella selva oscura, ma senza nemmeno fartela vedere!). Che squallore!
Oppure pochi anni fa ad un'altra festa con altri amici, ci stavamo talmente rompendo gli zebedei che ho finto di essere ebbro fino alle orecchie (partendo dai piedi, intesi...) e poco dopo mezzanotte (o forse anche prima?) ho iniziato uno show con la bottiglia di Pampero. Purtroppo, per motivi ancora ignoti i super acolici non mi fanno granché (chiedere al cugino di Gessica al suo matrimonio, ci siamo messi a bere vari cocktail a metà pomeriggio, quando sono passato ai distillati puri mi ha detto che ero fuori di testa e l'ho rivisto più bianco dopo un'ora abbondante...) così da quel momento ho iniziato a divertirmi da matti! Ma per reggere il gioco siamo dovuti andare via lo stesso. Almeno la bottiglia è venuta via con me!
Un ultimo dell'anno bello che mi ricordo è stato qualche anno prima, forse quello del '94, con tanta neve così e con mia sorella e il suo allora moroso che ci hanno raggiunto in montagna all'ultimo momento ed abbiamo cenato insieme finendo per scoppiare i petardi nella neve. Tutto qua. L'importante era stare insieme. Quella è stata l'ultima volta che ho fatto un ultimo dell'anno con la famiglia completa.

Quest'anno siamo a casa di amici. Ma sono poco motivato. Sarà che ci siamo messi d'accordo all'ultimo momento sarà che quest'anno ci sarebbe poco da festeggiare sarà che ormai la vedo come il solito stress da ultimo dell'anno dove andare cosa fare come fare e con il botto di mezzanotte che sa ancora di lenticchie e manca ancora più di metà menù alla fine ma comunque bisogna ridere divertirsi ad ogni costo. In più c'è l'incognita Tommaso: vedremo che serata passerà e ci farà passare. Altri amici non vengono perché le loro figlie sono ancora troppo piccole: hanno qualche mese, l'anno scorso Tommaso aveva 21 giorni quando lo abbiamo portato dagli stessi amici di domani sera, siamo stati degli sciagurati!!!
Appena Tommaso crescerà mi divertirò con lui a far scoppiare i petardi e giocheremo con lui e gli altri bambini.
Ci provo a organizzare qualcosa come piace a me ma le cose da solo non vengono bene. Quindi per ora accontentiamoci. Devo ancora passare a prendere i botti al solito posto.
Cin cin (se pensate alla sigla di Colpo Grosso fate pure senza complimenti!).
Boom!

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La tollerenza sotto Natale (ma anche Pasqua e Ferragosto etc.)

Lo spirito del Santo Natale dovrebbe renderci tutti più buoni. 
Un cazzo. 
Chi è stronzo bastardo cattivo e figlio di puttana lo è anche a Natale. Forse anche peggio. Il Natale acuisce il proprio modo di essere. Perché per qualcuno le feste non sono altro che un tedio.
Per altri, nonostante sia Natale, si è cattivi solo perché ad esempio si è sensibili ad un corretto senso civico e così alcune cose non vengono tollerate né a Natale né a Pasqua e nemmeno a Ferragosto. Ovvero mai.
Mi considero una persona piuttosto tollerante che non si incazza tanto facilmente, anzi, la considera una fatica inutile e da evitare! Ma alcune cose, o persone, ci mettono davvero poco a farmi incendiare.
Sono quelle persone che non hanno rispetto per gli altri e a vederli nemmeno tanto per se stessi ma a quanto pare stanno bene così, che non hanno rispetto per il vivere civile che disturbano e sporcano, che fingono di vivere male quando invece stanno molto meglio di noi.
Forse inconsciamente le invidiamo perché sono persone estremamente libere vivendo secondo le loro abitudini ma a tutto c'è un limite. E loro lo hanno deliberatamente sorpassato, senza alcuna possibilità di rimediare sia da parte del senso civico che del codice civile.
Per tutti questi motivi non tollero queste persone. Che da qualche mese vivono nel mio quartiere.
Quello che non riesco a sopportare è la loro presenza. All'inizio l'avevo vissuta con distacco. Poi però si sono confermati quelli che sono in realtà. Incivili.
Passano ogni giorno e più volte nel bar che c'è sotto casa, anche la mattina presto, e disturbano: parlano ad alta voce, suonano il clacson ripetutamente, danno colpi di gas e mandano il motore su di giri e quando se ne vanno sgommano.
Il giorno di Natale li ho visti elemosinare fuori dalla chiesa, fingendo di zoppicare e di stare male (porca puttana, rincoglionito di un benefattore preso per il culo, non li hai visti venirti incontro correndo?).
Poi lasciano la loro sporcizia in giro, l'ultimo caso oggi pomeriggio: nell'unico cespuglio che c'è in cortile c'erano due cartoni di pizza con alcuni pezzi dentro. Quando li ho visti mi sono incazzato perché A 7 metri ci sono i cassonetti dell'immondizia, per l'umido e la carta. Vaglielo a dire tu, se poi sanno che cosa sono!
Con queste persone sono intollerante!

Vi fa differenza se queste persone sono di origine zingara?
Ormai da mesi quella che dovrebbe essere una famiglia (sono tantissimi) ha comprato una casa nel quartiere dove abito. Non so come, visto che in teoria sono poverissimi e si spostano su camper e furgoni mezzi rotti ma, come detto, hanno dimostrato di avere necessità diverse dalle nostre.
Non voglio sapere come sia riuscita ad ottenere quella casa, sono affari dell'ex proprietario (non mi risulta che gli zingari abbiano conti in banca ma i pagamenti oltre i 999,99 euro non possono avvenire in contanti... misteri!). Spero non siano soldi pubblici! Ho visto i vigili fermarsi spesso in quella casa all'inizio. Ma non credo che loro possano verificare certe situazioni. Ma anche se potessero, penso che poi tutto tornerebbe come prime viste le numerose volte che gli zingari giocano a Monopoli (= uscendo di prigione gratis).
La casa la stanno sistemando anche bene, curiosamente hanno iniziato dalla ringhiera e dalle decorazioni esterne ed al momento vivono divisi tra il camper ed un container piazzato in giardino.
Conosco persone di colore, omosessuali, di diversi idee politiche, interisti, milanisti, romanisti e perfino veronesi e ci vado d'accordo (solo con una certa borghesia elitaria incontro qualche difficoltà ma sono problemi miei).
Queste persone invece mi fanno incazzare a morte arrivando all'intolleranza totale. Non è questione di razzismo, sarebbe lo stesso se fossero peldicarota come me!
Vengono spesi soldi pubblici per sistemare le loro aree (i c.d. campi nomadi, che a giustificare l'aggettivo rimane pochissimo) e non per sistemare i marciapiedi o garantire i servizi pubblici essenziali come la sanità o i servizi sociali. Per gli zingari invece sì.
Il sindaco Variati nel 2008 ha fatto una campagna elettorale contro gli zingari, con lo slogan di città libera dagli zingari, arrivando a minacciare di espellere dai campi comunali (ma anche dal territorio comunale) intere famiglie nelle quali ci fosse stato anche un solo componente coinvolto in inchieste giudiziarie, all'insegna dalla tolleranza zero definendosi sindaco-sceriffo.
Gli abbiamo creduto in molti e a distanza di 5 anni e mezzo gli zingari oltre a trovarceli ancora qui, adesso avranno un campo rimesso a nuovo e, pare, stringano alleanze elettorali col sindaco! [1], [2].
So bene che hanno una cultura e tradizioni interessanti. Ma per come si comportano quelli che vivono a Vicenza li prenderei a calci in culo. Se noi facciamo quello che fanno loro dobbiamo pagarne le conseguenze mentre loro rimangono impuniti e ci sorridono. No. Non mi va bene. Questa è una differenza intollerabile. E che sia Natale non me ne sbatte una beneamata fava.

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Buon Natale!

Auguri a tutti quanti! Di che?
Di buon Natale! 
Beh, 'buon' buono non lo so. Per qualcuno non lo sarà perché mancherà qualcuno e augurare 'buon' qualcosa recitando una frase fatta è parlare senza pensare. Per qualcuno questo Natale sarà diverso senza dubbio. Ma spero sia un Natale sereno. Non quella 'serenità' augurata in occasione dello scambio di auguri aziendali a dipendenti poco sereni, piuttosto una consapevolezza di essere con persone alle quali si vuole bene e che ti vogliono bene. Nonostante il cuore pesante.
Natale! Chi, il barbiere (che sarebbe Natalino, comunque...)? 
Quanti di noi festeggiano il Natale inteso come natività? Se chiedessi un'alzata di mani, il conto sarebbe molto breve.
Il Natale significa ferie, vacanze, montagna (per i fortunati, mare per quelli ancora più fortunati), neve, regali... qualcuno nemmeno vorrà stare con i parenti o se li vorrà togliere dalle palle o qualcun altro si è già levato di torno scappando altrove per conto suo.
Dov'è che si trova qualcosa di buono in questo Natale allora?
Se nemmeno Babbo Natale, quello in cui crediamo di più, nemmeno esiste? 
Aspettiamo più un simpatico panzone col barbone bianco dalla profonda risata bonaria e le sue renne che il simbolo della nostra religione.
Bello spirito.
Tanto vale scherzarci sopra! Almeno con il vecchio panzone non si viene tacciati di blasfemia.
Gli anglofoni nei loro auguri scrivono "Season's greetings", che sarebbe come "Auguri di stagione", tanto per non colpire la sensibilità altrui, ma trovo che non ci sia niente di più insignificante.
Auguri. Di tutto.
Alla fine ci riduciamo ad un generico e ateo "Buon feste!". Almeno troviamo riparo nella lingua italiana.
Tanto nessuno più pensa al significato della parole.
Auguri.
Buon Natale, nonostante tutto.



PS: lo so, non è una carrozza ma una slitta e non ho voglia di correggere!

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Nelson Mandela

Nelson Mandela è una icona. Non una icona da maglietta come lo è diventanto Ernesto Guevara. Nemmeno come una di quelle tante mezze star più o meno tossiche che intossicano il cervello globalizzato e uniformato di tanti giovani.
Un leader perché il suo carisma era immenso e il popolo lo seguiva senza dover fare tanto chiasso. Nelson Mandela è un mito, mite e vero che ci ha insegnato la forza di volontà ma anche quella del perdono e del rispetto reciproco. Mi fa impressione vedere tutta quella folla il giorno del suo rilascio l'11 febbraio 1990, tra applausi incitamenti e qualche offesa da parte degli afrikaners.
Ironia della sorte, sto parlando di speranza in questi giorni ai ragazzi. E persone come lui per tutto quello che hanno fatto fino a poco tempo fa mi danno la speranza che le cose migliorino. Per quello che trasmettono, per il messaggio che comunicano. Niente di banale né facile da portare avanti. Ho speranza finché ci sono persone così.
Quando ho iniziato ad avere una certa coscenza, mi sono chiesto come sarebbe stato il mondo senza persone come Papa Giovanni II, Madre Teresa di Calcutta o Nelson Mandela e ammetto che mi faceva paura pensarlo. 
Perché sono state persone di una generazione passata, che ha voluto cambiare le cose, persone forti e sognatrici che hanno portato avanti con caparbietà e coraggio e non senza fatica un messaggio ed un sentimento che dovrebbero essere comuni a tutti. Prima ci affidavamo a loro alle loro parole. Erano presenti e la gente li seguiva. Adesso che non ci sono più, chi farà la fatica di prenderà il loro posto? Come diventerà il mondo?
L'uomo ha dimostrato nella sua storia di essere capace di non imparare dal passato, di scordarlo appena si volta pagina. 25 anni passati rinchiuso dentro una stanza dove poteva appena allargare le braccia e tanti sforzi per dire che siamo tutti uguali e che abbiamo gli stessi diritti (e doveri) non possono né devono essere trascorsi invano. Madiba era un Invictus, 'mai sconfitto'. Se non portassimo avanti la sua lezione, saremmo noi la sua sconfitta.
Sta ad ognuno di noi portare avanti quello che ci ha voluto insegnare. Come?
Spero che oggi qualche genitore e qualche insegnante spenda più di una parolina su Nelson Mandela.
Al quale non saranno mai sufficienti tutti i nostri grazie.
Forse più di qualcuno scorda Frederik Willem de Klerk, l'ex presidente dei Bafana Bafana e poi vice di Madela, un bianco che ha lottato per i diritti dei neri in Sud Africa, per l'abolizione dell'apartheid e grazie al quale la liberazione di Mandela non sarebbe stata possibile.

Mi piace la poesia di William Ernest Henley che lo ha ispirato e confortato durante la sua prigionia. Se non lo sapete, l'autore non se l'è passata molto meglio de leader sud africano. Eppure, nonostante tutto, non aveva paura, anzi, come disse poi Mandela: "Il coraggio non è la mancanza di paura, ma la capacità di vincerla".

Dal profondo della notte che mi avvolge,
Nera come un pozzo da un polo all'altro,
Ringrazio qualunque dio esista
Per la mia anima invincibile.
Nella feroce morsa delle circostanze
Non ho arretrato né gridato.
Sotto i colpi d’ascia della sorte
Il mio capo è sanguinante, ma non chino.
Oltre questo luogo d'ira e lacrime
Incombe il solo Orrore delle ombre,
E ancora la minaccia degli anni
Mi trova e mi troverà senza paura.
Non importa quanto stretto sia il passaggio,
Quanto piena di castighi la vita,
Io sono il padrone del mio destino:
Io sono il capitano della mia anima.

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