Prima uscita - Distrutto ma felice!

Tornando a casa pensavo a cosa scrivere e avevo moltissimi titoli per il post ma erano evasivi. Questo mi sembra il più adatto a descrivere l'argomento di cui voglio parlare: del mio debutto sui percorsi di mountainbike con la bici nuova di palla (della quale si può leggere nel post precedente)!
Ieri pomeriggio sono andato in un negozio di sport per prendere:
- maglia: bella! Incredibile fosse ancora lì, larga non aderente come tutte le altre, proprio come la cercavo!
- zaino: oggi non serviva ma per le future uscite sì! Con tanto di copertura impermeabile per la pioggia!
- scarpe: ho preso un paio leggero da trekking (perché ho i pedali piatti, non quelli a sgancio rapido) con membrana impermeabile per le uscite anche col brutto tempo e per andare in mezzo al fango e per eventuali spostamenti a piedi magari in montagna.
Spesa totale con sconti vari: €108!

Stamattina partenza da casa alle 7:45 dopo una serata di paella prosecco e birra conclusa alle 2:30. La prossima volta a letto coi calcagni par dadrio alle 23!
Partenza alle 8:05 dal negozio.
Ho conosciuto una parte del gruppo, ragazzi giovani e simpatici: Raffaele il proprietario del negozio, Paolo il suo assistente, Andrea, Silvia, Megafono (non mi ricordo il suo nome ma quando parlava pareva ne avesse mangiato uno, la sua voce si sentiva per tutto il bosco), un altro che andava più veloce di me anche con una ruota sola in impennata.
L'inizio non è stato male. Inteso come prima parte vera di sterrato usciti dall'asfalto. Il casino è arrivato dopo, con discese tra i sassi al buio del bosco e con improvvise e repentine salite fatte di sassi sporgenti su sentieri stretti da affrontare con la combinazione giusta di velocità gamba e rapporto per non cadere slittare e distruggersi i muscoli.
E dire che quando me ne andavo da solo credevo di essere anche troppo veloce: oggi invece ero proprio una mezza sega!  Meno male che mi aspettavano sempre. 
Soprattutto quando, dopo l'uscita da una discesa fuori dal bosco mi sono trovato una salita sulla strada. E vai, spingi! Solo che la bici non si muoveva! Stando incredibilmente in equilibrio ho dato un occhio alla catena ma era a posto. E allora cos'era? Perché non riuscivo a muovermi? Sforzavo ma le gambe non si muovevano. Appunto.
Ero inchiodato dai crampi! Alle gambe! Adduttore, quadricipite, quadricipite... era tutto incementato! Giocando a calcio ho avuto i crampi ai polpacci, fanno un male cane ma passano dopo un po'. Questi invece non mi erano mai venuti prima. Non sentivo male ma la sensazione di sforzarsi e non fare niente è bruttissima.
Ho avvisato Silvia e Paolo che erano poco più avanti che mi fermavo per gestire il problema. Meno male dopo un po' di massaggi le gambe si sono sciolte quel tanto per continuare. A un ritmo ancora più lento!
Ho pensato di salutare e tagliare il percorso ma la un po' di vergogna e tanto orgoglio mi hanno fatto continuare.
Meno male che alcune discese sullo sterrato sono state un gran divertimento.
Avrò pagato l'inesperienza. La serata precedente. L'assenza di spinta per i pedali piatti. Guardavo le gambe degli altri ragazzi: fini ma reattive. Le mie sono ancora quelle di un calciatore, due prosciutti da far impallidire Sebino Nela! Che spingeranno in salita ma sono un bel peso da portarsi a spasso.

Però è stata la prima uscita. Massacrante quanto bella. Un modo diverso per divertirsi in compagnia, conoscere nuove persone e vivere cose nuove. La differenza col ciclismo su strada è che qui hai un punto di vista diverso. Sull'asfaltovai sulla stessa strada che fai anche in macchina mentre con la mountainbike ti addentri in posti diversi in mezzo ai boschi ai sentieri. C'è più emozione e pazzia.
Mi hanno chiesto se mi sono spaventato per la fatica. Scherzate? Mica mi arrendo! Non c'è miglior soddisfazione di sentirsi i muscoli di marmo e l'animo felice! 
Devo solo fare un po' di gamba. Questa è stata solo la prima.
Alla prossima.

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Esco dal campo e salgo in sella

Da piccolo mi veniva contestata la mia eccessiva iperattività tanto che la maestra era convinta che fossi stato morso da una tarantola (magari maestra Franca, ma sto ancora aspettando il ragno radioattivo che ha morso la mano di Peter Parker!!!).
Non stavo mai fermo ero sempre in movimento ma porco cane, ero un bambino! C'è da preoccuparsi se il bimbo non mi si agita invece! 
Tra i vari giochi dell'età, uno che andava molto in voga a suo tempo era la gimkana con le BMX. Ricordo come fosse ieri quella che mi hanno regalato mamma e papà per il mio 7° compleanno: gialla e rossa della Legnano. Non desideravo altro! Corsi fuori in stradella a fare i soliti giri - non sono tanto lontano dal senso letterale! - e poi piazzai coi miei amichetti il pezzo di legno sopra il quale mettere la pedana per fare i salti. Vinceva chi lo faceva più lungo - una specie di dimostrazione maschile assai prematura...
Dopo un po' anche il mio amichetto Marco mi fece compagnia con la sua BMX Berga, mi sembra rosso-blu. Successe una domenica mattina di primavera inoltrata: (sempre) lungo la mia stradella quella volta ce la giocammo a chi arrivava prima. Ma non arrivò nessuno: come i professionisti in una volata a velocità pazzesca finimmo per toccarci quel tanto che bastò per volare e strisciare qualche metro di uno dei primi asfalti caldi della stagione! 
Non mi ricordo se c'erano anche Anna (si lei!) e Elisa a fare da giudici. Ma chi c'era in quel momento fece da soccorritore. Io finii sopra Marco cavandomela con qualche altra sbucciatura da aggiungere alla collezione mentre Marco invece si fece molto più male di me con dei grossi tagli tante botte e moltissimo spavento (ricordo che pianse molto, piangeva spesso a dir la verità, ma quella volta ne aveva tutte le ragioni) che sanguinavano copiosi. Mio papà sentì il casino e corse fuori. Era molto agitato perché si sentiva la responsabilità di averci lasciati soli ma anche se fosse stato li avrebbe potuto fare ben poco. Ci portò su a lavare le ferite a calmarci e consumò mezza boccetta di mercuro cromo per disinfettare la pelle di Marco. Per distrarlo un po' si mise a parlare di calcio e di Paolo Rossi che era finito al Verona dal Milan (Marco è tifosissimo del Milan).

25 anni fa. Che se si considera in termini più ampi è il secolo scorso e sembra un enormità, ma era solo il 1985 e si poteva ancora giocare in mezzo la strada. Aaah beata infanzia!!!
Ma tutto questo preambolo a cosa porta? Ci arrivo, un attimo di pazienza!
Ho già detto che smetto col pallone, adesso devo trovare un altro gioco per distrarmi sfogarmi e divertirmi.  E anche per farmi del male, perché no!?
E allora perché non tornare al primo amore?
Ho girato quasi tutti i negozi di cicli della città e sabato mattina sono capitato in quello di un artigiano che monta mountainbike e bici da corsa su telai predisposti che lui le attrezza con l'equipaggiamento richiesto. 
Così gli ho chiesto cosa mi potevo portare a casa con quel budget. Lui mi ha buttato li una proposta insieme a quattro conti e a me è andata bene!

Così questa sera, subito dopo lavoro, sono andato a prendere la MIA NUOVA BICI!!!!
A differenza degli altri negozi, lui me l'ha preparato completa di tutto, pedali - eh già, ora ti compri le bici e ai pedali ci devi pensare tu - borraccia, pompetta, computer - vabbhè, volevo fare il completo con il Suunto T4  ma faccio sempre a tempo - e porta attrezzi con camera d'aria di scorta!
Una veloce spiegazione sulla forcella, sull'ammortizzatore, sui freni e via. Di corsa a casa in bici! 
Adesso non vedo l'ora del primo giro.
Così i massaggiatori, fisioterapisti, pranoterapisti, massofisioterapisti, radiologi, ortopedici, chirurghi di maxillofacciale e traumatologia, anestesisti e infermiere possono tirare un sospiro di sollievo perché avranno ancora un po' di lavoro assicurato!

Il marchio sulla bici è del negozio, a me non interessa molto che nome ci sia sul tubo trasversale, mi importa che sia robusta ed affidabile.
Facendo dei paragoni rispetto a nomi più noti, avrò qualcosa di meno da una parte ma molto di più da un'altra. Alla fine mi sembra un ottimo rapporto/qualità prezzo.
E alla fine rimango dell'idea che quello che conta, che fa la differenza, non è tanto la bici in se, ma chi ci pedala sopra con la sua voglia le sue gambe e il suo cuore, insieme alla sua curiosità.
Il nome non ce l'ha e non glielo do, quello che ha mi sembra positivo! 

Ma non ditelo alla maestra Franca, perfino quando mi ha visto con la ginocchiera 2 giorni dopo essermi rotto i legamenti mi ha ricordato che fin da piccolo ero troppo agitato!
Alla fine si chiude il cerchio.











































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