Cos'è questa cosa che non so descrivere?

Aria di primavera, finalmente!
Non solo quella che senti col naso ma anche, e soprattutto, quella che avverti già la mattina aprendo la finestra. Ho la fortuna aprendo i balconi di vedere un bel pezzo di cielo che si sta ravvivando alle prime luci del sole e i colori degli alberi riempiti di foglie verdi e di fiori colorati e di sentirne i diversi profumi.
Inaugurare la giornata davanti a questo prodigio è un piacere!
Mi ero rotto di giornate monocrome monotone e scure. Già qualche giorno prima del cambio dell'ora potevo avvertire una certa sensazione poco spiegabile come una latente inquietudine che mi prende puntualmente come la dichiarazione dei redditi in questo periodo.
Adesso le giornate si sono allungate si torna a casa la sera con la luce che ti sembra di essere stato fuori per poche ore e di averne ancora tante a disposizione.
Detesto i maglioni i giacconi i guanti li metto poco d'inverno e le sciarpe quest'anno le ho usate pochissimo e adesso mi piacciono le sensazioni che si provano sulla pelle che si ravviva e inizia a scoprirsi. 
Girando per la città ti accorgi dei profumi perfino di quello del verde dell'erba più viva della corteccia degli alberi che si rinnova e della terra dei campi tornati ad essere lavorati. Anche l'odore del concime mi piace! Mi allontana da quel senso soffocante della città.
Vorrei fermarmi fuori dalle case quando sento il profumo dei fiori delle loro piante in giardino. In particolare ce ne è una che si sente spesso in questo periodo perché è particolarmente dolce e mi piace moltissimo.
Come mi fa impazzire dalla meraviglia il glicine: in fiore è bellissimo e buonissimo. La sera, quando si alza un leggero vento, me ne starei sotto quell'esile fusto contorto in forme nodose ad ascoltare musica e leggere uno dei tanti libri in arretrato o a condividere qualcosa di buono come un'amicizia ed una bottiglia o magari a fare l'amore in un tumulto di umori e profumi.
Eppure tutta questa bellezza mi inquieta.
Come se mi rapisse e mi agitasse mi scuotesse dopo un inverno dove tutto quanto se ne sta fermo al buio.
Forse perché è una progressiva esplosione di vita che vedi crescere giorno dopo giorno rendendoti conto di colori e profumi diversi. Se invece fosse un botto improvviso la meraviglia sparirebbe nel breve tempo di essere assimilata mentre così ogni volta che esci ti accorgi di qualcosa che provoca i sensi.
Forse perché questa rinascita ammicca invitante e mi attrae con una forza ineluttabile e mi mette voglia di cose nuove che aspetti in trepidante silenzio. 
Vorrei starmene all'aria aperta in mezzo a spazi grandi dalle visuali che non puoi racchiudere in un solo sguardo. Sto pensando da un po' di montarmi una mountainbike per andare in giro per i boschi e pazienza se non ci sarà nessuno con me, avrò il modo di godere meglio del posto in cui sono ospite mescolando il mio fiato con quello dell'universo rinato.
Questo periodo di inquieto vigore mi mette voglia di passare notti alla finestra ascoltando musica come quella dei Marlene o degli Esbjorn Svensson Trio o di Einaudi o di Richard Hawley o di Nora Jones o Waits fumando piano un sigaro e bevendo una Guinness.
Mi viene voglia di scappare la notte e andare in giro ramingo in moto seguendo questo impeto.
Che non so spiegare ma non voglio nemmeno farlo perché mi va bene com'è. 

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Raccontacene un'altra Emma!

Il presidente di Confindustria è Emma la tosta! Nel suo discorso per l'inaugurazione del Salone del Mobile ha frustato il Governo, reo di non elargire incentivi al settore del mobile e dell'arredo e di non stringere la cinghia, riducendo la spesa pubblica, come stanno facendo molti cittadini ed aziende (che la cinghia più di qualcuno se l'è stretta al collo).
A parte ripetere sempre le stesse cose su investimenti ed innovazione che ormai non hanno più alcuna eco, le sue affermazioni sugli incentivi puzzano!
Di faziosità e di circostanza. Infatti la pres. si trovava di fronte una platea di imprenditori del settore quindi non poteva dire altrimenti. Se fosse stata all'inaugurazione della fiera del giocattolo avrebbe chiesto un contributo statale per l'acquisto di Gormiti e Hallo Kitty.
Inoltre, dovrebbe sapere che gli incentivi servono non solo agli amici industriali e ai loro clienti, ma servono più che altro a contribuire al ricambio/rinnovo di prodotti che non conviene più utilizzare perché obsoleti e inquinanti. Così gli ultimi concessi servono per gettare motori di motoscafi vetusti che infestano, p.e., le calli e i canali di Venezia e Chioggia e anneriscono i palazzi sui quali si affacciano. O quei datati elettrodomestici appartenenti a una classe di consumo adesso troppo bassa (nel senso che consumano troppo rispetto a quelli ora in commercio).
Per questo vengono anche chiamati eco-incentivi.
Quindi, che convenienza ecologica ci sarebbe a cambiare un divano?
Puzza anche l'invito a stringere la spesa pubblica.
Di propaganda e superficialità. Infatti si fa sempre bella figura a parlare male della spesa pubblica ma Emma non specifica quali settori pubblici penalizzare a vantaggio del settore del mobile. 
Posso suggerire alcune voci da ridurre con decisione tipo "stipendi" e "rimborsi" a politici e dipendenti dei loro palazzi. Guadagnano già troppo per fare troppo poco e visto che di più non fanno nonostante l'impegno di Brunetta (a proposito qualcuno ha notizie? Dopo la sconfitta alle elezioni per la sedia di sindaco di Venezia non si sente più)... 
Col denaro risparmiato da questa contrazione di spesa si potrebbero risolvere diversi altri problemi, di ordine pubblico, purché spesi bene. Ma questa diventa poi un'altra storia.
Quello che desidero far notare a Emma la tosta è che le sue consociate con la cinghia tanto stretta al limite dell'asfissia stanno facendo le furbe e che se mancano i quattrini per elargire altri incentivi la colpa è anche loro, perché le tasse devono essere pagate sennò si può mica prendere soldi se prima non si mettono nel salvadanaio!
Dalle mie parti infatti (più di) alcune aziende preferiscono sborsare soldi liquidi in mazzette alla Finanza locale invece di contribuire al salvadanaio pubblico pagando qualche dovuto milione di euro di tasse allo Stato. 
Vuoi mettere un bonifico (spero on-line, che è gratis, perché dalle mie parti qualcuno può non esserci ancora arrivato) di qualche milione di euro contro un borsone di denaro contante per un decimo del dovuto? Ci guadagnano tutti: azienda, finanziere e ufficiale delle entrate! L'unico a rimetterci è lo Stato, dal quale poi andare a piangere e rompere i coglioni per avere degli aiuti.
Quindi l'azienda non paga le tasse, prende anche gli incentivi e lascia a casa i dipendenti.
Caspita, così mi viene da pensare che i contributi pubblici siano destinati più a rimpinguare lo stipendio di qualcuno in divisa che all'innovazione e alla ricerca...
Alla fine gli imprenditori piangono mali che combinano loro stessi.
Un po' come se il cieco bastonasse il suo cane guida zoppo, zoppo perché è il cieco che lo pesta.
Poi uno fa la figura del mona chiedendosi come fa la metà dei contribuenti a dichiarare 15.000 euro all'anno mentre gli altri 2/3 non vanno oltre i 20mila. Sommandoli, significa che l'83% dei contribuenti ha un reddito non superiore i 20mila euro l'anno.
Facendo una analisi con i dati che posso disporre, nel 2008 l'80% dei contribuenti italiani dichiarava un reddito inferiore ai 26mila euro l'anno (dati relativi all'anno fiscale 2007).
Nello stesso anno, gli italiani hanno speso 1.910.230.000 euro (v. tab. 1.1a, calcolo a+d) per l'acquisto di un natante. Nello stesso anno, il mercato nautico italiano è cresciuto del 18,9 % rispetto al precedente.
Credo che a Emma e a tanti suoi associati non piaccia evadere dai soliti slogan!

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" Metticene un po' " a chi scusa?

Una volta aperto questo blog non pensavo di scrivere anche di calcio, del mio calcio della mia squadra che gioca in un girone veneto di terza categoria. Perché è una cosa da vivere coi miei compagni l'allenatore i dirigenti in spogliatoio in campo e in sede.
Così oggi mi permetto di fare uno strappo. Tanto nella Zona Verde ci faccio e ci scrivo quello che mi pare.
Oggi pomeriggio siamo tornati in campo dopo la pausa pasquale. Io odio la pausa pasquale! Dai tempi degli juniores, arriva in un momento delicato del torneo spezza il ritmo deconcentra. Mettere una vacanza li in mezzo rompe proprio i coglioni. Ma siamo dilettanti e, salvo eventuali inopportuni recuperi, la fine della Settimana Santa non prevede partita.
Forse, quest'anno ci stava giusta, perché nelle ultime due partite prima della sosta siamo stati suonati come uno jambè nella spiaggia di Jesolo a Ferragosto da adolescenti dagli ormoni fuori controllo e dalla chimica in evidente stato di alterazione.
O forse non ci stava proprio per niente, perché, forse, tutta quella rabbia e la delusione accumulata dopo le due cocenti sconfitte potevamo trasformarla in vibrante foga agonistica.
Evidentemente l'energia accumulata da ognuno di noi nel personale laboratorio del Cern è stata così forte da resistere due settimane! 
E' un po' quello che ho pensato oggi pomeriggio dopo neanche 10' del pt quando ci siamo trovati in vantaggio per 2 a 0 con due bei gol in una partita molto importante per tre aspetti: 1. perché era il derby e in quanto tale è una gara molto sentita; 2. perché dovevamo dimostrare di non essere quelli dei 7 gol subiti e 0 fatti delle due precedenti partite; 3. perché valeva tanto in chiave playoff. Noi infatti siamo quarti e loro sesti staccati di 3 punti: perdere equivale farci raggiungere e incasinare le cose a fine campionato. Proprio una situazione da evitare.
Avanti di due gol così presto annichilisci l'avversario. Invece siamo stati ingenui a lasciargli degli spazi che loro hanno saputo ottimizzare, cazzandoci in porta pareggio e sorpasso già prima della fine del primo tempo e, verso circa la metà del secondo, pure la ciliegina. Di quattro peri presi, due sono stati infilati su punizione all'incrocio!
Non ricordo altre sconfitte del genere perché, come ci siamo detti nell'intervallo, abbiamo giocato bene come sappiamo fare (bhè, come sanno fare i miei compagni, i piedi giusti ce li hanno loro a dire il vero, io ci metto il mio ;)! ). 
Purtroppo nel secondo tempo non siamo stati pericolosi ne' incisivi come nel primo anche se il pallone lo tenevamo di più noi e gli avversari si affidavano a conseguenti contropiedi.
Ed è più che naturale avere la palle che girano ancora come particelle del Cern dopo una partita così!
Perché non ho visto uno dei miei compagni, dal portiere a chi è stato in panchina fino alla fine, tirare indietro il piede non rincorrere l'avversario non darsi da fare per aiutare il compagno. Ci siamo tutti dannati l'anima!
E sentire certe cose dal pubblico negli ultimi minuti della partita, quando il corpo reagisce più per orgoglio forza d'inerzia disperazione e illusione per una fine migliore (e anche perché il fisico ha ancora benzina, cosa che oggi mi ha sorpreso alla tenera età di 32 anni, alla faccia di chi dice...), a me fa saltare la vena al cervello!
Non giochiamo in uno stadio e le voci si sentono bene ma non possiamo pretendere che gli spettatori se ne stiano muti, anzi, ci devono incitare e ci sta benissimo che qualche commento possa scappare. Ne' i calciatori devono farsi influenzare altrimenti meglio che si facciano un giro in bici la domenica.
In tanti anni di calcio (o di calci?) ne ho sentite tante sia su di me che sui miei compagni, ogni tanto giusta ogni tanto no. Ma lasciamoli parlare, è nel loro pieno diritto!
A me possono dire che sono scarpone che ho il piede a vanga (e ammaccata, anche!) che è un miracolo se riesco a fare un passaggio giusto di 2 metri (già troppo!). Ok, va benissimo! L'evidenza non si può negare ;).
Ma non si può nemmeno interpretare con una certa fantasia. Per questo oggi me la sono presa con quella persona che ci ha tacciato di essere remissivi di non metterci quel poco per cambiare il risultato.
Non sopporto e tanto meno tollero sentire questo cose. Perché, come detto, oggi tutti i miei compagni non si sono tirati indietro di 1 cm! Tanto per dare l'idea in questa squadra ci si allena coi muscoli che fanno male e si da quel che si può! In questa squadra c'è chi si allena nonostante un filo di cartilagine nel ginocchio! In questa squadra c'è chi corre un'estate intera per presentarsi in forma! In questa squadra non si molla nemmeno quando la caviglia non sta più tanto dritta! In questa squadra i giocatori corrono da lavoro la domenica per finire in panchina! Tanto per far capire quanto poco ci teniamo alla partita la domenica!
Quella persona non ha nemmeno avuto il coraggio di ammettere la sua critica negandola senza vergogna. Vorrei tanto sapere allora come ha fatto a capire che mi rivolgevo a lui finché lo invitavo a starsene zitto e non al tizio di fianco o sotto di lui.
Se la critica invece era destinata a me, cade nuovamente male. Deve sapere quel tale che la sera del mio compleanno, di giovedì, serata in cui non ci alleniamo, subito dopo essere tornato da Milano, invece di stare a casa a festeggiare ero al campo per correre per i cazzi miei perché dopo la visita del giorno prima al ginocchio volevo verificare di stare davvero bene perché volevo fare allenamento anche venerdì e avere una speranza di andare in panca domenica (mica di giocare titolare!) dopo due settimane di assenza. Deve sapere che ogni domenica sera me ne sto con il ghiaccio sul ginocchio. Deve sapere che se io avrò 32 anni per niente come l'ho sentito dire bullandosi coi vicini di posto sugli spalti, mi meraviglio non poco dei suoi non so più quanti anni trascorsi nel mondo del pallone se quest'anno, da direttore sportivo, non è stato capace di portarci un secondo portiere. O avrà pensato che un mona che viene a fare il nr. 12 ogni domenica lo trova? La sua fortuna sfacciata è che il nostro portiere non si è fatto male. Per ora...
Non sono mai stato così incazzato come oggi. Me ne sono stato fuori dagli spogliatoio per un pezzo perché  non ce la facevo a stare seduto e quando sono rientrato la porta ha sbattuto duro ho fatto volare via tutti i bicchieri di plastica a portata di braccio mi sono fatto la doccia da solo nell'altro spogliatoio perché non volevo parlare coi miei compagni perché magari qualcuno non aveva sentito e non era poi tanto giusto dirgli tutto volevo in qualche modo proteggerli. 
Perdere una partita ci sta, si può star male un po' poi passa perché non è questa la nostra vita! Sentirmi trattare così da un dirigente della mia società non lo sopporto! Avrà visto un'altra partita o capisce poco di calcio. Ma siccome ci stava guardando...
Con quella critica ha offeso me e i miei compagni e per conto mio ha mancato di rispetto anche verso l'allenatore!
Non è la prima volta che dice questa cosa e puntualmente è stato smentito da TUTTA la squadra, cosa che non ha gradito. Evidentemente non sopporta molto le critiche.
Forse rischierò qualcosa per queste righe ma non potevo stare zitto. Poi tanto lui parla e scrive delle nostre partite sul suo blog secondo il suo punto di vista e magari si fa pubblicità tramite la nostra squadra, tanto io credo di avere la stessa libertà, senza però sfruttare o mancare di rispetto ai miei compagni (leggendo il commento della nostra partita nel suo blog, mi pare di capire che giochiamo bene solo per grazia ricevuta, poi c'è una chiara contraddizione: nel primo pezzo parla di una squadra remissiva [dal dizionario Garzanti: agg. - che si rimette facilmente alla volontà altrui; sottomesso] e poco dopo dice che sarebbe ingiusto parlare di scarso impegno. Accenna anche agli episodi negativi accaduti a due miei compagni ma sarebbe stato meglio non parlarne visto che certe cose devono stare dentro lo spogliatoio. In campo invece mi sono perso battibecchi tra giocatori).
Spero che questa sconfitta serva ai miei compagni per trovare quella determinazione che secondo il nostro direttore sportivo la domenica lasciamo a letto o al bar o chissà dove.
Siamo delusi di noi stessi e ci spiace per tutte quelle persone che ci seguono.
In più giochiamo su un campo meraviglioso dove credevo di vincere sempre!
Ci aspettano cinque partite che non devono essere le ultime cinque. Dopo di queste voglio farne altre quattro. Io di voglia ne ho e ce ne metto anche un po' di più. E sono pronto a scommettere che anche i miei compagni di squadra la pensano come me.
Forza ragazzi, solo per noi!

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Incrocio l'incrociabile e in culo la balena!

L'annuncio era quello. Ma dovevo prepararmi bene.
Lettera di presentazione, civì. Un articolo che ho scritto due (già due?) anni fa e un pezzo di fantasia a corredo della mia candidatura non fanno male. Leggo e rileggo. Attenzione ai dettagli. Correggo e rimodifico. Stampo. E porto a destinazione.
Suono al citofono mi risponde una bella voce femminile. Dico che porto me stesso in formato cartaceo dentro una cartellina di plastica. "In fondo al cortile a destra" mi indica. Dietro quella parete imponente si apre un bel cortile alberato ordinato razionale sul quale si affacciano diverse vetrate ampie.
Salgo, saluto, mi presento, spiego, non c'è tempo al momento leggeranno e in caso mi richiameranno. Ma non importa l'importante è avergli fatto avere il mio. Saluto e esco. Chiudere la porta.
La giornata è fresca soleggiata di inizio primavera con le pm10 al solito livello fuorilegge ma sembrano quasi polveri magiche. Non so come mai annuso questo senso di positività! Forse girare per la città in scooter mette di buon umore!
A settantacinque metri da casa suona il cellulare... proprio nel tratto di strada più squallido. Lo passo - non smettere! -, accosto - guai a te se smetti! -, "Pronto?" dico ancora col casco in testa solo per far sapere dall'altra parte che ci sono senza sentirne voce, "Pronto?" ripeto leggendo NUMERO SCONOSCIUTO sullo schermo e pensando "Eccoli! Grande!!". 
Sono sul ciglio della strada, subito dopo la curva in salita che porta a casa mia. Se arriva una macchina non fa a tempo a scansarmi e mi stira. Ma passa solo dall'altro senso una sferragliante macchinetta che da mesi scava in diversi punti del quartiere, tanto per facilitare la comunicazione. "Sì, chi è scusi?" e mi risponde la bella voce del citofono. Il cuore parte in terza a pieni giri affiorando sulla pelle.
Mi dice che stanno cercando un collaboratore interno e full-time per la loro redazione, mi chiede se per me va bene.
Strabuzzo gli occhi fino a farli uscire dalle loro orbite grandi come un uovo alla coque. Magari me lo spiegheranno meglio quando ci incontreremo, ma SAREBBE IL MIO SOGNO! PORCA MIGNOTTA! (questa esclamazione non l'ho detta, era il significato del punto esclamativo che la precede, è solo una nota di colore a corredo di quello che sto scrivendo anche se avrei molto voluto!).
"Ah, bene! Allora possiamo vederci lunedì alle 15.30?" Fatto! D'accordissimo, va benissimo, liberissimo! 
Sono pervaso da una sensazione di gioia mista incredulità. Vorrei svenire cadere a terra estasiato schiacciato dal peso dello scooter ecchissenefrega! 
Ci vediamo lunedì pomeriggio! Sono già teso non vedo l'ora! E' quello che voglio fare!

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