Roberto Saviano a Vicenza, secondo me

Col mio puntuale ritardo, questa volta di ben 10 giorni, volevo parlare di un personaggio italiano alla ribalta da qualche anno grazie a un film tratto da un suo omonimo libro e poi a un programma televisivo. Lui è Roberto Saviano, napoletano 32 enne nonostante le sue vicende le sue parole la sua espressione ed il suo pensiero lo rendano più adulto di quel che è.
In occasione dell'uscita del suo ultimo libro, al contrario del film stavolta tratto dalla trasmissione che lo ha (ri)lanciato "Vieni via con me" con l'amico lecchino Fabio Fazio, l'autore è tornato a presentare la sua opera nelle librerie italiane, come desiderava. Perché lui dall'ottobre 2006 non fa la stessa vita di un qualsiasi scrittore o personaggio noto. Le guardie del corpo ce li hanno molti (pseudo) vip ma armate come le sue no. Perché lui ha deciso di scrivere quello che sapeva sulla mafia la camorra la malavita organizzata che impesta il nostro Paese, dalla Campania alla Calabri alla Puglia e alla Sicilia e, mica si scopre l'acqua calda, anche in Piemonte Lombardia Veneto Emilia Romagna e anche anche in Friuli Venezia Giulia, ricevendo in cambio dalle gentili famiglie prese in considerazione una attenzione fin troppo morbosa, dalla quale adesso deve per forza difendersi e guardarsi le spalle.
Il suo arrivo a Vicenza è stato comunicato via social network nella pagina di Vicenza e mi ha sorpreso: quando ho saputo che Saviano era in tour per presentare il suo libro speravo facesse tappa anche dalle mie parti ma non credevo ci fossero speranze, invece la libreria Galla, la più nota e storica di Vicenza, è riuscita nell'"impresa" di portare qualcuno che riaccendesse l'interesse per la propria città, qualcuno capace di far togliere la vestaglia delle 7 della sera e di non mettere la gente con le gambe sotto la tavola alle 8. Perché quella marea di persone me la ricordo per un Festivalbar nei primi anni '90 e per un illusorio Venezia - Vicenza l'anno della retrocessione in B nel 2001. E speriamo che la pubblicità gratuita che offre il web 2.0 sia d'aiuto alla promozione di Vicenza, anche fuori le sue mura, e con questo intendo provincia e regione!

Tralasciando i polemici punti di vista personali, l'appuntamento era fissato per le 21: il bello di lavorare in centro città è che posso scendere dal palazzo dove lavoro e fare due passi ed esserci. Con Anna abbiamo cenato con due caloriche palle di gelato e poi ci siamo messi in coda con 2 ore di anticipo. E non eravamo nemmeno i primi, tanto meno i quarti arrivati!
Ma l'attesa è passata senza tanti dilemmi. In attesa dell'autore, intanto arrivavano altri calibri... per intenderci quelli però che non fanno fumare la penna.
Durante l'attesa la folla ordinatissima cresceva col trascorrere del tempo e il mio dubbio gli è direttamente proporzionale: chissà cosa spinge la gente a venire a sentirlo? Per vedere un ragazzo coraggioso che muove la coscienza o un personaggio della tele? Perché l'ex scatola magica (infatti adesso bisogna chiamarla cornice luminosa) può creare in 2 ore di programma degli eroi come distruggerli in 2 minuti di servizio del tg ed il programma tv è stato seguito da un pubblico record. O solo per dire agli amici la mattina dopo "ieri sono andato a vedere Saviano" (in libreria, che chissà cosa fa più culturale tra il soggetto ed il luogo...)? Anna dice che non dovrei essere cattivo e giudicare ma il mio non è un giudizio. E non riesco a non essere cattivo né stronzo in certe occasioni. Mi viene spontaneo. Sono solo delle semplici domande automatiche. Pura curiosità. Forse perché mi sono stupito di tutta quella folla venuta a vedere un folle. Nemmeno fosse il Papa o una rock star! Eppure Roberto Saviano non è alto palestrato tartarugato tatuato depilato. Per quello infatti il target di questo genere di personaggi non è pervenuto tra la folla accorsa. Siamo qui per un antieroe.

Alle 21 ci fanno entrare e ci accomodiamo in una stanza al secondo piano che non sapevo nemmeno esistesse, ricavata dopo il restauro. Gli unici posti a sedere sono su un divano in pelle in fondo la stanza, dietro tutte le sedie. Purtroppo Lui non possiamo vederlo dal vivo come ci eravamo illusi (ma almeno siamo comodi) perché è in una sala al pian terreno mentre noi lo vediamo proiettato su uno schermo. 
I suoi occhi neri hanno uno sguardo meno impegnato concentrato teso e più rilassato e sereno di quello visto alla tele ma non meno magnetico e profondo, mentre il suo modo di gesticolare è lo stesso, talvolta irritante e mentre segue le stesse pause che fa quando parla.
Inizia con la fabbrica del fango, di quello che di male si dice della gente per ripicca nei suoi confronti, perché in Italia pare viga il diritto all'offesa come difesa, parla del diritto di non soffrire e di non far soffrire e tiene un comizio per quasi due ore riprendendo alcuni pezzi del suo libro e quindi di cose già dette in grande scala alla tele. Bello sì ascoltarlo ma speravo in una interazione con lui in uno scambio di pensieri tra persone qualsiasi e un uomo coraggioso.
Perché lui a nemmeno 30 anni è stato coraggioso, e forse anche inconsapevole di quello che andava incontro, mentre noi correvamo dietro tutt'altre cose.
Ascoltandolo ritrovo i miei pensieri nelle sue parole: per qualcuno bestemmio ma non trovo grosse novità in quello che dice. La mafia al nord? La mafia c'è dove si possono fare soldi e soprattutto, non occorre ci sia la mafia perché ci sia mafia. Mi spiego, 'o sistema come la chiama padre Alex Zanotelli, è un modo di fare e agire di stringere accordi che falsifica la realtà ed uccide la democrazia e la meritocrazia per favorire poche persone. Da quanto tempo ci comportiamo così? Almeno qualche secolo? Pensiamo solo a certe assunzioni tramite conoscenza che escludono chi invece ha le capacità. O ad appalti dati in contropartita di un favore o di un biglietto allo stadio... E adesso non indigniamoci o sorprendiamoci se Roberto Saviano se ne esce con la rivelazione che al nord c'è la mafia! Non dice affatto qualcosa di nuovo, ma siamo stati ciechi e sordi e voltati dalla parte opposta noi per non rendercene conto. Abbiamo avuto occhi e orecchie foderati dei cazzi nostri e di altre stronzate per non rendercene conto.
Alla fine del comizio di Saviano, in attesa degli autografi, quello che mi ha lasciato più stupito non è stata tanto la folla dentro e, soprattutto, fuori la libreria, ma il suo stupore per quello che sentiva. Onestamente, non ci ho trovato qualcosa di nuovo, al contrario direi che è stato banale. Ma estremamente coraggioso, perché almeno lui ha avuto le palle per mettere certe cose davanti al naso della gente. 
Che spero non abbia già dimenticato la serata e quello che ha sentito. Quel paio di migliaio a Vicenza è già un passo avanti. Se loro fanno come dice lui e cioè per fare del bene iniziamo a non fare del male agli altri, siamo sulla strada giusta. Immagino il successo che sta riscuotendo e dovremmo agire subito. 

Dopo quasi un'ora di attesa siamo arrivati di fronte a lui: le misure di sicurezza non ci hanno nemmeno permesso di dirgli i nostri nomi ma ci ha accolto per pochi secondi con occhi stanchi ma felici di vederci. Avrei solo voluto dirgli quello che penso di lui, uomo coraggioso: che quello che dice non (mi) è nuovo ma lo condivido in pieno e lui è la persona giusta che serve a questo Paese addormentato e schiavo e indolente, perché lui è capace di risvegliare le coscienze e, se mai dovesse fare una rivoluzione, sarei al suo fianco subito.

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Bike-Outing

Dopo la prima uscita in moutainbike di sabato credo sia doveroso. Ma andiamo con ordine.
Come detto, sabato la prima uscita in bici. Venerdì FrH mi anticipa per messaggio un giro per la mattina successiva. Io avrei avuto un impegno semi-improrogabile vista l'importanza ma sono riuscito a renderlo prorogabile al pomeriggio senza affanni.
Fanculo al caschetto che non ho ancora dopo quasi un anno... lo so, lo so! Entro maggio dovrei avercelo. Sono andato sempre in giro senza nei miei percorsi solitari, ora che ho una seria mountainbike prevedo anche giri seri e ne farò uso, quando andrò a prenderlo/me lo porteranno.
Così sabato mattina ci siamo trovati alle Scalette di Monte Berico io (arrivato in ritardo di appena 5'!), FrH appunto, Megolas detto Mego e Tappo. Dopo aver discusso su quale percorso intraprendere come prima uscita e scelto quello più massacrante e dopo aver dato delle indicazioni per raggiungere Villa Capra detta "La Rotonda" a due giovani turisti, partiamo per il nostro debutto stagionale.
Dopo la pista ciclabile della Riviera Berica che costeggia il Bacchiglione con un'alternanza illogica di case e capannoni saliamo per la Santa Tecla che inizia asfaltata e prosegue in sterrato. Le piogge autunnali e invernali devono aver fatto piazza pulita dei detriti di sassi portarti a valle o comunque fuori dalla scatole perché seppur sterrata la strada era più omogenea, quasi più facile e piatta di come me la ricordavo a settembre, l'ultima volta che ci sono passato. La salita ha una pendenza che mette in difficoltà: ci vuole un ritmo regolare senza strappi altrimenti le gambe si spaccano.
Da li poi ci siamo infilati nei boschi dei Colli Berici su improvvisi sali-scendi molto divertenti e finché saltavo di qua e di la pensavo che ce ne mancano dalle nostre parti, e che comunque non sono il mio tracciato preferito, troppo tecnico e impegnativo. Preferisco le mulattiere e l'erba.
Mego e FrH hanno dimostrato la solita gamba, stando sempre davanti dando il ritmo, mentre io seguivo qualche metro dietro e Tappo al seguito.


E qui lo ammetto: sono una pippa! Poco da bullarsi per delle corsette... me ne rendo conto ora che ho un confronto perché sono sempre uscito da solo senza avere dei riferimenti e purtroppo, quelli che mi hanno dato Mego e FrH sono stati disarmanti! Va bene che sono a corto di allenamento avendo smesso con il calcio e fare ogni tanto qualche allenamento  di calcio (n.b: a 5!) e correre un paio di volte al mese non serve. Il percorso, gli strappi, le variazioni di pendenza tutto quello che vuoi ma pensavo di avere più gamba invece quelle di sabato erano di marmo, sembravano due colonne doriche che non si piegavano sui pedali nemmeno con lo scalpello! Le caratteristiche muscolari delle mie gambe sono poco adatte al ciclismo, ritrovandomi due cosce alla Sebino Nela, ma dov'è finito il ritmo che tengo quando pedalo in solitaria? Mah, spero sia solo il percorso che non si adatta a me...
Anzi, certamente è così! Ma non mi abbatto affatto! Alla prossima!

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