Il coraggio, delle decisioni e di parlare chiaro

In Italia i politici chiamati in causa (ma visto che si sono candidati, bisogna dire che si sono offerti, magari sapendo anche come fare) per risollevare le sorti della loro (e delle rispettive famiglie) Nazione, si stanno dimostrando incapaci di adottare le misure necessarie per raggiungere l’obiettivo.
L’IVA non è una signora ed il suo aumento non riguarda il peso. E' una imposta, un costo, che imprenditori e commercianti finiscono per bilanciare tra acquisti e vendite, mentre i consumatori finali (imprenditori inclusi, immagino, ma loro non hanno gli stessi problemi di bilancio che hanno operai, dipendenti, insegnanti, lavoratori a progetto o a tempo determinato, disoccupati etc.) invece pagano fino all’ultimo centesimo.

Bisogna evitare che questa imposti aumenti dell’1%. Disposizione osteggiata dalle stesse persone che l’hanno prevista, negli ultimi giorni di vita del governo Berlusconi. Un altro esempio, se mai ci fosse stato bisogno, che dimostra il grado di cadere nel ridicolo dei nostri politici.
Io aggiungere che non è necessario solo il blocco (perenne, non solo di qualche mese) dell’aumento, ma la riduzione al livello originario del 19%.

Come fare, nessuno pare saperlo (un suggerimento io l’ho dato ancora tempo fa)
I sindacati dopo 10 anni si sono radunati a Roma sabato scorso per chiedere le riforme, per lamentarsi (ovvero l’unica cosa che sanno fare i sindacati) di un governo che non fa altro che parlare e non ha il coraggio di prendere decisioni forti.
Ma ci vuole anche un altro coraggio, perché non se ne può più, non ci servono le mezze parole. Bisogna avere anche il coraggio di parlare chiaro, perché il popolo ha fame (anche) di verità di sapere le cose: cosa intendono i sindacati per “il coraggio di prendere decisioni forti”? Quale tipo di decisione necessita il coraggio da parte di  un gruppo di persone che si è offerto di prendere decisioni? Hanno perfino dovuto mettere per decreto (v. dl. Fare, ovvero prendere decisioni per decreto, è il massimo del ridicolo) quello che devono fare per contratto.
Ormai non c’è più tanto margine di operatività: o si fa o non si fa. Per ridurre una entrata (cioè tagliare una imposta), non è possibile aumentarne un’altra. Quindi? Dai che è facile.
Il popolo sta soffrendo porca miseria, non c’è bisogno di un altro suicidio per avere la dimostrazione empirica.

Questo governo (e tutti quelli che lo hanno preceduto) non ha il coraggio di tagliare i vergognosi stipendi rimborsi diarie che arricchiscono se stesso (il governo) i parlamentari e tutti i parassiti che gravitano attorno (e dei quali non siamo a conoscenza) a spese del popolo. 
Il fatto in se non mi stupisce più di tanto: chi è che si auto ridurrebbe lo stipendio? Non lo fanno nemmeno quelli del Movimento 5 Stelle che una volta vista la prima cospicua busta paga perdono la testa e mandano in vacca i loro fondamenti filosofici.
Considerata questa banale misura, se non si possono aumentare (non si devono aumentare, anzi, bisogna abbassarle) le tasse a chi soffre già, lo si può fare a chi invece ha meno problemi.
Come quelli che possono permettersi di acquistare una barca 14 – 20 metri e oltre e pagare i costi conseguenti: assicurazione, carburante, viaggio e tassa di possesso.
Solo che cosa combina questo governo? Elimina la tassa di possesso per le barche inferiori ai 14 metri e le dimezza per quelle fino a 20. Però la mantiene inalterata per quelle più grandi. 

Per dare alla nautica ''un'opportunità di ripresa'' sostiene Ucina, l'Associazione senza fini di lucro, che rappresenta le industrie e le imprese della nautica da diporto (cioè Confindustria nautica).

Ora vorrei sapere quanto conta questo business rispetto al pil nazionale ma vedo già la difesa che si aggrappa appunto sul risibile contributo di questo mercato che rende possibile un taglio del genere.
Però così non va bene. Perché così chi può permettersi spese superflue viene avvantaggiato, mentre ad una persona che non ha i soldi per acquistare il necessario non ha alcun vantaggio.

Porca puttana sono queste ultime (in tutti i sensi) persone che devono essere aiutate, le altre non hanno bisogno di incentivi.
Lo vedo più come un gesto di mero interesse personale e disinteresse verso la collettività: il politico che inserisce nel DL Fare questo tipo di misure, lo trovi in barca e non per strada. È più vicino alle persone che gli offrono un giro in barca dalle quali con molta facilità in cambio riceve buoni finanziamenti per il suo partito (ma anche per se stesso). 
Non lo trovi per strada (al massimo solo in campagna elettorale) ad offrire un caffè ed ascoltare le richieste dei possibili elettori. 
Bisognerebbe ricordare ai politici che anche noi comuni mortali siamo i loro finanziatori. E con tutte le tasse che ci fanno pagare, siamo i loro maggiori finanziatori.

Quindi, parliamo chiaro: sanno dove andare a prendere le risorse, ma non hanno il coraggio di farlo. Sono troppo vicini a quelle persone e rischiano di rimetterci. 
Gli altri invece se ci spazientano finiscono al massimo per far male ad un incolpevole carabiniere.

PS: e ormai mi sono rotto le balle di scrivere le solite cose sulla politica, che ha le soluzioni sotto gli occhi ma non vuole vederle.

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