Vorrebbero spegnere il sole

Ricevo e pubblico con piacere questo comunicato stampa arrivato alle e-mail della redazione.
Per fortuna non è stato approvato alcun limite di GW, per il momento. Ma è davvero assurda la situazione di una nazione che si trova a dover dipendere da altre nazioni per i suoi approvvigionamenti energetici ad un costo, economico ed ambientale esagerato che ricade solo sui suoi cittadini, senza prendere in considerazione alternative pulite, economiche. O forse lo ha già fatto scoprendo che gli amici petrolieri rischierebbero gran parte dei dividendi.
Mi sembra di essere sempre più cittadino di una dittatura delle lobby, dove la sovranità popolare si è fottuta lo stesso giorno della sua proclamazione, dove la democrazia manda al potere persone che rappresentano solo se stesse ed i loro porci (in tutti i cazzo di sensi) interessi.
Andiamo avanti così, energeticamente dipendenti dagli altri Stati, da materie prime costose limitate ed inquinanti.
Lasciamo che i nostri governi facciano i loro porci comodi e poi lasciamoli farsi piegare dalle lobby dei petrolieri, delle società energetiche e dalle banche che hanno investimenti nei primi due.
Il peso delle loro scelte scellerate ricadrà ancora, solo e sempre su di noi.
Curiosa coincidenza, la discussione sul decreto è capitata durante i disordini della Libia, che sta facendo lievitare il prezzo del petrolio come una torta in forno. Possibile che nessuno si sia chiesto quanto convenga ancora l'energia tradizionale?
Limitando un settore come quello delle energie alternative si blocca una grande parte di occupazione e uno Stato, in una situazione difficile come quella attuale, dovrebbe creare occupazione. L'occupazione è il Viagra del PIL! Dovrebbero saperlo bene quelle prostate ingrossate che siedono a Palazzo!
E purtroppo siamo già ben comodi e abbiamo già Google, Facebook e Twitter per scendere in piazza e protestare per i nostri diritti.
Spero non sia troppo tardi prima di accorgerci di non provare nemmeno più un po' di mestizia o amarezza.
In merito, avevo già scritto un post, al punto 2.


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Con il decreto sulle rinnovabili, l’Italia potrebbe spegnere il mercato del fotovoltaico. Con gravi conseguenze, dalle sanzioni internazionali ai rischi occupazionali.

Approda giovedì 3 marzo al Consiglio dei Ministri il decreto sulle rinnovabili, che recepisce la direttiva europea di promozione delle fonti rinnovabili: il testo attualmente in discussione qualora fosse approvato, farebbe cessare gli incentivi al fotovoltaico una volta raggiunti gli 8GW, obiettivo inizialmente prefissato entro il 2020 ma che sarà raggiunto entro pochi mesi. Il decreto prevede inoltre l’abrogazione del Conto per l’Energia per l’incentivazione del fotovoltaico.
Tutto ciò si tradurrebbe in una grave crisi del settore, con enormi rischi per l’occupazione; il tetto degli 8GW, inoltre, potrebbe avere effetti retroattivi anche per impianti già pianificati. Se tale decreto -così come attualmente formulato- vedesse l’approvazione, l’Italia potrebbe incorrere in sanzioni comunitarie, poiché in contrasto con lo spirito della Direttiva europea. Inoltre le province e i comuni che si sono posti obiettivi ambiziosi sul tema del rinnovabile dovranno fare un passo indietro.
Una scelta un po' triste per il nostro paese, il paese del sole.
Soprattutto perché il fotovoltaico risulta essere una soluzione straordinaria, per molti motivi.
È universale, poiché può essere installato ovunque vi sia sole.
È di facile installazione, poiché non richiede infrastrutture o investimenti per la distribuzione.
È una tecnologia adattabile, poiché consente di essere posizionato anche in superfici di scarso pregio come zone industriali, tetti di capannoni, tetti e facciate residenziali e zone aride improduttive.
È un erogatore di energia in loco, poiché permette di produrre l'energia proprio dove viene consumata.
È coerente al nostro consumo di energia, poiché produce nelle ore del giorno e nelle settimane dell’anno dove c’è maggiore richiesta.
Nonostante la garanzia di queste caratteristiche, alcuni giornali sono stati in grado di formulare e proporre dati non corretti e interventi fuorvianti: è il momento di mettere chiarezza.
Si è letto che in Italia vi sono gli incentivi più alti al mondo: i dati dicono che in Francia, Grecia, Inghilterra gli incentivi sono maggiori e che la Germania ha obiettivi governativi di installato al 2020 quattro volte superiori a quelli italiani (33GW contro 8GW). Una pari quantità in Italia coprirebbe il 13% dell’intero fabbisogno elettrico nazionale.
Si è letto del costo del fotovoltaico, riferendosi all’onere che viene richiesto ai contribuenti per sostenerlo: si tratta di 28 euro all’anno per famiglia. Per sostenere le cosiddette rinnovabili assimilate -impianti che bruciano rifiuti e scarti petroliferi di raffineria- vengono richiesti 40 euro all’anno per famiglia. La spesa nazionale pro-capite per il Gratta e Vinci è di 165 euro.
Si è letto dell’impatto del fotovoltaico a livello paesaggistico e sui terreni agricoli. È precisa volontà della quasi totalità degli operatori sviluppare il fotovoltaico escludendo l’utilizzo di terreni agricoli di valore. Affinché ciò avvenga, sono necessarie delle efficaci linee guida che ad oggi sono mancate.
Il fotovoltaico deve essere disciplinato, devono essere fornite linee guida per consentire uno sviluppo graduale, armonico con il territorio e con tariffe che non gravino in modo eccessivo sui contribuenti. Questo, però, non deve significare mettere in ginocchio l’energia del sole.
Società che operano nel settore solare in Italia, invitano tutti a diffondere informazioni sui rischi che il fotovoltaico corre a causa di questo decreto, sui rischi che l’Italia corre a causa di questo decreto. Condividete il messaggio, diffondete la comunicazione su Facebook e sugli altri social network, inviate mail ai vostri amici.
Fate sentire la vostra voce!

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