A parti invertite

Odio i rumori, non li sopporto! Quelli pesanti forti disarmonici violenti fracassoni e pesanti. Quando avevo al massimo quattro anni ho morso mio papà perché come suo solito ha cercato di far fare agli altri qualcosa che lo facesse contento. In quel caso mi ha preso in braccio finché era in sella a una moto che aveva portato a casa per farla vedere a mia mamma. Quel momento me lo ricordo bene. La moto faceva un gran chiasso, preeeeppeppeppeppeeeeeppe assordante ma soprattutto spaventoso. Con la faccia più spaventata e piagnucolosa che potevo gli ho ripetuto che non volevo ma lui come suo solito non mi ha dato retta e mi ha preso in braccio. Come mettere un'aragosta sopra la pentola! Non ci ho più visto e per costringerlo a farmi scendere non potevo che morderlo. 
Il trauma del chiasso me lo hanno fatto passare qualche anno dopo facendomi salire, a forza, chiaro, sulla Mercedes diesel di mio zio. Negli anni '80 i diesel erano dei motori squallidi e la macchina tremava tutta e in quella non ci salivo mai. Mi faceva una paura boia. Una sera in combutta coi cugini ben più grandi, ma ancora ragazzi che si divertivano a far le marachelle, sono stato chiuso in macchina da un manipolo di delinquenti composto da padre zio e tre cugini. Volevano dimostrarmi che la macchina al di la del casino non faceva male. Per carità, ci sono riusciti, ma il fastidio per certi rumori rimane ancora.
Superato lo shock della motoretta (credo fosse stato un Fantic perché era piccola bianca con la sella nera le ruote tassellate e alcuni dettagli rossi) un suono che poi mi ha attratto è stato quello delle motociclette, quelle vere grosse e potenti. Durante la mia infanzia c'erano sigle dure che facevano sognare: mi ricordo le giapponesi KK KH e KZ con le loro grosse marmitte sibilanti , poi è arrivata la Ducati con la Paso e la 888 dal suono tondo e più artigianale.
E ogni volta che si avvicinava una di queste non potevo non girarmi ammirato e ammutolito, col sogno che anche io da grande.
Forse adesso ho la certezza che sono diventato grande e ho le prove: perché passando per quella strada degli studenti si sono girati a guardarmi prima ancora che passassi. E non ero a piedi. Preciso che non è mia, e tutto sommato non mi spiace perché con una così non so proprio dove andare a smaltarmi, ma quando ho visto quei ragazzi voltarsi ho dato una sgasatina facendo finta di ignorarli...
Qui le mi e impressioni sul mezzo.

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2 Response to "A parti invertite"

  1. Suanna F. Roberti, on marzo 15, 2011 11:26 AM said:

    Che bei ricordi che mi hai risvegliato. Quando ad esempio, da ragazzina passava davanti alla fermata del bus il figo della città su un Cagiva Freccia nero e argento, e tutte le mie amiche a girarsi a guardarlo fermo al semaforo, e lui che sgasava e poi, chettelodicoaffà, a salutare ME perché ero la sua ragazza... 15 anni e un fidanzatino bello come il sole...
    Ahhhhhhh. (adesso è un mostro, tra l'altro...)

    E ti capisco quanto parli di Ducati. Per strada, ogni volta che quella splendida bestiola fa il suo tipico ruggito, sono la prima a girarmi e sorridere estasiata in faccia al pompone che, tronfio del suo mezzo, transita rallentando quel tanto che basta per ascoltare i sospiri dei passanti... Maledetto bastardo, quanto ti invidio!
    (riferito al pompone ovviamente, non a te...) ;)

  2. Ale, on marzo 15, 2011 5:00 PM said:

    La Cagiva Freccia, mitica!!!! In pratica la Ducati Paso per adolescenti che sognano in grande!

    http://it.wikipedia.org/wiki/Cagiva_Freccia

    http://it.wikipedia.org/wiki/Ducati_Paso