Week end impegnativo ma felice

Avrei voluto e dovuto scrivere questo post ieri sera, ma ero davvero troppo stanco per riuscirci, anche perché so benissimo che quando mi metto al pc per scrivere qui mi perdo in altre cose.
Volevo e dovevo perché riguardava il fine settimana appena concluso che mi ha tolto molto. Ma dato di più.
Sabato mattina io e Anna siamo andati a dare una mano ai ragazzi di Operazione Mato Grosso impegnati in un matrimonio di un loro cooperante. Così ci siamo trovati alle 8:30 di mattina alla cooperativa sociale che ospitava i 460 invitati. Non so come e dove i due sposi siano riusciti a mettere insieme così tante persone, tanto che sono stati ospitati in due sale.
Visto che l'arrivo dei commensali era previsto per le 13 circa, ci siamo messi subito al lavoro in cucina a pulire caraffe e bicchieri, con l'aiuto di  una lavastoviglie ad alta pressione: tu mettevi dentro e chiudevi e in un minuto di restituiva il necessario pulito. All'inizio eravamo noi due istruiti da C(h)ristian, un ragazzo con il sorriso stampato in viso che ti metteva il buon umore solo a vederlo.
Mentre noi preparavamo caraffe e bicchieri, dall'altra sala della cucina (esatto, una sala per pulire e un'altra per cucinare, fotonico!) in cucina le signore e signori con le figlie erano impegnate ai fornelli. Non avrei mai detto che un soffritto alle 9 di mattina avesse avuto un giorno la capacità di mettermi fame!
Attraverso queste ed altre attività il gruppo vicentino di Operazione Mato Grosso finanzia i missionari in America Latina: tutte le persone che erano impegnate a spignattare, sfrittegare, friggere, arrostire etc. sono volontari che lo fanno solo per aiutare chi aiuta gli altri. E per il gusto di stare insieme, a vedere come si divertivano. Non ho sentito un lamento, un riprendersi per come si facevano o non si facevano le cose. Mi ha sorpreso vedere insieme ai responsabili logistici che organizzano i catering con gli sposi, che hanno un'età media attorno i 40, anche signore e signori di 60 e più anni che preparavano risotto pere e taleggio, gargati (o subioti) radicchio e pancetta, filetto al pepe e insalate e frittura varie con dovizia e calma.
460 persone sono tante, ma non c'era un filo di sale in più o in meno: una signora era preoccupata di aver esagerato col taleggio ma le ho detto di non preoccuparsi quando c'è qualcosa di troppo. Bhe, nel piatto va benone, nella pentola da pulire un po' meno, ma non ho avuto il coraggio di dirglielo. Nemmeno quando è iniziato a piovere, nel tardo pomeriggio, ci sono state recriminazioni contro il cielo!
Con l'arrivo degli invitati era anche cresciuto il nostro piccolo esercito tra camerieri e lavapiatti: siamo stati aiutati da un gruppo di ragazzi/e giovani, forse ancora minorenni, che si sono divertiti a spiare la sposa, a cantare "Sul ponte di Bassano" o "Quel mazzolin di fiori" tra una vagonata di piatti bicchieri stoviglie da spazzolare dagli avanzi e mettere a pulire. Mentre io ero impegnato ad accogliere e pulire il pentolame che mi portavano le signore della cucina: tegami e contenitori di acciaio e vassoio di alluminio mestoli e fruste unti e grassi. La tecnologia mi ha dato una grande mano con la lavastoviglie, ma anche Chicco mica da meno. E' un missionario laico in Perù da 18 anni, con moglie e figli. Ha lasciato città e casa per portare il suo aiuto e affrontare un mondo che non conosceva contando sull'aiuto di chi è qui. Ci ho parlato per un bel po' scambiandoci le proprie impressioni di dove stiamo, mi ha descritto il posto dove vive e cosa fa. Mi ha trasmesso una serenità disarmante: è una persona allegra pacate e gentile e divertente che sa sdrammatizzare e razionalizzare allo stesso tempo, che è volato via parlando con lui, tanto che non mi sono nemmeno accorto che era arrivato il momento del dolce: una millefoglie per 500 persone, perché c'erano delle fette anche per cuochi e lavapiatti.
Siamo andati via alle 21:30, quando ormai il primo furgone era stato riempito con le pentole più grandi e le bombole del gas, quando le ginocchia ormai mi facevano un bel po' male dopo 13 ore passate in piedi.
Peccato solo di una cosa: che quelle 13 ore siano passate via come il vento. Abbiamo conosciuto persone nuove belle e semplici. Di quelle che magari erano nei racconti della maestra Franca ai tempi delle elementari. Esistono ancora e spero che qualcun altro impari da loro.

Domenica invece è stata una passeggiata in confronto, ma dopo un sabato così poteva essere difficile: alle 10 del mattino mi attendevano i 10 km della Stravicenza. Finalmente! Quest'anno che decido di smettere di dare col pallone alla domenica posso partecipare! Eravamo in tantini alla partenza dietro gli agonisti, tanto che i primi 700 metri gli avrò fatti in... 1200 metri, zigzagando tra i partecipanti più blandi a cui non interessava altro che passeggiare. Bel percorso, per  vie di Vicenza che non frequenti proprio spesso. Divertente incontrare lungo il percorso persone che conosci con le quale corricchiare e chiacchierare per un paio di chilometri e allora mandi a quel paese frequenza cardiaca e tempo di percorrenza per divertirti. L'unico problema è stato sentire a circa un chilometro e mezzo dal traguardo quei due cuscinetti di liquido sotto i piedi. Dovrò tornare al negozio per chiedere perché mi nascono due vesciche gonfie come due canotti!
C'era una bella atmosfera domenica mattina, tantissima gente venuta per godersi una giornata splendida dopo tante domeniche meste e umide. Ho anche rivisto dopo tantissimi anni gente del mio quartiere con la quale ho fatto una bella chiacchiera. Spero non se la ricordi, ma l'ultima volta che l'ho visto è stato in mezzo a un campo da calcio quando faceva l'arbitro e non mi ha fischiato un rigore bestiale a favore della mia squadra che avevo provocato io...
Quei 10 km poi li dovevo correre veloci però perché poi c'era un pranzo importante a casa di Anna, anche quello molto divertente però.
Il pomeriggio è stato di assoluto riposo per le mie ginocchia. Le gambe hanno iniziato a indurirsi oggi pomeriggio. L'amico spirito gallico è rimasto da Anna, mi sarebbe servito ora e non penso che l'acol sia sufficiente (sulle gambe, quello rosso - non l'Aperol!) mentre la sera da Nich a sperare che la Ducati di Rossi riuscisse a fare qualcosa di più di un 7° posto, ma per come è messo Vale, va anche bene.

Un fine settimana impegnato, insieme a bella gente.

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1 Response to "Week end impegnativo ma felice"

  1. Suanna F. Roberti, on aprile 08, 2011 1:24 PM said:

    Che invidia... avrei voluto esserci anch'io. Col cagnolino e il maritino (notare l'ordine con cui te lo dico...)
    W la primavera!!!