Vie di fuga
So che tenere un blog significa anche tenerlo aggiornato. Un paio di giorni fa leggendo il giornale della mia città avevo anche trovato un'ispirazione per l'ennesima critica verso una classe politica ma sono stato distolto da altri doveri che sono giunti come a solito in negativa combinazione. Riprenderò quell'articolo per liberare la mia invettiva sociopoliticaculturale.
Invece oggi mi sento un mezzo rottame. Ho un mal di testa pulsante.
Ieri prima partita stagionale intera dopo l'infortunio alla caviglia. Ieri sera non mi sentivo tanto a pezzi mentre oggi sto messo peggio.
Sarà che è lunedì e tutto quello che ti succede nei 90' si sente tutto il giorno dopo quando scendi dal letto. Sarà che negli ultimi giorni mettermi davanti lo schermo del pc mi fa venire quasi la nausea (devo dire che la lontananza dal pc durante l'isolamento per guasto tecnico non mi ha davvero nuociuto!). Sarà che è lunedì 11 gennaio, quindi è finito il limbo delle feste natalizie nel quale mi sono rinchiuso come un feto protetto nella placenta promettendomi di non farmi travolgere dalla paranoia (dis)occupazionale, e sono davanti lo schermo a casa. E intanto mi sento come un topo da laboratorio rinchiuso in un labirinto in continua quanto vana ricerca della via d'uscita. Cerco telefono parlo ma rimango dove sono nonostante qualche volta mi muova stimolato da contatti incontri che non portano a nulla di concreto.
Non riesco nemmeno a vedere quel portone che si è aperto (se si è davvero aperto!) dopo che si è chiusa la porta e di tempo ne è passato.
Nel frattempo cerco e leggo. Mi inzuppo di informazioni che non so come usare ne' digerire. A volte mi ingravidano di pensieri che purtroppo non riesco a partorire finendo in un aborto spontaneo mentre a volte sono sterili e passano quasi inosservate.
Tra le varie informazioni da cui mi faccio bombardare di proposito, ho trovato questa cosa qui organizzata da questi qua.
Devo dire che il logo mi piace proprio, hanno scelto il simbolo della città da cui si ramificano delle scappatoie delle alternative a quello che di solito siamo abituati e che non aspettiamo più con trepidazione ma forse con scettica curiosità.
E' questo fine settimana e potrei andare a sentire qualcosa per capire se è solo l'ennesima dimostrazione di autocompiacimento dei soliti benpensanti vicentini o se dietro c'è una vera proposta per la mia città una via di fuga da sé stessa anche quelle belle tradizioni nostrane di una volta che mi raccontavano i miei nonni (e non quelle feste importate.
Per il momento ho solo letto il programma e non ci trovo un'alternativa una via di fuga e questo mi fa temere il peggio. Poi potrei anche trovarle invece ma se alla fine non si mettono in campo non servono a un bene amato cazzo!
E intanto il mio mal di testa aumenta. Non ho messo su neanche un filo di musica. Scrivo nel silenzio.
Però di rock non ne voglio sentire. Allora metto quel jazz pimpante che ti prende ti fa battere le dita e muovere i piedi e magari diventa una via di fuga dal mal di testa.
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