Un calcio al gioco
Il calcio non dovrebbe essere semplicemente un gioco? Un gioco semplice? Perché lo dobbiamo incasinare con schemi proteste orari ambigui persone avare avide millantatrici bugiarde ignoranti maleducate che non conoscono il calcio tanto meno lo sport che diventa un mezzo di evasione fiscale?
Un mio ex compagno di squadra purtroppo si è trovato in una società i cui dirigenti hanno promesso davanti all'intera rosa il pagamento di quanto pattuito, salvo poi far sparire sia i soldi che se stessi. Hanno promesso qualcosa che sapevano di non poter mantenere.
Non resta solo che un sacco di rabbia inespressa e una non tanto vaga sensazione di essere stati presi in giro. I giocatori si sono impegnati in campo durante la settimana in allenamento e la domenica in partita mettendoci la faccia.
E' una storia triste ma non ho ancora detto che non sto raccontando una triste vicenda di un club professionistico. Infatti riguarda una squadra che l'anno scorso giocava in 1° categoria, calcio dilettantistico.
Da quando gioco a calcio non ho mai preso un soldo. Ne' li ho chiesti ne' me li hanno offerti (sarebbe stato scandaloso...).
Non so da quando esiste questa consuetudine di dare dei rimborsi spese ai giocatori. Rimborsi spesa anche superiori ai €1.000,00 che diventano un vero e proprio stipendio. In nero (un ragazzo che conosco che gioca in Promozione mi ha confidato che coi suoi 'rimborsi spese' non tocca il suo stipendio vero).
Il massimo livello calcistico professionistico ha intaccato quello più basso dilettante, dove si possono incontrare figure da Azzeccagarbugli che scimmiottano i più famosi dirigenti non avendo conoscenze ne' capacità. Sanno a mala pena cos'è il calcio pensano solo alla prima squadra e al settore giovanile nemmeno si interessano lasciando i bambini senza materiale, rovinando il lavoro di anni di alcuni dirigenti precedenti. Di alcuni ho ancora un bellissimo ricordo, davano tutto per noi giovanotti di 14-15 anni, fantastici e indimenticabili!
I giocatori si atteggiano ai peggiori calciatori che la tv ci propone, siamo dilettanti però vorremo essere trattati come professionisti.
I soldi nel nostro calcio non li capisco: una società dovrebbe riuscire stare in piedi da sola nei limiti del possibile. Cosa succederebbe a una società che fa pieno affidamento su un presidente ricco sfondato e che all'improvviso decide di ritirarsi? Succede che scompare la società, com'è successo da queste parti per esempio, che saputo della mancanza di € dalla possibile promozione in C2 è sprofondata negli abissi della terza categoria.
Alcuni giocatori dicono di voler giocare per allegria e divertimento. Allora perché non giocano davvero per poco: 2 paia di scarpe, 2 cene al mese in sede dove ti puoi far scoppiare lo stomaco e alla fine di ogni partita in casa in sede a mangiare. Oppure giochi per tanto, tantissimo se lo fai solo per la tua passione e la voglia di metterti in gioco.
Lo stipendio è la tua soddisfazione la tua certezza di esserti impegnato ed aver dato il massimo che potevi dare.
Non ho mai preso un soldo dando il massimo sempre perché voglio vincere e soprattutto ripagare la fiducia che mi è stata data e per rispetto nei confronti dei compagni che si sono allenati insieme a me che poi vanno in panchina o in tribuna.
Ho avuto compagni che venivano "rimborsati" per il loro "sforzo" e in quanto "rimborsati" dovevano giocare senza meritarselo per scarso impegno ed altrettanta qualità.
Ma me ne sono andato perché non mi piaceva uccideva la mia passione.
Si possono avere bravi giocatori pagati bene ma se non ci mettono anche il cuore non vinci.
Si possono avere buoni giocatori che ci mettono l'anima e la faccia e scommetto che riesci a portare a casa le tue soddisfazioni!
Mi spiace per tutto quello che è capitato al mio ex-compagno di squadra, vorrei tanto che queste cose servissero a far capire che abbiamo bisogno di ridimensionarci tutti quanti, dirigenti e giocatori.
Alla fine siamo dilettanti e lunedì c'è il lavoro c'è la scuola abbiamo altri pensieri.
Il calcio è un gioco alla fine.
Un mio ex compagno di squadra purtroppo si è trovato in una società i cui dirigenti hanno promesso davanti all'intera rosa il pagamento di quanto pattuito, salvo poi far sparire sia i soldi che se stessi. Hanno promesso qualcosa che sapevano di non poter mantenere.
Non resta solo che un sacco di rabbia inespressa e una non tanto vaga sensazione di essere stati presi in giro. I giocatori si sono impegnati in campo durante la settimana in allenamento e la domenica in partita mettendoci la faccia.
E' una storia triste ma non ho ancora detto che non sto raccontando una triste vicenda di un club professionistico. Infatti riguarda una squadra che l'anno scorso giocava in 1° categoria, calcio dilettantistico.
Da quando gioco a calcio non ho mai preso un soldo. Ne' li ho chiesti ne' me li hanno offerti (sarebbe stato scandaloso...).
Non so da quando esiste questa consuetudine di dare dei rimborsi spese ai giocatori. Rimborsi spesa anche superiori ai €1.000,00 che diventano un vero e proprio stipendio. In nero (un ragazzo che conosco che gioca in Promozione mi ha confidato che coi suoi 'rimborsi spese' non tocca il suo stipendio vero).
Il massimo livello calcistico professionistico ha intaccato quello più basso dilettante, dove si possono incontrare figure da Azzeccagarbugli che scimmiottano i più famosi dirigenti non avendo conoscenze ne' capacità. Sanno a mala pena cos'è il calcio pensano solo alla prima squadra e al settore giovanile nemmeno si interessano lasciando i bambini senza materiale, rovinando il lavoro di anni di alcuni dirigenti precedenti. Di alcuni ho ancora un bellissimo ricordo, davano tutto per noi giovanotti di 14-15 anni, fantastici e indimenticabili!
I giocatori si atteggiano ai peggiori calciatori che la tv ci propone, siamo dilettanti però vorremo essere trattati come professionisti.
I soldi nel nostro calcio non li capisco: una società dovrebbe riuscire stare in piedi da sola nei limiti del possibile. Cosa succederebbe a una società che fa pieno affidamento su un presidente ricco sfondato e che all'improvviso decide di ritirarsi? Succede che scompare la società, com'è successo da queste parti per esempio, che saputo della mancanza di € dalla possibile promozione in C2 è sprofondata negli abissi della terza categoria.
Alcuni giocatori dicono di voler giocare per allegria e divertimento. Allora perché non giocano davvero per poco: 2 paia di scarpe, 2 cene al mese in sede dove ti puoi far scoppiare lo stomaco e alla fine di ogni partita in casa in sede a mangiare. Oppure giochi per tanto, tantissimo se lo fai solo per la tua passione e la voglia di metterti in gioco.
Lo stipendio è la tua soddisfazione la tua certezza di esserti impegnato ed aver dato il massimo che potevi dare.
Non ho mai preso un soldo dando il massimo sempre perché voglio vincere e soprattutto ripagare la fiducia che mi è stata data e per rispetto nei confronti dei compagni che si sono allenati insieme a me che poi vanno in panchina o in tribuna.
Ho avuto compagni che venivano "rimborsati" per il loro "sforzo" e in quanto "rimborsati" dovevano giocare senza meritarselo per scarso impegno ed altrettanta qualità.
Ma me ne sono andato perché non mi piaceva uccideva la mia passione.
Si possono avere bravi giocatori pagati bene ma se non ci mettono anche il cuore non vinci.
Si possono avere buoni giocatori che ci mettono l'anima e la faccia e scommetto che riesci a portare a casa le tue soddisfazioni!
Mi spiace per tutto quello che è capitato al mio ex-compagno di squadra, vorrei tanto che queste cose servissero a far capire che abbiamo bisogno di ridimensionarci tutti quanti, dirigenti e giocatori.
Alla fine siamo dilettanti e lunedì c'è il lavoro c'è la scuola abbiamo altri pensieri.
Il calcio è un gioco alla fine.
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