Vicenza, il concerto annullato di Nick Mason. Cronaca di una illusione



Erano mesi che aspettavo il concerto di Nick Mason’s Saucerful of Secrets, la band che il batterista dei fu Pink Floyd ha messo insieme per celebrare l’epoca barrettiana, quella ante dell’osannatissimo The Dark Side of the Moon, ovvero dal 1973 indietro. Una parte del gruppo inglese che conosco molto, molto meno. 

Un evento incredibile per la soporifera Vicenza, una città che raramente propone appuntamenti del genere e quando li propone, prevalentemente interessano a una cerchia di presenzialisti.
Come rari sono i brani che Mason e company suonano sul palco, come Arnold Layne o Let There Be More Light, proposti in occasione del loro primo concerto a Londra il 20 maggio 2018. Ascoltare dal vivo le canzoni che hanno fatto la storia della musica, credo raggiungendo la vetta più alta che una nota possa raggiungere, è uno di quegli eventi classificabili come imperdibili. Per un vicentino a Vicenza ancora di più. 

La data prevista, mercoledì 18 luglio, suonava bene. Non tanto per il mercoledì ma per il mese. Una bella serata estiva, magari allietata da quel vento che ogni tanto gira per le strade cinquecentesche del centro città.
In effetti il vento c’è stato ma non di quelli allietanti, anzi. Verso il tardo pomeriggio ha iniziato a soffiare prepotente, sollevando la cappa di caldo soffocante, ma portando con sé nuvole preoccupanti. Nonostante lo scenario non si preannunciasse dei migliori, per evitare problemi di parcheggio sono andato in moto, cercando un posto lontano dagli alberi. Che va bene non essere pessimisti ma un po’ di cautela non fa mai male.

Nemmeno il tempo di sedermi e scambiare due chiacchiere con i miei due vicini di concerto, uno dei quali col naso già su una app di meteo per monitorare il percorso di quello che avevamo sopra la testa, che una voce amplificata dal megafono ci invita con forza a sistemarci nel portico sotto la Basilica Palladiana.
Ecco.
Non inizia bene. Beh, al momento deve ancora iniziare ma l’intro non è quella che ci aspettavamo
Così, senza poter fare altrimenti, ci piazziamo sul primo gradino del portico, pronti a riprendere i propri posti, se non fosse che gli omoni della sicurezza ci invitano, per la nostra incolumità, con forte insistenza, ad abbandonare il posto e dirigerci verso le uscite di sicurezza e che entro mezz’ora ci avrebbero fatto sapere qualcosa. Per chi non conoscesse il posto, significa andare sotto l’altra parte del portico.

Nel frattempo passa la mezz’ora, i quarti d’ora iniziano ad accumularsi e non voglio trascorrere tempo piantato sul telefono a monitorare i giri del temporale e a messaggere cretinate. Così, inizio a pensare a cosa poter scrivere a seconda dell’ipotesi positiva o negativa. E inizio a girare per la Basilica ammirando il capolavoro architettonico di simmetrie, razionalità e illusioni che Andrea Palladio ha creato, sopra un altro piccolo edificio, precisamente al centro, rivolto verso Piazza delle Erbe.

Quando la mezz’ora passa ormai per la terza volta, arriva l’atteso annuncio, quello più temuto dal pubblico. Niente da fare. La pioggia arriva anche in Piazza dei Signori anche se non così intensa come altrove. Se avessero anticipato l’inizio del concerto alle 21, ci saremmo potuti beare di circa 90′ di puro spettacolo. Quanto basta per stare bene. Se la tua squadra del cuore termina vittoriosa dopo 90 minuti e stai bene, figuriamoci come puoi stare dopo 90 minuti di Nick Mason.

Così finisce questo concerto mai iniziato. Un po’ come la città che doveva ospitarlo. Dove sembra debba sempre succedere qualcosa di eccezionale e i suoi cittadini sono in attesa. Ma al massimo, tutto quello che succede, è un temporale di mezza estate.

[Articolo pubblicato su musicletter.it]

PS: non posso esimermi da una osservazione polemica. A Vicenza ieri sera c'erano persona dal Piemonte, dalla Sardegna. Venuti apposta per il concerto. Vicenza ha cercato di vivere di turismo grazie al baccalà e Palladio. Che non sono nemmeno autoctoni, perché il pesce è norvegese e l'architetto è padovano, rispettivamente. Tutti gli amministratori precedenti e relativi addetti alla promozione della città, non potevano pensare ad altro che a queste due super attrazioni per portare turismo in città. Caspita. E con che toni trionfalistici e sicuri! Il risultato è (stato) fallimentare. Perché al massimo questi passavano in visita per poi dirigersi verso altri lidi. 
Non dico che bisogna abbandonare queste chiavi di attrazione, ma ormai è comprovato che un concerto invece è un evento dall'incredibilità potenza attrattiva. Vallo a chiedere alle altre città limitrofe. Non è la prima volta che lo dico. Spero che i nuovi amministratori lo abbiano capito e agiscano.

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