L'assurda iniquità dell'INPGI
Post da vena chiusa.
Oggi è quel giorno che mi fa maledire il giorno in cui mi sono iscritto all'Ordine Dei Giornalisti.
È la scadenza del pagamento del minimo contributivo all'INPGI (l'istituto di previdenza dei giornalisti).
L'importo è di 402,71.
Ho 2 contratti (pensa un po'!): un cococo, per il quale ci pensa l'azienda a versarmi i contributi e uno come occasionale, da poco più di 300 euro l'anno.
Quindi, per via di questo ricchissimo contratto, devo versare più contributi di quello che effettivamente ho dichiaro come reddito.
Nonostante diversi solleciti, l'INPGI (= il ministero) si rifiuta di porre un tetto minimo come reddito di riferimento per il pagamento del contributo. Al momento, è di 2.361,33 euro. Già è una cifra ridicola che non dovrebbe nemmeno esistere, figuriamo se merita di essere tollerata. Ma l'Ordine più di tanto non si muove.
Ripeto, io ho dichiarato poco più di 300 euro annui nel 2022. Quello che prendo, non è sufficiente a pagare quello che mi chiede il mio istituto di previdenza. Una presa in giro.
Nel frattempo, il bilancio dell'INPGI è sprofondato in un buco, creato dalle precedenti pensioni troppo generose (anche di alcuni giornalisti che continuano a collaborare con delle testate, permettendo alla creazione di disoccupazione tra colleghi) e, visto che faticava a pagarle, ha pensato di migrare verso l'INPS, abbandonando ai cazzi loro i giornalisti che non hanno contratti stabili.
Però, i compensi dei componenti degli Organi di indirizzo politico e dei titolari di incarichi dirigenziali, di collaborazione e consulenza non sono affatto male. Mi chiedo come l'INPGI riesca a garantirli, dopo il passaggio dei giornalisti fighi all'INPS e con i soli contributi di quelli sfigati dell'INPGI 2.
Il mondo, da qualsiasi parte lo guardi, è distante anni luce dall'essere equo.
Ormai il giornalismo, come quello che faccio io e se tale può definirsi, è più un hobby che una professione, un piacere che faccio ai capi redattori per coprire buchi. Dal mio modestissimo punto di vista, che posso capire possa fottere zero, gli hobby e i piaceri non devono essere tassati.
Ecco come si creano gli abusi di professione e mentre questi proseguono, chi è in regola viene bastonato, anche da chi lo deve difendere. Ma forse, è anche colpa nostra, che porgiamo l'altra guancia e, quando non basta più, diventiamo dei Tafazzi.
A titolo informativo, qui si seguito i diversi importi degli anni precedenti:
| CONTRIBUTO SOGGETTIVO | CONTRIBUTO INTEGRATIVO | CONTRIBUTO MATERNITÀ | TOT. |
2021 | 257,24 € | 85,75€ | 27,90€ | 370,89€(1) |
2022 | 262,13 € | 87,38€ | 40,39€ | 389,90€(2) |
2023 | 283,36 € | 94,45€ | 24,90€ | 402,71€(3) |
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