Non può andare tutto bene

Quando il coronavirus era ancora in Cina, abbiamo iniziato noi, insultando e picchiando i cinesi.

Appena è arrivato in nord Italia, siamo passati a insultarci tra di noi: forse per la prima volta c'è stato uno scambio di posizione tra meridionali e settentrionali, con i primi che insultavano i secondi.

Poi siamo tornati a offendere i cinesi, colpevoli di mangiare topi e quando il COVID-19 era ormai diffuso nel nord Italia, allora siamo stati oggetto di scherno da parte dei francesi, rifiutati dagli inglesi e anche austriaci, sloveni e molti altri ci tenevano lontani.

Non è semplicemente colpa di quel mutevole coso microscopico. E' solo colpa nostra.
La Cina si sta rimettendo a posto adesso dopo oltre 2 mesi. Da sola e con disposizioni molto rigide e molto chiare (per esempio, in Veneto il 25 aprile e l'1 maggio i picnic si possono fare, ma solo nel giardino di casa, con il proprio nucleo famigliare, senza invitare vicini, condomini -e quindi il primo che arriva in giardino esclude gli altri?- parenti né morose/i. Non è possibile dire che è vietato? Come l'attività motoria -termine generico-: possibile oltre i 200 metri da casa che però non significa finire a  4 km. Allora 2,5 o 3,5 km sono buoni?)
Noi italiani abbiamo subito lamentato la mancanza di aiuti da parte dell'Europa (per altro riconosciuta, ma poco importa) e accusando Francia, Germania e Olanda di fare i propri interessi come al solito.
Abbiamo replicato con l'idea di boicottare le aziende francesi e tedesche presenti in Italia, come catene di supermercati e case auto. Dimenticandosi però che in Italia ci lavorino un bel po' di italiani in quei supermercati e nelle concessionarie. Bravi, complimenti per la bella idea!

Ma come possiamo lamentarci noi italiani degli altri paesi europei, quando non siamo nemmeno stati capaci di aiutarci tra di noi, fermando i macchinari appena donati, dimostrando come la generosità arriva fino a un certo punto e quando ci si trova nella merda non si guarda in faccia nessuno?
Come possiamo accusare i paesi membri dell'UE quando siamo divisi al nostro interno, se le regioni del nord chiedono autonomia dal governo centrale e qualcuno non considera italiana la parte meridionale e viceversa? 
Siamo il bue che dice cornuto all'asino.
Con l'unica differenza che non abbiamo alcuna vergogna, anzi, pure un bello strato di arroganza.
Almeno fossimo un paese virtuoso, con meno evasione fiscale e servizi all'altezza delle tasse pagate, potremmo dimostrare di meritarci qualcosa.

Nel frattempo la politica mette in mostra il meglio di sè.
Fontana, presidente della Lombardia, fa il giro completo passando da pirla per una mascherina indossata male e con una certa frettolosità a eroe per aver avuto il coraggio di controbattere il premier Conte ritornando pirla da commissariare nel giro di poche settimane.
Sala sindaco di Milano ha sfoggiato noncuranza invitando gli stranieri nella sua città che non si ferma per poi bloccare tutto con una faccia come il culo che non si mostra nemmeno in periodo elettorale. 
Zaia, presidente del Veneto, avrebbe riaperto scuole e aziende quasi subito per poi passare allo stato di massima allerta da sceriffo della salute pubblica; prima impone blocchi di 200 metri e meno di un mese dopo li rimuove auto-celebrandosi liberatore (da se stesso) come neanche il peggiore (o il migliore) dei democristiani sapeva fare 30 anni fa. 
A De Luca, presidente della Campania, sfanculato da tutti quelli che non lo hanno votato, è bastato scherzare su un lanciafiamme in una conferenza stampa per guadagnarsi la simpatia di tutti, che hanno confuso simpatia con competenza nell'amministrare una regione (complicata, per altro).
Graziano Delrio, capogruppo PD alla camera dei deputati, propone ua "cabina di regia" per organizzare la riapertura: ma allora noi cosa paghiamo a fare quasi mille persone? Gli diamo dei soldi per decidere a chi darne altri (sempre nostri), magari amici loro?

Una idea sensata che non risolverebbe nulla ma che è sembre meglio di niente è il contributo di solidarietà progressivo a partire dai redditi superiori agli 80 mila euro. Una proposta del PD che porterebbe a un gettito di 1,3 miliardi. In questo caso la politica si è dimostrata unita. Non il PD perché mai una volta una che si possa dimostrare unito. Ma contro questa proposta ci sono anche tutti gli altri, dalla sinistra alla destra, evidentemente si sono sentiti chiamati in causa e quindi hanno subito difeso il proprio portafoglio. Sia mai che gli venga sotratto qualche centinaio di euro! Loro possono aprirlo a tutti gli altri ma guai se si tocca il loro, o quello dei propri finanziatori. Questo conferma quanto detto sopra: non siamo capaci di darci una mano, piuttosto la togliamo, soprattutto quando ci si sente chiamati in causa.
Allora c'è chi propone il surreale ovvero piuttosto che far pagare pochi, meglio far pagare molti, tanti di più, ovvero i poveri, quelli che stanno molto peggio: l'idea è ancora di Sala, sindaco PD di Milano, che dice che non è il momento di fare differenze (mi pare le faccia lui invece) e di far pagare gli italiani che si sono già dimostrati generosi. 
Sono sconvolto. 
Non stiamo dimostrando generosità ma di tenerci alla pelle!
Mi chiedo se lui non si consideri italiano e con che faccia riesce a chiedere soldi a chi ha perso il lavoro o prende quel contributo di 600 euro.
Mi chiedo quale coscienza hanno quei politici che si sono opposti. Dov'è quella di Sala, che fa parte di un partito che dovrebbe essere attento ai più sfortunati.
Alla fine a fare sacrifici sono sempre gli italiani, quelli veri però, che non fanno parte dei 945 a palazzo and friends.

Un'ultima osservazione, poi vado a dormire: per fabbricare il materiale protettivo necessario, mascherine, camici, parti per respirazione, alcune aziende italiane hanno convertito la loro produzione. Poi prima di essere consegnato questo materiale deve passare una verifica.
Altrimenti, tutto quanto arriva dalla Cina.
Dov'è esploso il virus.
E spesso nonostante abbiano il timbro CE, non sono nemmeno conformi alle normative UE, che significa che appena si indossano le mascherine si rompono (per questo in alcuni casi vengono consegnate con la tremenda indicazione di indossarle con attenzione)
Sono il solo a pensare sia tutto pazzesco?

A cosa servono le serenate dai balconi, gli inni nazionali, gli striscioni? Non fanno buon umore né danno speranza. E' solo quella tradizionale retorica buonistica per illudere e distrarre.
No, non torneremo migliori. Il povero Davide Astori lo dimostra: siamo stati tutti tifosi fiorentini per qualche giorno, poi siamo tornati a insultarci e menarci. E' bello fare il gesto, farci trasportare dell'emotività del momento. Poi torniamo quello che siamo e vaffanculo a tutti.





Grazie a Jenus di Nazareth per l'immagine.

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