Buona Pasqua retorica

Abbiamo l'enorme fortuna di vivere ai piedi della collina, con tanto spazio attorno e possiamo concederci delle passeggiate.
Qualche giorno fa passeggiando con Anna e T'nT stavo guardando la terra: secca e con i solchi. Ho pensato che ci vorrebbe una bella pioggia a questa terra in sofferenza.
All'istante mi sono venuti in mente una serie di collegamenti, slegati tra di loro.
Il primo è stato con quel pessimo romanzo che è I promessi sposi, una gran palla ricca di figure retoriche tramite le quali (il) Manzoni da più di un messaggio lungo una narrazione pesantissima.
Una di queste è la pioggia, che Manzoni usa come purificatore dalla peste:


“Appena infatti ebbe Renzo passata la soglia del lazzeretto e preso a diritta, per ritrovar la viottola di dov'era sboccato la mattina sotto le mura, principiò come una grandine di goccioloni radi e impetuosi, che, battendo e risaltando sulla strada bianca e arida, sollevavano un minuto polverìo; in un momento, diventaron fitti; e prima che arrivasse alla viottola, la veniva giù a secchie. Renzo, in vece d'inquietarsene, ci sguazzava dentro.... Ma quanto più schietto e intero sarebbe stato questo sentimento, se Renzo avesse potuto indovinare quel che si vide pochi giorni dopo: che quell'acqua portava via il contagio; che, dopo quella, il lazzeretto, se non era per restituire ai viventi tutti i viventi che conteneva, almeno non n'avrebbe più ingoiati altri”

Non sono affatto sicuro che la pioggia possa avere lo stesso effetto purificatore con il virus che ci sta chiudendo in casa, ma so che la terra ne ha molto bisogno, tanto quanto noi di rivederci, salutarci, riabbracciarci, vivere, correre e bere insieme. E anche se quando potremmo pioverà, chissenefotte, mi piace pensare che le nostre lacrime di gioia si possano confondere mischiandosi alla pioggia. E balleremo e salteremo e correremo sotto la pioggia, anche perché non siamo fatti di sale né di zucchero (cit.). L'importante è che non si annacquino i bicchieri di birra e vino, perché ci sarà tanto da bere (sì, lo so che ultimamente sto dando una certa immagine, ma state tranquillo, sono più chiacchiere che distintivo [semi cit.]). E poi perché ballare e correre sotto la pioggia sono due delle cose più belle e liberatorie che ci siano! Quelli di voi che lo hanno fatto almeno una volta, possonono capirlo.
Sagra di Ospedaletto, 31 agosto 2014
Poi ho pensato che stiamo vivendo questo periodo di Pasqua chiusi in casa. Mi ha fatto un po' sorridere pensare a una qualche similitudine (a proposito di figure retoriche) con la Pasqua intesa come resurrezione di Gesù. Da quello che ho letto è una cosa anche piuttosto diffusa ma, perché ci viene bene illuderci e nasconderci dietro a queste banalità. Ma no, dovremmo rimanere chiusi in casa per altre settimane e quindi niente resurrezioni miracolose, soprattutto se perdurerà la stupidaggine (eufemismo, sfoggiando l'ennesima figura retorica) di quelli che insistono a vivere come se niente fosse, con gite fuori porta. Quest'anno non risorge nessuno. Sarebbe bello poterlo dire ma invece di una Pasqua, dobbiamo vivere un Venerdì Santo nettamente più lungo e al posto di essere crocifissi dobbiamo restare a casa. So che per qualcuno è quasi - molto quasi! - la stessa cosa, ma come Gesù, dobbiamo fare questo sacrificio per il bene di tutti quanti.

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