Và così

E' l'una e mezza passata della prima notte di primavera. Come al solito invece di dormire sono qui a far trascorrere il tempo perdendomi nelle più varie fandonie. Ma stare fuori ad ascoltare i rumori e senitre i profumi di quest'ora è tutt'altro che una fandonia! Mi piace vivere certi momenti, vedere com'è la vita al buio e cose c'è.

E' una situazione irreale. Ognuno di noi è una bomba pestilenziale e deve starsene chiuso in casa. Ieri a colazione guardavo fuori e quel vetro tra me il mondo mi diceva che dovevo starmene li, non perché è l'aria fuori che fa male, ma le persone.
E' una situazione strana perché ci lamentiamo sempre di non avere tempo per gli amici o i famigliari. Adesso che invece quasi non sappiamo cosa farcene di tutto questo tempo, non possiamo vedere amicie e famigliari.


Una cosa microscopica ci sta schiacciando nelle nostre case. Così capiremo che effetto facciamo agli animali, quando devastiamo il loro territorio. Non possiamo ancora sapere che effetto avrà questa cosa microscopica, ma mi auguro che qualcosa potremmo capire. Non di lei ma di noi stessi, del rispetto che dobbiamo avere gli uni per gli altri. Per il momento però, mi sembra che più si stia impegnando per infettarci e meno siamo capaci di capire. Ma non è nemmeno colpa di questa robetta, se siamo noi stessi il suo letale braccio armato.

Mi sento strano in questi giorni: nemmeno il ricovero di mio papà mi ha fatto svalvolare il cuore. Sarà che conoscendo la sua limitata socialità ero piuttosto sicuro non si trattasse del virus, sarà che l'albero genialogico da parte paterna non si è mai visto attecchire il male in ogni sua forma.  
Dalla mia posizione, credo di non riuscire a realizzare cosa sta succedendo davvero. Per questo credo di reagire in questo modo asettico. Solo ieri l'immagine della carovana di camion militari a Bergamo mi ha spaventato.
Sì, accendo la radio e l'argomento è sempre il solito. Siti web, newsletter e social media sono viruscentrici (solo le aziende che non comunicano sono immuni... ma non voglio aprire una polemica...). Ma mi sento inverosimilmente calmo anche se avverto una inquietudine latente alla quale non so dare una concreta spiegazione. Non si può non essere condizionati in questo periodo ma non do di matto come molti. Mi sento staccato dalla realtà, a dire la verità e non so se sia un bene, un male o se io non sono proprio del tutto normale. 
Forse perché speravo inconsciamente in un imprevisto di una portata simile per vedere cosa sarebbe potuto succedere. Gli imprevisti ormai nella mia vita non sono più tali anzi, hanno quasi cambiato di posto con l'ordinarietà o la presunta tale. Credo mettano alla prova le persone, sia mentalmente che fisicamente. E questo imprevisto è davvero generale nel condizionare la vita di tutti quanti. Non è così democratico come si potrebbe credere perché viverlo in un appartamento di 50 mq (ma anche di 150) è diverso di viverlo in una casa con giardino (sempre sia lodato!), come viverlo per un dipendente è tutt'altra cosa che per un libero professionista o piccolo artigiano. Anche se non penso sia molto semplice per i primi dover andare lo stesso a lavorare, magari nelle stesse condizioni di prima e con il pericolo di contagio. Perché per alcune aziende il fatturato viene prima della salute e si scommette forte, spero inconsapevolmente. Auguro a queste aziende di non trovarsi nella situazione di dover calcolare se è stato maggiore il costo del danno subito dopo, rispetto a quello per preservare la salute e la vita dei propri dipendenti.

Questa situazione che abbiamo visto arrivare da lontano ma che ci ha colti tutti alla sprovvista, mi da la conferma di quanto io odio i soldi. Sì, li detesto. Si potesse vivere senza, sarei felice. E credo si possa, ma qualcuno trova un certo inspiegabile gusto sentirsi diverso da qualcun altro.
Essere al momento disoccupato, paradossalmente potrebbe essere una posizione privilegiata, anche se mi preoccupa il fatto che questa cosa microscopica blocchi le assunzioni. Per questo capisco se le prossime righe infastidiranno (eufemismo) qualcuno. Perché sto per dire che quello che mi spiace tanto è che anche questa volta, prima ancora di cercare di capire le conseguenze sulla nostra salute, siamo finiti per individuare quelle sull'economia. Purtroppo il PIL è un valore economico, non esiste un indice che misura lo stato di salute fisica, mentale e sentimentale (sì, sentimentale!). Come se il soldo potesse esprimere tutto. Questo virus pernicioso oltre a condannarci a morire da soli, ci lascia la lucida consapevolezza della nostra fine solitaria ma nel suo bastardo modo di agire almeno non guarda il portafoglio di chi ha steso a letto senza fiato: così finisce tanto il ricco quanto il povero. Quindi, a cosa sono serviti i soldi? Spero almeno ad aiutare chi assiste i malati fino al loro ultimo faticoso respiro, le uniche persone che hanno fatto compagnia, e a evitare che qualcun altro si trovi nella stessa triste situazione.

Dopo lo sconquassamento economico, ascoltando quello che dice la gente il secondo pericolo di questa cosa microscopica è che si sa infilare nei tessuti famigliari peggio di un amante. L'automaticità con la quale si creano certe equazioni mi disarma! Gli imprevisti sono dei gran rompicoglioni ma cerco di saperne cogliere i lati positivi e uno di questi per me è poter stare con la mia famiglia, giocare con Tommaso e Teresa e con Anna. 
T'nT mi fanno incazzare ma tanto quanto stessimo vivendo in un periodo di noiosissima normalità, perché sono bambini di sette e tre anni. Questa situazione mi aiuta a trovare stratagemmi per distrarli, farli divertire, insegnargli cose nuove, fargli apprezzare la natura, fargliela conoscere. Quando mi capita di poter stare con loro per l'intera giornata così tanto tempo? 
Posso stare con Anna nei limiti delle cose da fare, perché  lei un lavoro ce l'ha e le prende l'intera mattina e per fortuna può farlo stando a casa e lei è così scaltra da riuscire pure a collegarsi con l'ufficio. Non nel senso telefonicamente, ma tecnologicamente: stampa in ufficio da casa, per intenderci, come se fosse nel suo ufficio in azienda, ma a qualche km di distanza e non nella stanza di fianco. Quindi se la hanno bisogno di qualcosa lei ci riesce lo stesso. Abbiamo una intera mezza giornata per stare con i bambini. Magari potessimo stare da soli. Ma non si può. Questa situazione può aiutare a capirci meglio, a evitare quei comportamenti che fanno girare le gonadi e le palle e a migliorare la vita di coppia.

A questo punto non capisco più a che posto è il pericolo per il nostro organismo, visto che il primo problema è la tenuta economica, il secondo è quella famigliare e il terzo è quella psicologica visto che le persone che se ne fottono e vanno in giro sono di più di quelle che si ammalano.
Fuori c'è aria buona, c'è il profumo dolce di primavera e quello della prima erba tagliata e gli uccelli cantano e rispondono ai miei fischi (oh, almeno io ci provo e uno mi risponde sempre, ma credo sia un suo comportamento automatico e nemmeno mi caga, anche se ormai succede da quasi cinque anni!). Mi ricorda i tempi di quando andavo a scuola, di quando studiavo con più sollievo perché potevo tenere la finestra aperta. Dicono che da questo fine settimana torni il freddo. Non mi sorprede: è quello del mio complenno e a parte qualche eccezione, il tempo non è clemente in questo periodo. Però poi tornerà il bel tempo e con lui i bei colori e i profumi. Pensate se invece fossimo in inverno, oltre a dover essere costretti a casa, per altro consumando un sacco di riscaldamento (qui lo teniamo acceso solo per qualche ora al mattino), con il solito grigiore di la del vetro. Lo so, ci stiamo perdendo una delle più belle primavere degli ultimi anni ma se non ci fosse questa condanna, ci sarebbe quella del lavoro a non farci godere questi giorni, quindi poco cambierebbe. Certo non poter andare in giro a correre o in bici rompe le palle. Ma va così. Riesco solo a dire questo in questi giorni: va così. Senza rabbia, dispiacere, gioia. Del tutto staccato e privo di fibrillazione. Mai stato così zero gradi mentali come in questi giorni indescrivibili.
Sono passate le tre e mezza am. Domani sarò un catorcio come ogni giorno da un po' troppo tempo a questa parte. Ma va così. Appunto. Prima di andare a dormire qualche ora, vado ancora fuori per potermi dentro il buon profumo di questa stagione e il silenzio di queste notti strane.

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