Primo giorno di scuola elementare

Il primo giorno di scuola elementare di Tommaso lo stavo aspettando da fine giugno, dall'ultimo giorno di asilo.
E' stato un lungo ma inesorabile avvicinamento, fatto di sporadiche battute generiche dette a Tommaso per l'occasione o scambi di opinioni con Anna all'occorrenza.

E come tutte le cose graduali questa mattina la tensione è implosa. Anna non ha potuto trattenere i lucciconi e un singhiozzo quando ho fatto la prima foto a Tommaso, io per tutta la giornata ho trattenuto dentro tutto nella mia nota incapacità di lasciar andare le emozioni.
Teresa invece era del tutto inconsapevole di quello che stava accadendo ma mi dava l'impressione - e niente niente conoscendola non ci sto andando tanto lontano - di studiare la situazione per capire quello dovrà vivere anche lei tra quattro anni. Anche se li per li era più dispiaciuta di separarsi dal suo amato fratello dopo una intera estate passata quotidianamente attaccati.
Tommaso invece ha realizzato benissimo che la sua vita stava cambiando per sempre quando siamo arrivati: espressione cupa, testa bassa sempre vicino alla gamba della mamma che è stata costretta a entrare in classe con lui.
Da quel che mi ha detto poi Anna, c'erano altri bambini in comprensibili condizioni peggiori e alla fine se l'è anche passata bene, conoscendo alcuni bambini nuovi. Insomma, superato lo shock iniziale, si sta ambientando anche se penso che il freno a mano lo terrà tirato per diversi giorni.
La maestra lo avrà preso per un bambino timido con qualche problematicità a dare confidenza. Che è anche vero ma non sa cosa le aspetta una volta che farà amicizia con gli altri bambini. Rimpiangerà quel bambino schivo e diffidente, com'è successo alle maestre all'asilo.

Intanto oggi il mio bambino (chissà se si vergognerà tra qualche anno quando leggerà queste parole. Se esisteranno ancora. Mah... mi piacerebbe però, dovrei salvare alcuni post, almeno quelli che riguardano la famiglia) ha iniziato un nuovo percorso. Piano piano è sempre meno bambino e parallelamente, forse un po' più velocemente, ne sentirò la mancanza.
Oggi è diventato un alunno e lo sarà per i prossimi 10 anni. Non glielo ho detto per non spaventarsi: ha crisi di nervi quando deve aspettare due giorni per vedere un cartone animato, figurarsi se gli prospetto cosa dovrà vivere per un periodo così lungo che non sa neanche quantificare. Povero il mio tato.

Io il mio primo giorno di scuola non me lo ricordo. Ma non so perché invece ricordo qualche giorno prima quando Marco è venuto a casa mia per conoscerci, perché era l'unico altro bambino in classe con me con altre cinque bambine, poi sei e veniva da un altro asilo.
 Esatto, nel 1984 la classe prima delle scuole elementari di Bertesina, quartiere alla periferia est di Vicenza, era di 7 bambini! L'ultima prima di quella scuola ne ha avuti due, forse tre poi ha chiuso.
Ma quel periodo era tutto più semplice: un libro e cioè il Sussidiario, che presto è diventato il Sussi, termine che ancora adesso non riesco a levarmi dai coglioni! Ma soprattutto solo due tipi di quaderni: a quadri grandi e a righe con i margini.
Nel gruppo dei genitori di prima su WhatsApp ho letto più di 20 messaggi solo per i quaderni! Il progresso non avrebbe dovuto semplificarci la vita invece di complicarcela nel modo più stupido?

Ma queste cose non riguardano Tommaso, sono cose per far incasinare i genitori ancora più del dovuto. Lui e gli altri bambini devono pensare ad altro, a divertirsi e imparare.
Perché da oggi si inizia a fare sul serio, a imparare cose serie. Lui non lo sa ancora, io si e per questo sono terribilmente emozionato. 
Ancora adesso. Sarà empatia ma più facilmente è ansia. So cosa significa avere l'angoscia di fare qualcosa che non ti piace ma ne sei costretto. Ricordo ancora le battute tristi e le risate programmate del Drive In che non riuscivano a rallegrarmi in quelle meste domeniche sere al pensiero di dover andare a scuola!
Da oggi Tommaso, come tutti gli altri bambini al loro primo giorno di scuola elementare, inizia un percorso eccitante e stimolante che gli permetterà di scoprire cose nuove. 
Ha voluto imparare a scrivere da solo e il suo nome un po' ci riesce e distingue alcune lettere. Da oggi perfezionerà la scrittura e sono curioso di scoprire la sua calligrafia. Gesù fa che non abbia quella a zampe di gallina perché mi fa diventare isterico!
E poi imparerà a leggere. La lettura è la chiave di tutto, ti apre tutte le porte che vuoi aprire, potrà imparare tante cose
E' proprio questa indipendenza che mi fa combattere tra due sentimenti opposti: la gioia di sapere che potrà fare anche da solo senza di me e la sua mamma al suo fianco che leggono e spiegano, lo sconforto provato perché scoprirà la sua autonomia e indipendenza. Tanto sperata da mamma e papà che alla fine un po' li spaventa piano piano che la ottiene. Come ho già spiegato quella volta col bob,

Se state pensando che il primo giorno di scuola elementare di Tommaso e il passaggio tra i grandi al nido di Teresa mi mettono l'ansia perché misurano il tempo che passa, vi sbagliate. Nemmeno un capello bianco mi deprime. Anzi, in mezzo a quelli rossi la mia testa diventa la bandana del Vicenza! 
Non è il passare del tempo, ma il come lasciamo che passi che mi fa incazzare.
Ma è un'altra storia e il protagonista di questa è Tommaso. Che oggi ha iniziato il suo percorso di studi. E' un bambino curioso e spero che continui a esserlo. Sempre e sempre di più. Che non smetta di fare e farsi domande e di cercare le risposte.
Gli faccio gli auguri più grandi che ogni papà possa fare a suo figlio, che insieme a Teresa resta l'unica cosa che riesce ancora a meravigliarmi.
Vai avanti Tommaso, metti più cose possibili e splendide in quello zaino e in tutti quelli che userai, non facendo quello che ti dicono di fare, ma quello che ti piace fare di più e come preferisci.




Ho scritto quattro volte scuola elementare. Per me rimarrà sempre la scuola elementare!

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