La Francia campione del mondo di mediocrità

La Francia vince i mondiali di calcio in Russia battendo in finale la Croazia per 4-2 grazie a un gioco poco brillante ma molto concreto. Nulla da fare per la valorosa nazionale di Modric, Mandzukic, Perisic e del CT Dalic. Mbappé premiato come miglior giovane, a Modric il pallone d'oro di miglior giocatore del mondiale.

Francia - Croazia 4 - 2: i galletti riportano a Parigi la coppa del mondo di calcio

La Francia è campione del mondo di calcio per la seconda volta, dopo la vittoria del mondiale di casa del 1998. Alla terza finale della sua storia (è necessario ricordare la finale del 2006?), la nazionale guidata da Didier Deschamps batte la Croazia in una partita che rispecchiato l'andamento dell'intero torneo. È stato un mondiale mediocre e ha vinto una squadra mediocre. Ognuno è libero di vederla come pensa, ma il calcio non è soggettivo e non ricordo una qualità peggiore di questa edizione.

Ha vinto una squadra che ha avuto un percorso difficile: dopo un girone vinto con più difficoltà di quanto preventivato, agli ottavi ha mandato a casa l'Argentina con quattro-peri-quattro nella saccoccia, ai quarti si è sbarazzata dell'Uruguay fortunatamente per lei orfana di Cavani e in semifinale ha ridimensionato il Belgio. La Francia non ha giocato un bel calcio, ma ha saputo fare meglio: esprimere il gioco che serve in una competizione come il campionato del mondo di calcio. Ha avuto il merito di capire i propri limiti e di limitarli, mettendo in risalto le sue caratteristiche migliori sapendo che un mondiale non si vince con lo champagne ma col cabernet. Deschamps, che evidentemente qualcosa di calcio capisce, non si e perso in chiacchiere né ha cercato di imitare la Spagna, non avendo le caratteristiche. Altri ci hanno provato tornando a casa. Il mondiale non richiede tanti tatticismi ma sani principi di cinismo e opportunità. I francesi si sono dimostrati campioni del mondo in questo.

La Croazia ha fatto un percorso inverso: ha vinto il girone di qualificazione a punteggio pieno, giocando da favola con 7 gol segnati e 1 solo subito, dall'Islanda, strapazzando l'Argentina con un secco 3-0 dimostrando la superiorità della squadra sul valore del singolo. Nella fase ad eliminazione diretta ha sofferto in modo inaspettato finendo ai rigori sia contro la Danimarca agli ottavi che contro la Russia ai quarti, giocando altri due supplementari contro l'Inghilterra in semifinale.
È retorica dire che le partite sulla carta sono tutt'altra cosa ma non penso che molti si aspettassero di restare per più di due ore davanti alla televisione ogni volta, dopo quel girone di qualificazione. Alla fine la Croazia ha giocato sei tempi supplementari che sommati equivalgono a un totale di una partita regolare in più. Non è un fattore banale: le energie fisiche e psichiche spese, soprattutto con i calci di rigore, sono state tante.
Non so se contro la Francia abbiano pesato ma di certo, visto anche un giorno in meno di riposo rispetto ai francesi, ne avrebbero anche fatto a meno. Ma non ce l'hanno fatta e questo dimostra certi limiti, più mentali forse, che potrebbero essere imputabili al CT Zlatko Dalic, che pecca di esperienza ad alti livelli e ad alta pressione: infatti dopo la Serie A croata e albanese, dal 2010 al 2017 ha allenato in Arabia ed Emirati Arabi e solo dall'anno scorso allena la nazionale a scacchi bianco-rossi. Qualcuno in panchina ci vuole sempre d'accordo, ma giocatori come Lovren, Vrsaljko, Rakitic, Modric e Mandzukic ci possono arrivare anche da soli in finale.


Onore alla Francia, non sempre vince il migliore ma chi vince è il migliore

Stanchezza, esperienza, fame (chi non ne ha quando si gioca una finale dei mondiali?), talento, tante cose che pesano in una finale mondiale, (non) quanto la fortuna. La Francia ha avuto anche quella dalla sua parte nella finale: l'autogol di Mandzukic, il rigore dato dal VAR per il fallo di mano di Perisic (curioso, i due che poi hanno deciso la semifinale e segnato in finale, croci e delizie), poi due gol sfruttando la propria freschezza e la leggerezza avversaria nel valutare la situazione e, a rivedere la sintesi, le gambe molli e la testa pesante dopo maratone psico-fisiche.

Non sempre vince il migliore. Anzi. Non sempre chi vince è il migliore, ma la Francia è stata migliore nell'interpretare ogni partita o il torneo. Ha giocato meglio degli avversari, ma comunque non bene. Ma solo nel modo migliore per vincere i mondiali di calcio.
Se le partite della Francia le avesse giocate l'Italia, sarebbe stata etichettata dalla stampa nazionale e internazionale come la solita nazionale catenacciara e contropiedista. Ma la stampa sa(peva) solo scrivere. E Deschamps ha giocato in Italia e deve aver imparato qualcosa.

Per finire, onore proprio a Didier Deschamps: è riuscito a vincere la coppa del mondo di calcio sia da giocatore (capitano della nazionale nel 1998) che da allenatore. Prima di lui ci erano riusciti solo Mario Zagalo col Brasile (Svezia 1958 e Cile 1962 da giocatore, Messico 1970 - purtroppo - da allenatore) e Franz Beckenbauer con la Germania (Germania Ovest 1974 da giocatore e Italia 90 da allenatore). Bruno Pizzul direbbe: "Applausi!" e direi che sono tutti meritati.


Cheppalle però la Francia! L'unico merito che ha avuto è stato quello di unire la stragrande maggioranza del popolo italiano (non penso solo calcistico) nel tifare contro se stessa.



PS: una curiosità. La Francia aveva un amuleto. Un porta fortuna che pochi posso vantare. Un giocatore che ha vinto 10 finali ogni volta che ha messo piede in campo. Raphael Varane, difensore del Real Madrid, con le Merengues infatti ha vinto 10 finali (1 Coppa del Re nel 2014; 4 (!!!) Champions League: 2014, 2016, 2017 e 2018; 3 Supercoppe UEFA: 2014, 2016 e 2017; 3 Mondiali per club: 2014, 2016 e 2017). Con la vittoria nella finale dei campionati del mondo di calcio fanno 11 vittorie in finale. Ci sarebbe anche la Supercoppa spagnola del 2012, ma all'andata era in panchina e al ritorno nemmeno convocato. Ha comunque portato fortuna ai suoi compagni. Va bene che potrei vincere anche io una finale giocando nel Real, ma 10 sono tante. Forse, invece di spendere centinaia di milioni di euro per Cristiano Ronaldo, la Juventus se la sarebbe potuta cavare con molto meno con Varane. Non farà vendere magliette, ma vuoi mettere come ti sa riempire una bacheca? E ha solo 25 anni!  


Ph. Credits: Facebook/FIFA World Cup

Articolo pubblicato su Gushmag/La Vena Chiusa 

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