Buon compleanno Roberto Baggio!

Oggi Roberto Baggio compie 50 anni.
Se dovessi spiegare a una persona cosa intendo per giocatore di qualità, glielo spiegherei in due parole: "Roberto Baggio".
Gli altri appassionati di calcio potranno aver avuto altri idoli, perché nello stesso periodo negli stadi di serie A si potevano ammirare giocatori come Van Basten, Gullit, Baresi (porca miseria, che forte quel Milan!), Maradona, oppure all'estero c'erano Romario, Bebeto, Matthäus Stoichkov, Raul, Bergkamp, Butragueño, Ronaldo, Weah, Owen, Figo.
Tutti campioni ma per me nessuno valeva quello che mi faceva sentire Roberto Baggio quando giocava.
Se fossi nato qualche anno prima per vedere giocare Cruijff, forse potrei pensare a lui come un altro giocatore capace di emozionare.

Perché per me Roberto Baggio è e rimane la poesia del calcio.
Forse, altri due giocatori che mi hanno dato quelle emozioni per come toccavano il pallone sono stati Del Piero e Zidane.
Ma Roberto Baggio è tutta un'altra cosa. Perché per lui il calcio non era solo un lavoro ma una passione un impegno prima di tutto verso gli altri, consapevole della fortuna che aveva.

Roberto Baggio è il numero 10 del calcio. Credo che Platini fosse roso un po' dalla gelosia quando lo ha definito 9 1/2*.
Il 10 è il numero della fantasia, l'autoaffermazione del talento in campo: "IO". La 10 non è semplicissima da indossare*. Ma lui la portava in giro per il campo mostrando chi era.
La 10 è la maglia del mito. E se penso ai 10 di adesso Roberto Baggio è un mito mite.
Tanti dicono fosse uno spacca spogliatoi (non lo so, non c'ero in spogliatoio, ma avrei tanto voluto esserci... se c'era Paramatti potevo starci anche io!) o uno che non andava d'accordo con gli allenatori. Conoscendo la mentalità degli allenatori, facile non andasse d'accordo con quegli allenatori che pensavo di essere gli artefici delle vittorie. 
Con Mazzone non ha avuto alcun problema. E' stato fantastico con Ulivieri. 

Roberto Baggio è il distillato di fantasia potere e voglia di arrivare fino in fondo.
Guardavo i gol segnati da giovanissimo nel Vicenza: prendeva palla e puntava la porta, velocissimo, pensava solo a quello. Gli mancava solo la bava alla bocca, ma si vedeva tutta la fame che aveva di (di)mostare chi era quanto valeva e cosa poteva fare.

Quel è stato il suo gol più bello? Mi viene in mente quello ai Mondiali '90 contro la Cecoslovacchia ai mondiali.
Ma ne prenderei altri: tutti quelli di USA '94, quello alla Juve con il Brescia quando con un tocco ha stoppato un lancio di Pirlo di 30 metri e allo stesso tempo ha saltato Van der Saar, quello con la Fiorentina al San Paolo di Napoli quando ha saltato anche il guardalinee (a proposito di arrivare in fondo e a proposito di fame!).

Roberto Baggio è la voce di Bruno Pizzul in televisione: "Roberto! Roberto! Gooool!".
Peccato non poterla sentire più. 
Anzi, è stato fantastico poterla sentire!






* Parlo per esperienza. L'ho indossata. Sì, ci sono stati allenatori che hanno fatto quella pazzia. Ripetutamente. E contemporaneamente avevo anche la fascia di capitano. Ma se Marco Nava giocava in Serie A col Milan, il mio 10 e la mia fascetta non avevano niente di scandaloso.

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