Referendum, alcune considerazioni
Il referendum sulle trivelle è fallito.
Era fallito prima dell'inizio, perché non si riferiva alle trivelle che pompano petrolio ma principalmente alle estrazioni di gas. Quindi già il nome portava fuori strada.
Non voglio parlare però di questo né del mancato quorum né della disinformazione che parlava di un referendum valido solo in nove regioni né delle paranoie ambientaliste che sembravano proiettare l'Italia ad un totale gogreen (quando impareremo ad essere indipendenti dagli inglesismi?).
Questa mattina sono andato a votare nel mio nuovo seggio, visto che mi sono trasferito da poco meno di un anno, nella scuola media di quartiere. Adesso abito in un quartiere molto più grande dei due dove ho abitato prima e per la prima volta mi sono trovato in una sede elettorale con più seggi.
A parte questa osservazione, c'erano 5 persone ad accorglierci: un presidente di seggio e 4 scrutatori. Poi ridiamo e ci raccontiamo barzellette sui carabinieri che vanno in giro in coppia. A proposito, l'unico carabiniere che ho visto era fuori in cortile impegnato al telefono.
Tornando verso casa ho notato un edificio basso, tutto su un piano, poco visibile viste le piante poco curate che ne coprono la facciata e l'erba piuttosto alta nel parco. Dalle bandiere appese fuori ho dedotto fosse la sede della circoscrizione.
Di fronte alla scuola media.
D'istinto mi sono chiesto perché le elezioni si devono svolgere in una scuola?! Di qualsiasi tipo siano, amministrative politiche e referendarie, perché devono occupare una sede di un edificio dedicato a tutt'altro?
Perché devono interrompere l'esercizio di un servizio, quello educativo, dal venerdì fino al lunedì, e costringere le famiglie talvolta a organizzarsi per evitare disagi?
Escludendo la lobby delle baby-sitter, trovo che sia davvero stupido dover occupare una scuola (di qualsiasi grado, dagli asili alle superiori) quando potrebbero essere utilizzate le sedi delle circoscrizioni. Cosa ci stanno a fare altrimenti?
In più, ci sarebbe già il personale. Non è compito loro aspettare gli abitanti aventi diritto né contare le schede perché si spezzano già la schiena durante la settimana? Richiedono un costo aggiuntivo per il lavoro nei giorno di abituale riposo?
Credo che pagare il giusto lavoro straordinario sia il minimo ma serebbe sempre un risparmio rispetto al costo per 5 persone per seggio (la scuola dove sono andato io ospitava 3 seggi).
Le scuole rimangono chiuse anche di lunedì, nonostante siano andate a votare 3 persone su 10 in generale, in alcune città anche meno. Verosimilmente già subito dopo la chiusura delle votazioni si potrebbe avere il risultato perché il conteggio dovrebbe essere veloce e quindi non occorrerebbe un giorno (da pagare) in più. A meno che non ci siano ulteriori operazioni da svolgere, non conosco tutte le procedure.
Si può anche aprire una discussione infinita sul perché l'Italia adotti ancora le votazioni su carta quando, potendo disporre di una tessera con microchip come la tessera sanitaria con il codice fiscale, potremmo avere a disposizione uno strumento per 1) risparmiare anche sulla carta 2) ottenere risultati digitali quasi in tempo reale (non capisco perché anche in Tanzania a poche ore dalla chiusura si sanno già i risultati mentre qui si passano giorni a contare ricontare le schede talvolta ripescandole dai cassonetti delle immondizie...) o comunque potrebbe facilitare il conteggio ed evitare brogli.
Ma citando le parole Italia, facilitare e brogli la risposta vien da se.
In tutto questo, i nostri figli non perderebbero un giorno di scuola e si potrebbero risparmiare un po' di soldi per il personale scrutinante (forse esiste anche la lobby degli scrutatori, ma non mi stupirei se i sindacati avessero qualcosa da ridire).
A proposito del quale, se proprio dobbiamo pagare qualcuno, preferirei qualche studente oppure gli sfortunati iscritti alle liste di disoccupazione: ho letto che Adinolfi oggi è stato presidente di seggio. Mi fermo qui, è troppo facile far battute su di lui e scadrei sul banale.
Visto il risultato di questo referendum, l'ennesimo fallito per mancato raggiungimento del quorum, non mi stupisco perché siamo ridotti in questo modo.
Teniamoci programmi come Amici Ciao Darwin l'Isola il Grande Fratello. Quelle sono cose che contano e ci fanno riempire di sarcastici tweet le nostre serate. Scendiamo in piazza perché hanno squalificato il nostro giocatore del cuore. Sfiliamo contro il terrorismo.
Manifestiamo per le cose per le quali vale la pena sfondare una vetrina.
E andiamo avanti a bruciare i soldi degli italiani. Che per bruciare (anche le fiaccole che usiamo per manifestare contro le cose brutte...) serve il gas dei fornelli o il petrolio per la benzina dell'accendino, così daremo un senso alle trivelle che abbiamo deciso di tenerci privandoci di essere oil free e fieri go green!
Italiani. Non ho parole per descriverci. Governati e governanti. Ma dati i precedenti, la stessa definizione può bastare.
Era fallito prima dell'inizio, perché non si riferiva alle trivelle che pompano petrolio ma principalmente alle estrazioni di gas. Quindi già il nome portava fuori strada.
Non voglio parlare però di questo né del mancato quorum né della disinformazione che parlava di un referendum valido solo in nove regioni né delle paranoie ambientaliste che sembravano proiettare l'Italia ad un totale gogreen (quando impareremo ad essere indipendenti dagli inglesismi?).
Questa mattina sono andato a votare nel mio nuovo seggio, visto che mi sono trasferito da poco meno di un anno, nella scuola media di quartiere. Adesso abito in un quartiere molto più grande dei due dove ho abitato prima e per la prima volta mi sono trovato in una sede elettorale con più seggi.
A parte questa osservazione, c'erano 5 persone ad accorglierci: un presidente di seggio e 4 scrutatori. Poi ridiamo e ci raccontiamo barzellette sui carabinieri che vanno in giro in coppia. A proposito, l'unico carabiniere che ho visto era fuori in cortile impegnato al telefono.
Tornando verso casa ho notato un edificio basso, tutto su un piano, poco visibile viste le piante poco curate che ne coprono la facciata e l'erba piuttosto alta nel parco. Dalle bandiere appese fuori ho dedotto fosse la sede della circoscrizione.
Di fronte alla scuola media.
D'istinto mi sono chiesto perché le elezioni si devono svolgere in una scuola?! Di qualsiasi tipo siano, amministrative politiche e referendarie, perché devono occupare una sede di un edificio dedicato a tutt'altro?
Perché devono interrompere l'esercizio di un servizio, quello educativo, dal venerdì fino al lunedì, e costringere le famiglie talvolta a organizzarsi per evitare disagi?
Escludendo la lobby delle baby-sitter, trovo che sia davvero stupido dover occupare una scuola (di qualsiasi grado, dagli asili alle superiori) quando potrebbero essere utilizzate le sedi delle circoscrizioni. Cosa ci stanno a fare altrimenti?
In più, ci sarebbe già il personale. Non è compito loro aspettare gli abitanti aventi diritto né contare le schede perché si spezzano già la schiena durante la settimana? Richiedono un costo aggiuntivo per il lavoro nei giorno di abituale riposo?
Credo che pagare il giusto lavoro straordinario sia il minimo ma serebbe sempre un risparmio rispetto al costo per 5 persone per seggio (la scuola dove sono andato io ospitava 3 seggi).
Le scuole rimangono chiuse anche di lunedì, nonostante siano andate a votare 3 persone su 10 in generale, in alcune città anche meno. Verosimilmente già subito dopo la chiusura delle votazioni si potrebbe avere il risultato perché il conteggio dovrebbe essere veloce e quindi non occorrerebbe un giorno (da pagare) in più. A meno che non ci siano ulteriori operazioni da svolgere, non conosco tutte le procedure.
Si può anche aprire una discussione infinita sul perché l'Italia adotti ancora le votazioni su carta quando, potendo disporre di una tessera con microchip come la tessera sanitaria con il codice fiscale, potremmo avere a disposizione uno strumento per 1) risparmiare anche sulla carta 2) ottenere risultati digitali quasi in tempo reale (non capisco perché anche in Tanzania a poche ore dalla chiusura si sanno già i risultati mentre qui si passano giorni a contare ricontare le schede talvolta ripescandole dai cassonetti delle immondizie...) o comunque potrebbe facilitare il conteggio ed evitare brogli.
Ma citando le parole Italia, facilitare e brogli la risposta vien da se.
In tutto questo, i nostri figli non perderebbero un giorno di scuola e si potrebbero risparmiare un po' di soldi per il personale scrutinante (forse esiste anche la lobby degli scrutatori, ma non mi stupirei se i sindacati avessero qualcosa da ridire).
A proposito del quale, se proprio dobbiamo pagare qualcuno, preferirei qualche studente oppure gli sfortunati iscritti alle liste di disoccupazione: ho letto che Adinolfi oggi è stato presidente di seggio. Mi fermo qui, è troppo facile far battute su di lui e scadrei sul banale.
Visto il risultato di questo referendum, l'ennesimo fallito per mancato raggiungimento del quorum, non mi stupisco perché siamo ridotti in questo modo.
Teniamoci programmi come Amici Ciao Darwin l'Isola il Grande Fratello. Quelle sono cose che contano e ci fanno riempire di sarcastici tweet le nostre serate. Scendiamo in piazza perché hanno squalificato il nostro giocatore del cuore. Sfiliamo contro il terrorismo.
Manifestiamo per le cose per le quali vale la pena sfondare una vetrina.
E andiamo avanti a bruciare i soldi degli italiani. Che per bruciare (anche le fiaccole che usiamo per manifestare contro le cose brutte...) serve il gas dei fornelli o il petrolio per la benzina dell'accendino, così daremo un senso alle trivelle che abbiamo deciso di tenerci privandoci di essere oil free e fieri go green!
Italiani. Non ho parole per descriverci. Governati e governanti. Ma dati i precedenti, la stessa definizione può bastare.
0 Response to "Referendum, alcune considerazioni"
Posta un commento