100 anni di radio
La radio in Italia compie 100 anni! Il 6 ottobre 1924 venne trasmesso il primo annuncio in radio, con la voce di Ines Viviani Donarelli.
100 anni di storie, di vicende di cronaca, attualità, sport, musica, guerre, fatti storici.
Non so voi, io adoro la radio. Molto di più della televisione, di internet. Non ascolto molte stazioni radio. I giornali radio e le partite di calcio su Radio1, DeeJay Chiama Italia ogni mattina perché sa come tenere compagnia e allo stesso tempo affrontare argomenti delicati, ogni tanto qualche notizia di economia su Radio24, le partite del Lane a volte sulle radio locali anche se non mi piacciono chi le racconta.
La musica che mi piace su Radio Capital, Virgin, Marilù, perché solo queste fanno sentire buona musica anche se purtroppo resta sempre quella di 30 (mioddio!) anni fa, perché nel rock attuale si fa fatica a trovare qualcosa di nuovo e buono (mioddio #2!).
Ho delle immagini precise di ogni epoca che ho vissuto della radio.
Quando ero piccolo, a scuola il sabato mattina da una radio locale ascoltavamo la classifica delle scuole elementari che avevano consegnato più carta. Ci trovavamo tutti in atrio e non appena sentivamo il nome di quella nostra saltavamo per esultare perché eravamo sempre tra le prime.
Poi, le radioline alle orecchie degli uomini la domenica pomeriggio, mentre passeggiavano in compagnia delle mogli (loro un po' meno in compagnia) o appoggiata sul tavolo, sia a casa o al ristorante.
La radiolina la domenica non mancava mai, sintonizzata su Tutto il Calcio Minuto per Minuto con le voci leggendarie di Sandro Ciotti, Enrico Ameri, Massimo De Luca, Rino Icardi, Luigi Coppola, Alfredo Provenzali, Filippo Corsini, Giulio Delfino, Ezio Luzzi, Paolo Zauli, Riccardo Cucchi, Emanuele Dotto, Livio Forma, Tonino Raffa, Bruno Gentili, Nico Forletta che si alternavano tra un campo e l'altro.
Mio nonno Sandro era capace di ascoltare la cronaca delle partite di calcio alla radio e contemporaneamente vedere le gare di F1 in televisione, o la partita di tenni seduto sulla sua sedia in sala.
La radio mi ricorda le notti in camera con mia sorella Cristina durante le vacanze, al mare o in montagna, dormendo nella stessa stanza. Ascoltavamo una radio veneta dove gli ascoltatori chiamavano raccontando in piena libertà senza alcuna vergogna i fatti propri. Che risate!
La prima volta che ho ascoltato la radio da solo è stato durante un camp estivo di calcio, nel collegio di Paderno del Grappa. Avevo 13 anni e mi ero portato una piccola radiolina rossa con le cuffie. Lì ho conosciuto un programma divertente dalle 22 a mezzanotte su RTL 102.5, l'unica radio con la frequenza fissa in tutta Italia.
Quella stessa radiolina che poi mi ha fatto compagnia molte altre volte, in autobus andando a scuola o tornando da una gita a Venezia ascoltando la vittoria agli Europei di Calci della nazionale Under 21, che in quegli anni era la più forte di tutte.
Sempre alla radio ho seguito gli attentati a Firenze, Roma a Milano del 1993.
Andavo alle superiori vicino alla sede di una radio locale, Radio Star. Un giorno di sciopero con alcuni compagni di classe ci siamo andati in visita. Registravo le canzoni che mi piacevano nelle cassette, credo di essere arrivato ad averne oltre una dozzina.
Lo ammetto, alla radio ho ascoltato un paio di edizioni del Festival di San Remo. La ascoltavo di nascosto anche a scuola, sempre quella radiolina rossa, difficile resistere a DJ Chiama Italia.
A metà anni novanta sempre su Radio DeeJay c'era una bellissima trasmissione, Lunedìretta, con Paoletta e Marco Santin della Gialappa's Band. Nel periodo primaverile avevano iniziato i raduni in giro per le città e nell'ultimo anno alcune riuscivano a raccogliere centinaia di persone. E poi c'era Cordialmente con Linus e gli Elio e le Storie Tese. Quante risate.
Quando giocavo a calcio, la radio mi ha accompagnato anche nelle mie domeniche calcistiche, quelle passate ahimè in panchina. A volte di nascosto dall'allenatore che voleva ci concentratissimi sulla nostra partita, quando nemmeno quelli che ascoltavamo noi alla radio lo erano, perché a loro volta ascoltavano le partite degli avversari alla radio! E poi tornando a casa ascoltavamo le interviste post partita.
Durante il viaggio di nozze negli Stati Uniti, guidando tra S. Francisco e Phoenix, abbiamo scoperto la radio satellitare, con canali dedicati a un genere musicale o addirittura a un artista o un gruppo. Grandioso!
Se rivedo tutto il mio rapporto con la radio, oltre alla curiosità e alla fame di sapere, trovo un aspetto che nel corso del tempo non è mai cambiato, oltre a quello di informare: quello di tenere compagnia.
La televisione non si può spostare. Ci devi stare davanti oppure la vedi o la ascolti in cucina mentre sei impegnato/a a preparare da mangiare o stirare. Come mi ricordo faceva, e fa, mia mamma.
Invece la radio è un elettrodomestico anche a pile e si può portare dove si vuole, dove ci si trova. Si ascolta ovunque e a me fa sentire meno solo, la sua voce riempie una stanza e mi distrae dai miei pensieri.
Mi fa compagnia in macchina, andando e tornando a casa da lavoro. Mentre cucino, lavo piatti, faccio i lavori di casa, sono disteso sull'amaca, una volta anche tagliando l'erba.
Ascoltare la radio mi rilassa. Anche i programmi di approfondimento su Radio1, Radio Anch'io con Giorgio Zanchini la mattina e Zapping con Giancarlo Loquenzi di notte, preparando la macedonia.
La maggior parte delle radio trasmette sempre la solita musica di merda poi a me piace ascoltare le voci, capaci di raccontarti cosa succede senza le esagerazioni televisive. Avete mai ascoltato la radiocronaca di una partita di calcio di Francesco Rapice?
Sempre su Radio1 ci sono delle trasmissioni tra musica e storia davvero coinvolgenti.
Al contrario della tv, la radio è immaginazione. Non vedi ma senti, in modi diversi, cosa succede e quello che ti raccontano te lo devi immaginare.
La radio non cambia mai, a differenza delle televisione. Può cambiare la tecnologia: da un elettrodomestico a corrente o a pile trasportabile, adesso si ascolta con i telefoni, con i computer e fa concorrenza alla televisione nel suo stesso campo, attraverso lo schermo e i canali radio tv.
100 anni di trasmissioni radio. In tutto questo tempo ne sono successe e cambiate di cose. La costante è sempre stata la radio. W la radio.