Distinguished Gentleman's Ride Vicenza 2017
I tuoi mi piacciono tantissimo. Di notte ad accompagnarmi nel sonno. La mattina come sveglia dirompente. Ma quelli all'alba di domenica no, quelli cazzo se mi han fatto bestemmiare! E lo so che bisogna essere distinti e gentiluomini ma anzi, proprio per questo ho cacciato dei santissimi...
Perché ieri non ci dovevano stare. Sapevamo tutti che non sarebbe stata una giornata semplice ma che iniziasse addirittura con i tuoni non ce lo immaginavamo.
Ho fatto colazione col solito caffe e mezzo e un vortice di messaggi che si è scatenato appena siamo stati operativi. Cosa si fa cosa non si fa, chiama di la chiama di qua, questo e quella.
Alla fine però non potevamo buttare mesi di incontri sere di privazioni familiari corse contro il tempo salto a ostacoli burocratici traduzioni maccheroniche e birre chiare e ambrate solo perché il cielo non ci era amico.
Mica siamo fatti di zucchero o di sale*, no!?
Quindi, confermiamo il programma. Siamo distinti e gentiluomini, ma anche cazzutissimi rider! Al massimo, faremo un tour alternativo e meno impegnativo e lo stile sarà un po' più pratico e meno appariscente. Poi la cantina offre un gran bel portico e potremmo stare li, con la scusa di stare più stretti ci potremo anche conoscere più da vicino, meglio!
E invece il cielo è stato clemente. Inizio a pensare che al cielo piaccia il Distinguished Gentleman's Ride. Posso iniziare a pensare che spiriti di Mike Hailwood e Steve McQueen si mettano d'accordo in questa giornata soffiando le nuvole altrove (per esempio a Treviso o Udine, ho sentito).
In gilet e camicia avevo caldo. Forse era l'agitazione malcelata per la giornata più che il sole che si faceva spazio tra le nuvole.
Metti i DGR di altre città limitrofe che, nonostante tutto tra numero di edizioni meteo varie ed eventuali una qualche decina di moto te le porta via, vuoi per amicizia o semplice curiosità o ovvia voglia di qualcosa di nuovo, io tutte quelle belle moto che sono venute a Vicenza non me le aspettavo!
E' stato bello. Ogni anno è bello e diverso. Tre anni fa per la sorpresa. Due anni fa per il coinvolgimento di mezza provincia. L'anno scorso perché avevamo (ci hanno messo) l'acqua alla gola. Quest'anno perché ci stavamo andando. E invece non sono serviti mute da sub e canotti.
Una sola parola: emozionante.
Ringrazio chi ogni anno ci da la fiducia ed è stato presente, con stile e gentilezza unici.
Ho notato che quest'anno le moto erano anche più rispettose dello stile richiesto: forse il cielo ha tenuto lontani quegli intrusi che nonostante la supersportiva o l'enduro turistica vogliono esserci lo stesso e quindi erano presenti solo i puri. O forse è stata una banalissima fatalità!
Sciorinando lungo la dorsale dei berici non ho potuto fare a meno di accorgermi di una cosa: la pioggia che ha esaltato i profumi dei colli che arrivavano dal bordo strada. La terra umida, le foglie ingiallite, l'erba bagnata. Quei profumi che solo le mezze stagioni come la primavera e l'autunno sanno darti e solo se ti ci trovi in mezzo puoi sentire. L'odore degli ottani si confondeva con quelli dell'autunno e mi è piaciuto moltissimo. Peccato non poterlo fotografare. Ma rimane una delle caratteristiche di questo DGR.
Il mio annuale rammarico è vedere l'importo delle donazioni pro rider e mi convinco sempre di più che in Italia non si voglia capire il senso di questa manifestazione. Ormai le discussioni sullo stile mi annoiano: chi non ci arriva non è obbligato a essere presente solo perchè ha una moto.
Facendo un confronto tra l'Italia e gli altri paesi il rapporto donazione/partecipante ci mette in imbarazzo. Non so se dipenda dalla lingua e il messaggio qui arriva distorto, un po' come il gioco del telefono senza fili. O forse è una questione di cultura: in Italia impera lo stile, ovunque e comunque e dovunque. Mi stanno bene i gruppi vestiti in modo eccentrico o in divisa elegante, apprezzo lo sforzo. Ma li apprezzerei di più se utilizzassero i numeri della propria carta di credito in beneficenza e non in abiti.
Chi prende il Distinguished Gentleman's Ride come una gara di stile è fuori strada. Semmai, è una gara a chi fa del bene e aiuta chi è più sfortunato.Non siamo più quegli adolescenti che devono dimostrare di essere il maschio alfa ma persone adulte di una certa età alle quali certi problemi possono interessare. Capisco la paura e la voglia di negare l'ineluttabile, ma la vita può andare anche così.
Quindi coraggio cari rider distinti e gentiluomini, avete dimostrato di essere indomiti. Siate anche generosi! Che cazzo (e mica potevo finire seriamente!).
* cit. risalente, almeno per quel che mi riguarda, all' A. D. 2004, grazie ad un accompagnatore di vacanza in bicicletta olandese (e da dove, altrimenti?)
Perché ieri non ci dovevano stare. Sapevamo tutti che non sarebbe stata una giornata semplice ma che iniziasse addirittura con i tuoni non ce lo immaginavamo.
Ho fatto colazione col solito caffe e mezzo e un vortice di messaggi che si è scatenato appena siamo stati operativi. Cosa si fa cosa non si fa, chiama di la chiama di qua, questo e quella.
Alla fine però non potevamo buttare mesi di incontri sere di privazioni familiari corse contro il tempo salto a ostacoli burocratici traduzioni maccheroniche e birre chiare e ambrate solo perché il cielo non ci era amico.
Mica siamo fatti di zucchero o di sale*, no!?
Quindi, confermiamo il programma. Siamo distinti e gentiluomini, ma anche cazzutissimi rider! Al massimo, faremo un tour alternativo e meno impegnativo e lo stile sarà un po' più pratico e meno appariscente. Poi la cantina offre un gran bel portico e potremmo stare li, con la scusa di stare più stretti ci potremo anche conoscere più da vicino, meglio!
E invece il cielo è stato clemente. Inizio a pensare che al cielo piaccia il Distinguished Gentleman's Ride. Posso iniziare a pensare che spiriti di Mike Hailwood e Steve McQueen si mettano d'accordo in questa giornata soffiando le nuvole altrove (per esempio a Treviso o Udine, ho sentito).
In gilet e camicia avevo caldo. Forse era l'agitazione malcelata per la giornata più che il sole che si faceva spazio tra le nuvole.
Metti i DGR di altre città limitrofe che, nonostante tutto tra numero di edizioni meteo varie ed eventuali una qualche decina di moto te le porta via, vuoi per amicizia o semplice curiosità o ovvia voglia di qualcosa di nuovo, io tutte quelle belle moto che sono venute a Vicenza non me le aspettavo!
E' stato bello. Ogni anno è bello e diverso. Tre anni fa per la sorpresa. Due anni fa per il coinvolgimento di mezza provincia. L'anno scorso perché avevamo (ci hanno messo) l'acqua alla gola. Quest'anno perché ci stavamo andando. E invece non sono serviti mute da sub e canotti.
Una sola parola: emozionante.
Ringrazio chi ogni anno ci da la fiducia ed è stato presente, con stile e gentilezza unici.
Ho notato che quest'anno le moto erano anche più rispettose dello stile richiesto: forse il cielo ha tenuto lontani quegli intrusi che nonostante la supersportiva o l'enduro turistica vogliono esserci lo stesso e quindi erano presenti solo i puri. O forse è stata una banalissima fatalità!
Sciorinando lungo la dorsale dei berici non ho potuto fare a meno di accorgermi di una cosa: la pioggia che ha esaltato i profumi dei colli che arrivavano dal bordo strada. La terra umida, le foglie ingiallite, l'erba bagnata. Quei profumi che solo le mezze stagioni come la primavera e l'autunno sanno darti e solo se ti ci trovi in mezzo puoi sentire. L'odore degli ottani si confondeva con quelli dell'autunno e mi è piaciuto moltissimo. Peccato non poterlo fotografare. Ma rimane una delle caratteristiche di questo DGR.
Il mio annuale rammarico è vedere l'importo delle donazioni pro rider e mi convinco sempre di più che in Italia non si voglia capire il senso di questa manifestazione. Ormai le discussioni sullo stile mi annoiano: chi non ci arriva non è obbligato a essere presente solo perchè ha una moto.
Facendo un confronto tra l'Italia e gli altri paesi il rapporto donazione/partecipante ci mette in imbarazzo. Non so se dipenda dalla lingua e il messaggio qui arriva distorto, un po' come il gioco del telefono senza fili. O forse è una questione di cultura: in Italia impera lo stile, ovunque e comunque e dovunque. Mi stanno bene i gruppi vestiti in modo eccentrico o in divisa elegante, apprezzo lo sforzo. Ma li apprezzerei di più se utilizzassero i numeri della propria carta di credito in beneficenza e non in abiti.
Chi prende il Distinguished Gentleman's Ride come una gara di stile è fuori strada. Semmai, è una gara a chi fa del bene e aiuta chi è più sfortunato.Non siamo più quegli adolescenti che devono dimostrare di essere il maschio alfa ma persone adulte di una certa età alle quali certi problemi possono interessare. Capisco la paura e la voglia di negare l'ineluttabile, ma la vita può andare anche così.
Quindi coraggio cari rider distinti e gentiluomini, avete dimostrato di essere indomiti. Siate anche generosi! Che cazzo (e mica potevo finire seriamente!).
* cit. risalente, almeno per quel che mi riguarda, all' A. D. 2004, grazie ad un accompagnatore di vacanza in bicicletta olandese (e da dove, altrimenti?)
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