Ciao Milan
Vi avevo già straziato l'anima con la storia delle tradizioni italiane, cancellate per fare posto a quelle straniere, vero!?
Dopo quelle, nemmeno il club italiano più titolato in Europa è più italiano: finalmente (?) dopo tante clausole oggi c'è stato il closing. Cioè il Milan è stato venduto da Berlusconi a un gruppo cinese.
Il freddo comunicato stampa è online nel sito del Milan.
Che mestizia.
La mia passione per il calcio è nata con altri colori ma con il Milan italiano di Silvio Berlusconi e con soli tre stranieri, e che giocatori!
Adesso la mia passione per il calcio si sta spegnendo travolta da troppi interessi che mettono a bordo campo il pallone che rotola.
Sono un palloso nostalgico, quello che c'è stato prima di solito è meglio di quello che abbiamo adesso. Sarà forse l'iniziale diffidenza e fatica ad abituarsi.
Ricordo i mercoledì sera di Coppa Campioni: erano speciali perché poteva stare sveglio per 90' in più.
In panchina c'era Arrigo Sacchi con i suoi occhiali alla Top Gun e di fianco l'onnipresente Ramaccioni con i suoi baffoni in abiti sempre eleganti.
In campo davanti a Giovanni Galli c'erano suo fratello Filippo con Tassotti Costacurta e Maldini diretti da Franco Baresi (tra poco piango, e pensare che sono gobbo...), a fare filtro e gioco davanti a loro Bubu Evani con Rijkaard Carletto Ancelotti Donadoni e Colombo e a far cagar sotto le difese avversarie Gullit e Van Basten.
In tribuna di fianco a quella di Berlusconi, la pelata di Adriano Galliani e la faccia di pietra di Ariedo Braida.
In quegli anni la Juve faceva schifo e io vedevo questa squadra sgretolare il Real Madrid di Sanchis, Michel, Martin Vazquez, Butragueno e Sanchez. Come non innamorarsene?
Ha vinto due Coppe dei Campioni grazie a uno scudetto.
Il Milan, quel Milan, sono le sere di fine estate passate a casa dei miei amichetti a mangiare pizza e bere the davanti la tv per vedere le finali di Super Coppa Italia, sempre col Milan.
Oppure le nostre sfide a calcio, in zona verde, simulando le sfide di Coppa Campioni.
Quel segno a V sulla rotula sinistra me lo sono fatto un tardo pomeriggio di un mercoledì di fine maggio.
Giocavo a calcio coi miei amichetti e stavo in porta. Dopo una parata mi sono alzato e Matte mi guarda bianco in faccia indicando il ginocchio e avendo la forza di dire solo: "Ale il ginocchio!". Abbassai lo sguardo e vidi la tibia ricoperta di sangue. Non sentii male, nemmeno mi ero accorto che il cinturino di metallo dell'orologio di era infilzato nella pelle del ginocchio.
Scoppiai a piangere per lo spavento e andai subito a casa. Dolore niente.
Come al solito mio papà mi seppe calmare e intanto io ero già preso da quel lembo di carne che si alzava. Un po' di disinfettante e poi mio papà che dice "Andiamo al pronto soccorso!".
A quel tempo avevo già avuto delle esperienze in ambito di PS. Non ne volli sapere: "Col cavolo! Stasera c'è la finale di Coppa Campioni, non me la voglio perdere!".
Quella sera, era il 24 maggio 1989, il Milan si portò a casa la sua terza Coppa dei Campioni dando quattro pere alla Steaua Bucarest, grazie alle doppiette di Gullit e Van Basten. Nella semifinale di ritorno aveva battuto il Real Madrid per 5-0.
Adesso non è gestita che da un gruppo cinese mal identificato.
Una volta (quello che era ieri oggi è già diventato "una volta"!) si sapeva chi era il presidente, il direttore generale, il direttore sportivo e il team manager del Milan. Una squadra fantastica che ne gestiva un'altra ancora più fantastica.
Ma quali anni d'oro del grande Real!
Quelli erano gli anni splendidi di un club fortissimo dentro e fuori gli stadi, che vinceva e giocava anche bene.
Purtroppo donne e politica hanno costretto SB a ridurre di molto il budget per il Milan e questa è stata l'inevitabile fine.
Che mestizia.
Non so se sono più triste perché svanisce un pezzo della mia gioventù e faccio fatica ad accettarlo o per il fatto che non c'era alcun (imprenditore) italiano capace di acquistare e gestire l'azienda sportiva Milan.
La squadra di Rivera, Nereo Rocco, Baresi e Maldini, di Farina e Berlusconi adesso è in mani cinesi (comunista, glielo hanno detto a SB?).
Sarà che le cose cambiano, non sempre in meglio e che non sempre ci si abitua facilmente.
Spero ritorni presto un altro Milan. Ma chissà se a me ne importerà ancora qualcosa.
Dopo quelle, nemmeno il club italiano più titolato in Europa è più italiano: finalmente (?) dopo tante clausole oggi c'è stato il closing. Cioè il Milan è stato venduto da Berlusconi a un gruppo cinese.
Il freddo comunicato stampa è online nel sito del Milan.
Che mestizia.
La mia passione per il calcio è nata con altri colori ma con il Milan italiano di Silvio Berlusconi e con soli tre stranieri, e che giocatori!
Adesso la mia passione per il calcio si sta spegnendo travolta da troppi interessi che mettono a bordo campo il pallone che rotola.
Sono un palloso nostalgico, quello che c'è stato prima di solito è meglio di quello che abbiamo adesso. Sarà forse l'iniziale diffidenza e fatica ad abituarsi.
Ricordo i mercoledì sera di Coppa Campioni: erano speciali perché poteva stare sveglio per 90' in più.
In panchina c'era Arrigo Sacchi con i suoi occhiali alla Top Gun e di fianco l'onnipresente Ramaccioni con i suoi baffoni in abiti sempre eleganti.
In campo davanti a Giovanni Galli c'erano suo fratello Filippo con Tassotti Costacurta e Maldini diretti da Franco Baresi (tra poco piango, e pensare che sono gobbo...), a fare filtro e gioco davanti a loro Bubu Evani con Rijkaard Carletto Ancelotti Donadoni e Colombo e a far cagar sotto le difese avversarie Gullit e Van Basten.
In tribuna di fianco a quella di Berlusconi, la pelata di Adriano Galliani e la faccia di pietra di Ariedo Braida.
In quegli anni la Juve faceva schifo e io vedevo questa squadra sgretolare il Real Madrid di Sanchis, Michel, Martin Vazquez, Butragueno e Sanchez. Come non innamorarsene?
Ha vinto due Coppe dei Campioni grazie a uno scudetto.
Il Milan, quel Milan, sono le sere di fine estate passate a casa dei miei amichetti a mangiare pizza e bere the davanti la tv per vedere le finali di Super Coppa Italia, sempre col Milan.
Oppure le nostre sfide a calcio, in zona verde, simulando le sfide di Coppa Campioni.
Quel segno a V sulla rotula sinistra me lo sono fatto un tardo pomeriggio di un mercoledì di fine maggio.
Giocavo a calcio coi miei amichetti e stavo in porta. Dopo una parata mi sono alzato e Matte mi guarda bianco in faccia indicando il ginocchio e avendo la forza di dire solo: "Ale il ginocchio!". Abbassai lo sguardo e vidi la tibia ricoperta di sangue. Non sentii male, nemmeno mi ero accorto che il cinturino di metallo dell'orologio di era infilzato nella pelle del ginocchio.
Scoppiai a piangere per lo spavento e andai subito a casa. Dolore niente.
Come al solito mio papà mi seppe calmare e intanto io ero già preso da quel lembo di carne che si alzava. Un po' di disinfettante e poi mio papà che dice "Andiamo al pronto soccorso!".
A quel tempo avevo già avuto delle esperienze in ambito di PS. Non ne volli sapere: "Col cavolo! Stasera c'è la finale di Coppa Campioni, non me la voglio perdere!".
Quella sera, era il 24 maggio 1989, il Milan si portò a casa la sua terza Coppa dei Campioni dando quattro pere alla Steaua Bucarest, grazie alle doppiette di Gullit e Van Basten. Nella semifinale di ritorno aveva battuto il Real Madrid per 5-0.
Adesso non è gestita che da un gruppo cinese mal identificato.
Una volta (quello che era ieri oggi è già diventato "una volta"!) si sapeva chi era il presidente, il direttore generale, il direttore sportivo e il team manager del Milan. Una squadra fantastica che ne gestiva un'altra ancora più fantastica.
Ma quali anni d'oro del grande Real!
Quelli erano gli anni splendidi di un club fortissimo dentro e fuori gli stadi, che vinceva e giocava anche bene.
Purtroppo donne e politica hanno costretto SB a ridurre di molto il budget per il Milan e questa è stata l'inevitabile fine.
Che mestizia.
Non so se sono più triste perché svanisce un pezzo della mia gioventù e faccio fatica ad accettarlo o per il fatto che non c'era alcun (imprenditore) italiano capace di acquistare e gestire l'azienda sportiva Milan.
La squadra di Rivera, Nereo Rocco, Baresi e Maldini, di Farina e Berlusconi adesso è in mani cinesi (comunista, glielo hanno detto a SB?).
Sarà che le cose cambiano, non sempre in meglio e che non sempre ci si abitua facilmente.
Spero ritorni presto un altro Milan. Ma chissà se a me ne importerà ancora qualcosa.
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