Com'era e com'è

Un restauro conservativo (della struttura ma soprattutto della memoria della città di Vicenza che fu) per realizzare loft, negozi e uffici.
Ma anche - e soprattutto - un sito di archeologia industriale (mai sentito parlare di turismo industriale*?), con percorsi didattici e targhe descrittive.
Dove una volta sorgeva l'ex Cotorossi a Borgo Berga a Vicenza ci poteva (doveva) stare benissimo un museo dell'industria tessile e della storia industriale della provincia di Vicenza.
A quei tempi era il simbolo della locomotiva nord-est che ha trainato questo Paese per tanti anni e che ora invece è ferma e arrugginita, non solo per colpe e demeriti altrui.
La provincia di Vicenza deve gran parte della sua prosperità all'industria tessile, che ha dato da vivere a tante famiglie (compresa la mia) fino a diventare una delle città più importanti al mondo del settore tessile. 
 
Mantenere quel sito industriale doveva essere un obbligo prioritario (se si può dire, sennò mi arrogo questa licenza poetica) con un doppio scopo: ricordare da dove viene parte del benessere di Vicenza (o almeno di alcune famiglie) e ringraziare quegli imprenditori che un tempo hanno iniziato un processo importantissimo non solo industriale ma anche sociale, visto che li vicino erano state costruite le abitazioni dei lavoratori del Cotorossi.
E invece no. Invece di mantenere vivo il passato industriale e civile della sua città, di realizzare tante cose belle, interessanti e utili per la collettività, un sindaco la sua giunta e tutti gli accoliti hanno preferito gli interessi propri e di qualcun altro, cancellando la storia e deturpare un pezzo, bellissimo, della città.
 
Quando quel brontolone di Renato Cevese era ancora vivo, certe cose nemmeno si pensavano. Ricordo le sue lettere al direttore del Giornale di Vicenza: non avevo ancora uno spirito critico al tempo ma a poco a poco iniziavo a capirlo ed a condividere le sue opinioni.
E pensare che Vicenza è la città del Palladio, dell'architettura, del bello (una parola molto cara a un rampollo proveniente dalla vallata, che però non sa che è uno dei termini più soggettivi e che la sua opinione non è quella di tutti). Palladio sta impazzendo dentro la bara adesso, vedendo quell'ammasso di metri cubi di schifo a due passi dalla sua Rotonda.
In pochi anni invece amministratori poco lungimiranti con la complicità di imprenditori altrettanto miopi (evidentemente il loro conto in banca lo tengono ben vicino, per poterlo vedere bene) hanno calpestato una eredità splendida quanto pesante, fregandosene del patrimonio artistico, architettonico e storico. 
Dove si baciano i due fiumi che attraversano la città (quale altra può avere la bellezza di due fiumi?) si poteva cogliere una grande opportunità per la collettività. Peccato non sia stata colta.
Quando passo per Borgo Berga penso ai tempi dei miei nonni, a quanto doveva essere bella Vicenza e soprattutto viverla. Fossi un amministratore della mia città, prima di intraprendere certi lavori penserei anche a questo. E mi chiedo due cose.
 
La prima è da dove vengono le persone che hanno permesso tutto questo, possibile che le loro famiglie non abbiano legami con quei posti che sono stati cancellati?
E visto che la giustizia non fa (quasi) mai il suo corso, non c'è che sperare che quando sarà la loro ora ci saranno i loro parenti ad aspettarli, a braccia aperte pronte a chiudersi in uno degli schiaffi più potenti che siano mai esistiti. Tipo uno di quelli alla Bud Spencer a mano spalancata che tanto facevano ridere noi da bambini.
 
La seconda cosa che mi chiedo è dove eravamo noi cittadini? Forse presi con altri massacranti regali del nostro territorio, più importanti per qualcuno dal punto di vista ideologico. Che senso ha protestare ora che la maggior parte dei lavori sono conclusi?
 
E pensare che poco tempo prima che i lavori di stupro di Borgo Berga iniziassero, ero andato ad ascoltare a  un convegno organizzato da una azienda li vicino uno dei due architetti che ci ha contribuito: Gonçalo Byrne, pluripremiato di fama internazionale. Tema dell'incontro: armonia tra architettura e territorio. Ricordo molto bene che quel pomeriggio disse che quando pensa i suoi progetti non intende mettere in risalto la sua opera anzi, è questa che deve valorizzare il territorio circostante e che a volte deve pure mimetizzarsi per non stravolgerlo e rispettarlo.
Farsi qualche domanda riguardo il suo benessere psico-fisico al momento della progettazione dell'area di Borgo Berga mi viene spontaneo! Oppure il progetto era di qualcun altro ed evidentemente nemmeno lui disdegna qualche palanca facile.

La tua città non la conosci mai fino in fondo - canta un noto filosofo bolognese - conoscerla bene non è così banale. Non so quanti cittadini o abitanti di Vicenza sanno che Borgo Berga era uno dei primi accessi alla città, sia su strada sia su barca: una volta le merci viaggiavano via fiume ed il Bacchiglione collegava la pianura con Venezia. Borgo Berga era la sede di un porto fluviale e, se non ci avete fatto caso, incastonata tra quelle case in linea colorate, c'è(ra) una piccola chiesa intitolata a Santa Caterina in Porto dove venivano benedette le imbarcazioni mentre poco più avanti c'era la Dogana del Sale (sapete tutti com'è stata valorizzata la Punta della Dogana a Venezia, vero?).
Ah, nota storica per i basabancanchi: Vincenza Pasini, la donna alla quale si deve la costruzione del Santuario della Madonna di Monte Berico e la conseguente fine della peste, dopo due apparizioni della Madonna, viveva proprio a Borgo Berga. 
Niente, nella mariana Vicenza nemmeno questo dettaglio ha fermato l'ambizioso progetto urbanistico.

Ma Vicenza non è una città ambiziosa. Ne avrebbe tutte le potenzialità ma il suo sviluppo è bloccato. Le persone che la governano e ci abitano sono ambiziose ma egoiste: quello che fanno non lo fanno per una utilità pubblica ma per soddisfare le richieste di amici ed il proprio ego nei salotti e negli uffici che contano e magari forse anche il proprio portafoglio. Perché di solo ego mica si riesce a vivere.
Volete un esempio? Prendete l'area ex centrale del latte. Sono andati a vuoto diversi bandi per la sua ristrutturazione e valorizzazione. Oppure quella dell'ex macello alle porte del centro storico. Cade a pezzi. Un bell'inizio di gita per i turisti che arrivano in città!
Invece i forestieri in quattro e quattr'otto riescono a ottenere e costruirsi quello che vogliono, mentre noi indigeni ci mettiamo decenni (vedi p.e. il teatro civico) e non ci vergogniamo nemmeno di brindare.
Mi viene male passare per Borgo Berga, adesso. Sto male per le persone che abitano li e una volta, quando esisteva il Cotorossi, aprendo le finestre il loro sguardo si  poteva poggiare su un pezzo di storia della loro città per poi perdersi verso la pianura fino a salire sulle Prealpi, magari quando sono appena illuminate dall'alba o dopo una recente pioggia che ha pulito l'aria tanto da renderle più vicine. Ma anche questi scorci per loro saranno un ricordo, schiantato sul muro a pochi metri da casa.

Vicenza dimostra come la democrazia sia un concetto dato in pasto alle persone e tale rimane: la progettazione della nuova base militare del governo americano è stata imposta all'Italia ed alla città in conseguenza di accordi (troppo) passati. 
L'area di Borgo Berga è un accordo tra privati amici. 
La Valdastico Sud, che pur rimane una infrastruttura utilissima per il trasporto di cose e persone, sembra sia stata resa possibile grazie ai rifiuti di qualche azienda, ma posso anche sbagliarmi.
Ora è il turno della TAV, una devastazione territoriale che potrebbe attraversare il salotto di un amico, utile solo ad arrivare a Milano risparmiando 10' della nostra vita. 20' se vai e torni in giornata. La modernizzazione fa risparmiare 20', alla collettività. Per altri non credo che il guadagno sia misurabile con le lancette dell'orologio.
Nel frattempo penso ancora al trasporto fluviale. Non sono contro la TAV, ma se proprio si doveva farla, sarebbe stato meglio utilizzarla per trasferire il trasporto (scusate la cacofonia) delle merci dalla gomma alla rotaia, per il benessere e la sicurezza degli automobilisti (un po' meno per le tasche delle aziende di trasporti e le casse pubbliche e private che gestiscono le reti autostradali). Ma dimentico sempre che certe cose non hanno una utilità pubblica.
 
Intanto c'è la Pedemontana che sta incontrando diversi problemi che non so se siano più politici o economici. Sarebbe un'altra infrastruttura necessaria non solo per la Regione ma per chiunque la attraversi, solo non capisco perché guardando bene il progetto in alcuni tratti (tipo Schio - Bassano del Grappa) no ci veda altro che un ampliamento di arterie già esistenti. Ma se mi sbaglio, ben vengano le giuste osservazioni e correzioni.
 
Un precedente assessore al turismo della città di Vicenza, come il suo collega della ex (?) provincia, fingeva di impegnarsi per il bene della città giustificando un turismo basato sul Palladio e sulla cucina berica. A misurare il suo impegno c'erano i risultati del turismo locale, davvero scarsi. Mi chiedo se e quali competenze doveva avere questa persona per occuparsi di turismo. O se la tessera di partito gliele avesse conferite di diritto.
 
Intanto le altre città vicine, come Verona Padova e Treviso che non hanno la capacità di auto promozione di Venezia, lavoravano molto bene con altri tipi di turismo come per esempio quello culturale ad ampio raggio, grazie a mostre, concerti, spettacoli teatrali popolari (nel senso di pop e non del genere o rivolti solo a una ristretta cerchi di persone interessate) e alla presenza di diversi club sportivi.
 

*Esisterebbe anche un sito dedicato (aggiornamento del 3/11/2022: il sito è offline) al turismo industriale. In fondo alla pagina si può vedere il proprietario. Non dico niente altrimenti mi arriva una querela e non avrei né tempo né voglia e tantissimo meno soldi da dedicarci, ma a me sembra una presa in giro inutile.
Chi lo ha voluto realizzare crede così tanto nel turismo industriale che l'ultimo aggiornamento è del 2014. Una dimostrazione utile a far vedere che le cose si fanno ma che alla fine ci si dimentica presto.
Come della nostra storia..
 
PS: viste le recenti gaffe in fatto di guide turistiche, presto mi aspetto di leggere una descrizione della Rotonda che fa più o meno così: "All'ombra dell'area urbana ex Cotorossi e del tribunale, sorge Villa Almerico Capra detta La Rotonda".
Com'era una volta l'area ex Cotorossi a Borgo Berga
Fonte: Comune di Vicenza, Forum Center

 Com'era una volta l'area ex Cotorossi a Borgo Berga
Fonte:Comitato Borgo Berga

 L'area ex Cotorossi demolita
Fonte:Il Giornale di Vicenza

 Rendering dell'area ex Cotorossi a Borgo Berga
Fonte: Sito ufficiale Borgo Berga

Rendering dell'area ex Cotorossi a Borgo Berga
Fonte: Gruppo ICM
 
Area ex Cotorossi, com'è ora
Fonte: VVox 


 Area ex Cotorossi, com'è ora
Fonte: Comitato Borgo Berga

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