Città di ex

La particolarità di scrivere non è tanto quella di mettere giù dei pensieri sensati, a parta la grammatica e l'ortografia, semmai quello che mi incasina è di sistemarli con ordine.
Finché scrivevo il post precedente infatti mi sono accorto di una caratteristica della mia città e l'ho inserita in un contesto del post. 
Rileggendo però mi sono reso conto che andava ad allungare uno dei miei soliti pipponi e l'ho tolto
Perché l'argomento credo meriti di essere discusso a parte e cioè qui (sperando di non perderne il trasporto originale che, cazzo, quando scrivi è più che fondamentale se vuoi comunicare qualcosa con le tue parole e non vuoi scadere in ovvietà).

Comunque, mentre scrivevo mi sono reso conto che Vicenza è una città di ex.
Mie no di sicuro ma non sono quei/lle tipi/e di ex. Vi siete accorti di quello che ho scritto? Copio e incollo di seguito:

"Prendete l'area ex centrale del latte. Sono andati a vuoto diversi bandi per la sua ristrutturazione e valorizzazione. Oppure quella dell'ex macello alle porte del centro storico. Cade a pezzi.".

Non è lo stato delle cose che mi interessa, quanto piuttosto che esistano quelle situazioni. Ex centrale del latte, ex macello... Ovvero luoghi che una volta avevano uno scopo, ospitavano persone operazioni ed avevano una storia nemmeno marginale e che ora sono abbandonati dimenticati.

E quanti ce ne sono sparsi per Vicenza e provincia? Non ne ho idea ma ho fatto un elenco di tutte quelle che mi sono venute in mente:
- ex centrale del latte,
- ex Valbruna, 
- ex Sivi, 
- ex Zambon, 
- ex Lanerossi
- ex Enel, 
- ex Fornaci, 
- ex Dal Molin,
- ex Ceccato, 
- ex Fergia, 
- ex foro boario
- ex Barcaro (queste ultime tre in un raggio di 300 metri alle porte di Vicenza Est, benvenuti a Vicenza!),
- ex Fiera, 
- ex cinema Arlecchino (queste ultime due sono attigue),
- ex carceri, 
- ex archivio, 
- ex Siamic,
- ex cinema Palladio (queste ultime due lungo il breve viale Verdi)
- ex cinema Corso,
- ex Camera di Commercio,
- ex Banca d'Italia (queste ultime tre quasi in fila in zona c.so Fogazzaro/S. Lorenzo),
- ex macello (queste ultime dieci in pieno centro storico),
- ex Dalli Cani
- ex Folco, 
- ex Domenichelli, 
- ex Sacma,
- ex caserma Borghesi,
- ex caserma GdF,
- ex Boom,
- ex Expo (volevo scrivere ex-po...),
- ex Q8 via Ceccarini,
- ex motorizzazione,
- ex Cantinota,
- ex bowling,
- ex Sartori Motors,
- ex Nogara,
- ex distributore Esso viale Margherita,
- ex Pantano.
E chissà quante ce ne sono e che non conosco sparse per il territorio.  
Queste sono tante, 38 per la precisione. Tutte aree dismesse ed abbandonate al consumo del tempo, metereologico e periodico, alcune rifugio per disperati.
Se ci fate caso, tra i tanti ex luoghi, molti hanno i cognomi di famiglie vicentine altolocate di un'era (non solo) industriale florida ma passata e chissà se mai riuscirà a ritornare.

Aree lasciate all'incuria  ed a se stesse da decenni. L'area ex Barcaro l'ho sempre vista così, lo stesso vale per la ex Zambon e macello. 
Ogni amministrazione non è stata in grado di decidere cosa fare di questi luoghi. Tutto fermo nell'indecisionismo totale. Ogni tanto spunta un progetto fine a se stesso.
A me sembra che se non si trovi una convenienza per i soliti protagonisti della scena Berica tutto rimane fermo. Posso sbagliarmi ovviamente ma vedere quasi quaranta zone abbandonate un sospetto me lo da.
Mentre un governo straniero in pochi anni ha realizzato un quartiere intero, la cosa ridicola è che il Comune di Vicenza è stato solerte nello sbrigare certe incombenze burocratiche. 
Arriva qualcuno da fuori coi suoi interessi di vario genere e fa uno scambio con il comune che altrimenti non si muove e tira su quello che vuole. 
Vicenza terra di conquista.

Non è un caso se in città ci sono tante aree col suffisso "ex", perché
Vicenza ce l'ha nel DNA, si vende sempre a chi offre di più. 
Per di qua sono passati tutti facendo i propri porci comodi: romani, longobardi, veronesi, padovani, francesi, veneziani, austro-ungarici fino ai più recenti americani (che, a fare il precisino, sono extracomunitari come lo sono gli altri che chiamiamo extracomunitari e cioè rumeni, africani, arabi, afgani, filippini, cinesi solo che loro non cucinano usando tonnellate di spezie).
L'unico che ha difeso il suo territorio è stato quel bell'imbusto di Ezzelino da Romano, uno che non era tanto il caso fare incazzare perché se gli pigliavano i cinque minuti diventavano i peggiori di chi se lo trovava di fronte.
Porte aperte per tutti mentre le famiglie aristocratiche locali si preoccupavano di avere belle ville e palazzi ("Palladio! Palladio!" - cit.), difendere i propri agi e non avere rotture di cazzi.

Risorgimento e Prima Guerra Mondiale sono stati periodi differenti ma non c'erano solo i vicentini a lottare e non si lottava solo per la città ma per un intero Paese. 
E la storia nei secoli non è cambiata. Finché va avanti così, Vicenza non crescerà mai.
Volete sapere una cosa? Non so se mai succederà, se continuiamo a esserne i sudditi, ma le prossime potrebbero essere ex Ederle, ex Del Din ed ex BpVi.
Una curiosità: Vicenza è nota al mondo per un architetto padovano e un pesce norvegese.

Area ex Barcaro
Fonte: Il Giornale di Vicenz
a
Area ex Lanerossi
Fonte: Il Giornale di Vicenza

Area ex macello
Fonte: VVox



***AGGIORNAMENTO DEL 22/12/2016***
Foto presa da Il Giornale di Vicenza.
Idea Vicenza, partito di opposizione di Vicenza, ha fatto un elenco di 18 aree degradate. 
Curioso esca oltre 1 mese dopo questo post... Mah, loro avranno iniziato qualche mese fa a catalogare tutti i siti mentre io scrivevo comodamente da casa e raccoglievo immagini online.
Molto curioso il fatto che anche loro hanno amministrato questa città per 10 anni. E un contributo lo hanno dato anche loro. Si saranno dimenticati! Non so se di aver amministrato la città o di aver contribuito. Però il primo include il secondo.

Read Users' Comments (0)

0 Response to "Città di ex"