Menisco
I primi due anni delle superiori ovvero a metà anni '90 Il Guerin Sportivo era ancora una rivista di calcio interessante e ben fatta sotto la direzione di Marino Bartoletti. Lo compravo quasi ogni settimana e i miei compagni di classe lo avevano ribattezzato Il da Rin Sportivo.
Ricordo che c'era una divertente rubrica di satira sportiva che si chiamava Menisco (una volta scrissero che un tal Francesco Guidolin sarebbe diventato allenatore della Juventus... A distanza di anni, mi sarebbe molto piaciuto!).
Nonostante abbia smesso con lo sport semi serio, menisco è un sostantivo tornato in auge dalle mie parti sottoforma di ultimo (in senso cronologico) dei miei problemi: da tre settimane infatti sentivo male al ginocchio destro e dopo una decina di giorni passati a ricoprirmelo con argilla, ho deciso di fare una risonanza magnetica.
Oggi pomeriggio ho letto l'esito della risonanza magnetica, andando in cerca di quello che avevo già capito cosa poteva essere (ormai le articolazioni non hanno più segreti, soprattutto le mie!) e trovandola alla quarta riga:
"Rottura pluriraggiata radiale di grado 3del corpo e del corno posteriore del menisco mediale".
Il menisco è quello mediale cioè quello interno (il laterlae è andato il 14 dicembre 1997).
La parte interessata è quella più tradizionale, la parte posteriore (corno) e poi quella centrale (corpo).
Rotto è rotto.
E mi pare anche per bene anche, quel "pluriraggiata radiale" mi ispira solo delle complicazioni.
Di "grado 3" in gergo medico significa che in una scala da 1 a 3 con 1 il grado inferiore la lesione è cazzuta.
Naturalmente ho già letto diverse cose su internet.
Ci sono diverse filosofie: intervenire o no.
Ci sono diversi tipi di intervento: togliere tutto, togliere solo la parte rotta, cucire la parte rotta o trapiantare un menisco rotto.
Oppure si può optare per una terapia conservativa con delle infiltrazioni di acido jaluronico, che è un elemento del tutto naturale prodotto dalle nostre articolazioni (ho avuto numerose esperienze lavorative e da ognuna ho imparato qualcosa. Questa in una azienda farmaceutica).
Ognuna di queste strade ha delle conseguenze diverse da valutare.
Il momento non è dei migliori, con i prossimi impegni famigliari che ci aspettano e con le vacanze per gli ortopedici ed i centri di riabilitazione ormai prossime.
Che fare? Poteva essere peggio ma tre madonne le ho dette lo stesso.
La seconda cosa che ho fatto è stata chiamare un fisioterapista ed inviargli l'esito. Domani lo risentirò.
Posso camminare, mi fa male ma è sopportabile. Correre e giocare a calcio è da escludere, ma penso di potermi permettere la bicicletta. Posso piegarmi e giocare con Tommaso che è la cosa più importante. Insomma, si vive anche con un menisco seriamente in pezzi.
Però adesso ho una malcelata impazienza di sapere quali sviluppi ci potranno essere.
Vorrei anche sapere come mi sono rotto. Perché com'è molto in voga dire in un certo ambiente: "Non sapevo di essermi rotto il menisco!". Nel senso che appena ti succedono cose del genere te ne rendi conto. Ed invece io no, mi sono rotto il menisco a mia insaputa! Ma guarda te!
E' successo tutto tre domeniche fa (*): la mattina sono andato a giocare a calcetto. Faceva un caldo bestia com'è normale che sia alle 11 di mattina del 26 giugno ma il ginocchio aveva retto alla gradissima (un po' meno il fiato).
Il pomeriggio è stato apocalittico: alle 14 il gran premio di Olanda di MotoGP da Assen (no comment!) per la prima volta di domenica, poi a seguire due partite dei Campionati Europei di Calcio. Alle 15 Francia-Irlanda e alle 18 Germania-Slovacchia.
All'inizio del secondo tempo di Francia-Irlanda sono andato in giardino per sfoltire due cespugli (ho portato fuori il pc al massimo volume per non perdere un attimo dei miei amici leprecauni). Il primo dolore l'ho sentito appena sono partito con la carriola per gettare le ramaglie. Ma il giardino è in pendenza moderata e la carriola pesava. Inoltre per tagliere i rami mi sono spesso inchinato rimanendo per diverso tempo in quella posizione e da mancino facevo perno sulla gamba destra. In più il ginocchio destro ha già un crociato anteriore rifatto. Pensavo dipendesse da queste cose.
Non ho mai avvertito il momento nel quale mi sono rotto. E' stata una fatica cane. Per due cespugli enormi. Ma ho lavorato fino alla fine.
I problemi sono arrivati a fine giornata. Quando sono andato a letto e la mattina dopo sentivo un male cane. Speravo fosse un sovraccarico, uno sforzo eccessivo.
Anche lo stesso fisioterapista qualche giorno dopo mi ha detto la stessa cosa. Non sono mai stato gonfio e grazie agli impacchi di argilla mi sembrava di stare meglio.
Ma quel dolore, anche solo toccando la parte interna del ginocchio, mi diceva che il menisco non stava poi così tanto bene.
Mi spiace averlo rotto. Come tutte le cose fragili e trattate con una certa indelicatezza alla fine si rompono.
Mi hanno già detto che sono vecchio e di smettere di giocare a calcio.
A parte il fatto che i miei capelli sono ancora tutti belli pel di carota, queste cose servono a rialzarsi e tornare come prima. Ci vorra pazienza, certo.
Si dice anche più forte di prima ma non ne sono sicuro, lo prendo come un incoraggiamento. A calcio e calcetto rimarrò sempre quello che sono sempre stato credo. Anche lo stesso pedalatore e corridore.
L'unica differenza è che ci troverò ancora più gusto.
NEVER GIVE UP!
(*) Che poi, alla fine, è stata una domenica sportiva drammatica: Dovizioso si è ritirato, Rossi è caduto. L'Irlanda ha perso contro la Francia (più fresca avendo avuto 3 giorni di riposo in più) e la Germania ha demolito la Slovacchia. Il mio menisco è stato la ciliegina sulla torta!
Ricordo che c'era una divertente rubrica di satira sportiva che si chiamava Menisco (una volta scrissero che un tal Francesco Guidolin sarebbe diventato allenatore della Juventus... A distanza di anni, mi sarebbe molto piaciuto!).
Nonostante abbia smesso con lo sport semi serio, menisco è un sostantivo tornato in auge dalle mie parti sottoforma di ultimo (in senso cronologico) dei miei problemi: da tre settimane infatti sentivo male al ginocchio destro e dopo una decina di giorni passati a ricoprirmelo con argilla, ho deciso di fare una risonanza magnetica.
Oggi pomeriggio ho letto l'esito della risonanza magnetica, andando in cerca di quello che avevo già capito cosa poteva essere (ormai le articolazioni non hanno più segreti, soprattutto le mie!) e trovandola alla quarta riga:
"Rottura pluriraggiata radiale di grado 3del corpo e del corno posteriore del menisco mediale".
Il menisco è quello mediale cioè quello interno (il laterlae è andato il 14 dicembre 1997).
La parte interessata è quella più tradizionale, la parte posteriore (corno) e poi quella centrale (corpo).
Rotto è rotto.
E mi pare anche per bene anche, quel "pluriraggiata radiale" mi ispira solo delle complicazioni.
Di "grado 3" in gergo medico significa che in una scala da 1 a 3 con 1 il grado inferiore la lesione è cazzuta.
Naturalmente ho già letto diverse cose su internet.
Ci sono diverse filosofie: intervenire o no.
Ci sono diversi tipi di intervento: togliere tutto, togliere solo la parte rotta, cucire la parte rotta o trapiantare un menisco rotto.
Oppure si può optare per una terapia conservativa con delle infiltrazioni di acido jaluronico, che è un elemento del tutto naturale prodotto dalle nostre articolazioni (ho avuto numerose esperienze lavorative e da ognuna ho imparato qualcosa. Questa in una azienda farmaceutica).
Ognuna di queste strade ha delle conseguenze diverse da valutare.
Il momento non è dei migliori, con i prossimi impegni famigliari che ci aspettano e con le vacanze per gli ortopedici ed i centri di riabilitazione ormai prossime.
Che fare? Poteva essere peggio ma tre madonne le ho dette lo stesso.
La seconda cosa che ho fatto è stata chiamare un fisioterapista ed inviargli l'esito. Domani lo risentirò.
Posso camminare, mi fa male ma è sopportabile. Correre e giocare a calcio è da escludere, ma penso di potermi permettere la bicicletta. Posso piegarmi e giocare con Tommaso che è la cosa più importante. Insomma, si vive anche con un menisco seriamente in pezzi.
Però adesso ho una malcelata impazienza di sapere quali sviluppi ci potranno essere.
Vorrei anche sapere come mi sono rotto. Perché com'è molto in voga dire in un certo ambiente: "Non sapevo di essermi rotto il menisco!". Nel senso che appena ti succedono cose del genere te ne rendi conto. Ed invece io no, mi sono rotto il menisco a mia insaputa! Ma guarda te!
E' successo tutto tre domeniche fa (*): la mattina sono andato a giocare a calcetto. Faceva un caldo bestia com'è normale che sia alle 11 di mattina del 26 giugno ma il ginocchio aveva retto alla gradissima (un po' meno il fiato).
Il pomeriggio è stato apocalittico: alle 14 il gran premio di Olanda di MotoGP da Assen (no comment!) per la prima volta di domenica, poi a seguire due partite dei Campionati Europei di Calcio. Alle 15 Francia-Irlanda e alle 18 Germania-Slovacchia.
All'inizio del secondo tempo di Francia-Irlanda sono andato in giardino per sfoltire due cespugli (ho portato fuori il pc al massimo volume per non perdere un attimo dei miei amici leprecauni). Il primo dolore l'ho sentito appena sono partito con la carriola per gettare le ramaglie. Ma il giardino è in pendenza moderata e la carriola pesava. Inoltre per tagliere i rami mi sono spesso inchinato rimanendo per diverso tempo in quella posizione e da mancino facevo perno sulla gamba destra. In più il ginocchio destro ha già un crociato anteriore rifatto. Pensavo dipendesse da queste cose.
Non ho mai avvertito il momento nel quale mi sono rotto. E' stata una fatica cane. Per due cespugli enormi. Ma ho lavorato fino alla fine.
I problemi sono arrivati a fine giornata. Quando sono andato a letto e la mattina dopo sentivo un male cane. Speravo fosse un sovraccarico, uno sforzo eccessivo.
Anche lo stesso fisioterapista qualche giorno dopo mi ha detto la stessa cosa. Non sono mai stato gonfio e grazie agli impacchi di argilla mi sembrava di stare meglio.
Ma quel dolore, anche solo toccando la parte interna del ginocchio, mi diceva che il menisco non stava poi così tanto bene.
Mi spiace averlo rotto. Come tutte le cose fragili e trattate con una certa indelicatezza alla fine si rompono.
Mi hanno già detto che sono vecchio e di smettere di giocare a calcio.
A parte il fatto che i miei capelli sono ancora tutti belli pel di carota, queste cose servono a rialzarsi e tornare come prima. Ci vorra pazienza, certo.
Si dice anche più forte di prima ma non ne sono sicuro, lo prendo come un incoraggiamento. A calcio e calcetto rimarrò sempre quello che sono sempre stato credo. Anche lo stesso pedalatore e corridore.
L'unica differenza è che ci troverò ancora più gusto.
NEVER GIVE UP!
(*) Che poi, alla fine, è stata una domenica sportiva drammatica: Dovizioso si è ritirato, Rossi è caduto. L'Irlanda ha perso contro la Francia (più fresca avendo avuto 3 giorni di riposo in più) e la Germania ha demolito la Slovacchia. Il mio menisco è stato la ciliegina sulla torta!
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