I rompi pallone

Sarà che siamo nel pieno della stagione agonistica del calcio vero e cioè quello della provincia quello che non viene interrotto da teppisti cerebrolesi o da pubblicità invadenti ma dagli obblighi della quotidianità tra gli affetti il lavoro e lo studio.
Sarà che piove da mesi e ci manca davvero molto poco per diventare tutti palmipedi e il calcio vero non può far altro che bloccarsi di fronte cause naturali di forza maggiore alla propria volontà!
Sarà che sono ipercritico, ma anche gli anni scorsi quando si rinviava qualche partita iniziava a montarmi una certa irritazione per sapere la data del recupero, sperando che qualche genio delle federazione provinciale/regionale non la fissasse proprio in prossimità delle feste! Ricordo qualche sfigatissimo amico che ha avuto la malasorte di essere costretto a giocare di venerdì Santo e a Pasquetta... e nemmeno in Serie B, ma in 1a categoria, che rispetto alla B, è distante anni luce.
Forse non per i geni del male della FIGC, ma tanto finché loro se ne stanno a casa in pace possono mandare ragazzi e padri di famiglia in giro per i campi a divertirsi.
Con la pioggia che non vuole saperne di darsi una calmata e con la neve che ha messo radici nei paesi vicino le montagne (e in montagna) sono diverse le partite che sono state rinviate.
E che poi bisognerà recuperare.
Certo c'è chi è più fortunato e può giocare tranquillamente perché ha un campo ottimo o sintetico.
Però così va a puttane la regolarità di un'intera stagione! 
Dall'Eccellenza alla terza categoria si sarebbe dovuto giocare anche domani, l'Immacolata, giorno festivo, nemmeno per recuperare una giornata rinviata ma perché così a settembre ha deciso il Comitato che redige i calendari. Ma il perdurare delle pessime condizioni meteo ha costretto il Comitato Regionale Veneto a sospendere tutti i campionati dilettanti. A dimostrazione che un minimo di sale in zucca c'è. Però che senso aveva fissare una giornata di campionato infrasettimanale, l'8 dicembre? Caso mai, sarebbe stato perfetta per qualche recupero... ma si sparla sempre di calcio dilettante, che non è condizionato da diritti tv e sponsorizzazioni internazionali e si tratta di coinvolgere famiglie che non vivono (la maggior parte, quelli che non prendono uno stipendio da €800/1000 e passa al mese in nero dal presidente spendaccione) di solo calcio. Sono calciatori dilettanti che quella volta che hanno una giornata di festa vorrebbero passarla senza pallone e che nemmeno hanno la preparazione fisica e mentale per giocare 3 partite in 8 giorni.
Meno male che Giove pluvio gli ha dato una mano salvando molti matrimoni e relazioni...
Però ora cosa succederà? Qualche squadra deve recuperare anche 3 partite (esatto, è da un mese che non gioca... e poi non è un campionato falsato?). I campionati si fermano per la sosta natalizia dal 19 dicembre e riprendono il 9 gennaio (troppa grazia, perché non il 16?). Spero non venga la brillante idea di mettere un recupero una sera di questo periodo, forse il campo non sarà allagato ma ci sono ottime probabilità di trovarlo gelato. Cosa che non è per niente più sicura del fango e tanto meno non si avvantaggia lo spettacolo.
Se poi consideriamo che molte società contano molto sugli incassi delle partite, chi ci sarà a vedere la partita la sera del 23 dicembre o 5 gennaio con -10°?
Una soluzione? Visto il diffondersi di fusioni tra società e sparizioni, non sarebbe male fare più gironi con meno squadre, in modo da finire prima il campionato o in casi estremi come questa stagione posticiparlo per dare spazio ai recuperi, oppure avere una sosta più lunga in inverno se tutto va bene.

L'altra cosa del calcio dilettantistico che mi fa sorridere amaramente è l'entrata in campo di imprenditori, ora anche ex imprenditori, che si presentano come filantropi.
Il calcio a livello dilettantistico è un gioco, fatto per educare i ragazzi nei settori giovanili ed esprime qualche talento nella prima squadra.
Poi ognuno si impegna, chi in campo e chi fuori, secondo le proprie ambizioni. Ma la vita vera, quella che ci prende in un vero lavoro stipendiato legalmente cinque giorni (almeno) a settimana, è tutt'altra.
Certo i benefattori e i filantropi sono sempre ben accetti, eccome, se possono alleggerire i costi di gestione magari diminuendo le spese di iscrizione alle famiglie che mandano i propri figli a giocare a pallone (ma anche altri sport, dal basket al volley alla pallanuoto e hockey a rotelle etc...). Cominciano a rompere le palle, mi sia permesso di usare il francesismo per indicarne il senso figurato del termine in riferimento a quelle usate per giocare, quando vogliono diventare protagonisti, senza riuscirci, e vogliono snaturare la realtà nella quale si sono introdotti, purtroppo riuscendoci benissimo.
Questa estate sono stati uccisi diversi settori giovanili con la creazione di una sola società.
Spero che qualche altro sport ne abbia guadagnato.
Mica esiste solo il calcio!

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