Prima neve!
Scrivo per la prima volta dal pc dell'ufficio. Spero che qualcuno non se la prendo se consumo qualche pagatissimo minuto del mio tempo lavorativo scrivendo amenità che esulano dall'argomento sul quale scrivo da 5 mesi a questa parte.
Però oggi è un giorno speciale: infatti nevica!
Stamattina quando sono uscito per andare a prendere l'autobus pioveva forte. Dopo circa una ventina di minuti attraverso il finestrino appannato ho intravisto una macchina rossa... col cofano e il tetto ricoperti da una buona quantità di neve. Allora ho dato uno sguardo fuori tra le fessure di vetro bagnato dove era passata la mano guantata della ragazza islamica seduta di fianco a me: i marciapiedi si stavano imbiancando mentre l'acqua si era addensata, trasformandosi da goccia e fiocco.
Quando l'autobus è arrivato a Ponte degli Angeli, cioè dall'altra parte del centro di Vicenza e dall'ufficio (che parola orrenda, stantia, vecchia, sa di muffa), sono sceso perché non potevo non godermi di questo spettacolo. Mi piace la neve mi mette allegria e sapere che me ne sarei dovuto stare in quella stanza limitandomi a veder fioccare mi sentivo condannato, così sono sceso. Tanto niente è lontano da un punto all'altro a Vicenza, è tutto vicino.
In più non avevo le Clarks perché pur essendo perfette al loro sesto inverno non tengono una goccia così ho messo un paio di scarpe da montagna (mica le pedule, la suola è simile in più queste sono basse) e potevo andare sul sicuro.
Appena pochi passi dopo l'ombrello era carico di neve, il corso era bagnato e non si imbiancava ancora ma è bastato aspettare un po' per vedere i sampietrini coprirsi un poco alla volta: più andavo avanti e più la strada diventava bianca, come le macchine e gli ombrelli e i cappotti delle persone ingobbite per proteggersi. Si faceva anche sentire il peso della neve sulla volta dell'ombrello.
È bello lavorare in centro città e questa è una di quelle giornate che te lo fa piacere ancora di più. Poi adoro la neve. Crea degli imprevisti cambia la giornata la stravolge: la gente in macchina va in panico sorpresa da una nevicata prevista anche un paio di giorni fa. È bello passeggiare sotto la neve andando in ufficio, è divertente e almeno a me cambia l'umore.
La neve è uno di quei fenomeni che dovrebbe dare il diritto inalienabile a tutte le persone di potersela godere. Niente scuola niente lavoro. Per senso civico dovremmo stare a casa per spalarla dai marciapiedi dalle discese dei garage per aiutare le persone che non possono pulire il proprio spazio. E dopo, in strada in giardino nei parchi a tirarsi le palle di neve e fare i pupazzi con amici figli vicini di casa o a cercare qualche discesa per divertirsi con la slitta o il bob.
Ma è solo una mia utopica visione, purtroppo il mondo non si può fermare nemmeno un istante. Siamo troppo impegnati a rovinarlo.
Però oggi è un giorno speciale: infatti nevica!
Stamattina quando sono uscito per andare a prendere l'autobus pioveva forte. Dopo circa una ventina di minuti attraverso il finestrino appannato ho intravisto una macchina rossa... col cofano e il tetto ricoperti da una buona quantità di neve. Allora ho dato uno sguardo fuori tra le fessure di vetro bagnato dove era passata la mano guantata della ragazza islamica seduta di fianco a me: i marciapiedi si stavano imbiancando mentre l'acqua si era addensata, trasformandosi da goccia e fiocco.
Quando l'autobus è arrivato a Ponte degli Angeli, cioè dall'altra parte del centro di Vicenza e dall'ufficio (che parola orrenda, stantia, vecchia, sa di muffa), sono sceso perché non potevo non godermi di questo spettacolo. Mi piace la neve mi mette allegria e sapere che me ne sarei dovuto stare in quella stanza limitandomi a veder fioccare mi sentivo condannato, così sono sceso. Tanto niente è lontano da un punto all'altro a Vicenza, è tutto vicino.
In più non avevo le Clarks perché pur essendo perfette al loro sesto inverno non tengono una goccia così ho messo un paio di scarpe da montagna (mica le pedule, la suola è simile in più queste sono basse) e potevo andare sul sicuro.
Appena pochi passi dopo l'ombrello era carico di neve, il corso era bagnato e non si imbiancava ancora ma è bastato aspettare un po' per vedere i sampietrini coprirsi un poco alla volta: più andavo avanti e più la strada diventava bianca, come le macchine e gli ombrelli e i cappotti delle persone ingobbite per proteggersi. Si faceva anche sentire il peso della neve sulla volta dell'ombrello.
È bello lavorare in centro città e questa è una di quelle giornate che te lo fa piacere ancora di più. Poi adoro la neve. Crea degli imprevisti cambia la giornata la stravolge: la gente in macchina va in panico sorpresa da una nevicata prevista anche un paio di giorni fa. È bello passeggiare sotto la neve andando in ufficio, è divertente e almeno a me cambia l'umore.
La neve è uno di quei fenomeni che dovrebbe dare il diritto inalienabile a tutte le persone di potersela godere. Niente scuola niente lavoro. Per senso civico dovremmo stare a casa per spalarla dai marciapiedi dalle discese dei garage per aiutare le persone che non possono pulire il proprio spazio. E dopo, in strada in giardino nei parchi a tirarsi le palle di neve e fare i pupazzi con amici figli vicini di casa o a cercare qualche discesa per divertirsi con la slitta o il bob.
Ma è solo una mia utopica visione, purtroppo il mondo non si può fermare nemmeno un istante. Siamo troppo impegnati a rovinarlo.
Oh che bello se davvero fosse vacanza obbligatoria con la neve! Tanto comunque tutto si ferma, a scuola non arrivano i prof, in ambulatorio di mia mamma stamattina sono arrivate sì e no 2 persone...tutti a fare palle di neve!!! YEEE!!!
Ps: che bello aprire il blog ed essere salutata da Richard Hawley :D
Ecco. Visto da qui, dalla Sicilia, quest'universo sconosciuto, la neve, appare ancor più qualcosa di mirabolante. Qualcosa che si promette ai bambini, che si suggerisce esistere ma poi non si capisce bene se ci sia davvero; una specie di uomo nero alla rovescia, di Babbo Natale liquido e freddo, di cui sì, sono d'accordo, tutti dovrebbero poter godere.