I conti non tornano
Ci sono diverse cose che non mi quadrano da una decina di giorni a questa parte. E non è la quantità di acqua scesa in questo periodo che, da quando ne ho memoria, si è sempre dimostrato propenso a tenerci chiusi in casa, vedi per esempio il novembre 2000.
Per fortuna non sono stato colpito dall'alluvione che ha sommerso mezzo centro storico della città e diversi comuni del Veneto, quindi scrivo da un punto di vista esterno privo di un coinvolgimento emotivo.
Quello che non mi torna sono le dichiarazioni dei politicanti locali che leggo nel Giornale di Vicenza: a poche ore dall'accaduto l'opposizione al posto di togliere il fango dalle strade lo spalava addosso la maggioranza, rea di omissione di avviso di imminente calamità, alla faccia della cooperazione in un momento difficile. Tra l'altro gli accusatori sono gli stessi che nel dicembre 2001 per quattro fiocchi di neve stesi in città hanno fatto andare in tilt tutta la viabilità non avendo pensato a un piano di intervento. Complimenti per lo sfacciato coraggio. Non si perde mai l'occasione per fare brutta figura con affermazioni inutili.
Non mi torna la cronologia degli eventi: venerdì all'ora dell'aperitivo sarebbe stato inviato un fax per allertare i comuni sulla situazione dei fiumi.... Un fax??? Sì, cazzo!!! Benedetta P. A., meno male che il ministro Brunetta si sta sbattendo per una informatizzazione degli uffici pubblici sennò quell'allerta sarebbe stata scritta sulla pietra!!! E poi, di venerdì a quell'ora, in un ufficio pubblico, chi mai si può trovare? Forse, ma nemmeno, la donna delle pulizie. Ognuno si sistema la coscienza: la Regione dice di aver avvisato, la Provincia risponde di non aver ricevuto niente, il Comune si difende allo stesso modo. Interrogherei la donna delle pulizie...
Sabato 30 ottobre sono attese le precipitazioni più intense e l'Arpav prevede non più di 150 mm di pioggia. Alla fine i rilevatori ne contano più di 400 (la stessa quantità che può cadere in un anno intero), cosa che non accadeva dal 1882. Così la notte di domenica 31 si decide di far passare un altoparlante per avvisare dell'incombente invasione dell'acqua lungo le strade. Ma chi c'era dietro quel megafono, un muto? Tanti dicono di non aver sentito perché c'erano le finestre chiuse e stavano dormendo: vallo a dire alla madre dell'arrotino alla quale ogni domenica mattina fischiano le orecchie!
Allora la seconda allerta viene spedita via fax lunedì 1: fantastico! Mi immagino quello sfigato di impiegato pubblico che risponde ligio al suo dovere inviando un fax in un giorno festivo quando ormai le strade sono dei canali!
Sabato 6 sono stato mandato in un cortile che alle 23:30 di domenica 31 era già sommerso di acqua e gli allarmati padroni di casa avevano allertato i vigili urbani sul livello del Bacchiglione: "Tranquilli (?) siete i primi che ce lo segnalano, provvederemo!". Solo che alle 5:30 di lunedì 1 novembre una pattuglia dei vigili urbani era in una pasticceria a rassicurare il titolare, allarmato per il livello del fiume: "Tranquilli (!) stiamo monitorando la situazione!". Poche ore dopo nella pasticceria panettoni e bottiglie galleggiavano all'altezza del bancone.
Non mi tornano i conti quando sento chi si lamenta della mancanza di spazio dedicata all'alluvione da parte dei media nazionali in favore di fatti di malapolitica, immoralità e morbosità: perché della visibilità nazionale, se ho un metro di acqua che mi devasta la casa, a me non sbatte una mazza! La visibilità nazionale non mi risolve il problema e se il mio paese per una volta è nel tiggì nazionale, magari non subito dopo nome&cognome di un calciatore famoso, io non sarò di certo davanti alla tele a sentirlo! E alla gente di Roma come a quella di Cuneo si può muovere un poco di compassione ma non il culo e le gambe per farla venire qui a darci una mano.
Abbiamo minacciato di non versare l'Irpef di tenercela e subito i politici si sono riversati in città. Paura anche loro di non ricevere lo stipendio eh?
Non mi tornano i conti per la velocità di richiesta di soldi: politici politicanti industriali rappresentanti di categoria e sindacalisti si sono riuniti nel coro della stella reclamando il loro diritto a svariate centinaia di milioni di euro per risarcire i danni. A parte il fatto che la parola 'subito' mi da molto fastidio, sa da bambino viziato, ma siamo ancora ricoperti di fango e si sa già di quanti soldi abbiamo bisogno? Complimenti, chi è che ha quest'occhio clinico o questo cervello che ha moltiplicato il costo medio di una macchina, una cucina, un salotto, una sala da pranzo e una camera per tutte le famiglie alluvionate?
"Siamo veneti, noi paghiamo le tasse - si come no, poi ci sono conciari e orafi falliti che girano in Porsche - poi però non ci tornano indietro i soldi che vanno tutti quanti a quei terroni o a Roma ladrona..." è un ritornello noto. Soldi... li metto allo stesso livello di 'subito', anche peggio. Li odio. Ma ahimè sono fondamentali.
Ma mi viene spontaneo un "vaffanculo" a chi adesso prende pure per in giro: perché le stesse persone che oggi con gli occhi fuori dalle orbite reclamano il loro diritto all'indennizzo i soldi ce li aveva già, anche tanti, per prevenire questo disastro con opere di manutenzione di argini o di costruzione di bacini di contenimento. Peccato che siano rimaste solo sulla carta, quando sono arrivate sulla carta...! La barzelletta è che addirittura parte di quei soldi sono stati spesi per non fare niente, addirittura per risarcire un'associazione temporanea di imprese che non ha potuto svolgere l'opera appaltata perché il prefetto del tempo aveva bloccato i lavori per motivi di ordine pubblico.
Perfetta descrizione dell'Italia: ci perdiamo dietro mille valutazioni e discussioni che da un giorno all'altro cambiano la situazione tenendo fermo il Paese. Intanto una nazione straniera in quattro e quattr'otto ci mette un niente a costruirsi una base militare senza chiedere tanti permessi. In questo dovremmo imparare, e piangerci addosso un po' meno.
Cazzo si chiedono i soldi a fare se poi chi li prende non sa nemmeno usarli?
Noi facciamo la raccolta differenziata, pagheremo le tasse per carità, facciamo quasi tutto quello che ci viene chiesto e imposto di fare. Politici e amministratori parlano e basta. Sono degli incompetenti irresponsabili.
E' stata aperta una inchiesta: l'accusa contro ignoti è di "disastro colposo". Ammanetterei tutti quelli che non rispondono alle loro responsabilità scaricandole sugli altri. I loro nomi e cognomi con tanto di foto a corredo si trovano da una decina di giorni sul Giornale di Vicenza. E comunque le forze dell'ordine sanno dove trovarli.
Non mi tornano i conti per lo stupore generale sui volontari: possibile che ogni volta che si fa una buona azione ci si debba stupire, secondo la legge emozionale che fa più rumore un albero che cresce che uno che cade? Penso che chiunque abbia a cuore la propria città d'istinto alzi il culo per aiutarla a sistemarsi dopo tale casino! Mi stupirei del contrario anzi, mi sono intristito vedendo quei ragazzi sorridenti a bersi il loro spritz al bar in voga in quel momento passandogli davanti a bordo dell'autobus di volontari. La nostra immagine infangata riflessa nei vetri strideva col loro abbigliamento d'ordinanza da sabato pomeriggio. O meglio, era il contrario! Ma non sono del tutto inutili, perché danno senso alla presenza dei volontari. E mi ha commosso sapere che c'è qualcuno che è venuto anche da fuori.
Non mi tornano i conti finché io me ne sto col muso fisso sull'lcd in ufficio mentre la mia città ha bisogno di una mano. Volevo avere in mano una pala uno spazzolone ed essere sporco e sudato, perché il lavoro di fronte a situazioni di questo tipo passa in secondo piano. Sarebbe stato bello concordare con i capi, con serenità, un cambio di orario per lavorare dalle 8 alle 14 e chiedere solo 2 ore di permesso per unirmi alle altre persone che aiutavano la povera gente o che si smazzava a pulire la città. Ma il mondo non è perfetto e c'è chi ha altre priorità, o proprio le ignora.
Non mi tornano i conti delle parole del presidente della Provincia: dice che i volontari dovevano essere preparati e organizzati. Era a piangere soldi da buttare nelle fogne finché i suoi cittadini si offrivano per smerdarsi? Un bell'esempio l'ho vissuto nelle aziende municipalizzate: eravamo troppi e producevamo di conseguenza. Forse non erano abituati a tale produzione. Sta di fatto che abbiamo rischiato di diventare testimoni della prima cassa integrazione per volontari. Almeno ci siamo fatti sopra una grossa risata, ma poco ci manca anche per quello...
Non mi tornano i conti di altri sciacalli: quelli che si infiltrano nelle case sfollate e sventrate senza serramenti sono disperati e posso anche capirli. Chi prenderei a sassate sono quelli che offrono le loro capacità o le loro possibilità chiedendo soldi o moltiplicando la normale tariffa. Meritano di soffrire di emorroidi esagerate per almeno un paio di anni!
Mi tengo due immagini di sabato: la prima durante i lavori alle municipalizzate a riempire sacchi di sabbia. Più di 20 persone di diverse età, organizzate all'istante piegate a lavorare con piacere e voglia parlavano di musica delle proprie vite del passato del presente e del futuro in armonia, come se non fosse la prima volta che si vedevano.
La seconda alla fine della giornata di volontariato: io, Anna, Leo, Maria (due ragazzi che mi ha fatto un piacere immenso rivedere dopo un sacco di tempo e che vorrei frequentare più spesso) e Eleonora (compagna di università di Anna, venuta apposta dalla profonda provincia di Treviso), sporchi e in tuta, a passeggiare per il centro confusi tra altri come noi e chi era preconfezionato per il sabato pomeriggio.
Un gusto indescrivibile e, come per la mia corsa per la città, peccato dover aspettare una alluvione per vivere queste situazioni.
Io non sarò semplice, ma i conti non tornano.
I conti non tornano. Certamente, anzi con esatta puntaualità svizzera nel paese dei cachi quale siamo diventati. Tutti hanno additato i capri espiatori, hanno espresso giudizi sulle colpe e le responsabilità, e puntualmente hanno richiesto risarcimenti. Nessuno forse si è chiesto come funzionano le procedure. E nessuno naturalmente le ha spiegate alla popolazione. Pecoroni e ignoranti abbiamo urlato a destra e a manca, come quasi in una qualsiasi democratica nazione africana da anni oppressa da regimi militari. E le nostre invettive han fatto sì che calassero in Veneto presidenti, primi ministri e politicanti come novelli condottieri medievali. I problemi vanno risolti. E la soluzione, non sempre così facile e immediata, risiede nella semplicità con cui si risolve il problema. Le procedure. La cosa ancor più grave, non è tanto che non se ne sia parlato. Ma che nessuno ha finora detto che così non funzionano e vanno riviste. Senza scomodare il buon Guido, in Regione c'è addirittura un assessore alla Protezione Civile, evidentemente con un assessorato alle spalle ben pagato e stipendiato. Se pensiamo che la PC debba servire solamente dopo che sono serviti i disastri...allora mi ritirerò nella qualsiasi nazione africana sopra citata. Almeno il clima sarà migliore. Mi piacerebbe che il nostro sindaco leggesse le parole che ho letto anch'io. Per cercare una soluzione. Altrimente il paese va a troie. Ops!...ci va già...
Mi sono dimenticato di citare i vari consorzi di bonifica che paghiamo per nessuna opera apportata. Consorzi che consistono in una poltrona virtuali istituiti per far accomodare le natiche e le prostate ingrossate di politici e dei loro amici!