Ringraziare il cielo
Mi sono ritrovato all'improvviso senza un motivo preciso a ripensare a quello che ho scritto nel post precedente e mi sono dato del mona.
La precarietà del lavoro negli ultimi due anni si è fatta sentire e non nascondo che abbiamo vissuto un periodo davvero difficile. Ma a casa c'era (e c'è) la tenerezza di Tommaso e Teresa - lo so che formano una combinazione esplosiva (TnT), se lo avessimo saputo prima almeno Teresa la avremmo chiamata Serena - ma nonostante i loro caprici la loro testardaggine più o meno consapevole non c'è cosa più dolce di vedermeli venire incontro ed abbracciarmi le gambe. C'è l'appoggio di Anna che non guarda alla salute e alla malattia, alla ricchezza (anche perché in questo caso c'è niente da vedere!) e povertà al bene e al male.
Tutto quello che trovo in casa mi fa star bene mi da sollievo da quello che c'è e non c'è fuori. Non sempre è primavera nemmeno qui ma sono le normali situazioni di famiglia.
Allora, cosa non andava in quello che ho scritto?
Perché guardando il casino seminato nel pavimento in sala e ascoltando il silenzio che lo riempie, dopo una giornata di voci bianche a db elevati, mi rendo conto che a me non manca qualcosa mentre a qualcun altro il 2017 ha portato via quasi tutto o non ha portato quello che aspettava.
Persone che hanno perso genitori che hanno terminato l'ultima parte della loro esistenza in una non vita, figli mai nati quando ormai mancava poco o figli persi dopo una vita straziante, persone che da anni lottano o convivono con un dolore invisibile, con una malattia maledetta o ne devono affrontare un'altra subito dopo averne sconfitta una, bambini divisi tra le incomprensioni dei genitori.
Ho avuto le mie sfighe ma sono pozzanghere lasciate da un temporale di passaggio al confronto dell'oceano di malessere fisico e psicologico vissuto dalle altre persone che non so cosa dovrebbero dire all'anno che se ne è andato. Di sbattersi bene la porta alle spalle e di buttare anche la chiave.
Guardiamo bene la realtà e le persone che abbiamo intorno.
Chiunque, prima di andare a dormire, dovrebbe dare uno sguardo al cielo, se c'è anche alla luna e ammirarne lo splendore. E ringraziare.
La precarietà del lavoro negli ultimi due anni si è fatta sentire e non nascondo che abbiamo vissuto un periodo davvero difficile. Ma a casa c'era (e c'è) la tenerezza di Tommaso e Teresa - lo so che formano una combinazione esplosiva (TnT), se lo avessimo saputo prima almeno Teresa la avremmo chiamata Serena - ma nonostante i loro caprici la loro testardaggine più o meno consapevole non c'è cosa più dolce di vedermeli venire incontro ed abbracciarmi le gambe. C'è l'appoggio di Anna che non guarda alla salute e alla malattia, alla ricchezza (anche perché in questo caso c'è niente da vedere!) e povertà al bene e al male.
Tutto quello che trovo in casa mi fa star bene mi da sollievo da quello che c'è e non c'è fuori. Non sempre è primavera nemmeno qui ma sono le normali situazioni di famiglia.
Allora, cosa non andava in quello che ho scritto?
Perché guardando il casino seminato nel pavimento in sala e ascoltando il silenzio che lo riempie, dopo una giornata di voci bianche a db elevati, mi rendo conto che a me non manca qualcosa mentre a qualcun altro il 2017 ha portato via quasi tutto o non ha portato quello che aspettava.
Persone che hanno perso genitori che hanno terminato l'ultima parte della loro esistenza in una non vita, figli mai nati quando ormai mancava poco o figli persi dopo una vita straziante, persone che da anni lottano o convivono con un dolore invisibile, con una malattia maledetta o ne devono affrontare un'altra subito dopo averne sconfitta una, bambini divisi tra le incomprensioni dei genitori.
Ho avuto le mie sfighe ma sono pozzanghere lasciate da un temporale di passaggio al confronto dell'oceano di malessere fisico e psicologico vissuto dalle altre persone che non so cosa dovrebbero dire all'anno che se ne è andato. Di sbattersi bene la porta alle spalle e di buttare anche la chiave.
Guardiamo bene la realtà e le persone che abbiamo intorno.
Chiunque, prima di andare a dormire, dovrebbe dare uno sguardo al cielo, se c'è anche alla luna e ammirarne lo splendore. E ringraziare.
0 Response to "Ringraziare il cielo"
Posta un commento