Natale con i tuoi, Pasqua al centro commerciale (con chi vuoi)
Meno male che la pioggia ha dato un po'
di tregua per Pasqua, con la sola eccezione delle mezza giornata di
domenica, almeno per fare in tempo a portare in giro Tommaso.
Uno dei miei miti giovanili stava quasi
per crollare visto che ormai ero sull'orlo di non credere più che
non può piovere per sempre!
Così almeno Pasquetta è filata via
liscia, sopra il lago con una trentina e passa di amici con la passione di vivere la vita senza pensieri almeno quando ci si incontra.
Eravamo davvero tanti ed ormai ci si allarga: non in senso di giro
vita (per quello di fa quel che si può) ma di composizione
famigliare. Infatti questa volta c'era da pensare a come e dove mettere
i passeggini. Ancora poco poi saranno loro a fare casino, dopo i
genitori. E con quelli che si ritrovano, sarà divertente.
La giornata è filata via liscia
mettendo a dura prova la sensibilità auditiva visto che saremmo
stati in 50 distribuiti in 40 mq e le difese immunitarie perché dentro la temperatura era notevole mentre fuori l'aria era piuttosto
sbarazzina. Altro che abbigliamento a cipolla, era un continuo
dentro-fuori e togli-metti. Per ora non registro conseguenze. Sarà
che il doppio parampampoli le ha bloccato sul nascere.
Bel posto comunque, con tanto di asini
e porco nero peloso dall'aria assai consapevole e dall'aspetto sicuro. Peccato
solo per quei cani maltenuti in un recinto.
La strada verso casa costeggia la parte
posteriore di un centro commerciale. Aperto per Pasquetta! Nel
parcheggio secondario c'erano alcune macchine. Saranno dei
dipendenti, ha detto Anna. Pare strano, ho detto io, che potendo
parcheggiare vicino all'ingresso portino la macchina dall'altra
parte, per di più con la gioia di dover lavorare un giorno festivo. Metti
anche per niente.
Ecco appunto, ho voluto togliermi la
curiosità di vedere quante persone non hanno avuto niente altro di
meglio da fare il giorno di Pasquetta che rinchiudersi in un centro
commerciale.
Sono riuscito a rovinarmi la giornata
perché il parcheggio traboccava di lamiera di carrozzeria e vetri
dei finestrini e gomma vulcanizzata degli pneumatici. Non c'era un
posto libero.
Non mi è sembrato (non volevo fosse)
vero! Com'è possibile che così tanta gente non preferisca stare in
famiglia o andare a farsi un giro in campagna o visitare un museo o
fare l'amore tutto il giorno o sistemare le foto in un album o
approfittare della giornata senza pioggia per un giro in bici o in
moto piuttosto che rinchiudersi in un centro commerciale. Il mio
cuore è stato stretto da una morsa di tristezza indescrivibile.
La chiamano crisi... ma non sappiamo
quante di quelle persone abbiano fatto acquisti.
Potrebbe derivare da quella tutt'altro che economica che ognuna di quelle persone (forse ancora inconsapevole) sta attraversando. Guardando alla situazione generale non mi sorprendo e alla fine dire che "abbiamo quello che ci meritiamo" non rimane più un semplice detto
superficiale.
Avrei tanto voluto stringere forte quel porco nero peloso! Oppure continuare a fare i grattini all'asino. Dallo sguardo sembra gradire!
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