Eugenio in via di gioia, Festambiente, Vicenza

Ho conosciuto gli Eugenio in via di gioia per caso, tramite una newsletter di un sito di musica alla quale non mi ricordo più come quando perché mi sono iscritto. Ma benedico quella volta perché mi sta facendo conoscere nuova musica e mi mancava da morire.
Mercoledì scorso erano a Vicenza a Festambiente e sono andato a sentirli, perché le loro canzoni mi sono piacute fisso.
Il giorno dopo ho chiesto al boss del sito di cui sopra se potevo mandargli una recensione del concerto perché questi quattro ragazzi mi erano piaciuti molto anche dal vivo. 
Qui potete leggere il pezzo, rivisto secondo gli standar del web. Mi fa un certo senso leggere il mio nome in calce ad una recensione di un concerto. E' la prima volta. Ma come ogni volta che succede qualcosa di bello, a parte questo le mie emozioni non vanno molto oltre. Ma questo con il gruppo non ha a che vedere, non voglio rompervi le palle e passiamo oltre.
Di seguito incollo il testo originale. Per chi fregasse qualcosa.
Il mio suggerimento è di ascoltare più Eugenio in via di gioia e meno le stronzate che passano i talent filtrandole a loro piacimento.
Il mio augurio, è che gli Eugenio in via di gioia abbiano una vita molto molto lunga e di rivederli ancora dal vivo.
Poi fate voi, so solo che la vita è troppo corta per ascoltare musica di merda.

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Chi legge Musicletter.it conoscerà gli Eugenio in via di gioia, gruppo di 23enni torinesi il cui nome si ispira ai nomi ed ai cognomi degli stessi componenti: Eugenio Cesaro (voce, chitarra e testi), Emanuele Via (pianoforte, fisarmonica e cori) e Paolo di Gioia (percussioni, batterie, cori, cane e varie ed eventuali com'è indicato nel poster/libretto del loro CD) mentre Lorenzo Federici (basso e cori) non contribuendo al nome della band intitola il primo LP, uscito sei mesi fa.
Leggetela come una beffa oppure come una allegoria degli album di debutto delle pseudo star da talent, oppure ci si può benissimo vedere un gruppo di quattro ragazzi unito che non mette nessuno davanti l'altro e non lascia nessuno indietro, tenendo tutti sullo stesso piano.
Eugenio in via di gioia si sono esibiti a Vicenza dando una ottima risposta a tutte le buone aspettative nate ascoltando
Urrà (il loro EP) e l'album di debutto.
Cresciuti musicalmente per le strade di Torino divertendosi a sorprendere gli ingenui passanti, si ispirano ad uno stile musicale popolare (se pensate che il termine possa sminuire gli Eugenio in via di gioia, siete più che liberi di leggere folk) per affrontare la vita in tono ironico ed a volte canzonatorio.
Nonostante la presenza di un gran palco con la dotazione completa che si rispetti, Eugenio, Emanuele, Paolo e Lorenzo si sono presentati su un micro-palco per un concerto acustico degno della loro origine
busker di artisti di strada.
La capacità dei quattro ragazzi torinesi di coinvolgere il pubblico, ha via via scaldato gli ascoltatori infreddoliti sia dalla serata che dalla scarsa confidenza con le canzoni, riducendo quasi a zero la loro distanza con il palchetto. Gli Eugenio in via di gioia riescono a divertirsi e a divertire con musiche dal ritmo trascinante, con attacchi traditori e stacchi improvvisi alternati da assoli vocali o strumentai. In
Non ancora (il loro ultimo singolo) è piaciuta così come nella versione dell'album la fisarmonica di Emanuele Via, che a tratti raggiunge toni così alti che ti chiedi se non sia una base di archi mentre nella introspettiva Egli colpiscono le dita che stanno alle estremità del palchetto e cioè quelle di Emanuele che battono sui tasti del piano e quelle di Paolo che tambureggiano sulle percussioni, mentre in sottofondo trova uno spazio non invadente la chitarra (alla fine rimasta con 3 corde) di Eugenio ed il basso di Lorenzo.
Con
Pam il pubblico viene conquistato con le offerte d'agosto sulle lenticchie e sulle prugne e da un incalzare che non lascia indifferenti. Con la voce costernata da un Natale che inizia sempre prima e persone sempre più esigenti Eugenio con Il mondo che avanza (originariamente intitolata All you can eat) da seguito alle struggenti note iniziali del pianoforte, accompagnato dalla fisarmonica.
In
Re fasullo d'Inghilterra rispetto alle altre canzoni si fa sentire l'influenza del pop-folk d'Oltre Manica in voga in questo periodo.
In
Prima di tutto ho inventato me stesso, durante il quale Eugenio si esibisce nella ricostruzione del cubo di Rubik. mettono in evidenza capacità sia sonore che vocali molto ritmate, dalle tonalità diverse alternando alti e bassi lenti e veloci.
Gli Eugenio in via di gioia sono una cosa bella della musica italiana. Non sono un risultato di un talent show, sono usciti sconfitti dal concorso
Sotto il Cielo di Fred (Premio Buscaglione), il concorso biennale che negli ultimi anni si sta affermando come una delle più interessanti manifestazioni italiane dedicate alla canzone d’autore, ma hanno vinto il premio della critica che ha permesso al gruppo di partecipare ai migliori festival italiani.
Ascoltando gli Eugenio in via di gioia ti chiedi perché non ci siano loro in testa alle classifiche dei dischi più venduti in Italia. Forse la risposta è nella loro musica e nelle loro canzoni, poco adatte ad orecchie che non vogliono sentire cosa succede in questo paese sgangherato e ben descritte in 
Perfetto uniformato



Per conoscere meglio gli Eugenio in via di gioia, qui sotto potete ascoltare la track list del loro album di debutto. Grazie a Niccolò di Libellula Press per l'aiuto tecnico ;)

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Grazie Allegri e scusa!

Il 16 luglio dell'anno scorso scrissi un post contro la scelta di Massimiliano Allegri, chiamato dai dirigenti della Juve a sostituire il dimissionario Antonio Conte sulla panchina della Juventus. 
Ero molto scettico. Ma mi ero promesso anche di scrivere delle scuse se avesse fatto bene.
E direi che sono più che doverose!
Premettevo che tutto quello che stavo per scrivere era sfanculabile, come il sottoscritto per altro e Allegri lo ha dimostrato tutto. 
I 2 punti e mezzo me li ha confutati alla grande, dal ritorno economico ai successi sportivi. Dei rapporti col nuovo club Mihajlovic al Milan insegna moltissimo.

Dopo il quarto scudetto consecutivo, il suo primo e la decima Coppa Italia, ha portato la Juventus  a giocarsi la Champions League contro quegli odiosi marziani del Barcellona quando Conte con 2 scudetti non ci è riuscito. Perdendo anche l'occasione di giocarsi una Europa League in casa. 
Per come è messa la Serie A al momento, lo Scudetto potrebbe andare alla Juve per un altro paio di anni ancora, se non cambia qualcosa, ma in meglio e non in peggio come mi pare.
Facendo un confronto tra gli ultimi due allenatori juventini, Allegri è riuscito ad andare a cenare con i famosi 10 euro di Conte, gli è mancata la Sambuca offerta (nella Coppa con le orecchie grandi, ovviamente).

Onore e sincere scuse a Allegri.
Adesso spero che Marotta e Agnelli si decidano a rinnovare e rinforzare la squadra dove serve. Lo scudetto si può anche lasciare agli altri. 
Andare in finale di Champions League 8 volte per perderne 6 non è un record da mantenere!

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Ciao Ospedaletto. Grazie!

Questa è la mia ultima notte a Ospedaletto
Domani ci trasferiamo nella bella e grande casa di Longara. Giardino, vista città di Vicenza e Prealpi, campo visivo nettamente più ampio. Da invidia. Più tranquillità la sera con le cicale ed i grilli invece dei motorini e delle auto che passano sotto le finestre ed il vociare degli avventori di pizzeria bar e osteria.
Eppure, nonostante queste premesse che paiono migliorare le nostre prospettive, mi sento molto triste.
A Ospedaletto, questo quartiere al limite della città e della provincia di Vicenza, ci siamo stati 4 anni. Però faccio molta più fatica a lasciare questo quartiere dopo 4 anni che non Bertesina, quello dove ci ho vissuto per 34 prima di venire qui
E' incredibile quello che ci hanno dato le persone che abbiamo conosciuto a Ospedaletto: persone splendide affezionate al loro quartiere, molto unite tra loro più di una squadra come una grande famiglia allargata che senza chiedere niente sa darti tutto quello che può e i genitori trasmettono ai figli il medesimo spirito.
Non so se riusciremo ad avere lo stesso rapporto con le persone del nuovo quartiere, non è neanche corretto avere queste aspettative. Però dove staremo da domani mi sembra l'esatto contrario: ogni famiglia chiusa dentro il proprio recinto senza farsi vedere nè sentire. Mentre qui è tutto più aperto semplice a disposizione di tutti. 

Personalmente, non essendo una persona che si apre molto facilmente, ho conosciuto più gente qui in 4 anni che non a Bertesina in 34.
Porto con me ricordi splendidi che sarò felice di raccontare e spiegare a Tommaso del posto dove è nato e ha mosso i primi passi della sua vita.
Mi piacevano le piccole cose come fare colazione in piedi alla finestra della cucina guardando fuori e salutando Giorgio che legge il giornale, vedere i genitori che accompagnano i bambini a scuola e cercare di capire se quei due genitori nascondo qualcosa oppure no, contare gli zingari che escono dal camion (sono arrivato a 9 una mattina) e vedere il gatto che cerca carezze e cibo, le chiacchiere con Eraldo, Eleonora, Eliana e il sig. Franchin lungo le scale nell'androne e nel portico anche solo per qualche istante e anche quelle lunghe e taglienti con Nico in garage, salutare Talla, Ibra e Robert dal loro poggiolo quando torno a casa da lavoro, scendere veloce per prendere il giornale o una spesa dell'ultimo momento o la pizza o il pesce perché non c'è niente altro a casa o non abbiamo voglia di cucinare. Dove si trova un prete che ti coinvolge così com'è capace don Marco, ospitandoti a casa sua per qualche birra fino a tardi o per vedere un film o per chiederti qualche dritta su Linux?
Qui sono riuscito a buttarmi e a non suicidarmi socialmente perché ci sono le persone giuste che anche se non mi conoscevano mi hanno dato lo stesso fiducia. 
Non è un addio! Fossi matto! Ci spostiamo di 10 km e non andiamo dall'altra parte del mondo, per quanto sia comunque sempre più difficile vedersi in una città piccola come Vicenza. Qui tornerò spesso, per ogni festa per ogni sagra e sagretta ogni cosa sarà una buona scusa per tornarci. Avremmo voluto spostare la casa da Longara a qui ma non si può ancora. E i mondi perfetti non esistono (altrimenti oggi la Juve avrebbe vinto la Champions League...).
Che magone!

Da campione nel mondo nel trovare le cose più brutte invece di quelle più belle, sono molto più triste di lasciare Ospedaletto e la sua meravigliosa gente mentre, al momento, non riesco a essere felice per il posto dove andrò a vivere.
Ma sono contento perché qui ho fatto delle belle amicizie che so di poter ritrovare, che spero si ricorderanno e ci chiameranno per ritrovarci. Per loro la nostra nuova casa sarà sempre aperta come hanno aperto la loro a noi e saranno i benvenuti. E se vorranno ci sarà anche un posto per la notte.

Grazie di tutto bellissima gente, grazie per essere stati al nostro fianco in questi anni. Ci portiamo via un sacco di cose preziose. Di quelle che non si mettono nello zaino in borsa né in un cartone e tanto meno in cassaforte ma che si imprimono nel cuore e nella mente e ti puoi portare ovunque vai.
La bellezza di un posto sta anche nel cuore delle persone che ci vivono e quello delle persone che ho avuto la fortuna di conoscere è grande!

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