Zappare la terra

Oggi l'ho scritto su Facebook. Ma non era una esternazione estemporanea bensì l'affermazione di qualcosa che mi piacerebbe/preferirei/desidererei/sarei curioso di fare.
Non è nemmeno la prima volta che ci penso. Quella è stata alcuni  anni fa in mezzo la campagna di Lubjiana insieme ad un collega mentre l'auto aziendale ci aveva lasciato a piedi e noi ad invidiare il contadino sloveno sul trattore in mezzo al campo.
Un'altra volta un giorno di inizio settembre, qualche anno più tardi sull'Altopiano di Asiago, osservando l'espressione concentrata ma serena di un signore che tagliava il fieno con una falce enorme.
Poi una decina di giorni fa alla fiera dei prodotti agricoli parlando con un rivenditore di trattori medio piccoli ho sognato ad occhi aperti di lavorare la terra seduto dentro uno di quelle moderne macchine.
Adesso ci penso ogni volta che vedo un trattore in un campo o quando sono chiuso in ufficio e fuori c'è il sole e mi tocca lasciarlo la come oggi pomeriggio.
Non so se è una delle mie divagazioni che periodicamente mi assale o se invece si tratta di qualcosa di più serio e viscerale. Ma da un po' di tempo mi sembra di trovare pochi stimoli in quello che faccio nella mia giornata lavorativa e do molto più significato a chi raccoglie i frutti del suo lavoro nel senso più letterale e materiale.
Adesso il mio lavoro è quello di smazzarsi per attirare più gente nel sito aziendale, di realizzare contatti, di migliorare il posizionamento nei motori di ricerca, di aumentare le interazioni e i "mi piace" sul social network.
Rileggendo le tre righe che ho appena scritto avverto un lieve senso che sta in bilico tra il ridicolo e l'incredulo nemmeno fossi mio papà che non sa cosa faccio per vivere (a parte l'impiegato).
Sarei più fiero se mi mettessi alla guida di quelle macchine agricole a fare rotoballe ed a girare la terra. Avrà i suoi lati positivi e negativi come tutti ed orari indefiniti. Però mi sento attratto. Ho sempre voluto vivere all'aria aperta, sporcarmi con la terra, respirare i profumi della natura che annunciano il cambio delle stagioni e seguendo le leggi dinamiche della natura ed i suoi ritmi.
Forse sono stanco di parole come competitività, rapidità, velocità, virale, social, engagement, conversioni, webinar, SEO, posizionamento... che poi vai a leggerti articoli e post sul web dei gente che sembra saperne a vagoni di queste cose ma in quello che c'è scritto non trovi un significato una risposta alle due troppe domande. Mentre se chiedi al giardiniere come potare un melo te lo dice nel modo più semplice che possa esserci. Basta scegliere il periodo giusto.
Sento sempre più spesso persone che dicono che è ora di riprenderci la terra, di tornare a lavorarla. Penso non abbiano tutti i torti e che sia tutt'altro che vergognoso.

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