Vigilia e Natale

Probabilmente qualcuno si è arrogato il diritto di interpretare 5 parole che ho d'istinto scritto alla Vigilia riguardo il Natale. Del suo non me ne può davvero interessare di meno, che lo passi sfarzoso o sotto un ponte, amato o odiato non mi tocca.
Non tollero giudizi su cose che non si conoscono ed ancora meno certe esibizioni ed ostentazioni, soprattutto quando non sono richieste. Se poi sono un tramite per suscitare invidia credo che al posto della superiorità quella persona sia più piena di superbia e stupidità invece.
Ma saranno anche più affari suoi che miei.
Come sono affari miei, quindi insindacabili incommentabili incensurabili, quello che penso io sul Natale ed altri giorni dell'anno. 
La Vigilia poi è una giornata particolare, tutto un casino. Sembra prima di andare in scena a teatro e vi assicuro che lo so quello che si prova. La mattina è più o meno serena. Man mano che si avvicina la sera la tensione sale e sono tutti ipertesi o depressi. Io sto un po' di quale e un po' di la. Poi arriva la sera e la tensione svanisce e sei preso come in un limbo. La cena coi genitori è tanto intima quanto tranquilla e molto buona. Vai alla messa della notte di Natale e trovi persone con le quali scambiarti auguri e quattro risate e sei pervaso da una sensazione di pace.
Invece le prime ore del giorno dopo, quello di Natale, concentrano nelle ore dal risveglio al pranzo tutta la tensione della parte centrale della Vigilia. Visita a parenti da una parte e dell'altra e pranzo con zii e cugini in allegria. Per poi lasciar spazio alla digestione in una piacevole agonia.
Quest'anno con Tommaso leggermente più consapevole di quello che succede è anche più rocambolesco. Ma lui meriterebbe un post a parte. Auguri di nuovo!

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