Non è un calcio per giovani

Il Milan ieri era interessato a Mattia Perin, il giovane (classe 1992) portiere del Genoa. Oggi leggo che invece avrebbe scelto Diego Lopez (classe 1981) che si sarebbe rotto le balle del Real Madrid. Il giovane portiere italiano è rinviato all’anno prossimo. 
La Juventus tri campione consecutiva d’Italia (vediamo se farà tri figura di merda in Champions League!?) ha/aveva buoni giocatori giovani: Domenico Berardi (classe 1994, 16 gol con la maglia del Sassuolo alla prima esperienza in Seria A), Simone Zaza (classe 1991, 9 gol anche lui con il Sassuolo all’esordio in Seria A, l’anno prima 18 con l’Ascoli in B), Manolo Gabbiadini (classe 1991, non tanto prolifico ma è un attaccante vero e proprio) e poi Ciro Immobile (classe 1990, mica più tanto giovani ma ancora un pulcino per dirigenti e stampa, l’anno scorso capocannoniere della Seria A con 22 gol alla seconda stagione da titolare nella massima serie). Ma i primi due li ha lasciati a maturare ancora un anno in Emilia, il terzo è ancora a metà con la Sampdoria mentre l’ultimo è stato spedito senza pensarci un attimo in Germania al Borussia Dortmund. Nonostante questi buoni giocatori di sua proprietà la Juventus si è svenata (20 milioni di euro) per acquistare dal Real Madrid tale Alvaro Morata (classe 1992), riserva delle Merengues e bomber della squadra B e della Nazionale Under 21 spagnola (con una clausola che permette al Real di riprenderselo, dietro un pagamento di almeno 30 milioni di euro). Inoltre ha prelevato dal Manchester United il 33enne terzino sinistro Patrick Evra.
Si parla di ritorni in Serie A di Zlatan Ibrahimovic e Samuel Eto’o. Ultra trentenni. I dirigenti delle società di calcio danno la caccia ed il benvenuto a giocatori stranieri di dubbia qualità mentre ignorano i giovani. 

Poi ci si chiede perché la Nazionale italiana al mondiale in Brasile ha fatto una figura di merda! Su alcuni motivi mi sono già espresso. Subito dopo la disfatta mondiale, si è fatto un appello per rinnovare il calcio italiano, non solo dal punto di vista dirigenziale, ma anche di lavorare per promuovere i giovani giocatori. 
L’appellò però è stato girato nel cesso e poi si è tirato lo sciacquone dopo averci pisciato sopra.
Se i dirigenti italiani continuano con questa strategia dello straniero mediocre a costo relativamente basso, faremo una collezione di brutte figure mondiali. Se riusciremo a qualificarci.
L’Inghilterra non insegna: prima copiamo i loro stadi dopo anni di ritardo ma al contrario (noi vogliamo ridimensionarli come i loro degli anni ’90 del dopo Rapporto Taylor, mentre i club inglesi adesso li ingrandiscono per aumentare la capienza…) ed ora replichiamo anche la stessa strategia di mercato. La nazionale inglese fa schifo da anni. 
Il calcio italiano ha un settore giovanili enorme, dai dilettanti (anche su questo ho dei sassolini nelle scarpe da togliermi) in poi, vedi i nomi dei giocatori nominati all’inizio. Ma finché non hanno almeno 25 anni sono considerati ancora giovani o non ancora pronti per un (presunto) top club italiano. Allora qualcuno mi può spiegare perché il Borussia Dortmund considera pronto per la Bundesliga Immobile?
Cos’ha Alvaro Morata più di Berardi, Zaza, Gabbiadini ed Immobile? Ha giocato nella squadra riserve del Real Madrid, a livello internazionale a parte qualche apparizione in Champions League ha giocato con la nazionale Under 21. 
Nessuno ha fatto la media dell’età dei giocatori campioni del mondo della nazionale tedesca? 26,2 anni. Che tolti Lahm (1983) e Klose (1978) si abbasserà ancora: ovvero giocatori che possono giocare altri due mondiali. Mario Götze che ha segnato il gol vittoria ha da poco compiuto 22 anni e gioca nel Bayern Monaco. Perché gli attaccanti della Juve sono in prestito/comproprietà in club minori (con tutto rispetto) a giocare per la salvezza?
La Germania, con la sua nazionale, in collaborazione anche con i club, ha seguito un progetto di medio/lungo termine.

I manager (mi fa molto ridere questa definizione, accostata a chi gestisce il calcio e lo sport in Italia) italiani invece dimostrano la totale mancanza di una strategia di 3-5 anni. Parlano di club come aziende ma in pratica la gestione mi sembra tutta un'altra cosa. Oppure abbiamo un concetto diverso di azienda.
Eppure, se tra gli stakeholder dei club vengono inclusi anche i tifosi (certo, come no, è bello dirlo a parole...) che con i biglietti e gli abbonamenti finanziano la società, si deve dare una risposta anche a loro. Ben intenso, non solo a quella decina di capi ultrà ai quali viene riconosciuto il diritto di incontrare il neo allenatore! Ma a quelli che si fanno 400 km per vedersi la partita due volte al mese. 
Preferisco una strategia di qualche anno, che porti a maturazione i giocatori e a vincere piano piano qualcosa. Come il Milan olandese di Sacchi degli anni '90. 
Ma si sa, in Italia certi discorsi sono censurati. Bisogna  vincere subito. Anche se poi non ci si riesce.

L’Italia, non solo nel calcio, non è un paese per giovani
Me la metto via. Prima del mondiale spagnolo del 1982, l’Italia ha aspettato 44 anni prima di vincere di nuovo la Coppa del Mondo. Temo di rischiare di non vedere più l’Italia vincere un altro mondiale.

Read Users' Comments (0)