La vita è un cerchio

Questo è il primo anno senza matrimoni. L’anno scorso un paio. L’anno prima altrettanti. Tre anni fa addirittura quattro (compreso il mio, a quello non potevo mica mancare!) Quasi tutti gli amici si sono sposati, altri invece non lo sono per scelta (propria ed altrui). In compenso sono continuate le nascite dei loro bambini (compreso quello mio). Ho pensato che si è chiuso un ciclo e se ne è aperto un altro. 
Perché così è la vita: un cerchio
Che inizia con la propria nascita e poi un susseguirsi di avvenimenti. 
Quando siamo bambini ci sono i compleanni degli amichetti (ai miei tempi si regalavano portafogli della Coca Cola o con le foto degli attori fighi o delle squadre forti come la Juve, l’Inter e il Milan) e i sacramenti religiosi (prima comunione, cresima).
Quando si cresce un po’ le feste di 18mo compleanno, di maturità, l’inter rail (avessi avuto i coglioni di non farmeli rompere ci sarei andato da solo, mannaggia a me!), l’Erasmus ed infine le feste di laurea (anni fa qui in mezzo ci sarebbe stato il servizio militare o quello civile). In questo periodo può succedere ci siano i funerali dei propri nonni, o di quelli dei tuoi amici. 
La maturità è caratterizzata dai matrimoni, dalle nascite e dai battesimi. Ma anche dai funerali dei genitori, tuoi o degli amici. Negli ultimi anni sono andato a molti, forse troppi. Si spera che succedano il più tardi possibile ma l’imprevedibilità della vita non lo può garantire.
Questo ti dice che infine tocca a noi. Il ciclo finisce col proprio funerale. Non so dire quanto siamo presenti in questo caso. In un certo modo ci siamo.

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Odio l'estate

Detta così, dritta e diretta senza giri di parole e metafore (potevo dire che mi sta in culo ma non mi sembrava un titolo appropriato).
Le mie stagioni preferite sono la primavera e l'autunno, antitetiche tra di loro perché rappresentano la rinascita dopo il freddo buio invernale ed il declino dopo la luminosa e torrida estate, ma entrambe caratterizzate dai colori vivi, da profumi forti e affettuosi, da temperature gradevoli.
Odio l'estate perché:
- fa caldo, 
- fa caldo e di notte si dorme male,
- fa caldo e la mattina ti svegli bagnato come se avessi fatto un bagno in piscina,
- perché bisogna sempre far qualcosa andare in giro uscire, 
- perché sono tutti in piscina o al mare e ovunque vai bisogna mettere la crema sennò mi ustiono, 
- perché viene voglia di far qualcosa ma non trovi mai nessuno e ti girano gli zebedei, 
- perché devi stare fermo in casa perché fa caldo e detesto stare chiuso in casa e non fare niente e ancora di più tenere le finestre chiuse perché c'è il condizionatore (lo tollero solo in ufficio) e dove abito ora la sera non si possono tenere aperte le finestre perché ci sono i rumori molesti che arrivano dalla strada (è un dato di fatto, sono fastidiosi, non sono diventato un vecchio brontolone all'improvviso!),
- perché appena ti metti una camicia lunga ti senti già sudato e senza aria, 
- perché le signore possono andare a lavoro in sandali e gonne e camicette leggere e sono sempre splendide mentre noi uomini siamo costretti nei soliti mocassini che fanno crescere il muschio (ma porca miseria, sono proprio quelli in giacca e cravatta che hanno rovinato il mondo, non è che se ci si mette in t-shirt sei una persona inaffidabile!)
- perché le ragazze si mettono il minimo indispensabile addosso e rishci di centrare un platano, 
- perché se vai in giro in moto e ti fermi a un semaforo soffochi,
- perché c'è cattivo odore di cose ferme stanche stantie, 
- perché quando vado a correre manca l'aria.
Così penso a quello che mi piace dell'estate e qualcosa ci trovo, come per esempio tagliare l'erba in giardino e poi annaffiarlo lavandomi dalla testa ai piedi, pranzare con cibi freddi come l'insalata di riso il prosciutto e melone la salsa tzatziki l'anguria la frutta il te freddo alla menta il gelato i ghiaccioli fatti in casa, la montagna che ti ridà l'aria, le vacanze e le gare di biglie in spiaggia. A proposito, quando Tommaso potrà ci saranno lunghe gare di biglie in spiaggia e non vedo l'ora.

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Depressione post prestazione teatrale

Sarà il caldo, sarà la domenica sera che mette in automatico il pensiero di dover affrontare un'altra settimana lavorativa e meteorologicamente anche calda con l'immancabile camicia lunga. 
Oggi il mio stato d'animo alterna tristezza e depressione. 
Nemmeno imbottigliare la birra questo pomeriggio mi ha dato la stessa carica che la curiosità della prospettiva mi ha dato la prima volta che abbiamo imbottigliato lo scorso settembre.
Mi sento scarico. Un calo di tensione. Forse dovuto a giorni di sovraccarico: gli ultimi tre giorni sono stati così pieni ed intensi presi totalmente dallo spettacolo che emotivamente adesso sento mi manca qualcosa. E ripensando alle musiche ai balletti alle parole agli sguardi a tutto quello vissuto prima e durante mi viene voglia di scoppiare a piangere.
In breve tempo è stato creato qualcosa di bello forte. Sarà che è stato un lavoro tutto parrocchiale ma mi è sembrato un miracolo. 
Mica per niente ci siamo chiamati iPerMiracolo!



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Giovanna d'Arco, by iPerMiracolo

"Noi, vescovo, vietiamo a Giovanna di lasciare la prigione di Rouen!"
Questa è la mia prima battuta che apre il secondo atto di Giovanna d'Arco, lo spettacolo andato in scena al teatro della parrocchia di Ospedaletto le sere di venerdì 6 e sabato 7 giugno.
Andate, la (ante)prima e la prima sono andate e sono andate bene. Era tanto tempo che volevo recitare, la prima e l'unica volta è stata in 1a media con "Alice nel Paese delle Meraviglie" trovandomici anche per caso e controvoglia. 
Questa volta invece è toccato alla storia di Giovanna d'Arco la pulzella di Orleans e mi sono subito lanciato appena ho avuto il copione in mano. Ammetto che la parte che ho scelto d'istinto (come mi piaceva fare una volta), quella del vescovo di Cauchon che condanna Giovanna, credevo fosse più corta e non così impegnativa. Fino a poche ora prima di andare in scena non l'avevo ancora imparata a memoria e in scena venerdì si è visto e sentito ma non importa, ci siamo divertiti siamo stati bravi e sabato lo siamo stati ancora di più.
Anche l'emozione è stata maggiore sabato, forse perché c'era più gente (il teatro di Ospedaletto era pieno, con gente in piedi) forse perché faceva più caldo forse perché venerdì era più una prova generale da fare molto bene.
E' stato tutto molto bello, è stato bravo don Marco a coinvolgere 40 persone in questo spettacolo ma con la sua carica ed il suo grande carisma riesce sempre a far dare il massimo alle altre persone, sono stati bravi i Coast to Coast ed eseguire i brani (roba come Lullaby dei Cure, Tre volte dentro me di Mina/Afterhours, Breaking the Girl dei Red Hot Chili Peppers, Impressioni di settembre della PFM etc...) e le ballerine a creare la coreografie, sono stati bravi i ragazzi a realizzare le scenografie con animazioni al pc, le mamme e le nonne e gli amici i vestiti, le ragazze a coordinare il lavoro dietro le quinte e sono state brave le nostre famiglie a supportare le nostre assenze. Eppoi siamo stati bravi noi 'attori' che trovandoci 1 volta a settimana da fine febbraio siamo riusciti a prendere le misure alle nostra parti.
Uno spettacolo dietro lo spettacolo che solo noi possiamo conoscere.
Bello bellissimo.  
A breve spero di avere alcune foto.

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Dentro uno, avanti un altro

Gli arresti dei politici mi fanno ridere (...). 
Finisce in carcere chi (o la categoria che) decide di mandare i carcerati fuori dalle carceri perché ce ne sono troppi, alimentando il problema che cercano di risolvere, sebbene solo con soluzioni come sempre di breve durata (ma non sarà un problema di strutture? O di accordi con i paesi stranieri visto che tanti carcerati sono di altre nazionalità?)!!! 
E meno male (si fa per dire...) che tanti altri e loro accoliti sono ancora a piede libero, altrimenti le carceri diventerebbero scatole di sardine. 
La vicenda degli arresti eccellenti in Veneto per le mazzette del Mose (e chissà quant'altri appalti) mi fa pensare anche ad un'altra cosa, vedendo cosa insegna la storia: non è che il piano sia quello di riempire spazio dentro le carceri, per darne fuori ad altri politicanti ed accoliti vari, per far mangiare anche loro?

E la parte politica che non viene coinvolta ne approfitta subito per evidenziare che lei non c'entra (e magari non per alte doti morali ma giusto perché non è ammanicata per bene come gli altri colleghi).
Mavvaffanculo!

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