La mano politico/mediatica e quella politico/finanziaria

C'è chi si chiede "fino a quando gli italiani sopportano tutto questo, fino a che punto gli italiani miti e sottomessi saranno disposti a farsi sodomizzare, qual è il livello di soglia necessario per scuotere le coscienze e creare una ribellione? Insomma cosa si deve aspettare ancora? Il signoraggio, le lobby i poteri forti stanno facendo tabula rasa di welfare e tenuta sociale, un mercato interno a pezzi quasi inesistente, giovani condannati al nulla, politica corrotta, collusa, inconcludente e piena di privilegi, manager con stipendi da sceicchi e cariche cumulabili. Ma che cazzo ci vuole per far scattare la scintilla della rivoluzione ditemelo che cosa è necessario?".

Dal mio modestissimo punticino di vista, credo che sarebbe meglio spegnere i social network ed accendere il cervello.
A Robespierre non è servita una connessione internet ed un sito web per scaldare le folle e decapitare la monarchia. In tempi più recenti nemmeno Mandela mandava e-mail ai suoi amici per organizzare i tafferugli. Le rivoluzioni, quelle vere che hanno cambiato la storia, sono state fatte quando internet ancora non esisteva. Oggi invece abbiamo a disposizione uno vario e variegato numero di mezzi di comunicazione che usiamo solo per farci i cazzi degli altri, mostrarci quante cose belle facciamo e abbiamo e mandarci stronzate di qualsiasi tipo. Nel frattempo, nonostante l'unico che si sbatte sia un un ex cominco (nemmeno un politico, anche se suo malgrado lo è diventato impegnandosi in politica) che si sta esagitando tantissimo alla tastiera dal suo ufficio o dalla sua barca senza peraltro combinare granché, lo stato si è fatto soffiare dai suoi stessi politici  4 miliardi di euro (= 4.000.000.000 di euro, forse così fa più colpo), a favore delle banche che hanno ridotto allo strazio il Paese. Un decreto approvato a 4 ore dalla sua scadenza (doveva essere convertito in legge entro le 23:59 di mercoledì 29 gennaio 2014) grazie al quale, attraverso rivalutazioni contabili e denaro contante, Unicredit e Intesa riceveranno una bella paccottiglia in cassa presentandosi agli esami della BCE con un comodo cuscinetto sotto il culo dei super manager (ovvero, gli incapaci atterreranno sul sicuro e riceveranno pure un premio oltre i loro più che lauti e grassi stipendi). Mi chiedo: ma non è un aiuto di Stato, vietato dall'Unione Europea?
Da sottolineare che:
- il decreto è nato finché era in ballo la decadenza di Berlusconi. Ancora una volta la mano politico/mediatica dava in pasto agli italiani per distrarli una pseudo notizia mentre quella politico/finanziaria discuteva su come dare soldi alle banche sottraendone di pubblici (e quindi nostri) senza farlo sapere in giro;
- il decreto Bankitalia era sicuro perché la stessa Bankitalia provvedeva a modificare il suo statuto in base ad una legge che ancora non esisteva; 
- la Bce aveva richiamato il Governo italiano per non averla consultata, ma soprattutto aveva lanciato un avvertimento sul potenziale costo dell’operazione per la Banca d’Italia stessa.

Alla fine, quello che fa notizia e viene fatto sapere alle orecchie e fatto vedere agli occhi del popolo sempre più social-edonista, nonostante grazie proprio alle innumerevoli possibilità di auto-informazione che abbiamo a disposizione, sono:

- le proteste dei parlamentari del Movimento 5 Stelle;
- il presidente della Camera dei Deputati è ricorsa ad uno strumento vietato (la c.d. ghigliottina) pur di far approvare sul filo di lana sto cazzo di decreto Imu-Bankitalia (due cose che non c'entrano nulla l'una con l'altro pur di imboscarci dentro l'aiuto alle banche che aiutano gli stessi partiti);
- una deputata dei 5 Stelle è stata menata da un avversario politico; 
- il Presidente della Repubblica ha preso del boia ed ora è sotto accusa.
Quello che conta davvero, ovvero cosa è stato approvato, non viene raccontato e descritto come si dovrebbe raccontare. Per il popolo la notizia è il casino e non il motivo che lo ha scatenato.

In tutto sto marasma, una grossa azienda sta decidendo di lasciare l'Italia chiudendo i siti produttivi perché il costo del lavoro è troppo alto e per rimanere propone di abbassare gli stipendi. Il nostro ministro del lavoro (che non nomino perché non se lo merita!) non trova una soluzione che è sotto gli occhi di tutti e che sono arcistufo di ripetere.
Nessuno in Italia parla della probabile vendita di Dainese (le due diligence è in atto da un po') a Texas Pacific Group, il fondo americano che deteneva la Ducati prima della famiglia Bonomi.


Il rottamatore che pareva il nuovo che avanza (avanza nel senso di marcire?) e che pareva annientare il berlusconismo (i neologismi italiani fanno pietà!) con uno sputo stringe un patto proprio con il condannato e senatore decaduto per una falsa riforma elettorale preferita all'oppositore che non prevede alcuna preferenza. Cambiano solo le soglie di sbarramento ed il premio elettorale.
Vedremo se riuscirà a eliminare il senato e le provincie... o se rimarranno solo slogan e alla fine cadrà nel solito compromesso all'italiana, facendocelo passare per una riforma epocale come fossimo baccalà.

Qualche mese fa era passata la sanatoria sul videopoker grazie al quale le società che detengono i marchi di giochi online e macchinette da bar potranno cavarsela pagando allo Stato una cifra totale di appena 600.000 euro invece di svariati milioni, tutto a causa della partecipazione in queste società degli stessi politici  che hanno proposto e votato la sanatoria. 

Per eliminare i disservizi della rete ferroviaria in Veneto, l'assessore Regionale pensa ad un aumento del prezzo del biglietto: si chiedono soldi a chi subisce i disservizi invece di segare i colpevoli.

Viviamo in un Paese dove i suoi politici sono più preoccupati a riformare il metodo per ritornare sulla ricchissima e comoda poltrona che non a risolvere le cazzate fatte da loro ed in anni passati.

Siamo il Paese con le pensioni minime e gli stipendi più bassi d'Europa ma con i politici e dirigenti pubblici più pagati (con le tasse che ci fanno pagare) e con più sedie sotto al culo.
Paghiamo ancora le tasse sulla benzina per guerre e terremoti di 70 anni fa e le accise vengono ogni respiro mentre vengono ridotti le detrazioni fiscali.
Intanto non ci sono fondi per garantire servizi pubblici basilari come sicurezza sanità e cultura e le strade della mia città sono bucate.
I poveri sono ogni mese di più come quelli che non arrivano a fine mese. E le loro sorti dovrebbero essere decise da persone che guadagnano mila euro al giorno senza sapere quanto costa un litro di latte o un chilo di pane!

Il 10% delle famiglie detiene il 46% della ricchezza. Ma questo va bene perché c'è una chiara e palese connivenza tra le famiglie più ricche ed i politici (che potrebbero benissimo essere inclusi in quella percentuale).

E ci si chiede cosa aspettiamo per ribellarci? Io la butto sul ridere, ma quello che sta succedendo l'ho descritto tempo fa.

I figli di puttana che sono al governo, da quello locale a quello nazionale, si scannano solo per interessi personali mentre del Paese se ne fottono. 
Non capiscono come far ripartire il paese quando stiamo perdendo aziende. Fanno i finti tonti perché non posso credere che siano così idioti da non vedere l'evidenza: le aziende non possono pagare 100 i loro dipendenti per dargli alla fine 60, dai quali vanno tolti altri quanti, 35/40 di tasse e imposte! 
Ormai l'Italia non è più un mercato attraente e finirà ad essere una pattumiera. Poi toccherà al resto d'Europa perché i mercati che tirano ora sono il Sud America, l'Africa, India e l'estremo oriente. C'è da sperare che succeda qualcosa per farli crollare, così chi ha investito la si ritrovi con le pezze al culo. Almeno non saremo soli.
A Roma si discute su come riuscire a farsi (ri)eleggere. Mentre io quando guardo Tommaso mi preoccupo di non deludere il suo sorriso allegro perché non so cosa potrò dargli, non so cosa gli aspetterà non solo quando sarà il suo momento, ma anche oggi.

Se il popolo è davvero sovrano e se sa si esserlo, l'unica cosa che può fare l'unico suo potere è si non andare a votare e di esprimere così il proprio dissenso. Il voto è l'unico strumento in mano ai cittadini.
Grillo? I 5 stelle? Sel? La Lega? Renzi? Ncd? Ma fatemi il sacrosanto piacere! Che ardano vivi tutti!

Read Users' Comments (0)

A piedi nudi sull'erba

Quando uso i mezzi pubblici raramente mi rinchiudo nell'ascolto della musica del mio lettore mp3. Capita più spesso quando sono in treno, sull'autobus (che continuo a chiamare tram anche se non ha né binari né fili) invece no. Sarà che il percorso è più breve o perché le persone che trovo qui sono diverse da quelle che trovo in treno. Non so perché, ma non riesco ad ascoltare le persone che incontro in treno dove solo in rari casi (2 per la precisione) mi è capitato di fare dei buoni incontri.
Non è perché voglio farmi gli affari degli altri sull'autobus, non sono del tutto sordo (il timpano dell'orecchio dx non è al 100%, se vi interessa) quindi è inevitabile ascoltare quello che dice la gente in uno spazio ristretto.
Se so che devo prendere il treno, carico il lettore per l'occasione. So invece che mi tocca prendere il tram la mattina stessa se la sera prima non diluvia e per il giorno dopo non sono previste pioggie. Così non controllo lo stato della batteria del lettore così al 90% dei casi lo ritrovo scarico o, ancora peggio, con quel tanto di autonomia che mi lascia ascoltare giusto un paio di canzoni, ovvero il tempo utile per acclimatarmi nel sedile in una giornata lunga umida e scomoda mentre la terza si interrompe prima di metà, interrompendo in modo tanto improvviso quanto impietoso l'ascolto ma soprattutto il mood nel quale mi sono appena immerso.
Ed è quello che mi è successo alcuni giorni fa andando a lavoro. E non ho potuto fare a meno di ascoltare una moglie dare consigli ad un'altra (in fondo sono facili da riconoscere tanto quanto i mariti) per l'acquisto di una casa, valutando con attenzione l'ipotesi giardino.
La prima diceva alla seconda che si può utilizzare per il barbeque, che se è abbastanza grande e/o (o/e) il garage non sufficientemente capiente si può mettere la casetta per gli attrezzi ed il tagliaerba. Qui la seconda è saltata per aria chiedendo: "Perché, mi servirà spesso il tagliaerba?". Non so se hanno visto il mio interno ed intimo stupore, non so se l'ho esternalizzato, ma porcaputtana per quanto non si debba giudicare una persona al primo contatto,cara la mia seconda l'erba del giardino 2 o 3 volte al mese va tagliata!

È quello che le ha detto la prima, dopodiché la seconda ha mostrato evidenti segni di smonamento nei confronti del concetto casacongiardino (forse adesso va di moda dire #casacongiardino).
"Cooosa?  - ha esclamato - Sul serio? Quanto tempo porta via?" ed immagino stesse già pensado alle occasioni di alta socialità o ai weekend termali marini montati saltati per colpa di un giardino dove far giocare il pupo e ricevere gli amici. Un dramma! Chissà come la pensa il proprietario dell'altro anello.

Non ha tutti i torti, forse. Chi ha vissuto in appartamento senza la possibilità di godersi lo spazio verde e magari alberato di un giardino non sa tante cose. Come l'impegno che ci vuole per mantenerlo bene perché quasi una volta a settimana l'erba va tagliata, se gli alberi danno frutti vanno raccolti prima che marciscano sui rami o a terra e che vanno potati ogni autunno e le foglie raccolte altrimenti non fanno respirare l'erba che si brucia ed ingiallisce. Inoltre bisogna dargli da bere ogni sera.
E qui è scattato il suggerimento geniale della prima: "Fatti l'impianto di irrigazione che adesso te li tirano dietro [davvero!?], così lo puoi programmare per la mattina presto e la sera/notte senza perdere tempo e a romperti le scatole a spostare la canna ogni tot tempo". Qui la seconda ha visto la luce in fondo al tunnel, pensando che almeno questa cosa qui se la poteva risparmiare.

Ho avuto la grandissima fortuna di vivere 33 anni in una casa con giardino ed in mezzo un grande pino marino dove d'estate legavamo al ramo più basso l'altalena. Da bambino ci ho giocato a calcio (cercando di non tirare giù i frutti dagli alberi o distruggere i fiori), mio zio Sandro ha insegnato a me ed i miei amici a giocare a momola un sabato sera d'estate, ci facevo il bagno con i getti della canna (i miei non ne erano tanti felici), sopra il prugno bastava una base di legno e tre coperte per costruire la casetta oppure quattro sedie ed altrettante coperte per la base segreta (faccina che ride imbarazzata), era uno dei confini stabiliti a nascondino quando eravamo tanti oppure leggevo Topolino sull'amaca, appesa tra il grosso pino ed un melo. Da più grande ho iniziato a prendermene cura tagliando l'erba e poi dandogli da bere (trovando una certa continuità con i bagni di cui parlavo prima), con qualche battibecco con moscerini e zanzare perché ho il sangue amaro e non mi pungevano. 
Adoro stare in giardino, camminare scalzo sui fili d'erba e sono contento di andare dai miei a tagliare l'erba quando i miei sono via. Non è grandissimo, in 2 orette faccio tutto, pulizia del rasaerba compresa. Ed è rilassante.

Vivo da circa 3 anni in un appartamento che da su una strada trafficata con tutte le conseguenze più disturbanti del caso e l'unico verde a disposizione è quello delle foglie di pseudo alberi nel cortile che è una colata d'asfalto.
Mi chiedo perché prendersi una casa con giardino finendo per trascurarlo. Ognuno fa quello che gli pare, ma un giardino è la cosa più bella che possa avere una casa.

Read Users' Comments (0)