Oscar di ragazzo


Hanno tutti parlato di Oscar Pistorius come un angelo. Certo uccidere la propria compagna è l'ultima cosa che ci aspettiamo da una persona, anche se a leggere la pagine di cronaca nera non è una cosa così scontata al momento.
Noi consumatori di mezzi di informazione lo conosciamo come un ragazzo d'oro che ci ha messo la faccia per sensibilizzare l'opinione pubblica sulle (pari) condizioni dei diversamente abili, così come sta facendo Alex Zanardi tanto per fare un altro esempio.
O almeno così ce lo hanno venduto, perché immagino che qualche aspetto della sua vita privata sia trapelato e più di qualcuno della stampa e non – i cosiddetti ben informati e quelli che sanno qualcosa in più – ne sia a conoscenza.
Mi ha colpito il titolo della Gazzetta dello Sport il giorno dopo: “Da angelo a demone”. Ma chi lo sa com'è davvero un personaggio pubblico (com'è lui) nella sua vita privata? Per come lo abbiamo visto noi, è una persona per bene, perché comunque deve difendere un’immagine, anche per molti interessi in gioco. Ma all'interno delle mura della propria casa (bunker, a quanto si dice) di Pretoria, può benissimo essere un pezzo di merda.
E non lo sapevamo fino al momento in cui ha (avrebbe) scambiato la sua ragazza per un ladro.
Per gli anabolizzanti che gli hanno trovato in casa invece non mi stupirei se da un cassetto della sua camera da letto non sbucasse dai calzini la pistola che ha ucciso JFK.
In attesa di conoscere ulteriori risvolti in un immancabile quanto imperdibile versione cinematografica.

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