Di pantalone non frega niente a nessuno

Chiaro che se un paese sta precipitando nel baratro è allo stesso popolo che tocca metterci una pezza sacrificandosi. 
La frase suona uguale scrivendo:
Chiaro che se un paese sta precipitando nel baratro i politici sono costretti a sacrificare il popolo che lo ha eletto.
Scrivo di getto in modo del tutto istintivo dopo aver letto i siti dei vari quotidiani italiani dopo l'incontro di Tremonti con le commissioni di Camera e Senato. 
Per ora tante ipotesi tra le quali quelle di tagli a tutto quello che serve a un popolo (sovrano) come le pensioni; gli interventi sociali mai come ora così utili; trasferimenti ai comuni che si rifaranno di conseguenza alzando le tasse locali e tagliando a loro volta servizi utili come i trasporti la sanità e via discorrendo.
Nessuna operazione concreta di rinuncia del superfluo. Avanti così!


In un periodo di crisi il lavoro è importante ed il mercato del lavoro deve essere riformato anche perché le aziende sono un pilastro del Paese: quelle istituzioni così generose ad assumersi la responsabilità di assumere persone più o meno qualificate mantenendole in vita con sostanziosi contratti a progetto o a tempo determinato con prospettiva (di un calcio nel culo). A loro tutto è dovuto perché è grazie ai loro lauti stipendi se il popolo può vivere quindi l'equazione corretta è aiuta l'azienda che così aiuta la gente. 
Anche qui ripeto quanto detto per sputtanare un po' la buona Emma tempo fa: gli aiuti alle aziende sono fini a se stessi e non portano alcun utilità al suo dipendente.
Vogliamo una prova?
Ecco, messa sul piatto d'argento dal ministro dell'economia Tremonti pochissime ore fa: una delle soluzioni geniali per combattere la crisi è quella di dare la possibilità all'azienda di licenziare il personale “compensato con meccanismi di assicurazione più felici”. Pazzesco! Si da il diritto di licenziare tornando alla vecchia discussione sul licenziamento per giusta causa* ed allo stesso tempo si manda a fare in culo lo stato sociale al quale le aziende appartengono nel modo più totale.
Secondo le aziende ed i loro lungimiranti imprenditori, chi compra i prodotti che producono?
Con quali soldi possono comprare i prodotti che producono?
Vediamo quanto ci mettono a rispondere...


Me lo spiega quel genio di Tremonti come si fa a:
1. risollevare il PIL se gli italiani non hanno lavoro e quindi soldi o guadagnano troppo poco per fare acquisti?
2. Ottenere il pareggio di bilancio se:
    2.1 bisogna tirare fuori soldi per instaurare “meccanismi di assicurazione più felici” (cito...) per quei lavoratori licenziati con libertà dalle aziende?
    2.2 Ci sono meno lavoratori che pagano meno tasse e quindi le entrate statali calano?


Per il punto nr. 1  mi viene da pensare che quello che producono le aziende italiane non è (più) rivolto alla vendita interna ma all'esportazione verso i paesi in via di sviluppo.
Per il punto nr. 2 la risposta è semplice: nuove tasse sotto forma di accise sui carburanti per pagare questi nuovi “meccanismi”.
Soprattutto, i licenziamenti più facili pensati da Tremonti (sono curioso di sapere chi è il belva che glieli ha suggeriti!!!) eliminerebbero la cassa integrazione, un costo sociale e pubblico mica male!


Idioti! Gli imprenditori i politici i sindacati che non sono capaci d'altro che minacciare scioperi (sì bene bravi la giornata di sciopero non viene pagata, così si fa solo un favore ai “padroni” come li chiamano ancora loro!).
Quel che resta del cervello del ministro Bossi ha preso posizione contro la riduzione delle pensioni... per i licenziamenti facili alzerà il dito contro Tremonti o contro i lavoratori?
E Brunetta li manderà a cagare tacciandoli di cretinitià dall'alto del suo livello culturale?


Ho paura. Leggere certe cose mi fa paura.
Mi fa paura Emma Marcegaglia come un mostro sotto il letto per un bambino la notte! Perché quando chiede azioni concrete dello Stato per risolvere la crisi non chiede né azioni concrete per la gente comune né di risolvere la crisi che colpisce la gente, ma chiede azioni concrete e di uscire dalla crisi che colpisce lei le aziende e tutti i suoi colleghi imprenditori!!! Ecco cosa non dice la cara Emma!!!
Perché lei vuole proteggere prima di tutto se stessa la sua azienda i suoi soldi investiti chissà dove e i suoi amici imprenditori che per questo l'hanno scelta, non per le persone che lavorano (anche per lei!).
Forse era meglio se andavano in vacanza fino a settembre perché ogni volta che parlano mostrano la loro inadeguatezza, impreparazione e parzialità.


Così  Giuseppe Pellizza da Volpedo un secolo e 10 anni fa (nel 1901) descriveva il suo dipinto, il Quarto Stato: «Siamo in un paese di campagna, sono circa le dieci e mezzo del mattino d'una giornata d'estate, due contadini s'avanzano verso lo spettatore, sono i due designati dall'ordinata massa di contadini che van dietro per perorare presso il Signore la causa comune...»
Ci mettiamo in marcia? Cambiamo il futuro iniziando dal presente? Magari facendo il contrario del 1789... partire dal 1789 per un nuovo futuro?


PS: Tremonti ha solo accennato al taglio dei costi della politica: "Dobbiamo intervenire perché ci sono eccessi”. Riconoscerlo costa niente, fare il taglio invece rischia la testa!


* che 1) è unidirezionale cioè il rapporto di fiducia tra azienda e dipendente cessa solo se il contratto non viene rispettato dal secondo e non dalla prima e 2) non è determinata dalla legge bensì è rilevabile dal giudice in base a un sacco di cose)

Read Users' Comments (1)commenti

1 Response to "Di pantalone non frega niente a nessuno"

  1. Ale, on agosto 11, 2011 5:22 PM said:

    un lapsus freudiano lo ha colpito quando ha detto di "limitare l'abuso di contratti a tempo INDETERMINATO"!!! Idiota!!!!!!!!!