X-Factor 5 - La semifinale

Ho perso tre quarti della semifinale, sono arrivato nel momento in cui Nicole rimandava la sua eliminazione alla seconda votazione a sfavore di Jessica perdendomi tutti gli altri inediti.
Per fortuna che internet mi viene incontro e me li sono ascoltati sul sito ufficiale della trasmissione.
Mah! Forse mi aspettavo di più dagli inediti ma a pensarci bene devono essere brani per una puntata con una lirica facile ed immediata e, anche se non me ne intendo una mazza, anche con una musica semplice. Può darsi che anche per questo li ho trovati banali.
La trasmissione poi. Dipende moltissimo dalla qualità dei concorrenti che quest'anno mi sembra di molto superiore rispetto all'anno scorso, ma che non propone un'offerta musicale nuova. A X-Factor 4 c'era quel personaggio di Nevruz capace di passare dai Nirvana alla musica italiana con identica bravura. Quest'anno invece ci sono tante voci ottime, le tre della Ventura, Antonella e Claudio di Arisa, le Cafè Margot di Elio (bravissime! Come ha detto Elio già pronte per un disco, glielo auguro, brave e belle) e Vincenzo di Morgan. Ecco lui ha riportato lo stile dei cantautori italiani come Lauzi e Dalla che a mio modesto parere manca molto in questo momento nel panorama musicale italiano.
I Moderni sono spuntati all'improvviso dopo un inizio incerto, forse perché nemmeno Elio ci capiva qualcosa, fino a tre puntate ed è riuscito a portare sul palco un bel gruppo, sì va bene la versione italiana dei Black Eyed Peas e degli Otto Ohm (per lo stile musicale) con l'inedito di stasera, ma un gruppo così in Italia non esiste. Sono divertenti e se presi singolarmenti sono quattro voci molto belle. 
Salvo questo del programma poi avanzo i miei dubbi perché più che lanciare una pop-star come continua a ripetere Elio ogni giovedì sera, è un prodotto artefatto preconfezionato con il solo scopo di recuperare gli investimenti grazie alla raccolta di pubblicità e di nuovi abbonamenti per Sky.
Mi chiedo perché si sia ripresentato Marco Mengoni che ha vinto due edizioni fa e non Nathalie che è l'ultima vincitrice di X-Factor. Forse non ha trovato l'accordo con i produttori o si è montata la testa e si è persa per strada?
Sta di fatto che il 99% di quelli che sono passati di li vincitori compresi non sono diventati delle pop-star. I Bastard Sons of Dioniso suonano nei campi da calcio della Valsugana e della Pedemontana vicentina e non so nemmeno se li riempiono, leggo solo le pubblicità e gli articoli promozionali nei giornali locali. Insomma c'è una certa mesta illusione per questi poveri cristi che non so se ne sono consapevoli oppure no.
Adesso in finale c'è la giovane Francesca, Antonella ed I Moderni.
Francesca è una mia conterranea e pur avendo 16 anni ha una voce forte alta potente che purtroppo Simona Ventura non è stata capace di sfruttare (ma la vocal coach [?] Paola Folli non le diceva niente?). Da vicentina (e teenager) appare chiusa e timida poi quando canta si trasforma. Peccato che l'inedito lasci in gabbia la sua voce.
Antonella sembra una cantante professionista per come si atteggia sul palco per come riesce a interpretare le canzoni. Però anche lei ha la voce, poi niente di nuovo all'orizzonte.
Ed a sorpresa ci sono I Moderni.
Bella sfida! Chissà se me la guardo, giovedì 5 gennaio potrei essere in un posto senza Sky né rete cellulare per seguire almeno su Twitter la finale!

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Caro automobilista


Dear automobilista al volante di una Mercedes E300 nuova di stecca, quelle cose messe nella parte anteriore alle portiere, giusto alla base del parabrezza, hai presente?
Ecco, tu che sei così figo da poter guidare una Mercedes E300 da superbollo di €20/kW, credi di avere anche una vista a 360° che puoi permetterti di tenerli chiusi?


No, automobilista dei miei maroni, altrimenti non rischiavi di centrarmi cambiando corsia. Quelle cose ai lati della macchina non sono un addobbo di Natale perché hanno delle luci intermittenti a led incorporate che puoi azionare a piacimento, sono gli specchietti retrovisori e servono a vedere di lato e quando guidi la tua Merci E300 vanno tenuti aperti!!!


Per la cronaca, poco prima del rischiato incidente, avevo indicato all'automobilista dei miei maroni di aprirli. Prima indicando i suoi, poi indicando quelli del mio scooter. Ma da come mi guardava sorpreso, dovevo aspettarmi un pericolo imminente!

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O vittoria, o morte

Siamo nella merda. Mancavano l'OCSE prima e la (il ministro dello sviluppo economico) Passera poi per dirci che nel 2012 rischiamo di retrocedere. O ancora peggio, di cadere in recessione.
Allora io sono un pazzo che ha visioni o prevede le cose (in questo caso domani mattina vado a scommettere i numeri buoni), perché credevo di esserci già da qualche anno, dal momento che nel 2008 il PIL italiano ha registrato un -1,4% e nel 2009 addirittura un -5,1%.
Faccio il gioco tanto caro a Gigi Marzullo e mi domando cosa ha fatto chi doveva fare qualcosa  in quegli anni e mi do la risposta. Me la tengo per me per non trascendere in banale volgarità.
Adesso abbiamo un nuovo governo, fatto di persone che con i subdoli giochi egoisti legati a politica e clan non dovrebbero centrare affatto, che sta cercando di ricucire uno Stivale consumato da approfittatori parassiti e delinquenti.
Mario Monti mi ha sempre fatto una bella impressione fin da quando era commissario europeo per la concorrenza, un uomo tutto d'un pezzo che non si fa mettere i piedi in testa e non si perde in fronzoli e mi auguro che ora le "forze" italiane con le quali è entrato in contatto non siano più rompicoglioni ottuse ed egoiste di quelle che ha affrontato da commissario.
Fatta questa premessa, mi chiedo anche come la situazione economica e sociale sia potuta degenerare fino a questo punto, senza che nessuno (governi e parti sociali) abbia potuto fare qualcosa.
Visto che mi piacciono i numeri e le analisi e sono curioso, sono andato a vedermi la variazione del PIL da metà anni '90 al 2010. Eccola qui:


1996 +2,1%
1997 +1,9%
1998 +1,4%
1999 +1,7%
2000 +3,9%
2001 +1,8%
2002 +0,3%
2003 +0,1%
2004 +1,1%
2005 +0,6%
2006 +1,9%
2007 +1,5%
2008 -1,4%
2009 -5,1%
2010 +1,3%
(Valori Concatenati ISTAT; dal 2001 al 2005, Istat Conti Economici Nazionali 2001-2005)

Non che ce la cavassimo poi così male anzi, poi c'è stato il 9/11 ed il mondo ha fatto patatracchette.
Ma non solo quello e a mio modesto parere oserei dire non per quello.
Infatti a cavallo dei due secoli è successo qualcosa che le associazioni industriali hanno chiesto ed i governi hanno permesso e le parti sociali (chiamiamole con il loro vero nome e cioè sindacati ed associazioni di categoria?) non hanno combattuto a sufficienza e che i mezzi di informazione ce l'hanno data da bere con un altro nome e cioè globalizzazione. Io la chiamo delocalizzazione, che significa chiudere la produzione nel paese d'origine dell'azienda per trasferirla in un altro paese dove il costo del lavoro è non so quante volte inferiore rispetto al paese d'origine (considerando i costi di trasporto e doganali per far rientrare la merce e distribuirla sul mercato).


E adesso mi viene da ridere a pensare a quelle quattro marionette ed ai loro marionettari di no-global che vanno in giro per ribaltare le città in difesa dei diritti lesi dalla globalizzazione.
Non mi sembra che marionette e marionettari abbiano mai pensato che per fare quel paio di scarpe in una paese dell'estremo oriente c'è una persona che lavora privo di qualsiasi diritto e difesa (davvero?), in Europa allora ci sono tante persone senza lavoro ma anche senza diritti e difesa.

E' crollata la classe medio-bassa che si occupava della produzione, delocalizzata dall'imprenditore: così le aziende si sono riorganizzate che è un altro termine per nascondere il verbo licenziare il personale in esubero.
Mi piace com'è ironica la vita: il personale infatti viene anche chiamato "risorsa": dicesi "risorsa" il mezzo con cui si provvede a fronteggiare un bisogno (effettuare un lavoro, in questo caso); insieme di mezzi disponibili, ciò che costituisce fonte di ricchezza. Quindi se non esiste più il bisogno di produrre non si ha più la necessità di stipendiare le proprie risorse, l'azienda può farne anche a meno perché la fonte della sua ricchezza, cioè le persone che fino a quel momento producevano per lei, si trovano diversi fusi orari ad est del mondo.
Così nell'arco di un triennio l'Italia (ma immagino molti paesi europei) si è trovata con decine di migliaia di lavoratori disoccupati, la cui capacità di spesa è crollata.

A questo punto si potrebbe pensare che, indossata una maglia rossa con il faccione di un barbuto con lo sguardo sperso, mi sono messo a scrivere un trattato filo comunista ma non è questo il mio intento, sto solo descrivendo quello che è successo nell'ultimo decennio e che nessuno, mi sembra, ne abbia ancora parlato.

A peggiorare la situazione, dopo la delocalizzazione fatta passare per globalizzazione, un altro raggiro è stato rappresentato dalla legge che porta il nome di chi  l'ha concepita: la "Legge Biagi", dal giuslavorista assassinato dalle Brigate Rosse nel 2002.
Presentata come una opportunità per i lavoratori per il suo effetto positivo sul ricambio dell'occupazione (parafrasi politichese), alla fine ha creato una nuova realtà di lavoratori: i precari, cioè lavoratori alle dipendenze di un'azienda privi di garanzie e tutele.
Riassumendo in modo drastico:
- tasse sul costo del lavoro altissime
- attività produttiva in Italia è stata quasi tutta cancellata a causa delle scelta di molte aziende di delocalizzare in paesi dove il costo del lavoro è più conveniente
- la Legge Biagi ha creato la categoria dei lavoratori precari, privi di tutele e garanzie (la loro busta paga non serve nemmeno come garanzia per chiedere un mutuo)
- aumento di disoccupazione e di precarietà
- aumento della spesa pubblica sociale per CIG ed assegni di disoccupazione
- calo dei consumi
- calo del PIL
Le azienda hanno avuto il doppio vantaggio di tagliare i costi di produzione e del personale, per contro gli italiani si sono trovati senza lavoro oppure senza tutele.
Poi qualcuno ha anche la faccia da culo di chiamarlo made in Italy (nemmeno il moto lo è, pensa un po' da dove comincia il controsenso) perché il concetto parte dall'Italia. Ridicolo.

Mi sembra chiaro che una nazione che non produce e non distribuisce la ricchezza (prodotta) alla sua gente non può crescere, non consuma non acquista non va da nessuna parte o, se proprio si muove, sprofonda.
Mi chiedevo come fanno fior fiori di società a fallire visto l'abbattimento dei costi (e l'aumento del margine tra il costo di produzione ed il prezzo di vendita dei prodotti). Una delle risposte è che i suoi prodotti fatti in Asia non li compra nessuno, perché non ci sono i soldi per acquistarli (un'altra è rappresentata dalla richiesta di tiare fuori il bottino imboscato in qualche paradiso fiscale).

Ma mettendomi anche nei panni dell'azienda, di un controller o di un consulente ben pagato che analizza le diverse voci di costo dell'azienda, trovo anche normale far adottare questo tipo di soluzioni quando (mi esprimo in modo molto diretto e grezzo) il prezzo totale di un lavoratore è elevatissimo per colpa delle tasse che appesantiscono la busta paga mentre il suo valore effettivo (leggi stipendio) è decurtato della stessa misura, quasi il 50%. Mettendomi dall'altra parte della scrivania, mi chiedo perché dovrei pagare 100 una persona che se ne intasca alla fine 45 se va bene quando dall'altra parte posso pagare 60 (e anche meno), aumentando anche la produzione?
E chissenefrega poi se il prodotto viene fatto peggio anzi meglio così si consuma prima e se ne vendono di più.
Strategia che può anche passare per inattaccabile ma che nel lungo periodo ha creato questa situazione economico-sociale caratterizzata da mancanza di ricchezza e crollo dei consumi.
A meno che dei consumatori italiani non frega niente a nessuno perché adesso i mercati che valgono sono indiani, cinesi e russi e allora noi possiamo anche morire di fame (e nel frattempo musulmanizzarci tutti come teme il cardinal Bagnasco, ma su questo ci vuole un post dedicato).
Ed il quadretto si è concluso in miseria.

Adesso Mario Monti sta lavorando su pensioni, al taglio dei vitalizi dei politici (tralascio il loro cattivo gusto nel piangersi addosso) e a inserire nuove tasse per i beni di lusso e sui redditi più alti secondo il principio che chi ha dato meno o chi può dare di più deve pagare più tasse.
Non voglio giudicare queste soluzioni perché uno dei vari problemi dell'Italia è quello della liquidità: pare incredibile ma soldi pare non ce ne siano in cassa (e chi se li è mangiati?) e da qualche parte bisogna trovarli per diminuire il debito pubblico.
Però questa cosa qui mi sta a cuore e trovo assurdo che non inverta la tendenza: bisogna aiutare le aziende. Sono soffocate dalla burocrazia e dalla tasse. E' diventato quasi controproducente assumere una lavoratore e quasi nessuno lo fa a tempo indeterminato.
Io non ci credo che nessuno riesca a capire che la produzione deve ritornare in Italia (così potremmo finalmente vantarci di sto benedetto made in Italy e mi andrà bene anche se è in inglese!) e che devono essere abbassate le tasse sul lavoro.
Questo consiglio a Monti: la produzione italiana (come si dovrebbe chiamare in realtà in lingua italiana) è sempre stata la migliore e deve rimanere in Italia.
Altrimenti ci condanneremo da soli.
Una nazione che non produce non consuma, è povera. Purtroppo bisogna far circolare denaro e in questa situazione ne gira poco.
Dove sono i sindacati? Il  loro motto è sempre stato "più reddito" ai lavoratori italiani, invece se sono fortunati ad avercelo ce ne hanno anche di meno nonostante scioperi inutili ed avvilenti.
Si deve far rifiorire la produzione italiana aiutandola e non a tempo determinato ma per sempre, aiutando le aziende che riportano la produzione all'interno del nostro paese ed assumono lavoratori italiani, dandogli uno stipendio giusto che non sia giustificato solo dal pagamento delle tasse per mantenere quei prostatici puttanieri nullafacenti che ingrassano occupando delle sedie.
Mi auguro con tutto il cuore che questo governo riesca a concludere il mandato che gli rimane: da qui alle elezioni del 2013 manca poco più di un anno e non è tanto ma nel frattempo spero che prende in considerazione questa scelta. Deve farlo. Perché se al popolo non è data nemmeno l'occasione di consumare gli viene tolta l'unica vera parte di sovranità in suo possesso.

Quello che temo è il successo che potrebbe avere la banda Monti: se questo governo tecnico avrà successo, sarà la morte della politica, una sconfitta di una classe dirigente che si è arrogata il pretesto di sedersi in diversi ministeri nell'arco di una o più legislature senza avere le competenze per amministrare.
Qualcuno potrebbe fargli lo sgambetto per evitargli un successo imbarazzante.
Allora non rimarrebbe che una sola alternativa che andrebbe oltre la civiltà e richiederebbe l'intervento unito di tutti (noi).

PS: un signore una volta alla folla parlò così. Io condivido ogni sua parola:
« Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow Jones né i successi del Paese sulla base del Prodotto Interno Lordo. Il PIL comprende l'inquinamento dell’aria, la pubblicità delle sigarette, le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine del fine settimana… Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari. Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione e della gioia dei loro momenti di svago. 
Non comprende la bellezza della nostra poesia e la solidità dei valori familiari. Non tiene conto della giustizia dei nostri tribunali, né dell'equità dei rapporti fra noi. Non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio né la nostra saggezza né la nostra conoscenza né la nostra compassione. Misura tutto, eccetto ciò che rende la vita degna di essere vissuta »
(Robert Kennedy - Discorso tenuto il 18 marzo 1968 alla Kansas University)

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Caro ciclista

Caro ciclista,
ti sei mai chiesto cosa sia mai quell'altra corsia che fiancheggia la strada, bella, larga almeno 2 metri ai bordi di un campo, illuminata e protetta?
Non è una pista di atletica (è d'asfalto, troppo duro rispetto al tartan).
Non è una rampa di lancio (ha un fondo irregolare e poi è troppo stretta).
Non è una pista da biglie (noiosa, è tutta dritta e ci sono solo coppie di paletti ogni 200 metri).
Non è una pista da pattinaggio (anche se può essere usata per questo sport).
Non è una via verso una porta temporale (non sarei qui a scriverti!).
È una pista ciclabile!
Mai sentita nominare prima?
Ci sono anche dei cartelli blu quando iniziano, con un omino che pedala. Va bene che il cartello non è proprio a portata di vista ma non è nemmeno così alto da avere la neve perenne!
Sì potresti avere ragione, se l'hai notata forse ti sarai anche chiesto il suo perché, visto che inizia e finisce allo stesso modo e cioè nel nulla, ma a parte questo dettaglio che comunque non ne compromette il suo utilizzo e per quel paio di chilometri ti fa pedalare in totale quietudine, usala, quella lingua d'asfalto che tanto è stata chiesta e tanto è costata in soldi e pazienza (entrambi pubblici).
Soprattutto nelle sere nebbiose dove la visibilità è così limitata che non si vede nemmeno dove atterra lo sputo, soprattutto quando sei carica/o di borse della spesa che ti sbilanciano di qua e di la.
Hai tutta la tranquillità di pedalare in sicurezza, senza le auto che ti sfrecciano al fianco. E non proteggerti dietro la futile scusa che finisce in mezzo una rotatoria perché ti puoi fermare prima, guardare a destra e a sinistra ed attraversare. Se però stai pedalando verso la direzione opposta, allora sei proprio in cerca di qualcuno che ti stiri le mutande perché la prendi proprio nella stessa direzione da dove vieni. Allora, cosa cazzo ci fai in mezzo la strada senza un faro senza una giacchetta rifrangente in una sera nebbiosa?
Ah, prima di salutarti, va bene che così è più breve da qui a li, ma in mezzo c'è una rotatoria e vedi di non prenderla contromano per pedalare 3,49 metri in meno!!!

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Marco Simoncelli

Guardi una gara di moto, della classe regina del motociclismo, aspettando il riscatto del campionissimo, la conferma del neo campione, la rivincita dell'indomito.
Invece come di schianto tutto si ferma quasi subito, presto. Troppo presto per tutto.
Perché anche queste cose purtroppo succedono e sono da mettere in preventivo soprattutto quando corri aggrappato ad un manubrio a velocità incredibili.
Come Daijiro Kato come Shoya Tomizawa come Ayrton Senna. Incidenti fatali quanto ineluttabili. Non imprevisti perché sono da mettere tra le possibilità di questi sport. Di questa professione.
Incidenti che scuotono e ci lasciano attoniti perché quando vedi quei pazzi appesi alle loro moto non pensi mai all'incidente o che si possano fare qualcosa di male spremuti dentro quelle tute protettive.
Poi ce ne sono alcuni che ci colpiscono più o meno da vicino e questa mattina è successo uno di quelli.
È stato il mio risveglio.
Ancora non ci credo.
Avrei dovuto scrivere qualcosa per lavoro ma un collega mi ha anticipato. Per fortuna, perché non avrei  saputo che parole buttar giù. Qui invece mi riescono diverse e un po' più facili.
Sono ancora qui davanti la televisione saltando da un canale all'altro chiedendomi come fanno i giornalisti a fare il loro lavoro con un groppo in gola per la scomparsa non solo di Marco Simoncelli ma anche di una persona che conoscevano e di qualcuno di loro anche un amico.
Adesso si discute dei motivi ma poco importa se è stata la gomma fredda l'elettronica o la sua imperizia la sua voglia di andare subito davanti la sua fame precipitosa.
Più guardo quelle immagini e più ci vedo il senso della gara per un motociclista: la moto è persa ma il pilota ci rimane appeso perché non la molla e non molla perché ci crede sempre anche appeso alla carena.
Marco Simoncelli corre via appeso con tutta la sua determinazione alla sua passione.
Travolto dalla sua passione.
Ma nonostante le protezioni che si hanno addosso il colpo di una moto è letale.
Mi spiace anche per Colin Edwards e Valentino Rossi che hanno avuto solo la colpa di trovarsi li.
Ancora non ci credo.
La moto era tutta la sua vita perché ha fatto solo quello nei suoi 24 anni: era salito sopra la sua prima moto a 7 anni.
Oggi se ne è andato via con la sua moto.
Se qualcuno non conosce Marco Simoncelli la foto qui sotto descrive in modo esplicito il suo stile.



Shine on you crazy diamond

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Nuova stagione


Più che una nuova stagione si è aperta una nuova vita. Sportiva intendo. Ho deciso di prendermi una stagione sabbatica perché ero davvero stanco e scarico e non avevo più stimoli e impegnarmi con altre persone senza dare l'impegno giusto non mi andava.
Però dovendo dare coerenza alla mia fama di tarantolato non potevo rimanermene a casa in pantofole la sera così oltre a continuare a mettere alla prova il mio ego con il country ho iniziato a giocare a calcio a 5 nella squadra amatoriale di un amico.
Come detto l'anno scorso non volevo impegni e soprattutto scazzi (poi con i miei orari di lavoro non facevo in tempo a giocare le partite, il venerdì sera alle 19:30) così mi sono limitato agli allenamenti: una sera a settimana, al chiuso in una bella struttura poco lontana da casa, in maglietta e pantaloncini. E fuori la tormenta ed il gelo. Mica male.
Dopo un anno di apprendistato, lo scorso settembre ho iniziato la preparazione per la stagione 2011-2012. Quest'anno partecipo anche io (senza mollare il country sia chiaro!).
Abbiamo già giocato la prima di campionato ed abbiamo vinto 2 a 1 in casa. 
Chi ben comincia, mette le mani... avanti!


C'è anche qualcun altro che ha iniziato davvero una nuova vita e se l'è cercata per mesi. Mi riferisco ai ribelli libici. 
Anche per loro da ieri mattina è iniziata una nuova stagione, una nuova vita libera. Almeno così spero visto che qualche nazione europea liberata dalla dittatura ha avuto problemi e ha rimpianto l'egemonia precedente.
Non voglio fare paragoni che non c'entrano affatto ma pensavo che io almeno ho fatto un anno di apprendistato di calcio a 5 per prendere un po' le misure prima di fare sul serio. Loro invece si trovano di schianto ad aver a che fare con qualcosa che hanno voluto (davvero?): la democrazia, una sconosciuta per loro.
Chissà quando inizieranno a rendersi conto della truffa...
In bocca al lupo!

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La democrazia non esiste


Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo
Articolo 27
«Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico e ai suoi benefici.
Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore»


Disegno di legge - Norme in materia di intercettazioni telefoniche etc., p. 24, alla lettera a) del comma 29 recita:
«Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono.»


Mi chiuderanno il blog per aver scritto quella così? Mi chiamerà qualcuno spacciandosi (verbo alquanto problematico da usare in questo periodo, pare) per la Sig.ra (no, sig.na proprio no, visto che in nome suo non so quanti l'hanno... cavalcata, per non dire montata. Ecco. Detto!) Democrazia dicendo che esiste eccome e, in forza di se stessa e nonché in qualità di prova di se stessa, mi intimerà di correggere il titolo cancellando la negazione aggiungendo "''sti cazzi eccome!"?
In questo caso, porgerò la mano e saluterò con cordialità, magari facendo anche un pensierino all'aspetto di questa Democrazia mai vista prima dal vivo e tanto meno toccata ma sempre immaginata (una specie di Moana, insomma! - e si ritorna alla parentesi precedente... tutto torna!).
Perché se in nome della Democrazia un qualsiasi presidente del consiglio di una qualsiasi Repubblica Democratica può chiudersi in una sua qualsiasi casa per scoparsi qualsiasi persona, mentre nelle medesime condizioni di Democrazia qualcuno in un futuro (troppo) vicino potrebbe arrogarsi il diritto di dire a qualcun altro che quello che è stato pubblicato su internet gli lede l'immagine (ed al contempo gli rode il culo che sia stato scritto e letto e condiviso)?
Quello che mi lascia basito è l'incapacità delle persone di non capire, di non voler capire e di essere superficiali e generici. Per spiegarmi, mi vengono in mente quelle scene dei Simpson, ma anche dei film spara-spara di Hollywood, dove 1.000 militari armati fino al buco del culo mitragliano fino all'estinzione 1 ragazzino che si gratta le palle mettendosi una mano in tasca. Lui si spiega meglio.
Allora, visto che si tratta di una qualsiasi Repubblica Democratica ed il potete per Costituzione appartiene al suo popolo in quanto Sovrano, perché quel popolo di quella Repubblica Democratica non è libero di ritenere lesivo all'immagine della propria Repubblica Democratica l'atteggiamento del suo presidente del consiglio e licenziarlo? Se lo ha democraticamente eletto, perché non può democraticamente ritirargli la fiducia? Ahimé, Giorgo Gaber potrebbe spiegarmi perché no:

Finché questa Repubblica Democratica sta andando a puttane, Tremonti lo ha pure detto che adesso sono coinvolte anche le banche (ma non erano state salvate in qualche modo nel 2009 o 2010?), i quasi 1000 politici tra Parlamento e Senato stanno perdendo tempo per emanare un decreto che lederebbe la libertà di espressione di ognuno. Nonostante siamo in regime di Democrazia (suona come un ossimoro!).
Chissà cosa potrebbe dire la Emma leggendo questo blog. Per fortuna non lo legge. Non che nei post precedenti mi sia espresso in modo simpatico nei confronti di chi scalda il culo a Roma se è per quello.
Però trovo sia una immane stronzata accapigliarsi per un decreto del genere quando si deve pensare a tutt'altro, per esempio ad aiutare milioni di italiani in difficoltà, a ricucire uno stivale non scucito, ma squarciato!
Mi viene da ridere, per non piangere.
Sentire Berlusconi affermare che a metà mese, tra due settimane, ci saranno le misure per la crescita del paese. Ma chi vuole prendere per il culo? Non le ha(nno) fatte in 3 anni, pensano di riuscirci in 14 giorni?
Leggere Diego Della Valle chiedere una vita dignitosa per gli italiani, quando lui è stato tra i primi a levare dignità portando la produzione delle sue costosissime giacche e scarpe in estremo oriente perché non gli conveniva pagare gli operai italiani.
Ma il presidente della Fiore dov'è stato in questi anni che si sveglia solo adesso?
Mi sorprende il presidente degli industriali di Vicenza, che per aumentare la disponibilità economica dei sovrani cittadini italici, è anche ben disposto verso la patrimoniale purché abbassi le tasse in busta paga e vada a ripianare il deficit.
Perché la crescita passa per gli italiani. Lo ha detto finalmente qualcuno: se non c'è disponibilità economica, non c'è la crescita.
Eppure, non si sta facendo niente. Anzi, tutto il contrario.
E solo Tonino Di Pietro ha la lucidità di ammettere che si deve fare qualcosa prima che scoppi la rivoluzione e ci scappi il morto (paure eh, Toni, che qualcuno ti porti via la carega?).
Ma se mando a fare in culo qualcuno mi chiudono la Zona Verde?
Ma andate a fare in culo!


PS: e non diffamo nessuno se dico che qualcuno ci è anche già andato, più volte, a spese dei suoi cittadini, e ci ha rimesso (per un po' solo, parrebbe).
===


Lettera degli utenti di Wikipedia per spiegare i motivi della momentanea e volontaria interruzione del servizio:


Cara lettrice, caro lettore,
in queste ore Wikipedia in lingua italiana rischia di non poter più continuare a fornire quel servizio che nel corso degli anni ti è stato utile e che adesso, come al solito, stavi cercando. La pagina che volevi leggere esiste ed è solo nascosta, ma c'è il rischio che fra poco si sia costretti a cancellarla davvero.
Negli ultimi 10 anni, Wikipedia è entrata a far parte delle abitudini di milioni di utenti della Rete in cerca di un sapere neutrale, gratuito e soprattutto libero. Una nuova e immensa enciclopedia multilingue e gratuita.
Oggi, purtroppo, i pilastri di questo progetto — neutralità, libertà e verificabilità dei suoi contenuti — rischiano di essere fortemente compromessi dal comma 29 del cosiddetto DDL intercettazioni.
Tale proposta di riforma legislativa, che il Parlamento italiano sta discutendo in questi giorni, prevede, tra le altre cose, anche l'obbligo per tutti i siti web di pubblicare, entro 48 ore dalla richiesta e senza alcun commento, una rettifica su qualsiasi contenuto che il richiedente giudichi lesivo della propria immagine.
Purtroppo, la valutazione della "lesività" di detti contenuti non viene rimessa a un Giudice terzo e imparziale, ma unicamente all'opinione del soggetto che si presume danneggiato.


Quindi, in base al comma 29, chiunque si sentirà offeso da un contenuto presente su un blog, su una testata giornalistica on-line e, molto probabilmente, anche qui su Wikipedia, potrà arrogarsi il diritto — indipendentemente dalla veridicità delle informazioni ritenute offensive — di chiedere l'introduzione di una "rettifica", volta a contraddire e smentire detti contenuti, anche a dispetto delle fonti presenti.
In questi anni, gli utenti di Wikipedia (ricordiamo ancora una volta che Wikipedia non ha una redazione) sono sempre stati disponibili a discutere e nel caso a correggere, ove verificato in base a fonti terze, ogni contenuto ritenuto lesivo del buon nome di chicchessia; tutto ciò senza che venissero mai meno le prerogative di neutralità e indipendenza del Progetto. Nei rarissimi casi in cui non è stato possibile trovare una soluzione, l'intera pagina è stata rimossa.


L'obbligo di pubblicare fra i nostri contenuti le smentite previste dal comma 29, senza poter addirittura entrare nel merito delle stesse e a prescindere da qualsiasi verifica, costituisce per Wikipedia una inaccettabile limitazione della propria libertà e indipendenza: tale limitazione snatura i principi alla base dell'Enciclopedia libera e ne paralizza la modalità orizzontale di accesso e contributo, ponendo di fatto fine alla sua esistenza come l'abbiamo conosciuta fino a oggi.
Sia ben chiaro: nessuno di noi vuole mettere in discussione le tutele poste a salvaguardia della reputazione, dell'onore e dell'immagine di ognuno. Si ricorda, tuttavia, che ogni cittadino italiano è già tutelato in tal senso dall'articolo 595 del codice penale, che punisce il reato di diffamazione.
Con questo comunicato, vogliamo mettere in guardia i lettori dai rischi che discendono dal lasciare all'arbitrio dei singoli la tutela della propria immagine e del proprio decoro invadendo la sfera di legittimi interessi altrui. In tali condizioni, gli utenti della Rete sarebbero indotti a smettere di occuparsi di determinati argomenti o personaggi, anche solo per "non avere problemi".
Vogliamo poter continuare a mantenere un'enciclopedia libera e aperta a tutti. La nostra voce è anche la tua voce: Wikipedia è già neutrale, perché neutralizzarla?
Gli utenti di Wikipedia

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Inaspettato autunno

Sarà una di quelle giornate che si fanno sentire soprattutto a cavallo di due stagioni quando le foglie cambiano colore e preferiresti stare fuori a goderti queste inaspettate splendide giornate girando in moto senza una destinazione precisa oppure in bici senza sentire il peso del sudore sulla pelle ma solo quello della fatica o stare semplicemente in giro per i campi a vedere la gigantesche mietitrebbie fagocitare un campo di granturco o correre perché la temperatura è ideale per una bella prestazione.
Sarà che come ogni anno ti aspetti l'autunno un po' bigio ed invece controtendenza, anche se ogni anno è come quello prima da un po' e quindi la tendenza viene mantenuta, ti meravigli addirittura di trovare già aperto il solito baracco che vende castagne e marroni caldi. Non so voialtri, ma io di settembre ho ricordi di lezioni alla scuole elementari con la maestra Franca durante giornate (più) grigie (più) umide e (più) fredde.
Invece adesso, che non posso più giocare a calcio con i miei amici di pomeriggio nella (vera) Zona Verde, mi trovo cotante splendide giornate.
Oggi sono inquieto.
Vorrei fare ed essere tutt'altro ed altrove.
Mi viene in mente una strada lunga spaziosa con un orizzonte lontano che si allontana man mano che l'auto fila via liscia sull'asfalto bollente. Fuori è caldo ma secco. Nessun pensiero.
Si sta bene e la radio passa una canzone bella e divertente. Questa qui sotto.
Prima o poi devo mettermi a lavorare su quei video.

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Follie della vita #2

Come già anticipato quella dell'11 giungo non è stata l'unica follia che ho fatto. 
L'altra è la prima perché l'ho combinata giusto il giorno prima. 
È curioso il fatto che entrambe abbiano in comune un inseguimento di diverso tempo. Non so dirvi quale dei due è più lungo perché fin da bambino desideravo una moto ma è anche vero che fin da bambino mi piaceva la bambina che poi ho sposato. 
Ho sempre detto che se mai mi fossi sposato l'avrei fatto sotto una tuba. 
Fatto! 
E ho sempre detto che della macchina non me ne frega niente e che preferisco di gran lunga avere una moto strafiga.
Fatto! 
Poi i gusti sono gusti e qualcuno può dire quello che vuole ma la prendo come invidia. Perché con nessuna delle moto in prova ho mai ricevuto complimenti ai semafori o dal benzinaio né qualcuno si è mai fermato a fotografare la moto. 
Com'è successo con la mia. 
La mia Triumph Bonneville del 2006 a carburatori. 
Molto fiero. Prego, non usate i flash, possono rovinare la vernice!

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Loosing my religion



L'ho letto ieri sera sul Televideo. Sono stato colpito dall'indice della pagina della cultura che rimandava alla pagina 165, dove sono subito andato (questo qui invece è il link all'annuncio ufficiale sul loro sito).
Così, all'improvviso, senza alcuna anticipazione, a freddo. Ecco col senno di poi il mancato tour dopo il loro ultimo album poteva destare qualche dubbio ma non potevo immaginare fino a questo punto. Anche il titolo poteva essere premonitore: “Collapse Into Now” poteva dare qualche messaggio subliminale. 
Non potevo immaginare però che i R.E.M. si sarebbero sciolti.
Non potevo pensare però che il Rapid Eye Movement si sarebbe fermato.
Ma, come ha scritto lo stesso Michael Stipe, “tutto ha una fine”
Certo nel corso degli anni mi ero immaginato che prima o poi i R.E.M. si sarebbero sciolti. Un colpo forte l'hanno preso quando il batterista Bill Berry ha dovuto abbandonare il gruppo dopo l'aneurisma. Però Stipe, Peter Buck e Mike Mills non hanno mollato proseguendo per la loro strada.
Ci sono rimasto male. Ammetto che non mi sono addormentato facilmente.
Certo non  mi mancheranno nel senso che posso sempre contare sulla loro musica però c'era sempre l'attesa del nuovo lavoro. Un po' come aspettare un vecchio amico che torna da un lungo viaggio.
Quante sere adolescenziali ho passato in camera mia a leggere scrivere in mezzo alla nuvola d'incenso pervasa della loro musica. Quante Nightswimming passate a farmi le paranoie o a sognare con le loro canzoni.
Mi sento molto Bittersweet oggi. Credo che oggi Everybody Hurts parecchio e tutti abbiano un po' Loosing My Religion. 
Rimango le loro canzoni, eccome cazzo, a farmi sentire tutta l'Electorilite della vita, insieme a tanti milioni di Shiny Happy People, che per qualche volta sono stati Man On The Moon.
Ho visto tre loro concerti: a Padova una sera torrida di luglio 2003, a Bolzano in una gelida serata in una palazzetto di freddi tedeschi nel gennaio 2005 e poi una buona serata di luglio a Milano nel 2008. 
Tutti concerti emozionanti con uno Stipe strepitoso sul palco. Ogni concerto una storia, anche personale, diversa.
La musica accompagna la mia vita da quando ho iniziato ad ascoltarla. È una buona parte di me. 
I gruppi i cantanti vanno. 
La musica rimane insieme ai ricordi ad essa collegati.
Come quella scena di due amici che cantano a squarciagola  nella notte saltellando abbracciati stonati ma felici e chissenefrega.
E non ci resta che ringraziarli. Per esserci sentiti co-cospiratori insieme a loro.
That was just a dream.
Aspettando la prossima Wake Up Bomb.

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(La mia) bella stagione

Dopo alcuni post caratterizzati da una malcelata amarezza e feroce incazzatura, oggi scrivo di qualcosa di bello.
O almeno lo è per me.
Qualcosa che ho sentito lunedì sera passando per le campagne attorno casa mia casa dei miei genitori, perché per fortuna non vivo (ancora) in mezzo al cemento e posso vedere il sole che mentre si stende dietro i monti colora il cielo con i suoi acquerelli accessi.
Mi piacciono gli odori della natura i suoi profumi che ci dicono che sta cambiando. Per me l'estate e l'inverno sono stagioni ferme morte dove non succede niente a parte il sorgere ed il tramontare del sole e della luna e, quando capita, la pioggia e la neve.
In queste due stagioni per il resto non succede niente: d'estate è troppo caldo mentre d'inverno fa troppo freddo perché possa muoversi qualcosa. E' tutto fermo. Asciutto. Immobile.
Adoro la primavera e l'autunno perché sono due stagioni di passaggio di trasformazione tra un periodo e l'altro.
In primavera esplodo i colori e la vita e, nonostante l'autunno ci conduca verso una stagione scura, prima di spegnersi si accende si risveglia dopo la passività estiva.
I colori degli alberi sono quelli che colpiscono di più ma io adoro l'odore dei campi quelli di granturco in particolare. Quell'odore di umido che si fa spazio tra le pannocchie fino a raggiungere la strada e a farsi sentire dal tardo pomeriggio per me è un profumo bellissimo che mi conforta mi quieta l'animo e mi ricorda la bellezza i ritmi gli spazi e l'allegria della campagna.
Spostandomi per la città in moto riesco a sentire ben questo profumo. 
Lunedì sera stavo tornando a casa dai miei. Percorrendo il tratto d'asfalto che taglia quello che una volta era il campo di mais dove andavo a correre da piccolo, ho sentito il profumo di umido per la prima volta.
Ho accostato e spento la moto, mi sono tolto il casco e mi con i gomiti appoggiati al serbatoio mi sono goduto per un po' quel bellissimo e tenero profumo dopo mesi di calda ed insipida monotonia.
Mi piace sentire e vedere come la natura ti dice che la vita sta cambiando che sta entrando in una nuova fase.
Adesso mi prendo la mia Pedavena in frigo e vado a gustarmi l'aria leggera delle sera. 

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Bazinga!

Cito una esclamazione di uno dei principali personaggi di un noto telefilm americano per evidenziare la forza di volontà, il coraggio, la lungimiranza, le capacità, ed il senso di responsabilità del nostro Governo, impegnato nel varo di questa manovra (c'è qualcosa di ironico in questo termine) finanziaria, che avrebbe lo scopo di raggiungere il pareggio bilancio nel 2013 (anziché 2014!) e di aumentare di qualche percentuale incerta il PIL nazionale.

Bazinga!

Aboliremo le provincie...

È previsto contributo di solidarietà per redditi superiori ai 90 ed ai 150 mila euro...

Cancelleremo i piccoli comuni...

Dimezzeremo i parlamentari...

Le pensioni non verranno toccate...

Non si potranno più riscattare gli anni di università e del servizio militare...

Mi sanguina il cuore...

L'esecutivo ha le idee chiare...

Verranno cancellate le feste laiche e patronali... 
 
Faccio una previsione:

Non alzeremo l'IVA...

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Dito medio al ceto medio

Rifatta la manovra. Ieri sera a Arcore a casa del cav. con Bossi, Tremonti ed il solito manipolo di politici di PdL e Lega. Non ci sono notizie sulla presenza di altri ministri come quello dell'Istruzione. Ormai data come per inutile in Italia.
Allora è stato cancellato il contributo di solidarietà per quelli che dichiarano 90 mila e 150 mila euro in su. Ecco, così i calciatori hanno scioperato per niente (esclusa la clausola sui giocatori fuori rosa per la quale non mi esprimo ma per non andare fuori tema!).
Non è stata nemmeno alzata l'IVA di 1 punto percentuale.
Osti ma allora?
Ah vengono eliminate le provincie e dimezzati i parlmentari! Bene. Da quando?
A parte questi aspetti, adesso politici ed industriali saranno felici di aver difeso fino alla morte (di chi?) il benedetto ceto medio costretto suo malgrado a doversi sobbarcare una tassa ingiusta iniqua soppressiva repressiva deficiente, dal momento che tale ceto medio è sempre stato corretto e puntuale all'appuntamento con il fisco. 
Così tali appartenenti al ceto medio non saranno più misericordiosi.
Già il nome, contributo di solidarietà, mi stava sulle palle! Gli da il tono di elargizione per i meno abbienti. Infatti, se già questi qui che dichiarano 90 mila euro (gli altrettanti invece li omettono) appartengono al ceto medio, io che guadagno 7,5 volte di meno cosa sono?
Fino a ieri notte ho sentito parlare di ingiustizia verso il ceto medio da parte di politici e industriali e rappresentanti di categoria, perfino dai sindacalisti anche se un po' con imbarazzo a dir la verità.
Un ceto medio da 90 mila euro... magari!!! Vorrei esserlo, sarei stato (quasi) contento di poter dare il mio contributo di solidarietà.
Dietro le proteste però si nasconde la solita ipocrisia. 
Se non fosse infatti che quel ceto medio che parte da 90 mila non rappresenta i finanziatori di partiti e di politici, cioè coloro che permetto ai politici di sedersi dove sono. E vuoi che ricambino con una tassa sui loro redditi? Figurarsi. 
Mi sono sentito preso per il culo nel profondo quando la sempre meglio Emma ha parlato di ingiustizia verso il ceto medio e ha proposto di eliminare le pensioni di anzianità e di non inserire in busta paga il TFR. 
Vorrei sapere come secondo lei una persona riesce a vivere senza pensione. Poi vorrei farle notare che il TFR non sono soldi delle sue aziende ma spettano di diritto al lavoratore. Se avesse lavorato un po' anche lei lo saprebbe.
Il ceto medio che ha rischiato il salasso non siamo io i miei colleghi i miei testimoni di nozze ed i miei amici e mio cognato. Non è una cifra che ci rappresenta e rimango di merda vedendo nei giornali l'aspetta assenza di precisazioni da parte di associazioni di consumatori di famiglie cioè da parte del vero ceto medio.
Quello che si sta ancora rischiando è che questa manovra non venga pagata da chi se lo potrebbe anche permettere ma da chi invece fa fatica, che la politica penda di più verso pochi ricchi (ecco come si chiamano quelli da 90 mila in su) e non verso milioni di contribuenti elettori.
Appunto, dove sono finiti gli elettori che quando fa comodo escono dalla bocca dei politici?
Il cambio sostegno economico-finanziario contro contributo di solidarietà non reggeva più la prima parte. Quindi è piuttosto scontato semplice e banale che venga tolto, se il politico vuole rimanere dov'è. I 90 mila euro in su hanno le armi giuste per protestare.
Gli altri milioni di italiani che stanno sotto (tanto più sotto, ma quelli veri, non quelli che dichiarano 10 mila euro l'anno dal loro yacht a Portofino) invece no. Hanno solo le forche.
E finché non si scende in strada, la carta batte la forca.


PS: detto questo, ritengo comunque che il contributo di solidarietà non fosse per niente una mossa giusta. 
Perché non risolve il problema della capacità di spesa. Per risollevare sto cazzo di PIL gli italiani devono contribuire spendendo per far aumentare la produzione. Invece sono tartassi ridotti a spendere soldi sì ma per pagare la carta igienica per le scuole dei figli. 
Stiamo perfino cestinando la nostra memoria storica cancellando le feste. Spero che ci sia qualche politico ammanicato con qualche operatore del turismo, ma un operatore forte come forte (non in senso operativo ma strategico) è la brava Emma.
Perché mancano fondi per investimenti in settori importanti come istruzione, ambiente e cultura e stiamo mandando a puttane il nostro patrimonio turistico culturale!

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Di pantalone non frega niente a nessuno

Chiaro che se un paese sta precipitando nel baratro è allo stesso popolo che tocca metterci una pezza sacrificandosi. 
La frase suona uguale scrivendo:
Chiaro che se un paese sta precipitando nel baratro i politici sono costretti a sacrificare il popolo che lo ha eletto.
Scrivo di getto in modo del tutto istintivo dopo aver letto i siti dei vari quotidiani italiani dopo l'incontro di Tremonti con le commissioni di Camera e Senato. 
Per ora tante ipotesi tra le quali quelle di tagli a tutto quello che serve a un popolo (sovrano) come le pensioni; gli interventi sociali mai come ora così utili; trasferimenti ai comuni che si rifaranno di conseguenza alzando le tasse locali e tagliando a loro volta servizi utili come i trasporti la sanità e via discorrendo.
Nessuna operazione concreta di rinuncia del superfluo. Avanti così!


In un periodo di crisi il lavoro è importante ed il mercato del lavoro deve essere riformato anche perché le aziende sono un pilastro del Paese: quelle istituzioni così generose ad assumersi la responsabilità di assumere persone più o meno qualificate mantenendole in vita con sostanziosi contratti a progetto o a tempo determinato con prospettiva (di un calcio nel culo). A loro tutto è dovuto perché è grazie ai loro lauti stipendi se il popolo può vivere quindi l'equazione corretta è aiuta l'azienda che così aiuta la gente. 
Anche qui ripeto quanto detto per sputtanare un po' la buona Emma tempo fa: gli aiuti alle aziende sono fini a se stessi e non portano alcun utilità al suo dipendente.
Vogliamo una prova?
Ecco, messa sul piatto d'argento dal ministro dell'economia Tremonti pochissime ore fa: una delle soluzioni geniali per combattere la crisi è quella di dare la possibilità all'azienda di licenziare il personale “compensato con meccanismi di assicurazione più felici”. Pazzesco! Si da il diritto di licenziare tornando alla vecchia discussione sul licenziamento per giusta causa* ed allo stesso tempo si manda a fare in culo lo stato sociale al quale le aziende appartengono nel modo più totale.
Secondo le aziende ed i loro lungimiranti imprenditori, chi compra i prodotti che producono?
Con quali soldi possono comprare i prodotti che producono?
Vediamo quanto ci mettono a rispondere...


Me lo spiega quel genio di Tremonti come si fa a:
1. risollevare il PIL se gli italiani non hanno lavoro e quindi soldi o guadagnano troppo poco per fare acquisti?
2. Ottenere il pareggio di bilancio se:
    2.1 bisogna tirare fuori soldi per instaurare “meccanismi di assicurazione più felici” (cito...) per quei lavoratori licenziati con libertà dalle aziende?
    2.2 Ci sono meno lavoratori che pagano meno tasse e quindi le entrate statali calano?


Per il punto nr. 1  mi viene da pensare che quello che producono le aziende italiane non è (più) rivolto alla vendita interna ma all'esportazione verso i paesi in via di sviluppo.
Per il punto nr. 2 la risposta è semplice: nuove tasse sotto forma di accise sui carburanti per pagare questi nuovi “meccanismi”.
Soprattutto, i licenziamenti più facili pensati da Tremonti (sono curioso di sapere chi è il belva che glieli ha suggeriti!!!) eliminerebbero la cassa integrazione, un costo sociale e pubblico mica male!


Idioti! Gli imprenditori i politici i sindacati che non sono capaci d'altro che minacciare scioperi (sì bene bravi la giornata di sciopero non viene pagata, così si fa solo un favore ai “padroni” come li chiamano ancora loro!).
Quel che resta del cervello del ministro Bossi ha preso posizione contro la riduzione delle pensioni... per i licenziamenti facili alzerà il dito contro Tremonti o contro i lavoratori?
E Brunetta li manderà a cagare tacciandoli di cretinitià dall'alto del suo livello culturale?


Ho paura. Leggere certe cose mi fa paura.
Mi fa paura Emma Marcegaglia come un mostro sotto il letto per un bambino la notte! Perché quando chiede azioni concrete dello Stato per risolvere la crisi non chiede né azioni concrete per la gente comune né di risolvere la crisi che colpisce la gente, ma chiede azioni concrete e di uscire dalla crisi che colpisce lei le aziende e tutti i suoi colleghi imprenditori!!! Ecco cosa non dice la cara Emma!!!
Perché lei vuole proteggere prima di tutto se stessa la sua azienda i suoi soldi investiti chissà dove e i suoi amici imprenditori che per questo l'hanno scelta, non per le persone che lavorano (anche per lei!).
Forse era meglio se andavano in vacanza fino a settembre perché ogni volta che parlano mostrano la loro inadeguatezza, impreparazione e parzialità.


Così  Giuseppe Pellizza da Volpedo un secolo e 10 anni fa (nel 1901) descriveva il suo dipinto, il Quarto Stato: «Siamo in un paese di campagna, sono circa le dieci e mezzo del mattino d'una giornata d'estate, due contadini s'avanzano verso lo spettatore, sono i due designati dall'ordinata massa di contadini che van dietro per perorare presso il Signore la causa comune...»
Ci mettiamo in marcia? Cambiamo il futuro iniziando dal presente? Magari facendo il contrario del 1789... partire dal 1789 per un nuovo futuro?


PS: Tremonti ha solo accennato al taglio dei costi della politica: "Dobbiamo intervenire perché ci sono eccessi”. Riconoscerlo costa niente, fare il taglio invece rischia la testa!


* che 1) è unidirezionale cioè il rapporto di fiducia tra azienda e dipendente cessa solo se il contratto non viene rispettato dal secondo e non dalla prima e 2) non è determinata dalla legge bensì è rilevabile dal giudice in base a un sacco di cose)

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Governo e politici fuffa

Sto scrivendo ascoltando la diretta presso la Sala del Mappamondo di Palazzo Montecitorio dove il Ministro dell'economia e delle finanze Giulio Tremonti riferisce, a nome del Governo, alle Commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio di Senato e Camera, sulla riforma dell'articolo 81 della Costituzione (disciplina le regole essenziali del bilancio dello Stato che rappresenta il documento contabile in cui vengono elencate le entrate e le spese relative all’attività finanziaria dello stato in un periodo di tempo determinato.). 
In pratica la manovra finanziaria che secondo il Ministro dalle mani legate dovrebbe essere rivista dopo gli stravolgimenti degli ultimi giorni, dove tutto è precipitato (cit.).
A parte il fatto che tutti i partecipanti sono andati fuori tema discutendo di tutto meno che del sopracitato art. 81, il che la dice lunga sulla loro capacità di concentrazione e di focalizzarsi sulle questioni che impestano il nostro  Paese, questa diretta mi fa pensare a come siamo finiti in questa situazione.


Abbiamo un premier che ha sempre negato la crisi, dicendo che era una montatura dei comunisti per strumentalizzare la situazione col banale obiettivo di far cadere il governo, democraticamente eletto e messo su grazie a amicizie, conoscenze, favori, pompini, scopate, mazzette, millantate balle varie.
Perfino Emma Marcegaglia, la presidente degli industriali, tempo fa non si è vergognata di negare una situazione di pericolo sostenendo di essere messi meglio delle altre nazioni.
Tanto che la differenza dei titoli di stato italiani con quelli tedeschi sono sotto di quasi 300 punti!
Fantastici!
Anzi no, irresponsabili! Pavidi! Avidi! Ignoranti! Ignavi! Avari! Infami!
Hanno passato la maggior parte del tempo a discutere di una minorenne tunisina (o marocchina?) delle orgie di palazzo dei ministeri al nord e dei processi brevi diventati all'improvviso lunghi e di tante altre cose che hanno una sola cosa in comune: non interessano al Paese, alla gente, al popolo che vive in base a quello che decidono quelle persone.
Gente che stringe la cinghia (talvolta se la stringe al collo) perché il suo datore di lavoro ha fatto scelte scellerateo è stato costretto a lasciare a casa i lavoratori a causa, anche, di quello che si decide a Roma. 
Nel frattempo quelle persone che non devono rispondere alla gente che ha votato bensì ai 2 o 3 uomini (intesi come esseri umani, non nel vero senso della parola!) che li hanno garantito il posto e 
uno stipendio ricco, non stanno combinando niente facendoci precipatre.
Dimezzatevi lo stipendio, parassiti! Potete vivere benissimo con quello che vi rimane e le casse dello stato non dipenderebbero più dalle tasse che ci buttate addosso!
La procura di Palermo (che è notoriamente nullafacente...) oggi ha aperto un'inchiesta tanto per aumentare la pigna purulenta di inchieste. Questa volta sull'aumento del prezzo della benzina.
Mavvaffanculo anche alle procure e alle loro inchieste che alla fine paghiamo noi anche quelle (procure e inchieste)! Si devono togliere le accise su guerre e terremoti di due secoli fa, altro che indagare! Voglio sapere e sono stra sicuro di non essere l'unico di sapere come vengono utilizzati quei soldi, i miei soldi! Ah, tanto per ridere, l'ipotesi è quella di “reato di manovre speculative con il rincaro sul mercato interno” punibile con “reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da uno a cinquanta milioni di lire”... sai quanti sono cinquanta milioni di lire, oltre a essere gli attuali 25.000 euro e poco più di bazzecola, per un petroliere o un benzinaio?


E poi perché dobbiamo pagare noi i deficit che altri hanno creato?
Perché se le banche riducono gli utili per recuperare aumentano le commissioni sulle operazioni ma i banchieri si tengono un bel dividendo? Perché invece il dividendo non viene reinvestito nella banca per migliorare i servizi?
Il mini(stro) Brunetta non ha (ancora) portato a termine l'informatizzazione della Pubblica Amministrazione. L'ha sventolata, si è fatto sentire, vedere in giro più che altro anche se non è così facile, i primi mesi di questa legislatura poi è sparito se non per ritornare per offendere chi oggi ha un lavoro e domani chissà. Fannullone! Anzi, fannullino!
Tutta l'opposizione si è persa dietro una battaglia contro un solo uomo che non sono riusciti a eliminare nemmeno quando loro erano la governo, quando avevano l'occasione perfetta per farlo per rimediare a quel conflitto di interessi che tanto lamentano. E al momento stanno perdendo ancora.
Solo chiacchiere e distintivo direbbe qualcuno, di veramente duro.
Che non avrebbe timore di portare il culo a spasso invece di lasciarlo seduto sullo scranno ben pagato per ripagare la fiducia dell'uomo solo al governo.
Non è un governo fatto dagli e per gli italiani ma un governo fuffa.
Basta vedere quali sono le parti sociali che si siedono intorno al tavolo delle trattative con il governo: tra i vari sindacati e associazioni di categoria mancano le associazioni dei consumatori per esempio, cioè coloro che per definizione comprano e consumano, grazie al bonifico mensile ottenuto grazie ai sindacati e agli imprenditori. 
Mi sembra di vivere in una catena a cui manca un anello, quello più debole delle famiglie dei giovani dei pensionati. Quello reale!
È un governo che non ha testa sia intesa come ragione che come guida.
Purtroppo non abbiamo fatto bene i conti 3 anni fa mannaggia.
Ma a vedere l'altra parte che ha cambiato troppe volte (quante non so, ma sempre troppe!) non so quanto sarebbe andata meglio.
Ci manca la leadership e non lo dico io – da tantissimo tempo, oltretutto... - ma anche i più importanti media internazionali. 


Non ci possiamo riconoscere in cocainomani pedofili puttanieri buffoni scansafatiche pettegoli parassiti e se il futuro è fatto di trote (e troie) allora meglio smettere di andare a pescare.
Si può cancellare il futuro rimediando al presente.
Purtroppo e ripeto quanto già scritto qui e qui siamo troppo seduti su quello che abbiamo e vogliamo far vedere di essere, sulle nostre apparenze e stiamo mandando a puttane una storia bellissima per avere il coraggio e la voglia di indignarci e far capire che se ci fermassimo tutti, o se ci rivoltassimo tutti, le cose rischierebbero di cambiare.
Una volta le sommosse popolari avvenivano perché la gente non aveva niente (da perdere) perché non si faceva lobotomizzare dalle apparenze e dalle invidie.
Per questo temo che non cambieremo mai e che siamo destinati come quei terrificanti film a rubarci l'aria e la luce vivendo al buio sotto terra mentre politici e loro affiliati potranno godersi quello che ci costringeranno a lasciarli.

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