Alta che la se suga!

Era lo slogan dei calciatori dilettanti (e forse non solo!) delle mie parti qualche decennio fa.
Significa letteralmente "calcia la palla alta che si asciuga", tecnicamente invece sta per "meglio alta e lontana dalla nostra area di rigore che vicina e pericolosa".
Durante Italia - Nuova Zelanda a un certo punto ho pensato che l'allenatore dei Kiwi dovesse aver sentito questo suggerimento qualche anno fa, magari durante uno stage in qualche campetto di periferia in Veneto.
I neozelandesi oggi non hanno fatto altro, chiusi in difesa dopo aver trovato il fortunato pero e calciare la palla il più alto e lontano possibile dalla loro area di rigore.
I nostri giocatori invece non hanno fatto di meglio.
Ci siamo anche permessi di poter giocare con i due terzini, Zambrotta e Criscito, più alti quasi come due ali, tanto di difensori oggi non ce n'era bisogno. Di qui, posso pensare, il cambio di Pepe con Camoranesi, che però ha peggiorato la situazione.
Almeno, dal mio modesto punto di vista.
Perché se prima con il neo juventino potevamo giocare larghi sulle fasce costringendo ad aprire le maglie del centrocampo e della difesa neozelandese, con l'oriundo il gioco si è accentrato e contro una squadra che gioca chiusa come un riccio non ne cavi un emerito cazzo!
Per questo a un certo punto la mia birra ha avuto vita breve nella mia pinta nonostante fossero le cinque di pomeriggio (e venissi da un pranzo dove nel bicchiere c'era solo - ottimo - prosecco....)!
Sarà che a me giocare con un accentratore di gioco non piace affatto, limita le azioni delle squadra, da troppi punti di riferimento (1, ma basta e avanza) e rallenta il gioco se non c'è movimento dei compagni senza palla. A meno che non si chiama Roberto Baggio.
Gli Azzurri ci hanno messo impegno e grinta, si è visto, ma sia da loro che da un volpone come Lippi mi aspettavo più furbizia: giocavamo contro degli armadi (frigoriferi da bar dicevo a una mia collega) e buttare a ripetizione palloni in area di rigore in bocca ai difensori avversari, gli fai solo che un regalo.
Ci bulliamo di avere capacità tecniche al di sopra del normale? Ma puttanatroia allora sfruttiamole! Il Brasile martedì ha giocato contro una squadra schierata attorno la propria aerea di rigore e il primo tempo non ha combinato niente. Ma è riuscita a rimanere calma e a tenere la palla per terra e nel secondo tempo ha fatto due gol.
E non nascondiamoci dietro la scusa del temperamento perché il Brasile è molto più a sud di noi!
Nel secondo tempo il nostro gioco era quello di buttare la palla in area della Nuova Zelanda da qualsiasi parte. Cazzo di gioco è questo? Si gioca così in terza categoria!
Meno male che De Rossi è svenuto in area di rigore e Iaquinta ha calciato come sa!
E vaffanculo al portiere neozelandese. I portieri quest'anno per colpa di Jabulani (non è una divinità africana, ma il nome del pallone ufficiale di questi Mondiali) stanno facendo figure da mani-di-burro e l'Italia oggi si è trovata in porta un ipnotizzatore di Jabulani! Bravo, complimenti, perché è riuscito a deviare anche un tiro difficile di De Rossi che non ha visto partire e altri due bei tiri di Montolivo e Camoranesi e nelle uscite non si faceva pregare due volte.
Niente da fare insomma! Eh forse mancherà Pirlo? Ma non spariamo stronzate! La domanda di Carlo Paris a Lippi alla fine della partita è il riassunto della capacità dei giornalisti sportivi! Che cazzo centra Pirlo? Montolivo ha giocato benissimo, come sa fare. Da Montolivo!
Deve giocare come Pirlo? Vai a fare in culo giornalista! Uno giocatore gioca come sa fare lui e se chi lo manda in campo è bravo (e credo che Lippi lo sia) gli dice di fare quello che sa fare, non quello che altri sanno fare e da disposizioni alla sua squadra secondo i giocatori che manda in campo e non secondo quelli che sono in panchina!
Emeriti idioti!
Adesso ci tocca giocarcela con la temibile Slovacchia di Marechiaro Hamsick!
Ci sono tre cose che non sopporto di questa partita.
Che fino a giovedì i giornalisti ci tempesteranno le palle sulla formazione con numeri che non significano niente (4-4-2, 3-4-3, 4-3-3, fante-cavallo-re!); che i giornalisti ci tempesteranno le palle sulla forza paurosa degli slovacchi ma soprattutto, che è una partita decisiva e si gioca alle 4 del pomeriggio in pieno orario lavorativo e ai miei capi di calcio non fotte una emerita mazza!
Per cortesia! Giovedì alle 16 è fondamentale! Sposto la pausa pranzo, faccio anche 1/4 d'ora di meno e con tutti gli straordinari non pagati che faccio potrebbero anche permettermelo!
Però se giochiamo alla "alta che la se suga" come oggi allora preferisco tornare in ufficio.

PS: un appunto al commissario Winchester dei Simpson travestito da Enrico Varriale: ha detto che la difesa Azzurra è stata perfetta in queste due partite. Cosa cavolo stai dicendo Willis???? 
O lecca il culo, o non ha visto le partite, o è cieco! Una difesa che subisce due gol da calcio da fermo come è successo contro il Paraguay e la Nuova Zelanda non è affatto perfetta. 
E se abbiamo il problema di segnare, abbiamo un altrettanto preoccupante problema di prendere gol su calci da fermo. E' un problema di concentrazione (e posizione, temo, se difendono a zona anche nei calci piazzati, che per me è una semipazzia!) che deve essere risolto. Perché negli unici calci da fermo subiti abbiamo preso il gol. E secondo Varriale la difesa è perfetta? Meglio se va a dirigere il traffico a Springfield!

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Un allenatore mi disse

Parafrasando con molta umiltà Tiziano Terzani, un allenatore mi disse che se le difese giocassero in maniera perfetta ogni partita finirebbe 0 a 0 (o anche jobe a jobe...).
Questa sera le difese di Italia e Paraguay sono state... semiperfette e un errore a testa su due calci da fermo hanno portato i due gol che hanno deciso la partita.
Nonostante la mia precarietà mentale di questo ultimo periodo, il gruppo di persone che per la maggior parte si interessa di calcio solo nei momenti clou tipo le finali di coppa o i  Mondiali e il mix italo-olandese di birra (finito in parità anche quello, 2 a 2), sono riuscito a seguire la partita con una buona lucidità (che ammetto mancare al momento di scrivere...).
Premetto che sono un integralista, un puritano. Non mi piaccio le cose sporche tanto meno i moduli numerici confusionari: 4-2-1-2-1 che maschera un 4-3-3 in fase d'attacco o un 4-4-2 in fase di difesa fa solo che casino! Poi credo che chi li manda in campo e chi scende in campo è un professionista che fa quel lavoro per qualche ora al giorno e sa cosa fare, ma il più delle volte si rischia di non combinare granché, com'è successo questa sera.
Temo che giochiamo con una zavorra psicologica che è quella di essere Campioni del Mondo e di dover dimostrare qualcosa. Già normalmente per la stampa italiana la Nazionale deve sempre mostrarsi migliore in assoluto senza considerare l'avversario: oggi l'Italia ha giocato contro un Paraguay ordinato e attento che nel primo tempo è stato molto concentrato prendendo i numerosi palloni buttati in area di rigore dagli azzurri. Complimenti, non è facile mantenere un certo livello di pressione. 
Anche nel secondo tempo loro sono stati molto bravi a resistere, perché hanno rinunciato a attaccare per tenersi il gol di vantaggio, ma, appunto come mi disse un allenatore, le difese non sono (quasi) mai perfette e allora il pero lo prendono, bisogna buttare la palla in area e qualcosa succede (filosofia spicciola, però questo allenatore ha avuto i suoi cazzi di successi).
Ho azzeccato il cambio, Di Natale per Gilardino, perché lanciando palle lunghe al Gila che giocava spalle alla porta o con già due difensori alle calcagna non se ne veniva davvero fuori.
Mi è piaciuto Iaquinta: tiene palla facendo alzare la squadra, impegna due difensori e quando accelera anche da fermo è pericoloso e mette in mezzo palloni ai quali ci manca solo la scritta "push".
Dopo il gol del pareggio sono anche andati alla ricerca del secondo gol, ma sono stati un po' troppo confusionari e frenetici.
Facendo la somma tra pioggia, campo bagnato e pallone che vola mi sarei aspettato meno fraseggio e più tiri in porta, la nostra Nazionale ha i piedi giusti invece ho visto solo un tiro pericoloso di Montolivo verso la fine. Non si segna solo entrando nell'area piccola...
Qualche critica all'arbitro ci sta. Mi pare abbia fischiato un po' troppo a favore dei paraguayani: all'inizio un fallo su Montolivo era come minimo da ammonizione e non importa se la partita era appena iniziata, è stata un'entrata dura! Il fuorigioco del primo tempo su Iaquinta non c'era perché l'ultimo tocco in avanti è stato di  un sudamericano e il rigore poi per l'Italia non sarebbe stato generoso.
A fine partita ascoltavo i commenti dei giornalisti RAI: parlavano di promossi e bocciati, sempre alla ricerca di qualcosa che non va e di un salvatore della Patria da scaricare la partita successiva. Non boccerei ne' premierei nessuno in particolare, tutti hanno fatto il loro. Anche quel Cannavaro che tutti diamo alla frutta oggi ha fatto vedere chi è. Forse qualche perplessità me l'ha lasciata Marchisio: il futuro capitano della Juve dietro le punte non ce lo vedo, si sacrifica pur di giocare ma così rischia di non dimostrare il suo valore. Mentre secondo le tifose rimane un bel toso, non importa se sta 15 metri avanti o indietro.
Mi lascia qualche dubbio Buffon ma credo che, salvo qualche uccellino, non sapremo mai con certezza cos'è successo nell'intervallo. Con malizia azzardo una furibonda lite con Lippi, Cannavaro e De Rossi per il gol subito e ha chiesto il cambio piuttosto che tornare in campo coi nervi a fior di pelle, altro che risentimento alla schiena (un fatto simile è successo in campionato mi pare). Qualsiasi cosa sia stata, ha privato Lippi di un cambio  utile. Io pensavo di levare Pepe per Gattuso per dare qualche metro in più di libertà a Montolivo e Camoranesi.

Adesso ci aspettano gli energumeni dei neozelandesi. Non sono  molto esperti di calcio. Non li conosco proprio, me li immagino lenti ma anche Jona Lomu è grande e grosso però quando mulinava le gambe non gli stavano dietro neanche col Ciaetto. Ma un conto è correre col pallone in mano e un altro col pallone tra i piedi!
Nel frattempo fino a domenica ci sarà spazio per altre polemiche(tte) di basso rilievo. L'importante è che allenatore e giocatori lavorino sereni!

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Mondiali Sud Africa 2010

Manca 1 ora precisa all'inizio dei Mondiali per l'Italia. Dal traffico che c'era mezz'ora fa per strada direi che c'è molta attesa, nonostante Cassano, Lippi, Cannavaro, Totti, Gattuso e le trombette assordanti.
Una cosa che so per certa è che sarà un Mondiale invisibile. Perché almeno in Italia i diritti se li è cucccati l'australiano e se te li vuoi vedere lo devi pagare lautamente, oltre agli altri che già gli dai!
Per il momento sono tutti partiti col piede giusto, tranne l'Inghilterra ma non avevamo preso in considerazione le papere, che possono capitare!
Gli italiani sono tutti contro la propria nazionale a quanto pare ma è il nostro sport! Quello di criticare e di salire sul carro in caso di vittoria.
Certo i nostri durante l'anno non ci hanno fatto vedere grandi cose da ispirarci fiducia, sotto sotto (sotto sotto sotto...) penso che, come altri giocatori di altri paesi, abbiano tirato un po' il freno a mano proprio per essere in forma per questo mese.
Come nessuno avrebbe scommesso 1 centesimo quattro anni fa, nemmeno oggi potrei trovare qualche iperfiducsioso che va in ricevitoria per buttare un deca per la nostra vittoria, a meno che non lo faccia per pura speculazione e largo lucro (anche se stasera siamo dati per favoriti).
Allora sediamoci, guardiamo come va. Fanculo il gioco. L'importante è vincere. La mia memoria di dodicenne mi ricorda critiche aspre nel '90 a Vicini perché si giocava male o per il dualismo Vialli - Carnevale nonostante vivessimo notti magiche grazie a Roberto Baggio  e Totò Schillaci.
Oggi abbiamo Pazzini Iaquinta Montolivo. Ma mi sta bene se vinciamo anche grazie a Quagliarella o Maggio!
Solo una cosa però, per gli attaccanti: non prendete palla spalle alla porta perché non andate da nessuna parte e prendete un sacco di scarpate (parola d'esperto!) e se in caso dovesse succedere, sappiate già a quale compagno passare la palla. E voi compagni andategli in aiuto!
Bisogna giocare tranquilli e aperti, senza tanti passaggi di pochi metri che si fa una fatica boia ad arrivare in porta. Palla larga sulle fasce, non giocare per vie centrale, i paraguaiani andrebbero a nozze.
Ecco. Spero solo che le birre siano fresche.
E magari italiane, Pedavena e Castello hanno portato fortuna!

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Rancore

E' il peggior sentimento che una persona possa provare. Uno stato d'animo angosciante. E' rabbia repressa verso altre persona, recondita come braci pronte ad accendersi al minimo soffio coperte dalla cenere del tempo.
Logora nel tempo consumando bile con lentezza come un pezzo di legno si consuma lentamente dopo che il fuoco si è spento. Rimane un pezzo nero che ogni tanto sfavilla quando viene sfiorato da un soffio d'aria.
Odio il rancore! Detesto quando si alza quel filo d'aria che sposta la cenere e storce lo stomaco appesantisce le gambe annebbia la mente.
Quando penso al rancore mi viene in mente una spada che ti trapassa la pancia tagliandola e che uscendo te la sega. Non so se la similitudine sia appropriata: il brutto ricordo fa male come una lama che ti taglia la pancia poi quando cerchi di passare oltre (e cerchi di togliere la lama) senti la rabbia del rancore segarti la pancia.
Ma è anche come il colesterolo... basta un eccesso di rabbia per mandarci a ramengo la vena e non capirci più niente.
Odio il rancore! Fa stare male. Per questo non lo sopporto e lo disprezzo. Perché si sta male per colpa di altre persone che non meritano nemmeno il nostro rancore.
Mica per la malvagità del sentimento.

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¡Hasta la revolución!

Dopo questo titolo verrò di sicuro tacciato di apologia all'anarchia, ma mi piaceva perché si adatta molto a quello che ho in testa in questo periodo.
Non mi piace quello che sta succedendo nel mio Paese.
Tutte le istituzioni (mi) stanno deludendo, dalla prima all'ultima.
La famiglia non è più unita si è sgretolata sotto la forza di un individualismo che porta i componenti del nucleo famigliare a ignorare le esigenze dei propri cari, la famiglia non è più quel gruppo nel quale trovare riparo incoraggiamento e protezione e il focolare è stato sostituito da scatole molto meno calde e insignificanti da cui dipendiamo troppo e ci facciamo pure contagiare.
I figli rubano ai genitori, i mariti non rispettano le mogli. I figli crescono come bulletti imparando quello che fanno da un'altra famiglia: la televisione. Per loro è questo il nuovo riferimento, il giusto modo di essere.
La famiglia che mi raccontavano i miei nonni era diversa. Più bella. Preferivo quella. Lo so che i tempi cambiano ma non significa dover cambiare i modi di vivere e di condividere la vita che appartengono ed hanno contraddistinto per secoli l'unione famigliare.
Lo Stato è del tutto assente, rinchiuso nelle sale riunioni delle grandi aziende, delle associazioni di categoria, nei salotti giusti, nei club elitari, nelle barche di politici amministratori imprenditori liberi professionisti, nelle case dei lobbisti. Nei casini, in tutti i sensi, vedeteli come vi pare tanto fa lo stesso.
Lo Stato non c'è per la maggior parte delle persone che vivono nel Paese ma solo per quella minoranza che influisce sulle scelte dei politicanti.
La torta non è divisa equamente e per trovare le giuste proporzioni ci si deve muovere da parti diverse.
La popolazione è consapevole della situazione ma nonostante tutto mostra un totale fastidioso disinteresse nascondendosi dietro giustificazioni superficiali insufficienti.
Non ci si può non interessare alle questioni che appartengono al proprio Paese, vorrebbe dire non sentirsene parte e rinchiudersi nel proprio individualismo personale che non porta da nessuna parte. Come una grande famiglia, si deve pensare al 'noi' lasciando da parte 'io'. Ce ne sono troppi di 'io' e non si possono avanzare richieste per 60 milioni di 'io'. Bisogna presentarsi come diversi nuclei di persone con le stesse esigenze e con delle proposte. Allora forse potremmo anche aiutare il lavoro dei nostri amministratori.
Loro devono rispondere al popolo che è sovrano solo per un week end, loro devono sapere che hanno l'onore e il dovere di rispondere alle loro richieste, alle richieste di tutti e non solo di quella piccola schiera di leccaculo che offre i suoi servigi per ottenere in cambio privilegi che tagliano le gambe ai deboli.
La politica non deve fare distinzioni a seconda di quello che può ricevere, è lei che deve dare semmai! Ma a tutti e a qualcuno un po' di più rispetto ad altri, in modo inverso a quello che sta facendo ora.
Se ci troviamo in una situazione critica la risposta deve essere diretta verso la gente che deve consumare e non deve passare attraverso aiuti alle aziende che filtrano incentivi spesso insufficienti anche a una piccolissima minoranza di persone.
La politica non può chiudersi nelle proprie stanze per i loro porci comodi senza dare una risposta alle persone che l'hanno scelta. È totale mancanza di rispetto verso i loro diritti e le loro opinioni.
La politica deve togliersi da in mezzo le gambe delle puttane, tenere la schiena dritta e i pantaloni su verso chi chiede aiuti personali. Il popolo dei disillusi disinteressati sta crescendo e non può più andare bene.
La politica deve dimostrare di essere al servizio della gente che l'ha eletto e non il contrario, perché non si può più avere l'impressione di pagare le tasse per garantire lo stipendio ai politici! Siamo la popolazione europea con gli stipendi più bassi ma abbiamo i politici più pagati d'Europa!
E la politica comprende associazioni di categoria, sindacali, enti ed organizzazioni.
C'è troppo differenza tra 'noi' e 'loro' e questo è uno dei principali fattori che bloccano lo sviluppo italiano.
Le risorse dovrebbero andare da qualche altra parte, nella ricerca per affermare la vera eccellenza italiana, che non è quella delocalizzata in oriente e poi rifinita qui; nel sociale per garantire il diritto a una vita degna a tutti, nell'istruzione perché le nostre scuole sono vecchie ferme e antimeritocratiche; nei trasporti e nelle infrastrutture davvero necessarie e nelle energie rinnovabili pulite e democratiche.
Non si può più avere l'impressione che la stessa legge vada in due diverse direzioni, a favore dei soliti lacchè e a svantaggio dei deboli che non hanno amicizie e conoscenze giuste per evitarne il giusto rispetto.
Con questa legge elettorale non ci possiamo scegliere i politici che vogliamo, e loro si sono garantiti un vitalizio perpetuo. Questi politicanti legiferano di argomenti che non conoscono che non hanno mai affrontato o che, nella loro vita privata, hanno affrontato in modo del tutto opposto a quello  in cui dovrebbero credere. Quale credibilità ha il politico del partito vicino al(la banca del) clero che rifiuta di riconoscere le coppie di fatto e nel frattempo non porta rispetto per il sacramento del matrimonio dopo aver divorziato ed essersi risposato e prende la comunione in Chiesa.
La politica deve ritrovare una nuova classe dirigente svecchiata e slegata dai vecchi pregiudizi ideologie e valori anacronistici. Ma questo non significa far entrare nel partito i figli di, perché non cambierebbero niente!
Manca anche la scuola tra le istituzioni che non sono più in grado di garantire un buon servizio agli studenti e alle famiglie. Da una parte tagliata di risorse finanziarie, umane e di programmi ritenuti inutili come storia e storia dell'arte, sradicando l'insegnamento delle sue basi e identità per creare una popolazione così come la vuole la politica: ignorante delle proprie origini, che non conosce il proprio passato, che non si pone domande, accettando quello che gli viene imposto e credendo in un altro tipo di cultura: ancora quella della tv!
Dall'altra parte i professori non sono più in grado di farsi rispettare e di diventare l'alternativa della famiglia per studenti che hanno perso qualsiasi riferimento.
Infine la Chiesa che sta attraversando credo il suo periodo peggiore della storia moderna. Giovanni Paolo II è stato capace di riportare l'attenzione del mondo verso i deboli e gli emarginati, di unire popolazioni diversi da  loro e di diffondere la fede tra i più giovani. Un Papa in mezzo la gente.
Ora gli scandali della pedofilia sembrano aver riportato la chiesa ai tempi dello scisma luterano del 1517! Un bel salto indietro! Com'è possibile credere ancora in quella istituzione che predica la castità prematrimoniale mentre i suoi ministri e rappresentanti abusano dei bambini? E il matrimonio dei preti non è una soluzione, perché la pedofilia è diffusa anche tra i padri di famiglia.
Inoltre c'è troppa ingerenza del potere Spirituale nelle vicende di quello Temporale. Non è più libera Chiesa in libero Stato, ma dubito che sia sempre stato così.

Tutto questo mostra la perdita di valori (o valori sbagliati) e la mancanza di senso di responsabilità nei genitori, figli, politici, insegnanti e religiosi.
Tutto questo mette in evidenza una cosa: la mancanza di un riferimento per noi. Non crediamo nei padri come nei figli, non ci vogliamo più far prendere in giro dai politici che rifiutiamo di scegliere, pensiamo che la scuola non ci insegni più niente o al massimo le solite cose ne' ci (con)fidiamo più dei preti.
Questo porta a isolarci a crederci degli eroi di se' stessi, capaci di auto-realizzarci, in noi riponiamo la fiducia che abbiamo sottratto alle istituzioni e abbiamo una reputazione così alta di noi stessi che non possiamo permetterci di fallire e in caso di fallimento crolliamo come castelli di carte da gioco al primo soffio d'aria.
Ma non possiamo vivere così, individui soli in mezzo a una collettività individuale.
Nnon riusciamo a unirci se non per una partita della Nazionale di calcio, per 90' o quello che dura un Mondiale o un Europeo che sia o per contestare o idolatrare allenatore e giocatori.
Poi si ritorna ognuno per la propria strada, senza una guida ne' entusiasmo.
Ecco cosa ci manca.
Un riferimento. 
Non un posto dove andare, ma una persona da seguire. Forte, sensibile, ascoltatrice, vicina nella quale riconoscersi e che ci faccia sentire partecipi di una Nazione e della sua vita.
Il Sud Africa è cresciuto con Nelson Mandela, la Jugoslavia era forte bella e unita con Tito. Peccato per le Leggi Speciali, lo squadrismo e la censura del fascismo senza le quali credo che riconosceremmo Mussolini  davvero come quel Duce che ha portato gli italiani ad avere un forte senso di appartenenza, del dovere e di lealtà verso la propria Nazione (i tre romanzi di Mario Farneti sono delle meravigliosi sogni ad occhi aperti).
È questo che sento mancare di più. Mentre ognuno fa per se, noi abbiamo bisogno di una guida.
Ma forse deve ancora nascere.
I nuovi eletti non saranno mai in grado di unire tutto il Paese, almeno finche saremo così idioti da eleggere un ventenne politicante convinto che il Governatore della sua regione sia il capo del suo  Stato! Non potrà essere possibile se lui pensa di poter crescere la propria figlia insegnandole il disprezzo verso le altre religioni e le altre razze.
Questi politici piaceranno ai cittadini di Preganziol ma dubito che riescano ad attrarre quelli di Bagnara Calabra.
Abbiamo bisogno di una leader, che non lavori al buio come certi politici che preferiscono starsene dietro le quinte a cercare di muovere i fili giusti invece di intervenire, voglio una persona forte indipendente ed imparziale capace di ascoltare le esigenze di tutti ma in grado di decidere per il bene della sua popolazione.
Voglio un leader che dica una cosa e che non se la rimangi il giorno dopo denunciando l'eccessiva libertà di stampa.
Aver bisogno di un leader non lo vedo positivo. Significa che abbiamo del tutto perso la considerazione in noi stessi, nel nostro Paese, le nostre bellissime tradizioni dei nostri stupendi nonni.
Ma è proprio nei momenti di difficoltà che nasce questo bisogno.
Spero che sia il momento giusto.

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