Altolà marrano pensiero vero!

Strano posto l'Italia! Belpaese con tanta bella gente cordiale simpatica  che sa divertirsi e allo stesso lavorare duro (dipende da dove ti trovi...) ma che per essere perfetta deve essere falsa, senza vergognarsi di mostrare tutte le sue ipocrisie più meschine. Anzi, bisogna essere pronti a cogliere ogni buona occasione per sfoggiare la propria vera vena di ipocrisia!
Dopo Morgan che è perfino salito sul Golgota di Bruno Vespa, a fare le spese del proprio pensiero è Beppe Bigazzi, co-conduttore della trasmissione La prova del cuoco.
La sua imperdonabile colpa non è stata nemmeno quella di aver parlato della storica tradizione di cucinare il gatto in Toscana! Ha riportato un antico proverbio toscano: "A Carnevale chi non ha ciccia ammazza il gatto". Tutto qua.
Da buon vicentino dovrei difenderlo come un fratello, lo faccio pure, ma non per un piatto in comune, ma per la libertà di pensiero che ognuno di noi dovrebbe (il condizionale dovrebbe essere opzionale!) avere.
Si è mossa perfino l'onorevole leghista Martini, Sottosegretario alle politiche sociali alla salute e al lavoro, molto sensibile al mondo animale [1] [2], che ha minacciato denunce per istigazione a delinquere (ai sensi dell'art. 414 del Codice Penale).
...o lei è furba o io non capisco una tega!
Dove sta la delinquenza in questo caso? Narrare dei detti tradizionali? Secondo me l'onorevole Martini, da buona veronese, ce l'ha coi magnagatti in generale perché le ricordano i vicentini.
In verità il reato deriva dall'art. 544-bis dello stesso Codice e recita: "chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale, è punito con la reclusione da 3 a diciotto mesi". Ecco, il Bigazzi non ha mica fatto del male ad alcun animale mi pare!
Fatto ancora più grave perché si è verificato durante una trasmissione della tv pubblica. Giusto. Visto che è la Rai, il tasso di ipocrisia deve essere ancora più elevato, allo stesso livello di quello di bacchettonaggine che vi regna da quando è nata! E ormai, la Rai ha smesso da tempo di dare un qualsiasi servizio...
Mi immagino il cuoco toscano, o quello vicentino che ha appena tirato fuori il gatto dalla neve dopo averlo fatto frollare per qualche giorno, mandare sonoramente a quel paese l'on. Martini intervallando l'invito con vari intercalari blasfemi (altra cosa che unisce Veneto e Toscana).
Forse se la definiscono "Quell'onorevole vacca" nemmeno se la deve prendere.
Basta! Mi sono rotto le palle di tutto questo perbenismo del cazzo! 
In Parlamento ci sono più delinquenti dichiarati da una sentenza che in carcere e ci vogliono fare la morale guadagnando sacchi di palanche a spese nostre!
Non mi sembra che siano persone nella giusta posizione per insegnarci qualcosa in questo momento.
Se Morgan si fa dell'impossibile per stare meglio che me ne frega? Gli auguro di cambiare idea prima di bruciarsi tutti i neuroni. Altrimenti stracazzi suoi!
Se Bigazzi a Carnevale si sfonda lo stomaco a gatti in umido non posso che essere contento per lui!
Io entrambe le cose di cui sopra non le farò. Ne' sarò istigato perché lo dicono loro! Preferisco l'acol o una bistecca di manzo! Spiacenti per loro ma con me hanno fallito, SE il loro intento era quello. Ma non lo era, chiaro!
Mi sembra ci siano problemi più importanti adesso di cosa tira su uno o butta giù l l'altro.
Però, come detto, non si perde mai l'occasione per dimostrare la propria idiozia!
E pur di piacere ci si rinnega.
Chissà se l'onorevole leghista ha una pelliccia di gatto a casa o un paio di scarpe di pelle. Qualsiasi, basta che sia pelle! Anche sui sedili della sua auto. Anche sul divano del suo salotto.
Tanto per finire, chissà se questo povero blog verrà chiuso perché qualche tempo fa ho avuto il coraggio di pubblicare la ricetta del gato in tecia!

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Mattone su mattone

Ogni tanto fa bene mollare tutto quello che c'è fuori. Ignorare completamente quello che devi vuoi fare che ti sei messo in testa di. Perché è superfluo. Come il giro in centro a farsi venir voglia di sparare cannonate al plasma ai giovanid'oggi dopo aver bestemmiato per trovare parcheggio. Anche se è una bella giornata, la prima bella giornata che si sta bene dopo un bel po' di pioggia neve e nebbia.
Non è stata nemmeno una decisione presa come alternativa ma solo lo sfilare automatico e usuale del tempo. E il divertimento che ci ha colti improvviso a nostra insaputa.
Sabato pomeriggio a casa mia c'era mio nipote Edoardo, il più piccolo (compie 8 anni il 22 febbraio). Lui si rompe l'anima a vedere le partite di calcio di suo fratello maggiore (Filippo, ne deve fare 13 a giugno) così mia sorella ha pensato di lasciarlo in custodia ai nonni e allo zio.
Purtroppo a parte qualche scherzo e battuta con Edoardo non ho lo stesso legame che ho con Filippo. Se avessi tenuto tutte le mie macchinine (ne avevo tantissime! quelle in scala 1:24 erano la mia mania infantile!) saprei come passare il tempo con lui. E i bambinid'oggi si divertono in modo del tutto diverso di quando ero bambino io. A me serviva una coperta delle sedie e la fantasia!
Ma ho tenuto i miei Lego! Quella bellissima invenzione danese mi ha accompagnato per tutta la mia infanzia talvolta isolandomi dal mondo esterno preso com'ero dalla costruzione di case basi spaziali navicelle multipiano e macchine ricche di lucette. Avevo una cura maniacale nella concezione e nella costruzione delle mie idee. Anche da qui forse si è sviluppata la mia testardaggine.
Così ho trovato Edo indaffarato a modificare una sua navicella mostrandomi anche quello che doveva essere un bagagliaio se non fosse che per aprirlo doveva smontare la parte posteriore.
L'avesse mai fatto! Io alla sua età avevo un ingegno molto migliore sapevo che pezzi usare e come usarli, sapevo cosa fare! Così visto che giocare coi mattoncini è come andare in bici e che la sua costruzione mi ha lasciato esterrefatto mi sono steso per terra con lui (ho sempre giocato coi Lego per terra! Conficcandomi quei pezzetti sulle ginocchia e sui gomiti!) e gliela ho smontata tutta per apportare alcune modifiche.
Nel frattempo ci ha raggiunto anche Anna che voleva fare le frittelle con mia mamma se non fosse stata per la presenza scomoda di mio papà (provate a lavorare con uno di fianco che non sapendo cosa fare vi dice come dovete fare....) e si è messa a rovistare nella scatolona piena di mattoncini e lucine e sparanti e quant'altro distesa sul saccone di polistirolo. 
Se non sembravamo all'asilo eravamo al play park dei centri commerciali dove i genitori parcheggiano i propri figli!
Edo intanto si era messo a montare la sua nuova navicella-due pezzi mentre il sottoscritto zio si era ormai perduto in mezzo la scatolona ed il suo contenuto alla ricerca dei pezzi necessari per quelle modifiche. A malincuore ho dovuto anche smontare i resti di una fantastica auto a ruote alte (un antesignano dell'attuale suv ma con un'estetica spiccatamente sportiva che le varie case si sognano!) che resisteva da almeno 18 anni!!!
Il nipote reclamava la sua prima costruzione chiedendo svariate volte cosa ne stessi mai facendo. "Calma Edo! Ci vuole calma attenzione e consapevolezza!" e nel frattempo imparava da Anna alcune parole nuove come corruzione, meticoloso, minimalista, barocco per poi iniziare una lotta all'ultimo sparante contro i marziani della quasi zia acquisita che era riuscita a montare una astronavicella con tanto di bagno!
A un certo punto è salita mia mamma a portarci le frittelle appena sfornate. La merenda! Proprio come quando eravamo bambini!
Cambia un pezzo, smontane uno, barattene un altro e cerca quell'altro, alla fine Edo ha avuto la sua nuova navicella con tanto di vano portabagagli posteriore con apposita apertura ed era entusiasta dell'opera del suo zio marchingegnere Legolandese!
E Anna e io non ci siamo nemmeno accorti che erano arrivate le 18, presi dal flusso dei mattoncini.
Del resto, non ci è importato nulla! Ci siamo divertiti proprio come quando eravamo bambini! Merenda inclusa!

PS: Se Edoardo non l'ha ancora fatta a pezzi, vedo se riesco a postare la foto della mia ultima creatura di mattoncini.

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Bene! E una c'è!

OCIO! QUESTO POST MI E' VENUTO LUNGHETTO MA VOLEVO RACCONTARVI E CONDIVIDERE QUESTA BELLA ESPERIENZA CHE DESIDERAVO DA MOLTO TEMPO!

Quando Enrico ieri mi ha risposto "Domani alle 7 e 1/4 al garage." con la sua solita voce senza inflessioni ne' sentimenti sono rimasto impassibile, infatti immaginavo la levataccia (anche se dentro di me un'espressione eretica per la sveglia alle 6 e 1/4 è esplosa comunque!). Ma ci sta va bene lo stesso! Il problema è riuscire ad andare a letto prima dell'1am e cercare di dormire almeno quelle 5 orette che mi garantiscono un certo sonno e riposo.
Oggi la mia giornata è iniziata anche prima, alle 5:21 un occhio mi si è inavvertitamente aperto per controllare l'ora. Non lo so se ho dormito fino al detonare della sveglia perché quando ormai ero convintissimo di essermi riaddormentato i China Drums hanno iniziato a suonare la loro Somewhere Else (già, è questa la sveglia nel mio cell! Bella vero!?).
La cosa che mi piace di queste levatacce sono i notiziari del primo mattino che ti riportano alla realtà. Ho notato che il TG5 flash delle 6 ha un po' ovattato la sua squillante sigla e anche i motivetti tra una notizia e l'altra. Oppure ero io che ero ancora ovattato... dal sonno...
Mi scaldo il caffè già preparato la sera prima nella moka. Esagerando in modo smisurato, che per me significa poca acqua e molto caffè. Due biscotti una brioche colla cioccolata e un succo.
Esco dimenticandomi di controllare la temperatura esterna e la mia macchina è talmente base che non ha nemmeno l'indicatore. Meglio. Un elemento in meno che mi potrebbe condizionare e tanto mi basta sentire i brividi per capire quanto cazzo di freddo.
Meno male che al garage di Enrico ci si mettono 10' scarsi anche meno alle primissime luci del mattino.
Quando arrivo ci sono già due persone: una ragazza e un ragazzo su uno scooter 450cc: lei di sicuro andrà per la A1 mentre lui invece la integrerà.
Ci scambiamo due battute per scaldarci lo spirito e nel frattempo arrivano i 330 kg della HD Fat Boy portati con tranquillità da un biker del peso equivalente alla sua moto dai capelli heavy metal style: "Oh bella! Fammi tu l'8 con questa qui!" gli dico tanto per seminare subito simpatia. Meno male che ridono anche gli altri che intanto erano arrivati. Col cervello mezzo addormentato e con l'altra metà congelata non si sa mai cosa si dice...
Arriva Enrico che ci dice che dobbiamo andare alla motorizzazione dove faremo il percorso. Allora, senti un po', sono le 7:25, potevamo mica trovarci alle 7:30 direttamente la? 1/2 ora di sonno in più è preziosa! Va bene ormai siamo qui e una volta arrivati al percorso ci accorgiamo di due cose: 1) i coni sono più alti di quelli della scuola guida; 2) l'8 è un po' più stretto e corto di quello che abbiamo fatto con Enrico. Sono il primo ad osservarlo (cos'è quest'insolito attacco di sproloquio? In questi casi la tensione mi attanaglia la mandibola!) e anche Enrico nota le differenze. E la cosa non ho ancora deciso se va bene o no. Ma tanto ormai non ha più molta importanza.
L'esaminatore, una simpatica faccia sorridente sotto dei capelli argentati, fa partire prima le ragazze col 125cc (si venderanno 4 moto in tutta Italia di questa cilindrata [1] e quella li non si è mai vista, ma è ideale per l'esame della A1!).
Voglio vedere qualcuno prima di me con la 500 (un'altra moto-giostra: ci sono montati tutti su questa quadricilindrica nipponica, potente q. b. per raggiungere e mantenere per 3 km i 90 all'ora, leggera e baricentro basso) tanto per farmi un'idea del percorso e dell'esaminatore. Il primo pare normale nonostante le dimensioni ridotte e il secondo non ogni tanto abbandona lo sguardo distratto o da Enrico o dall'altro istruttore.
Bene.Mi faccio avanti. Mostro foglio rosa e C. I.. Cazzo tremo. Il freddo, sicuro! I guanti sono gelidi. Eh, bravo mona che li ho tenuti tutta la notte in macchina!
Vado: lo slalom una cazzata. L'8 con disinvoltura, voilà! Un colpetto di gas per girare e arrivare sempre in prima fino ai coni in mezzo ai quali si passa lentissimamente. Troppo. Porca rojazza! Mollo un po' la frizione. Troppo forte, orca madosca! La moto-giostra balza in avanti ma la tengo, accelero deciso e metto in seconda e mi fermo bene in mezzo i quattro coni in prima. Lancio lo sguardo verso l'esaminatore: ride. Mi fa cenno di avvicinarmi (bhe, tanto li devo venire...!).
- "Cos'è successo la?" mi chiede.
- "La dove?" rispondo in trans.
- "Eh la infondo dai..." mi esorta.
- "Aah... [...]" i tempi di reazione non sono il mio forte e col cervello in bambola non so cosa dirgli se non quello che in realtà è successo: "Mi è partita la frizione, l'ho lasciata troppo!".
Col sorriso mi invita a ripetere il percorso e finche raggiungo la linea di partenza cerco di tenere sotto tono i bpm del mio cuore. Adesso che ci penso non ho nemmeno fatto caso agli sguardi degli altri ragazzi.
Riparto, slalom, 8, giro, gas, freno, giro, doso (e non mollo, cazzo!) la frizione, accelero duro, seconda, decelero, freno, prima e mi fermo. Vado dal giudice sotto lo sguardo fermo e inespressivo di Enrico.
- "Avanti un altro!" chiama l'esaminatore.
E la prima parte è fatta. La tensione si spegne un po', il freddo no ma non so perché sono ancora rigido. Non importata tanto questo l'ho fatto. Osservo gli altri. Che non fanno il percorso con la massima sicurezza e disinvoltura che sfoggiamo durante le guide di scuola. Però vaffanculo, come il calcio italiano, pensiamo di più a fare risultato che a essere belli e passiamo tutti! E' questo che conta!
E adesso? La prova finale su strada.
Sono le 8 appena. Hm bene, finiremo presto. Enrico ci dice di andare a un baretto da dove partiremo tutti. Alle 8:05 siamo già la. Aspettiamo 1/2 ora al freddo e non si vede nessuno. Il bar però è questo... Ok entriamo per scaldarci un po' e infatti dopo poco arriva Enrico che ci dice che intanto stanno facendo la prova altri ragazzi. Noi attendiamo.
Per fortuna c'è SkyTg24 che ci tiene informati ma le notizie a rotazione le ascoltiamo almeno 4 volte, prima che la barista passi su un canale musicale.
Per fortuna ci sono i giornali. Sfoglio Il Corriere della Sera che Il Giornale di Vicenza lo leggo a casa.
Però Il Corriere lo leggo quasi tutto e inizio La Gazzetta che mi fa sapere finalmente come sta quel disgraziato di Iaquinta (da poche settimane e 3 mesi e mezzo... muoviti porca puttana altrimenti a luglio toccherà fare l'Intertoto!!!).
Dopo la rosa prendo il caffè e ormai mi sono quasi dimenticato perché mi trovo in quel bar con altri ragazzi sconosciuti.... vado anche in bagno.
Per fortuna Il Giornale di Vicenza è libero e attacco anche con quello mentre un ragazzo ordina il secondo panino.
E intanto si sono fatte le 10 meno 1/4 e sappiamo i nomi delle due bariste (mentre fra di noi non ci siamo ancora presentati...).
Quando ormai pensavamo a un tragico incidente vediamo arrivare la macchina dell'altra scuola guida. Alleluja! E' il nostro turno. Enrico ci dice di portare ancora un po' di pazienza, tocca prima alle ragazze, ci vorrà meno di mezz'ora e così dopo di loro partiamo noi. Anche qui la mia strategia è attendistica: prima osservo poi eseguo. Non sembra niente di difficile: si va per la strada, si tengo i 50-55 all'ora tranquilli. In una stradine si fa l'inversione a U. Poi il sorpasso. Ancora qualche metro e si finisce. Ok, allora dopo vado io.
Auricolare (eeeh non è più come qualche anno fa che le indicazioni te le davano a suon di clacson! Adesso con la tecnologia ricevi le indicazioni via auricolare! Una comodità!), gilet rifrangente per far capire agli altri utenti della strada che sono un potenziale pericolo per loro, guanti (li ho tenuti su per tutta la durata del precedente esame, per trovarli caldi, anche se bastavano le quasi 2 ore del bar!), casco.
Monto in sella. Le procedure per la consegna del pezzo di plastica sembrano più lunghe dell'esame.... ok, adesso posso partire col mio esame finale per la patente A3 della moto!
Freccia a sx, guardare con attenzione da tutte le parti se la strada è libera, immettersi nella strada. Proseguo dritto mantenendo i canonici 50-55. Non mi accorgo delle buche Falluja style. Enrico non mi dice niente ignorando le stradine secondarie a dx. Poi a un certo punto dall'auricolare gracchia:
- "D'stra": così controllo lo specchietto, metto la freccia, scalo non so da che marcia a che marcia e giro fino allo stop.
- "Sin'tra": freccia, guardo e vado.
- "Crrrch" ma non capisco dove devo andare e sono a un incrocio a X così faccio segno che non si è sentito e Enrico ripete:
- "Destra": specchio freccia e giro.
- "Entra in quella strada e girati. Poi allo Stop a dx" che significa fai l'inversione a U. Allora freccia a dx, mi fermo. Freccia a sx, controllo e coi piedi per terra mi giro piano piano e riparto per dove mi ha detto.
Torniamo sulla strada principale per poi prendere la lunga e (soprattutto) dritta Via Moro. Qui si può andare anche ai 90 ed è stata asfaltata pochi mesi fa. Enrico mi sorpassa e sento che mi dice:
- "Bon, 'desso fai il sorpasso dai": lo faccio sfilare e quando è a poche decine di metri guardo lo specchietto di sx, freccia a sx, scalo (da IV a III, penso...), gas, passo, freccia s dx e proseguo.
Alla rotatoria vado a sx poi giro ancora a sx poi a dx. Entro nel quartiere dove gioco a calcio, lo conosco bene. Ma non serve.
Enrico mi dice "Accosta fermati qui.": scalo (dalla III alla II, sicuro!), specchietto, freccia a dx, I, folle (nel senso di marcia).
Folle (nel senso di stato d'animo). Ma tengo controllato il mio spirito, almeno fino a che non firmo, fino a che la simpatica carogna dai capelli bianchi non si spiccia a darmi quel benedetto pezzo di plastica.
SONO PATENTATO!!! AAAAH!!!! Anzi, A! Posso guidare una due ruote senza limiti di potenza!!!
Era da quando era bambino. Era uno dei miei sogni! Ok, ora un pezzo è fatto. Manca l'altra parte. Fondamentale.... devo trovare lo sponsor!
Intanto, sono felice così! Poi deciderò quale delle 2!
 Sì lo so che non c'entrano una mazza che sono due moto completamente diverse ma mi piacciono e non me ne sbatte niente!

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