Ciao piccolo cane Emi!

Ieri pomeriggio abbiamo fatto la nuova casa per il cane Emi!
Il cane Emi è una bellissima femmina di rottweiler che Anna e la sua famiglia hanno accolto in casa loro 4 anni fa salvandola da una vita solitaria triste e malnutrita.
Era rinchiusa in un recinto di 10 metri quadrati dove in mezzo c'era una cisterna e aveva solo una piccola tettoia per proteggersi. La prima volta che l'ho vista li dentro mi si è stretto lo stomaco e ho provato una gran rabbia per chi l'aveva messa li dentro.
Era malnutrita e triste e i suoi occhioni non reclamavano nient'altro che un po' di coccole (e una braciola!).
Per fortuna il fratello di Anna l'ha portata via da la, sistemandola nella casa in campagna, in un altro recinto ma più grande da dove poteva vedere la gente passare ricevere le visite di altri cani, poter dormire nella cuccia messa sotto il tetto. Anna è stata con lei gran parte dell'estate perché andava a studiare in quella casa. Io ogni tanto andavo a pranzo da lei in pausa e ci faceva ridere vederla saltare a destra e sinistra per cercare di vederci: era tanto buffa con le orecchie che si piegavano e volavano di qua e di la sorridendo allegra!

Emi in posa sorride!

Poi con l'arrivo della stagione fredda nessuno andava a trovarla perché quella casa viene usata di più durante l'estate, così per non lasciarla nuovamente da sola hanno deciso di portarla a casa, preparando un recinto tutto per lei con la solita cuccia, separandola però dall'altro cane, Molly, padrona indiscussa del terreno. Emi si è dimostrata un cane superiore, ignorandola, portando avanti una quieta convivenza senza invidie e gelosie.
Il suo recinto era sulla parte anteriore della casa così poteva vedere un sacco di gente passare e a lei piaceva mettersi nell'angolo della recinzione per ricevere le coccole. Apprezzava i miei grattini dietro le orecchie e quando entravi nel recinto erano delle grandi feste!
Che ridere quel pomeriggio quando le ho portato degli ossi: le ho dato una costina di maiale e lei l'ha ingoiata intera ma non ancora soddisfatta è rimasta a fissarmi aspettandosene un'altra!
Purtroppo una brutta malattia se l'è portata via sabato.
Mi è spiaciuto tantissimo non averla potuto vedere qualche giorno prima.
L'unica consolazione è che ha vissuto gli ultimi 4 anni con delle persone che le hanno dato tanto affetto ed attenzione.
Adesso ha una nuova casa, gliela abbiamo preparata nel giardino della casa in campagna, in mezzo gli alberi e con la vista verso la pianura e i monti sullo sfondo scorgendo delle albe tenui e ammirando degli accesi tramonti.
CIAO PICCOLO CANE EMI!

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Quanto dura una partita?

Domenica al palazzetto dello sport guardando la partita di pallavolo della Minetti BPVi Vicenza, le schiacciate i muri gli errori e gli incitamenti e le parolacce delle ragazze da una parte all'altra della rete mi facevano pensare come una partita non termina quando l'ultimo pallone finisce a terra perché ha dei riflessi durante la settimana negli allenamenti per correggere e migliorare alcuni aspetti per la gara successiva.
Le ragazze venivano da un incontro regalato al 4° set dov'erano a soli 2 palloni dalla vittoria senza riuscire a sbatterli a terra venendo superate e sconfitte. 1 punto in classifica al posto di 3. Ma quel che conta di più una martellata alle ginocchia del morale, un suicidio psicologico.
Che ho temuto potesse succedere nuovamente domenica, al tie-break a un certo punto i riflessi si sono un po' appannati le gambe hanno iniziato ad appesantirsi e le braccia sono diventate all'improvviso di burro con le avversarie al match point.
Così seduto lì sui gradoni del palazzetto osservando quasi in apnea gli ultimi scambi con la palla che scotta mi sono sorpreso a rivivere una gara lunga una settimana intera, magari con la piccola pretesa di entrare nelle mente delle ragazze che ripensavano a quanto successo una settimana fa (ma da sportivo posso immaginare cosa può passare per la testa in certi momenti di una gara).
La banda della rete diventa un filo di un rasoio per chi salta a schiacciare e per chi blocca a muro
Lo stesso braccio che annulla il vantaggio ospite sbaglia il servizio regalando un punto alle avversarie mentre gli arbitri inopportunamente ci mettono del loro fischiando un fallo in ritardo che alza cori irritati da parte del pubblico.
Le ragazze della Minetti BPVi però non si deconcentrano e mettono a terra la palla che porta al match point,
l'attacco ospite tenta invano di annullarlo ma la palla finisce oltre le righe bianche.
Fuori.
La tensione si schianta esplodendo in un urlo di liberazione e gioia! Vittoria! Finita questa partita interminabile.
Le ragazze questa volta hanno tenuto testa a se stesse e festeggiano meritatamente in mezzo al campo ricevendo gli applausi di un pubblico che vorrei fosse più numeroso per sostenere ed incoraggiare la squadra.
Solo un piccolo riposo per riprendere fiato perché già stasera si rituffano in campo, stavolta in trasferta, con la consapevolezza dei propri mezzi, cercando di concedere il meno possibile alle avversarie e di sfruttare i loro errori.
Spero che il cuore che ha portato la squadra a vincere domenica le accompagni fino all'ultimo pallone da schiacciare a terra, senza dar spazio alla
tensione e alla paura della vittoria ma alla concentrazione e alla voglia di vincere.
Forza ragazze!!! Mangiamoci la piadina stasera (ma sì, anche un crescione)!!!

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Forse ci ha visto giusto (per sbaglio)

Tra radio e tv ho sentito un po' di commenti in merito alla pausa pranzo (i mezzi di informazione sono pronti a gettarsi su qualsiasi cosa possa vendere piuttosto che parlare di argomenti un po' più sostanziosi), tanto da ritenere che il Ministro Rotondi non ha perso un'occasione ma ne ha colta una per rivedere le nostre abitudini e allo stesso tempo, vedi mai, di poter rilanciare l'economia del paese e a riportare un ritmo di vita a dimensione umana.
Lo so che adesso mi smentisco ma è
anche bello perdersi via a riflettere sulle cose e vedere come potrebbero funzionare in senso opposto a come vorremmo o a come siamo abituati e trovarci i lati positivi.
Un po' come giocare a Lego, smontando e rimontando. Sarà che lavorando forzatamente da casa ogni tanto mi viene da saltare il pranzo per mangiare al volo un frutto o prendere un caffè.
Non so quanto possa essere il momento di maggior produttività quello che coincide con la sommossa dello stomaco che reclama il suo giornaliero approvvigionamento calorico! Un break durante il lavoro ci vuole, altrimenti si sviene prima della fine della giornata.
Alcune aziende fanno 2 ore di pausa pranzo e, credete a me che le ho fatte, sono una gran rottura di palle e quando riprendi il pomeriggio non passa più!
1 ora è perfetta, se ne può fare anche di meno, ma non a meno!

Facciamo 30'? Fatta!

Però occorre rivedere alcune cose all'interno dell'azienda.
Intanto perché 30' non sono sufficienti per uscire dall'ufficio prendere la macchina o andare a piedi fino al baretto o self-service o trattoria più vicina, ordinare, ingozzarsi e tornare in ufficio con il boccone in gola da vomitare dopo un quarto d'ora.
30' sono sufficienti per un panino ma il nostro organismo non può andare avanti a panini 5 giorni su 7, ci manderebbe a quel paese dopo neanche 1 mese.

Allora?

Se si riducesse la pausa pranzo dovremmo mangiare in azienda. O lo facciamo dove lavoriamo, sopra la tastiera del pc e i documenti, ma sarebbe meglio poter contare su un luogo adatto per mangiare. In ogni caso, occorrono dei fornetti per scaldarsi il pranzo che ci si porta da casa.

Ma poche aziende sono preparate per questa evenienza. Peccato, perché oltre a risparmiare tempo, si da un bel servizio al proprio dipendente e diventa anche un buon momento per tutti i lavoratori dei diversi reparti per conoscersi meglio e creare un buon clima lavorativo.
Si sa che i rapporti tra gli uffici e la produzione sono limitati e può capitare che tra i due ambiti ci siano delle riserve. Dividendo lo stesso spazio per lo stesso motivo si eliminerebbero le distinzioni che esistono (o si generano) ed ognuno si può confrontare con l'altro trovando delle soluzioni a beneficio dell'azienda o creando nuovi rapporti tra le persone.
Perché i lavoratori, che siano seduti in ufficio o in piedi al tornio, sono delle persone con un cervello, un cuore, un'anima. E anche uno stomaco!
Se accorciamo la pausa pranzo, si modifica così anche l'orario di lavoro: mettiamo dalle 8 alle 12 e dalle 12:30 alle 16:30 (anche se facciamo 1 ora di straordinario si uscirebbe a un orario accettabile per rilassarsi un po').
Prima dell'ora di cena, c'è tempo in abbondanza per i dipendenti (ma perché no anche ai titolari?) per andare a fare shopping, andare in palestra/piscina/correre fare quello che gli pare e generare un flusso economico che ora è limitato al sabato, giorno dedicato alle commesse personali perché dal lunedì mattina al venerdì sera siamo totalmente dediti al lavoro.
Già, totalmente (chi è fortunato in questo momento!).
Per esempio l'ultimo posto dove ho lavorato, una classica azienda padronale del miracolo nord-est "organizzata" così: tolta
l'ora scarsa di pausa pranzo che i titolari si concedevano, se ne stavano in ufficio dalle 7:30 di mattina (ci abitano attaccati, letteralmente) a tarda sera, dopo cena. Il mona che lavorava insieme a uno di loro (indovina chi...) deve seguire gli stessi orari perché questo tipo di "organizzazione" non prevede la possibilità di lavorare in maniera autonoma, eliminando così il proprio tempo libero. Perché non esiste niente altro al di fuori del lavoro.
Forse, senza volerlo, il Ministro Rotondi può aver aperto un piccolo varco nel muro delle consuetudini verso una strada più elastica che può portare a un ambiente lavorativo migliore e a ritmi di vita più gradevoli.
Chissà se i sindacati se ne sono accorti.
Ci arriveremo mai?

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Occasione persa

Altra occasione persa da un nostro politico per tenere la bocca chiusa.
Oggi tocca a Gianfranco Rotondi, Ministro per l'Attuazione del Programma di Governo.
Secondo lui, la pausa pranzo è un rituale dannoso per l'economia italiana, visto che coincide con il momento più produttivo della giornata.
Lui per esempio l'ha abolita.
Forse questa dichiarazione potrebbe dipendere da uno shock ipocalorico.
Però chi trova il coraggio di andarlo a dire ai vari ristoratori e baristi che vivono di pause pranzo?

Allora eliminiamo anche tutte le festività nazionali, locali, le settimane bianche e le ferie estive che costano uno sproposito! Così sai come lo Stivale ricomincerebbe a pedalare?
Meno male che non intende presentare alcuna legge in merito. Se così fosse, per eliminare le pause dannose, i sindacati dovrebbero unirsi nel richiedere nuove condizioni lavorative.
Io una proposta ce l'ho:
In questi tempi si sta anche parlando di sottoporre i politici a dei test per verificare se hanno assunto sostanze stupefacenti ma il Ministro potrebbe esserne esente: i cocainomani non avvertono la fame.

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Basta essere chiari

Ho sempre pensato di avere un allenatore capace. Ci conosciamo da 14 anni, da quando giocavo con gli juniores. Ha sempre dimostrato di essere un bravo allenatore vincendo in tutte le categorie e di essere anche una persona brava nell'ascoltare le persone e di capirle, talvolta facendosi fin troppe paranoie!
Per molti altri suoi colleghi dovresti dedicare anima e cuore solo al calcio mentre il resto della vita è solo la cornice.

Da quando è diventato allenatore della prima squadra ho notato con dispiacere che queste sue doti si stanno
un po' annebbiando, involvendo verso la figura di allenatore vecchio stile di cui sopra che dice una cosa e poi ne fa un'altra.
Siamo tutti dei dilettanti,
tanto i giocatori quanto gli allenatori e i dirigenti, mettiamo il nostro tempo a disposizione del pallone solo per passione (almeno nella mia società è così) e mi assale la curiosità di sapere se le sue scelte dipendono da lui e dal fatto che è un dilettante come tutti noi coi propri cazzi ben più importanti a cui badare, o da quelle pressioni esterne di chi vuole rompere le palle stando in un piano sfuocato.
O se gli sta venendo a mancare la coerenza!
A inizio di stagione, aveva fermamente sentenziato che avrebbe fatto giocare, oltre a chi è più in forma, anche quei giocatori che in allenamento hanno dimostrato di impegnarsi di più.
Come volevasi dimostrare, domenica ha giocato chi non era in forma e si è allenato poco e in panchina (o a casa) chi invece si sta impegnando da mesi e/o ha bisogno di giocare.
Scelte discutibili e, da quel che so, molti nella squadra non hanno compreso.
Mio malgrado mi ci trovo in mezzo, perché la maledetta caviglia sx (la dx è sua sorella gemella per non sentirsi da meno!) ha fatto crack a inizio settembre facendomi saltare tutta la preparazione e togliendomi dalla squadra per un bel pezzo. Adesso sto tornando e ho solo bisogno di allenarmi bene (finalmente c'è un campo decente!). E di giocare!

Noi giocatori non dovremmo contestare le decisioni dell'allenatore. Abbiamo solo il compito di allenarci e farci trovare preparati. Appunto. Domenica c'era chi era più preparato di qualcun altro e da qualche domenica gioca bene ma è rimasto fuori, facendoli perdere il ritmo e smonandolo non poco.
Come aveva detto a inizio campionato: "Non faccio sconti a nessuno, siete tutti uguali! Nessuno escluso vecchi o giovani che siano!".
O forse no?!
E' solo un fatto di coerenza e di rispetto.
Tutto qua.

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Famose dù spaghi

Si è concluso a Roma il vertice mondiale della FAO sulla sicurezza alimentare iniziato il il 16 novembre. Il segretario dell'Onu Ban Ki Moon aveva aperto l'incontro dicendo che "Solo oggi moriranno 17 mila bimbi".
Ormai la FAO sta dando l'idea di andare a picco un po' come l'ONU, diventando un'organizzazione da molte promesse e pochi fatti (simbolico quello del suo presidente, Jacques Diouf, di fare lo sciopero della fame e di presentarsi vestito da barbone) e più puntuale a finanziare i suoi dipendenti invece della vera povera gente del mondo.

E' stato un vertice disatteso visto che l'unico Capo di Stato dei G8 presente era
Berlusconi, che ha anche presieduto il vertice.
Un summit sulla fame nel mondo che non ha coperto le sue ipocrisie e i suoi controsensi, con capi di stato (40 in tutto, un po' pochi) ministri e delegati delle nazioni partecipanti trasportati per la capitale in lussuose limousine blindate alloggiati nelle migliori camere dei migliori hotel.

Una delle tante discordanze di questo vertice è stato lo scambio di opinioni tra Alemanno, che centra con la FAO solo per essere il sindaco della città ospitante, e Berlusconi. Il primo ha denunciato la mancanza di una chiara indicazione dell’impegno finanziario. Il secondo lo ha smentito dicendo che durante il G8 svolto a L'Aquila sono stati garantiti aiuti per $20 mld (fanno ancora i conti in dollari?) in tre anni concordati da 40 nazioni.
Anche se rimangono da decidere le date e le modalità dell’impegno.

Gheddafi ha fatto i cazzi suoi presentandosi quando gli pareva. Disallineato come sempre, ha fatto convocare all'ambasciata libica non so neanche quante giovani belle hostess (ho sentito parlare di 200 e di 600 ragazze. I mezzi di informazione sono tali per definizione: informano a metà!) pagandole €70/sera (...) per partecipare a eventi di gala regalando una copia del Corano in lingua araba (se voleva convertirle forse una edizione italiana era più adatta) e un dono personale. Si dice che nell'ingaggio era previsto anche un personale scambio di opinioni sui loro problemi. Con tutte quante? Il Colonnello alla sua età non si risparmia!
Papa Benedetto XVI ha parlato diplomaticamente senza dire niente di che, a parte il suo monito
alla platea di capi di Stato e di governo, ai quali ha sottolineato la vergogna di un mondo che di fronte alla fame non nasconde «opulenza e sprechi».
Da che pulpito!

Vendesse quella croce d'oro massiccio che aveva al collo sfamerebbe tutte le famiglie dalla Repubblica Democratica (ma fatemi il sacrosanto piacere!) del Congo:
C'erano anche tiratori scelti. Ma tanto ormai questo vertice non se lo fila più nessuno. E' diventata una rimpatriata di amiconi per farsi dù spaghi o, meglio ancora, tortelli con ripieno di castagne e pecorino mantecati al burro o con riduzione di Amarone seguiti da gamberi reali in salsa rosa, filetto di vitello avvolto nel prosciutto in salsa al prosecco. Per gli islamici menu a parte.
Voglio fare due conti:
donando €25 all'Unicef si garantiscono 64 confezioni di Plumpynut. Con €100 se ne garantiscono 256! Ogni confezione costa €0,39 e ha un valore energetico di 500 calorie. Per salvare la vita di un bambino malnutrito ne bastano 3 confezioni/giorno per 3 giorni. Totale: €3,51.
Il Colonnello Gheddafi ha speso €21.000 (circa) per le hostess. Pari a 53.846 confezioni di Plumpynut.
Salverebbero 5.982 bambini.
I politici (con famigliari e amanti al seguito) €750/notte per le loro camere. Facciamo che avranno passato 5 notti, spendendo €3.750 (circa)? Equivalgono a 9.615 confezioni di Plumpynut. Salverebbero 1.068 bambini.
Se sveliamo a quei 17mila bimbi a chi è in mano il loro futuro, penso che non aspetteranno di morire di fame.
Ci mancava solo che questo vertice mondiale venisse sponsorizzato dalla merendina che ti aiuta quando non ci vedi più dalla fame!

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L'uomo che fissa le capre

Vi ricordate qualche annetto fa quando la vostra casella di posta elettronica riceveva quasi quotidianamente la stessa e-mail inoltrata dai vostri amici con l'oggetto dopo ormai infiniti F-I-FW (a seconda della lingua e del sistema) sugli incredibili effetti devastanti che aveva fatto la Guerra del Golfo sui valorosi marines del più potente esercito del mondo?
Avete fatto male a gettare quella e-mail nel cestino o a farla considerare spam dal vostro sw antivirus, perché quella e-mail è la la chiave del film!
Proprio così!
In quella e-mail si parlava di ragni carnivori (chiamati camel spiders, eccezionale!) che scorrazzavano urlando per il deserto fino ai 20km/h e saltando quasi 2mt, capaci di mordere iniettando una sostanza simile alla novocaina e strappando braccia e gambe senza potersene accorgere, del vento che faceva sibilare ogni singolo granello di sabbia alzando un lancinante canto di dolore che angosciava quei cazzutissimi soldati.
Naturalmente era tutto troppo inverosimile e passò subito come una enorme bufala, nonostante un iniziale sconcerto.
Invece qualcosa di vero forse c'è stato e lo si può intuire in questi film.
Purtroppo non erano veri ne' questi strani animali e tanto meno l'effetto sonoro della sabbia. Ma si capisce come è nata questa storia, dovuta probabilmente dallo stato psichico dei soldati. Perché per inventarsi certe cose bisogna essere allucinanti! Come i (super)eroi di questo bellissimo film.
La storia intanto è vera ed è tratta dal romanzo di Jon Ronson "Capre di guerra" (titolo originale "The men who stare at goats") e narra le vicende di un incredibilmente vero
commando psicologico, la New Earth Army, dell'esercito più forzuto al mondo, al comando di Bill Django (interpretato da un fenomenale Jeff Bridges), soldato che dopo essere stato ferito in Vietnam torna in patria e diventa un santone - più che ufficiale - hippy con l'intento di evitare altri massacri e così, tra LSD, canti, fiori e telepatia vuole combattere la guerra con strategie del tutto fuori dagli schemi tradizionali!
I soldati devono ambire a diventare dei Jedi (!), monaci dalle potenti capacità sensoriali, tra cui quella di trapassare i muri (da gustarsi il Generale Stubblebine, che tenta di passare attraverso un muro
)!
Il più abile di questi è Lin Cassady (George Clooney), uno svitato che riesce a
uccidere una capra e a persuadere il nemico a non sparare con la forza del pensiero.
La storia ha inizio a causa del tradimento della moglie di Bob Wilton (Ewan McGregor), giornalista frustrato e represso che per riconquistare la fedifraga decide di andare a seguire la guerra in Iraq.
Qui incontra casualmente il guerriero Jedi Lin Cassady e cominceranno i guai.
Il film è davvero divertente, dietro un umorismo delicato ed illogico riesce a trattare argomenti per niente comici come la condizione dei soldati in guerra, l'occidentalizzazione della Penisola Araba, il senso di responsabilità e appartenenza tipici degli americani, l'involontaria buffoneria delle persone, in una combinazione di scene inquietanti ed esilaranti al tempo stesso.
Ancora una volta George Clooney si dimostra molto attento a scegliere i progetti cinematografici a cui partecipare (qui come attore e produttore) e, come Ewan McGregor, riesce a calarsi in modo naturale sia in ruoli comici che in ruoli più seri (con lo stesso regista Grant Eslov aveva già collaborato in Good Night, Good Luck).
Jeff Bridges nei panni del santone è semplicemente fantastico, più lo vedo e più mentre era un bel po' che non vedevo Kevin Spacey, anche lui in forma e in un ruolo anomalo per lui, in un soldato Jedi (...) prima spietato come in altri suoi ruoli precedenti e poi ridicolo.
Ecco quindi come si potrebbe spiegare come nacque quella bufala dei ragni urlanti.
Come riconosce lo stesso scrittore, Jon Ronson, “La verità è in realtà molto più buffonesca di quella in cui credono la maggior parte dei sostenitori delle teorie cospirative”
.

Già il titolo di questo film ha immediatamente preso la mia curiosità e più di tutte rende questa immagine:

George Clooney intento a fissare una capra per stecchirla.

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Un movimento che non si (pro)muove?

Sabato sera con Anna e alcuni miei amici sono tornato alla cantina che ogni anno, in questo periodo, organizza una serata coinvolgendo gli ospiti presenti. Come due anni fa, l'evento della serata era una rappresentazione teatrale di una compagnia veronese e il pubblico doveva risolvere il caso di un omicidio.
Tralascio il fatto che il nostro gruppo è arrivato secondo per eccesso di precisione (può un rappresentante di vini avere conoscenze di chimica degli elementi?) e che il vincitore ci ha gabbato proprio perché ha buttato li questa ipotesi non del tutto corretta e che potevano assegnare l'ambito premio di 3 bottiglie della cantina a ex-equo.
Alla fine ci siamo divertiti, ho rivisto con piacere una persona dopo tantissimo tempo e abbiamo apprezzato i vini della cantina.
Proprio questo mi ha continuato a ballare in testa per tutta la serata, distraendomi un po' dal mio compito di CSI Montebeo, guardando il gigantesco stendardo del Movimento Turismo Vino appeso alla parete che avevo di fronte.
Questa organizzazione si pone "
l’obiettivo di promuovere la cultura del vino attraverso le visite nei luoghi di poduzione" ma vedo un po' di confusione di intenti, autarchia e indipendenza di azioni.
Conosco la cantina per esserci già stato 2 anni fa e ho visitato il loro sito internet per cui sapevo che vino stavo bevendo per mandare giù le vangate di marroni che servivano e anche quello che accompagnava le fette di dolce che ci hanno servito alla fine.
Però non so quanti altri ospiti li conoscevano e sarebbe stato molto apprezzato (almeno dal nostro punto di vista) se qualcuno della cantina (el paròn o il figlio) ce li avesse presentati descrivendoci anche la zona di coltura delle viti e il sistema di lavorazione e magari all'inizio della serata ci sarebbe anche stata una introduzione alla storia della cantina e delle sue vigne.
In fondo questa serata serviva per promuovere la cantina e i suoi prodotti no?! Quindi non c'era alcuna malizia di fondo e agli ospiti un po' di informazioni in più non nuoce di più di qualche bicchiere di nettare d'uva.
E' qui che secondo me pecca l'organizzazione.
Come la fiera che hanno fatto il mese scorso a Vicenza per promuovere il turismo enologico. Una merdata unica. Sembrava la fotocopia rimpicciolita e stropicciata del padiglione delle cantine venete del Vinitaly dove naturalmente lo scopo non era tanto promuovere una cosa intenzione che coinvolgeva gli espositori ma vendere in maniera specifica i prodotti dei singoli! E l'unico cenno di turismo era la strada da percorrere (in macchina, moto, bici...???) da casa alle cantine e da una cantina all'altra, da fare per conto proprio però!
L'iniziativa del Movimento di per se è interessante ma manca di promozione e di una visione precisa.
Se poi ci aggiungiamo la refrattarietà tipica veneta (che tra gli imprenditori del vicentino è pure accentuata)
alla comunicazione dei propri prodotti la strada non sarà molto lunga e facile.
Le cantine mantengono il loro fascino originale mantenuto nel tempo dal profumo delle botti di legno impregnate di vino e dalla semplicità di alcuni dei loro proprietari (purtroppo qualcuno non è riuscito a tramandare ai figli questa purezza) che ti accolgono dandoti del tu e una vigorosa stretta di mano dietro uno sguardo un po' timido.
Sono immerse in zone collinari meravigliose al di fuori di ogni casino cittadino e si respira un aria tranquilla e buona (ma immagino sia una sensazione valida più per i visitatori che per chi ci lavora). Qualche lavoro di ristrutturazione è dovuto naturalmente e c'è qualcuno che ne approfitta pensando a far accomodare i propri ospiti.
Credo bene che le cantine
periodicamente invitino rappresentanti distributori e operatori del settore. Però il loro mercato è rivolto anche verso il consumatore finale.
La serata di sabato mi ha fatto pensare che eventi simili sarebbero da programmare almeno una volta al mese con il patrocinio (= contributo) del Movimento Turismo Vino nazionale o regionale o della Coldiretti o dell'Assessorato Provinciale/Regionale alle Politiche Agricole in collaborazione con altri enti che pur non centrando una tega col vino possono cogliere l'occasione per promuoversi come per esempio la F.I.T.A. (che non è l'acronimo di Fingers In The Ass ma della Federazione Italiana Teatro Amatoriale) o di qualche scuola di ballo country (lo vedo molto bene il binomio danza e alcol!) o Slow Food (ma qui forse entrano in ballo questioni igieniche per cucinare in cantina e i NAS non sono personcine molto lascive).
Oppure ogni sede regionale del Movimento potrebbe organizzare un evento simile ogni fine settimana (sempre col patrocinio) cambiando cantina in modo da divulgare il più possibile questa benedetta filosofia di turismo enologico.
Cominciando magari la mattina con una visita alle vigne della cantina (o delle cantine della zona) il massimo della libidine sarebbe di concludere la giornata col pernottamento in cantina (se è predisposta) o in un b&B della zona (così ti creo anche un bel business per l'indotto!).
Ma queste sono solamente delle ipotesi che mi sono venute in mente distrattamente tra un marone un bicchiere di vino e un dolcetto.
Poi tra il dire e il fare c'è di mezzo il tasso alcolemico!

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Ci hanno fatto tutti neri

Sabato pomeriggio ho visto in tv Italia vs Nuova Zelanda di rugby, la partita dell'anno, sebbene fosse solamente un test match in vista del 6 Nazioni del 2010.
Per la prima volta si è giocata una partita di rugby allo stadio S. Siro di Milano. E il tempio del calcio non poteva che ospitare
i Tutti Neri, gli dei di questo sport affascinante.
Lo so che 30 uomini all'apparenza primitivi cruenti che si azzuffano selvaggiamente per portare la palla ovale nella linea di meta avversaria difficilmente possano inscenare una pratica affascinante, ma ci sono delle cose stupende dietro questo sport vero.
Noi vediamo i giocatori sparsi per il campo a rincorrersi e sbattersi per terra ma tutto segue una organizzazione di gioco. Infatti non tutti i 30 giocatori in campo sono impegnati nell'azione: qualche metro indietro c'è chi rimane fuori dall'azione a guardia della propria zona in caso di attacco avversario.
Più guardo questi atleti giocare e più mi rendo conto che questi sono veri uomini, gladiatori epici! Altro che le checche dei calciatori moderni
(e se lo scrive un calciatore...!)!
In difesa del proprio compito quello rispettivamente di mettere la palla ovale oltre la linea di meta nemica e di fermare l'avanzata avversaria
, si rincorrono si placcano scontrandosi violentemente talvolta sollevandosi dal terreno in una vera e propria battaglia a tutto campo combattuta solamente col corpo la forza fisica la tenacia amalgamate dall'organizzazione di gioco ed all'istinto.
E quando vengono sbattuti a terra con impeto non stanno a frollarsi nell'erba girandosi come uno spiedo fingendo di piagnucolare ma questi atleti si rialzano come se niente fosse stato
, si puliscono la fronte dal sudore e dal sangue per ritornare a giocare più forte di prima!
In più c'è anche l'aspetto fisico che mi sorprende: sono atleti di 1,90mt per quasi 100kg (qualcuno anche di più) di massa muscolare! Un fisico possente ma allo stesso tempo veloce ed armonico. Una potenza umana!
La cosa che mi piace di più di questo sport è il rispetto tra i giocatori. Se le danno per 80 minuti l'impatto fa parte del gioco e viene accettato dai contendenti che si rispettano. Ognuno gioca per la propria maglia nel pieno rispetto dell'avversario senza finzioni ne' regali!
Ecco perché questo è uno sport vero! Ti insegna a resistere combattere credere nei propri mezzi e non aver paura nemmeno di chi ha 2 - 3 taglie più di te e a portare rispetto a chi ne ha di meno.
Il rugby è uno sport vero perché non c'è alcuna manipolazione, è rimasto genuino come quando William Webb Ellis prese in mano il pallone da calcio depositandolo nell'area avversaria andando verso la sua meta. Un gesto di rottura e di libertà verso il conformismo del calcio (aveva già rotto le balle nel 1832?) lasciandosi tutti gli altri attoniti alle sue spalle! Un gesto puro e cosa c'è di più bello della purezza delle azioni?
Mi si alza un sopracciglio alla Ancelotti quando qualcuno dice che il calcio è uno sport per uomini. Sono più uomini le donne del calcio femminile, con tutto rispetto!
Mi viene difficile pensarlo vedendo quei calciatori (perfino in terza categoria, che mestizia!) che si preoccupano di essere più belli che bravi anche in campo ma che crollano come soldatini di plastica alla brezza della spiaggia senza nemmeno essere toccati! Questi miliardari immeritati hanno tutto da imparare dai loro colleghi (decisamente più poveri!): umiltà sportività e rispetto.
Un'altra cosa positiva del rugby è che a livello internazionale siamo palesemente inferiori così quando perdiamo non si leva una voce polemica. Sabato la nazionale ha perso 6-20, ma è stata festa comunque!
Per ora, finché rimane uno sport di e per pochi. Ma spero che allarghi il suo bacino di interesse, mantenendo la sua purezza originale.
Anche la telecronaca di La7 è sempre bella. Solo una cosa suggerirei al commento tecnico: di non esaltarsi ogni volta che la mischia azzurra avanza di un paio di metri quando ne mancano altri 70 alla linea di meta. Ho capito che per la nostra nazionale ogni passo in avanti è un progresso, ma non mi sembra il caso di esaltarsi troppo.

Una cosa che invece mi ha dato molto fastidio è stato il servizio di un tg. Doveva presentare questa partita e ha ridotto Italia - Nuova Zelanda alla haka come fosse un gesto di costume ridicolo e bizzarro!
La giornalista ha parlato di haka in modo superficiale e generalizzato: infatti questa è una danza di origine maori ripetuta prima di ogni partita di fronte al proprio avversario per intimorirlo e ce ne sono di diverso tipo.
Quella inscenata dai neozelandesi si chiama Ka Mate.
Altri tipi di haka sono la kailao delle Isole Tonga
, la Cibi delle Isole Fiji e la Siva Tao delle Isole Samoa.
Non ha nemmeno accennato il significato di questa danza maori e dubito che lei lo sapesse! I giornalisti non dovrebbero informarsi prima di informare?
Se mi parli di qualcosa io mi aspetto che tu mi spieghi che cosa è, perché non penso che gli ascoltatori conoscano il rugby e tanto meno questo rituale! Altrimenti non è informazione!
Non c'era un significato nemmeno sul servizio. Cosa voleva dire? Che 30 rugbisti inscenavano il loro strano spettacolino? Che si giocava una partita di rugby allo stadio S. Siro che viene considerato la Scala del calcio italico? O che per questa occasione non era rimasto nemmeno un posto libero negli spalti gremiti da tutti gli 80mila spettatori? Boh!
Per chi non conoscesse questa danza maori, su internet si possono trovare diversi video.
Mentre qui sotto trovate testo in lingua maori e traduzione in italiano:

MAORI


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Ringa pakia

Uma tiraha
Turi whatia
Hope whai ake
Waewae takahia kia kino

Ka mate, Ka mate! Ka ora, Ka ora!
Ka mate, Ka mate! Ka ora, Ka ora!
Tenei te tangata puhuruhuru
Nana i tiki mai whakawhiti te ra!
A hupane, a hupane
A hupane, kaupane whiti te ra!

Hi! »


ITALIANO


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Batti le mani contro le cosce

Sbuffa col petto
Piega le ginocchia
Lascia che i fianchi li seguano
Sbatti i piedi più forte che puoi.

È la morte, È la morte! È la vita, è la vita!
È la morte, È la morte! È la vita, è la vita!
Questo è l'uomo dai lunghi capelli
è colui che ha fatto splendere il sole su di me!
Ancora uno scalino, ancora uno scalino, un altro

fino in alto, IL SOLE SPLENDE! »

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Pandemia di buelate

Buelate è la trasposizione in dialetto veneto delle cazzatte italiche o delle minchiate siciliane o delle grullate toscane.
Non sono specialità culinarie tipiche di queste regioni naturalmente, ma più semplicemente trattasi di quello che capita di leggere o di sentire sui mezzi di informazioni riguardo l'influenza più cool del momento ed i suoi relativi vaccini.
Pare che, parlando di una o degli altri, si caschi sempre in un tranello dovuto alla informazione, forzata (dai tg e dai quotidiani) o cercata (quello che gira su internet).
Perché se per questa suina di un'influenza si sta facendo un allarmismo estremo con il giornaliero bolletino dei decessi, trovi sicuramente un medico che minimizza e che, anzi, dice che sarebbe il caso di passare qualche giorno a letto con 'sta suina per rinvigorire le nostre difese immunitarie!
Per il vaccino ci sono le corse a chi arriva prima lanciandosi sugli aghi di siringhe pronti negli ospedali come lance e chi invece è pronto a smentire sulla sua utilità e tempestività, proclamandone anche la pericolosità a causa della presenza di elementi dannosi al nostro fisico e al sistema immunitario (quindi agirebbe al contratio!!! :-O).
Se si dice che la paura fa vendere, si usa la stessa arma per per rimanere immobili.
Mi sembra si stia facendo una specie di battaglia basata sul pressapochismo e sull'ignoranza, da una parta e dall'altra.
Ho letto il foglietto illustrativo di un vaccino ed effettivamente il farmaco contiene alcuni di questi elementi.
Alcuni test hanno provato che un elemento provaca una malattia ma su animanli predisposti. Facile mettere in giro informazioni omettendone una parte per creare allarmismo, come è facile omettere informazioni per invitare le persone a correre dal proprio medico.
L'OMS indica una limite massimo di concentrazione accettabile per ognuno di questi in maniera tale da non diventare dannoso.
E' un dato di fatto mestamente ironico ma sappiamo tutti quanto poco sano è il sistema sanitario internazionale.
Non vorrei che si verificasse un altro caso di focomelia. Saranno passati anche 40 anni ma il soldo è rimasto tale e quale.
Ben più dannoso di una pallina di mercurio in vena.

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L'isola che non c'è

Paolo Ruffini non è più direttore di Rai3.
In una nazione normalmente governata, in una azienda con una proprietà normale, sarebbe stato invece premiato per gli ottimi risultati ottenuti.

In un mondo perfetto.
Normale che questa notizia sia riportata da Repubblica.it. Curioso che Corriere.it non gli dediti spazio.
Assurdo come il potere da una parte accusi l'opposizione di essere antidemocratico e dall'altra parte intenda promuovere coi suoi ministri politiche di meritocrazia sul lavoro quando sono i primi a non praticarle nella propria azienda.

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Fair play, please!

A €2,50 il cinema prende eccome anche nelle sale dei patronati.
Così ieri sera Anna e io siamo andati al cinema a vedere "La ragazza che giocava col fuoco", secondo film della fortunata trilogia di Stieg Larsson
.

Il regista è stato molto abile (a parte qualche battuta da rivedere) a costruire un film che ti tiene sospeso fino al termine in una sequenza di scene dove l'attenzione non cala e ti inchioda alla seggiola. Un bel thrillerone insomma. O forse è la mia età ancora facilmente influenzabile e sucettibile?
Perché un thriller è un film che dovrebbe ammutolirti facendoti seguire
la suspense che altera i tuoi battiti cardiaci.
Allora cosa cazzo avevano quelle tre signore dietro di noi da continuare a commentare ogni scena?
Per favore
potreste esorcizzate l'ansia cagandovi addosso dalla paura in silenzio invece di rompere i coglioni alla gente? Al massimo stringetevi le mani va bene?
E noi due eravamo i più giovani, quelli che di solito mancano di rispetto verso i più grandi.
L'età non implica che si possa fare quello che si vuole signore mie e se volete commentare per gli affari vostri ogni singola scena di un film fatelo a casa vostra davanti un dvd (o una videocassetta se ancora non ci siete arrivate).
Alla fine abbiamo pure preso le nostre rei di non esserci spostati, neanche fossero proprietarie della sala per diretta discendenza con padre Murialdo!
Vaffanculo! Perché tu e le tue amiche dovete squittire ogni 5 secondi dobbiamo rinunciare al nostro posto comodo?
Potrei consigliare alla direzione del cinema Patronato di mettere due tariffe in modo da dissuadere certi spettatori:
Intero: €2,50
Rompi coglioni: €25,00

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A ognuno la sua tv

Su un blog amico mi sono fatto coinvolgere in uno scambio di opinioni riguardante la qualità della tv moderna.
Non voglio fare il fascista e vietare alle persone di perdersi dietro ai reality ognuno è libero di guardare quello che gli pare però mi tengo la libertà di fare il fascista e vietare la messa in onda di questi programmi idioti.
Quello che mi fa andare fuori di testa sono gli altri programmi di cultura (Gesù... lo posso dire o offende qualcuno anche come esclamazione?) generale sulle reti concorrenti che li commentano insieme a ospiti inconsistenti. Al peggio non si riesce davvero a rispondere!

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Un grande prato verde

Vi risparmio la carrellata sulla mia carriera calcistica che tanto è una palla noiosa.
E non voglio nemmeno parlare di me ma del campo dove gioco e mi alleno insieme ad altri 200 atleti più o meno giovani della mia società.
Infatti questo terreno è famoso in tutta la provincia per essere una macchia marrone in mezzo al più popolato quartiere della città.
100x50 metri di pura terra, a vederlo sembra un vero e proprio campo ma adatto a tutt'altro utilizzo.
Ma non è buono nemmeno per la coltivazione visto che il terreno non assorbe l'acqua piovana che rimane in superficie e allaga il campo rendendolo impraticabile (anche se ho freschi ricordi di partite portate a termine nonostante il fango alle caviglie)!
L'erba non cresce se non ai bordi, al di la delle linee bianche. Durante l'estate viene seminato e seguito con passione dal bell'Antonio ma nonostante i suoi sforzi quel poco verde che chiazza il campo non è altro che qualche radice che falsa ancora di più il rimbalzo del pallone.
Durante l'anno nelle sere di allenamento assume un aspetto lunare come testimonia l'immagine qui sotto (è un primo piano delle impronte dei tacchetti delle nostre scarpe sul terreno).
Nelle domeniche di fine stagione dà l'impressione di una spiaggia che ti invoglia a calzare infradito e di stare a piedi nudi al posto di calzettoni e scarpette. Ci mancherebbe solo un laghetto e qualche coperta per un picnic.!
Figurarsi come si gioca in queste condizioni con il pallone al livello del suolo senza quei centimetri di erba giusti che te lo alzano per calciarlo meglio.
Io non ho proprio i piedi buoni (ma che si pretende da un terzino oltre a una capacità polmonare di 7 litri e mezzo?) e immaginate che bei problemi ho avuto, eppure ho giocato insieme e contro dei fenomeni che riuscivano lo stesso a farti vedere certi lampeggianti da applausi malgrado il campo!
Ma il difetto peggiore di un terreno in queste condizioni sono le conseguenze a caviglie e ginocchia (o alla schiena quando in preparazione fai 2.000 saltelli sopra gli ostacoli bassi! Il giorno dopo sei rigido come una tavola!).
Io ne so qualcosa, quel campo ha mietuto diverse vittime.
Ora però le cose stanno cambiando: infatti il Comune è riuscito a trovare le palanche e in una botta sola darà sollievo alle nostre articolazioni, alle mamme/mogli/fidanzate che non dovranno più lavare pantaloni infangati, ai papà che non dovranno più comprare 4 paia di scarpe a stagione. Infatti sta arrivando l'erba.... non sarà vera ma è quanto di meglio possa offrire l'industria del fittizio e del succedaneo.
Oggi sono andato a vederla. Non ne ho mai vista così tanta in quel campo. Ecco una anticipazione: L'immagine è volutamente sfuocata. Lascio l'effetto attesa. Maledetta la pioggia che rallenta i lavori.
Noi calciatori siamo in fermento!

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Non siamo mica messi bene #3

Tanti saluti anche alla Toyota (ma non è il suo modello che le nostre aziende stanno imparando, decine di anni dopo. Davvero non è mai troppo tardi!).
Scompaiono le case jappo dalla F1. Non penso ne sentiremo la mancanza ma spiace per Jarno Trulli.

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'sti cazzi

Prendo in prestito il titolo di questo post da un a bravo blogger.
E' quello che ho pensato ieri sera ascoltando alla radio una discussione fastidiosa quanto la zanzara riguardo droga e politici.
Il conduttore del programma provocatoriamente (?) ha detto: "Macchissenefrega se i politici fanno uso di droghe! Finché l'uso non è dipendenza chissenefrega!!!".
Come chissenefrega?
Intanto una persona che assume sostanze stupefacenti ha alcuni neuroni bruciati inoltre i suoi comportamenti ne risentono e non sarei felicissimo di sapere che un nostro rappresentante che deve legiferare possa agire sotto l'influenza di pippate conviviali!
Per fortuna che
alcuni buoni politici come La Russa e Giovanardi invitano i colleghi a sottoporsi a un test volontario antidroga (test del capello). Schietta demagogia. Però se lo propone un programma tv satirico scoppia la polemica.
La droga non la compri al supermercato ne' in farmacia. E perché è un politico non è che possa andare direttamente dal produttore e pagarla 1/4 ne' spero abbiano lo spaccio (...) in Parlamento dove la puoi pagare meno della metà come per altri prodotti! Dietro un grammo di coca c'è lo sfruttamento di persone violenza criminalità che proprio i politici dovrebbero combattere ma che così continuano ad alimentare.
Infine, la droga non costa come un caffè. Come se la paga il politico la bustina? Con i soldi che gli diamo noi.
E 'sti cazzi.

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Non siamo mica messi bene #2

Dopo H-D, anche Yamaha e Bridgestone confermano il buon momento economico.

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Si prega di attendere

Vi ricorderete quanto vi rompevate le palle nella sala d'attesa del vostro dentista nervosamente intenti a far scorrere il tempo leggendo tutti le riviste disordinatamente buttate sul tavolino bassissimo al centro della stanza?
La situazione che sto vivendo la posso descrivere così. A tutti quelli che più o meno sinceramente mi chiedono come sto rispondo mentendo che va bene solo per tagliare corto e chiudere con due parole un argomento che ne meriterebbe mille volte tante ma che non ho voglia di aprire per non annoiare e risparmiare fiato.
Sono passati 2 mesi ormai e sono arrivato a leggere anche le riviste femminili in questa sala di attesa. Va bene che non fa male perché così si approfondisce questo mondo sconosciuto e quasi incomprensibile ma vorrei evitare di proseguire. Vorrei fosse il mio turno.
Il momento che sto vivendo è di attesa. Di qualsiasi cosa. Risposte. E' un periodo di sospensione.
Attendo risposte su cosa e dove e come sarà il mio futuro da inconsapevoli persone.
Anche il mio fisico deve darmi delle risposte dopo l'infortunio alla caviglia. Deve dirmi se è pronto per giocare un pezzo di partita. E anche il mio allenatore deve dirmi cosa ne pensa.
Telefono incontro persone corro mi alleno.
Per il momento, qualsiasi cosa faccio è da vedere in prospettiva futura.
I saggi dicono che non serve guardare al passato in quanto tale e neanche al futuro perché deve ancora arrivare e non sappiamo come.
Dobbiamo solo vivere il presente.
Non so in quale modo, ma al gerundio io mi sto rompendo le balle di aspettare!!!

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Evviva la sincerità #2

Dopo Capello e Ranieri, eccone un altro che si sfoga che parla liberamente perché da perdere non gli rimane più niente!
Il filosofo Massimo Cacciari, sindaco di Venezia, annuncia che non si ricandiderà alle elezioni amministrative a Venezia e che uscirà dalla politica perché si è stufato si è rotto e anche a lui fa schifo il PD di Bersani (o è più del baffetto che giostra tutto dietro il sipario???).
Mi diverte molto come parla di D'Alema, la Bindi e delle sue capacità politiche.
Sono scettico quando dice che il poter gli fa schifo...

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